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Autore: Morgaine You    02/08/2012    3 recensioni
Immaginate.
Un uomo sommerso dai debiti e dalle spese del figlio.
OK.
E' una situazione normale, direte.
Ma non si tratta di un uomo qualunque, bensì del celebre avvocato Maximilien Robespierre, protagonista della Rivoluzione Francese del 1789.
Il povero Max dovrà fare i conti (letteralmente) con l'incremento dei prezzi a causa della crisi economica che, oggi, Anno Domini 2012, sta facendo collassare l'Europa.
Enjoy :D
Genere: Parodia, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Da più di due mesi in casa Robespierre aleggiava una cupa atmosfera.
Nella piccola abitazione parigina di Rue de Château, i due coniugi Max ed Eléonore dovevano fare i conti con una serie quasi imbarazzante di bollette e spese impreviste.
Max era un avvocato, ma per qualche strana congiunzione astrale proprio in quel momento di crisi economica tutti i ladri, assassini e farabutti che giornalmente affollavano Parigi sembrava essere andati in vacanza.
La moglie era una semplice casalinga, e aveva sperato, sposando Max, di poter vivere in maniera decorosa, e senza preoccupazioni.
In realtà, Max non era proprio un avvocato in toga e parrucca; durante le cause molte volte si infervorava a tal punto da essere espulso dall’aula. E, naturalmente, perdeva le causa.

Come se non bastasse, la coppia aveva un altro fardello da portare: Antoine, il loro giovane e stolto figlio di sedici anni.
Egli durante l’anno studiava in un liceo a poca distanza dal Louvre; ma l’immane storia culturale conservata nel museo sembrava influenzarlo ben poco.
A scuola prendeva i voti appena sufficienti per passare indenne l’anno, e non mostrava quasi mai interesse.
Il resto del  tempo girava con i suoi amichetti in giro per le strade di Parigi con il suo motorino; non faceva altro tutto il giorno.
E, ovviamente, non lavorando e non potendo guadagnare qualche soldo di sua iniziativa, i suoi genitori dovevano sempre, quasi ogni giorno, provvedere a rifornirgli quel suo ciclomotore dispendioso.

Max aveva sempre desiderato essere un avvocato di successo, celebre in tutto il mondo per le sue gesta a difendere gli oppressi, come quegli eroi tanto decantati che rivoluzionarono la sua Francia nel 1789; ma ora, si trovava, quasi impotente, a dover affrontare una crisi finanziari che da quasi due anni occupava, infaticabile, tutte le prime pagine dei giornali.
Aumentavano i beni alimentari, il vestiario, il canone della televisione; ma, soprattutto, stava aumentando repentinamente il prezzo della benzina.
Non lo preoccupava poi molto la sua auto; era una semplice Ford, e veniva utilizzata veramente poco.
Lui raggiungeva il Palazzo di Giustizia con i mezzi pubblici, mentre la consorte non necessitava uscire di casa se non per fare la spesa.
Era invece proprio quel maledetto motorino di Antoine che non lo faceva dormire la notte; infatti quella “cosa” motorizzata era l’unico incentivo che i coniugi Robespierre potevano dare ad Antoine per incoraggiarla a fare qualcosa nella sua vita.

Intanto, però, il prezzo della benzina era in continua salita.
I politici francesi imponevano ogni giorno nuove tasse su di essa, che in meno di tre settimane era passata da un euro al litro a un euro e novanta.
Aveva spesso visto, dalla finestra del suo piccolo studio,lunghi cortei che marciavano fino al palazzo del Consiglio, non lontano da Place de la Concorde.
Le loro urla gli impedivano di concentrarsi pure sui miseri lavoretti estivi che gli aveva consegnato il magistrato.
Come lui, i manifestanti non concepivano come la benzina potesse aumentare di prezzo in così poco tempo.
Era assurdo!

Verso la fine di luglio, un nuovo corteo passò sotto la sua finestra.
Il chiasso era tale Max venne sconvolto da uno dei suoi tanti attacchi di impazienza, e decise di andare incontro ai manifestanti.
Uscito dal piccolo giardino, corse fino ad arrivare in testa alla lunga fila di persone grondanti di sudore.
“Si può sapere a cosa devo tutto questo chiasso? State disturbando il mio lavoro, di grazia”
L’organizzatore della marcia, un ragazzo alto e sbarbato, lo squadrò dalla testa ai piedi.
“Senti, bel damerino, non ci faremo mettere i piedi in testa dal governo” rispose educatamente, o quasi, il giovane “ Se ancora non lo, ai piani alti hanno intenzione di aumentare il prezzo della benzina di altri cinquanta centesimi. Ora, io non so se tu viaggi ancora in cavalli e carrozza, ma io devo pagare tutto di tasca mia, e sai, facendo volantinaggio non è certo il massimo”
Max, colpito dalle parole del giovane, decise che, in fondo, quella questione riguardava anche lui.
“Fermi un istante” cominciò l’uomo di legge “io sono un avvocato. Potrei aiutarvi”
“Mmm. Non mi fido molto degli uomini laccati in giacca a righe che non sarebbe andata di moda neanche due secoli fa. Ma va bene. Una mano fa sempre comodo”
E così deciso, Max accompagnò il ragazzo e il resto del corteo fino alla sede del Consiglio.

Riuscirono ad entrare solamente grazie alla loro forza numerica. 
Si sa, due guardie possono ben poco contro duecento rivoltosi.
Max, che ben conosceva quei corridoi, li accompagnò dal magistrato, il cui studio si trovava appena sopra l’ampia scalinata di marmo.

La scena colpiva tutti i presenti: decine di persone infatti attendevano lungo questa scalinata, e sembrava una di quelle disperate processioni  che ogni tanto finivano in zuffe per l’esasperazione generale.

Max e il giovane entrarono nell’ufficio del signor Dubois; egli stava comodamente appollaiato su una grande sedia dietro ad un’ampia scrivania di mogano.
“Oh, caro amico, entra entra”
Dubois accolse l’avvocato con calore; ma, quando vide il giovane al suo fianco, si incupì.
“Che ci fa questo perditempo qui con te, Max?”
“A quanto pare vi siete già incontrati” mormorò Robespierre “comunque, credo tu sappia perché lui sia qui; ed è per questo che anche io sono qui. I continui rialzi nel prezzo della benzina sono inaccettabili, e tu lo sai bene”
“Suvvia, Max, sai bene che non ho potere. Il prezzo della benzina non è affar mio”
“Invece sì, hai amici potenti. E, inoltre, tu fai parte del comitato per l’aumento dei prezzi. Ti prego, devi fare qualcosa”
“Mai. I cittadini devono imparare a pagare ciò che è giusto, per contribuire alla causa comune”
“Ma questi aumenti non sono giusti affatto!” urlò il ragazzo, alle spalle di Max.
“Non urlare, non ne vale la pena. Ebbene, signor Dubois, se è così, ci vedremo presto in tribunale”

Max e il ragazzo si avviarono all’uscita; il signor Dubois, ancora stupito delle parole dell’avvocato,pensava si stesse prendendo gioco di lui.
Ma le cose non andarono esattamente come aveva immaginato.

Max sentiva di dover veramente contribuire alla causa del ragazzo, che scoprì chiamarsi George, non solo perché lo riguardava personalmente, ma perché così facendo avrebbe potuto dimostrare alla sua Eléonore e agli altri che era davvero un buon avvocato, e non solo un uomo di rigidi ma sani princìpi.

Il giorno dopo, lui, George e un altro piccolo gruppetto di intellettuali si misero a lavoro nell’ampio studio dell’avvocato.
Avrebbero cercato in tutti i libri di legge e diritto qualsiasi cavillo che li avesse potuti aiutare in questa piccola e importante causa contro il Ministero dei Prezzi Imposti; li avrebbero spremuti come limoni, quei pomposi signori in toga.
Lavorarono per una settimana. 
Chiusi in quella stanza, si soffocava; ma erano determinati, e Max più degli altri.
Riuscì a trovare, quasi casualmente, qualcosa che poteva fare al caso loro.
Infatti, mentre estraeva dalla libreria impolverata un volume di diritto civile, gli cadde in testa il testo completto della “Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino” del 1789.
“Questa ci sarà decisamente utile”

Una settimana dopo, Max e gli altri riuscirono a trascinare in tribunale il Magistrato Debois e il suo ignobile Ministero dei Prezzi Imposti.
Fu una lunga lotta; il giudice all’inizio sembrava di parte, ma, dovendo difendere un proprio pari, chi non lo sarebbe stato?
Ma l’avvocato Robespierre era più risoluto che mai.
Arringò, obbiettò, si indignò; la consorte, vedendolo così impegnato, rischiò di piangere.
“Signor Giudice” esclamò allora Max “si metta nei panni di un comune lavoratore parigino. Tasse, bollette, spese condominiali, abbonamenti ai mezzi pubblici, spesa quotidiana, imposte scolastiche dei figli; tutti sono convinti che,lavorando, si risolvano tutti i problemi. Ma non è affatto così, Signore.
Oggigiorno, tutto ha un costo, anche i servizi che, un tempo, erano gratuiti.   
Un comune lavoratore non può certo sostenere un tal peso; per questo il numero di senzatetto o di poveri aumento di anno in anno.
I miei genitori, come quelli di molti in questa sala, mi hanno abituato a risparmiare, certo; ma il costo della vita era molto diverso, trent’anni or sono.
Ho condotto un sondaggio, Signor Giudice, per le strade di Parigi, e qui vi riporto i dati; ho chiesto ai cittadini della nostra capitale il loro rapporto salario-spese. Giudicate voi stessi”
Così dicendo, consegnò una copia dei dati alla giuria e una al giudice stesso.
I dati, nudi e crudi, erano allarmanti.
Solo due cittadini su dieci riuscivano a pagare puntualmente le tasse e a corrispondere le spese senza sacrifici di alcun genere.
E gli altri otto?

Il giudice era, come la giuria, sorpreso.
Evidentemente loro erano fortunati,  non avevano a che fare, giornalmente, con problemi come questi.

Robespierre, dopo due ore di arringa, era sfinito.
“Per concludere” disse, quasi senza fiato “un ulteriore aumento della benzina sarebbe assolutamente irragionevole, insensato, e, secondo la dichiarazione fatta dai nostri saggi avi nel lontano 1789, anticostituzionale!”

Al termine della frase, uno scroscio di applausi pervase la sala.
Robespierre, soddisfatto, sorrise a George, e guardarono il volto sconfortato del magistrato Dubois, che vide la vittoria sfuggirgli dalle mani.

Fuori dal tribunale, Max e George furono accolti dalla folla in festa.
Sembrava una scena d’altri tempi: volavano fiori, cappelli, e tutti i cittadini danzavano felici nella piazza davanti al tribunale. 
Fu una vittoria importante soprattutto per il rigido avvocato; ora non avrebbe più dovuto preoccuparsi per la benzina di Antoine, che tanto lo angustiava.

Eléonore, sbucata dalla folla in festa, corse dal marito, e gli diede un tenero bacio sulle labbra.
“Vedi, l’ho sempre saputo; tu non sei tagliato per i piccoli affari. Devi occuparti del popolo
“Forse hai ragione” le sorrise Max.

Da quel giorno, Roespierre non accettò più i casi di scaramucce tra vicini, ma si occupò solo di cause legate alla giustizia dei cittadini tutti.
E venne ricordato come uno dei più brillanti avvocati della storia.

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Vorrei ringraziare Jo Gates (
♥) per avermi dato lo spunto per questa idea. Grazie Patata!
Quando, in viaggio per Bologna, non si ha nient'altro da fare, 
cosa c'è di meglio che ideare storie al limite del normale?

PS: Questa storia non vuole assolutamente mancare di rispetto a Maximilien Robespierre.
Ammiro come pochi questo personaggio storico, e me lo sono immaginata in un contesto come il 2012.
Ritengo che, in un mondo corrotto ma con ancora dei valori come la Francia del 1789 fosse più facile per uomini come lui spiccare per bravura e rettitudine.
   
 
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