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Autore: SaraMichaelis_Ciel    02/08/2012    1 recensioni
Il difetto più grande che la ragazza attribuiva a Mad Hatter? Comparire all’improvviso, nei momenti meno opportuni, per farla tentennare con quel suo modo di apparire, volatilizzandosi successivamente in un batter di ciglia.
{Xerxes Break x OC}
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Xerxes Break
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ojou-sama?

“Ha delle labbra dolci, come canna da zucchero”

Giulia osservava la propria immagine riflessa in quel liquido ambrato ancora fumante.
Erano passati diversi minuti da quando l’albino aveva servito una bella tazza di buon thè, accompagnata da torte e dolciumi vari.

Il pomeriggio stava trascorrendo all’insegna della quiete più totale.
La temperatura accettabile, -non eccessivamente calda ed afosa- e un venticello piacevole, prese ad alzarsi.
Il fruscìo prodotto dalle foglie di un albero sempre verde lì accanto, e quella gradevole fragranza di fiori di campo -che si diffuse totalmente nell’aria- erano gli elementi principali per allietare maggiormente l’atmosfera.

“Ojou-sama?” -insistette l’albino, prima di accostare la guancia accanto alla sua in un lieve, ma effimero contatto.
 
Il difetto più grande che la ragazza attribuiva a Mad Hatter? Comparire all’improvviso, nei momenti meno opportuni, per farla tentennare con quel suo modo di apparire, volatilizzandosi successivamente in un batter di ciglia.

“Cappellaio... un giorno di questi mi farai prendere un colpo, me lo sento.”

Ebbe un piccolo sussulto che la colse del tutto impreparata.

Conficcò le unghie nel bracciolo della seduta sulla quale si era accomodata, inalando e respirando quella fragranza fruttata di fiori di campo, che le penetrava nelle narici.

“B-Break?!” -deglutì appena in tempo, rifiutando di arrossire davanti a lui.

“Una zolletta o due di zucchero?”
 
Avvicinò il porta zucchero -con cucchiaino abbinato-, lo affiancò alla sua tazza, mettendo in mostra uno di quei sorrisi solari e spensierati.

La ragazza scostò appena il capo di soli 30°, sufficienti ad ignorare quell’occhio color rosso sangue, che la scrutava intensamente.

“Lui, ossessionato e maniaco dei dolci…”

“Preferisco bere un buon thè senza zucchero. Vorrei evitare inutili carie.” -tossì, bofonchiando qualcosina.

“Lo zucchero non nuoce affatto alla salute.” -allargò il sorriso, serafico.

“ Non se ne viene ingerita una piccola quantità.” -ribatté lei, prontamente.

“Ma visto che sei completamente malato, inutile parlare di questo con uno zucchero dipendente come te.”

Batté gli occhi incredulo, l’albino, lasciando scivolare sul viso un sorriso dolce.

Kevin Regnard, usualmente conosciuto da tutti come Break. Un uomo dall’età indefinita e dall’aspetto rimasto immutato negli anni. Carnagione lattea e albina, chioma totalmente chiara -sul bianco- una ciocca laterale che celava ad occhi altrui, l’occhio sinistro –ormai non più presente- mascherando elegantemente una buona porzione del viso. Un uomo dal carattere completamente ambiguo; anche se amava far trasparire il lato solare e giocoso, la sua personalità spensierata e allegra subiva, alle volte, un drastico mutamento.
Diveniva più cupa e nettamente più oscura.

Due facce della stessa moneta che si alternavano, solo in casi di estrema necessità.

“Mhpf, non starai cercando di addolcirmi con i tuoi amati dolci?”

“Questa, è solo la mia gentilezza.” -ribatté con estrema calma, e con un sorriso che si espanse a pieno viso.

La ragazza avvicinò la tazza alle labbra, sopprimendo il tremolio che pervase l’intera mano. Bagnò le labbra con del thè, prendendo dei piccoli sorsetti per volta.
L’albino, dal canto suo, si chinò maggiormente, e tirò fuori dalla tasca un lecca lecca grande e sottile, di un colore verde smeraldo.
Fece roteare il lungo bastoncino tra il pollice e l’indice della mano, senza distogliere lo sguardo da lei.

“Certo… i tuoi amati dolci. Non tutti abbiamo il tuo stesso metabolismo sai? A furia di ingozzarti, un giorno di questi ne pagherai le conseguenze.”

Tirò un sospiro frustato e voltò il viso per evitare di avvampare maggiormente, vista la sua improvvisa vicinanza.

“Dovrebbe assaggiarlo e degustarlo con più attenzione. Ci sono diversi modi per farlo, lo sa?” -sibilò, restando sul vago.-

Il Cappellaio mostrò un sorriso nostalgico, prendendo a scartare molto lentamente la pellicola che avvolgeva la caramella; dopodiché, introdusse parte del lecca lecca all’interno delle labbra, addentandola al centro.

“Cosa vorresti dire?” -chiese incuriosita.

Si voltò con molta calma verso di lei, accorciando la distanza che univa i rispettivi visi. Con le labbra intrise di zucchero e di tutto il gusto della mela verde del dolciume, posò il palmo di una mano sul tavolino. Le girò il viso con l’ausilio di un dito affusolato e, senza chiederle il permesso, unì le labbra alle sue.

Trovava sempre il modo di zittirla, ed ‘abusava’ troppo e volontariamente della sua innata capacità.

Giulia cercava di opporre resistenza, sentendo un’improvvisa vampata di calore espandersi lungo le guance. Era impossibile definire in modo appropriato, l’imbarazzo che provava in quel preciso istante. Rimase impietrita, quasi fossilizzata sulla quella stessa sedia, spalancando gli occhi a mo' di pallina da ping-pong. Le ci volle un po’ prima di realizzare cosa stava accadendo ma, una volta presa consapevolezza di ciò, qualcosa di strano si scatenò in lei.

Con riserbo e, senza risultare eccessivamente frettoloso, l'uomo prese a leccarle il contorno della labbra, impossessandosene con grazia. Modellandole, trasferì l’aroma e lo zucchero su di esse, le umettò leggermente per poi separarsi di pochissimi millimetri striminziti. D’istinto, la fanciulla, travolta in pieno da un’onda violenta d’imbarazzo e rossore, decise ugualmente di ricambiare il suo gesto, artigliando il retro del suo mantello.

Le labbra che quell'albino era solito incurvare, in un sorriso a pieno viso, ghigni provocanti e talvolta inquietanti, le causavano una sorta di dipendenza. Poteva incolparlo della stessa frenesia per i dolci che lo rendeva succube di essi, ma doveva anche ammettere che il suo modo di fare, così sinistro e bizzarro, la attraeva parecchio.

Le lingue di entrambi si ritrovarono a danzare giocosamente tra loro, permettendo ad ogni singola traccia rimasta -di succo di frutta o zucchero-, di venir assorbita con successo dalle papille gustative. Entrambi i respiri si alternavano sincronicamente, così come l’intensità dei loro battiti cardiaci.

“Mi sono sbagliata… una piccola dose di zucchero, se consumata in questo modo, non crea alcun disturbo. E’ gustoso e piacevole...”

“Potrei anche divorarti… chissà” -alluse l’uomo, pensieroso, sorridendole in maniera assai serafica ed ironica.

“Di cosa stai parlando? Non credere sia così semplice, mr candyman, i-io…” –arrossì violentemente.

L’albino estrasse con velocità fulminea un bastoncino zuccherato, e lo inserì tra le sue labbra, per impedirle di continuare.
Delineò il labbro inferiore con il polpastrello del pollice, avvicinando l’indice sinistro alle proprie.

Scomparve senza preavviso, lasciando dietro di sé un eco chiaramente udibile.

“Esigo qualcosa che riesca a mandare in faville il mio palato. Qualcosa, o meglio, qualcuno che riesca e sia in grado di deliziarmi con veramente poco...”

Concluse, con una tonalità di voce più profonda e parzialmente roca, lasciando dietro di sé una Giulia completamente attonita, arrossita, con un sorriso timido ed impacciato che le decorava il viso.


Hope you like it, Honey <3 Non è nulla di che e probabilmente mi sarà anche venuta male ç//ç
  
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