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Autore: Kilaren    04/08/2012    2 recensioni
C’è qualcosa in questo mondo, qualcosa che è stato nascosto. E' piccolo e impercettibile, difficile da prendere.
Solo alcuni ce l’hanno, solo alcuni ci credono. Quella cosa si chiama speranza.
Sawako era un angelo.
Genere: Drammatico, Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gloria

 
Mormori, piangi, ti disperi. 
Fa così male assistere a un incidente?
Urli, ti agiti, corri.
Fa così male assistere alla morte di una persona?
Ti lasci andare, cadi a terra, soffri.
Fa così male perdere la persona che ami?
Scacco matto, stai morendo. 
"Papà, dov'è la mamma?"
 
Quella domanda è un colpo al cuore. Chi lo spiega a tua figlia che tua moglie è morta?
Guardi i suoi occhioni a mandorla, identici a quelli della madre. La frangetta nera le ricopre la fronte, le labbra rosee emettono brevi parole che vanno a formare delle frasi, dolorose frasi per te. Tutto per un tuo insignificante errore, ma per quella cosa priva d’importanza hai perso lei
"Sawako, dove sei?" mormori stringendo a te il corpicino della tua bambina. Sai che presto anche la tua piccola ti abbandonerà, una maledetta malattia te la sta portando via. 
Sawako aveva dato la vita per tua figlia.
Sawako aveva patito le pene dell'Inferno per tua figlia.
Sawako era morta per tua figlia.
Tua figlia. Questa frase si ripete nella tua mente, come un disco rotto. 

 
Quel giorno, in ospedale, era tutto così...perfetto. Il sorriso di Sawa era stupendo, più delle altre volte. Tra le braccia stringeva la vita che da poco aveva partorito. Guardava incantata i lineamenti delicati della sua piccola creatura, i suoi occhietti semichiusi che lasciavano intravedere poco e niente le iridi nocciola, le manine morbide, così piccole. Il cielo piangeva la scomparsa di un angelo, un angelo di nome Aiko. 
"Sicura di volerla chiamare Aiko?" 
"Sicurissima. Voglio che nostra figlia si senta una bambina amata." rispose la donna stringendola a sé
"La nostra piccola Aiko"

 
Non sai come fare, ti hanno abbandonato tutti. I genitori di Sawako fanno finta che tu e tua figlia non esistiate, i tuoi parenti non ci sono più. Siete soli al mondo, nessuno vi vuole. 
Nessuno. 
Non puoi credere che l'amore che quella donna meravigliosa aveva donato sia ripagato così. Le persone non danno mai nulla indietro, non ricambiano, non donano. Solo gli angeli fanno una cosa del genere, e Sawako era un angelo. Era spontanea, dolce, gentile, pronta ad aiutare tutti. 
E' per questo che tu ti innamorasti di lei. 
 
 
"C-ciao!" salutò. Era rosso in volto: sembrava un pomodoro.
"Uhm?" la ragazza dai capelli corvini si voltò, sorridendo
"Kujio! Ti ricordi di me? Siamo nella stessa classe! Sono Sawa-"
"S-Sawako Fujioka" la interruppe lui, chinando il viso per non mostrare il rossore che gli dipingeva le goti
"Kyah,che felicità! Ti ricordi come mi chiamo?" chiese Sawa, entusiasta. 
Akira deglutì, "Fujioka-san...io...io... ti amo, Fujioka-san" confessò 
Aveva sbagliato, sicuramente. Aveva rovinato tutto, come sempre. Bravo, Kujio, bravo. 
Alzò lo sguardo per intravedere gli occhi colpevoli della dolce ragazza di cui si era innamorato, ma trovò altro
"Anche tu mi piaci,Kujio-kun." 
Semplici parole che infondevano calore nel suo cuore, ma d'altro canto, tutto ciò che fuoriusciva da quelle labbra rosee, non poteva che avere un suono angelico.
Perché Sawako era un angelo. 

 
Le lacrime cominciano a solcarti le goti. Ti manca, ti manca la donna che hai amato per tanto, tanto tempo.  "Sawa...Sawa, io te lo prometto..." mormori stringendo a te la tua piccola Aiko, mentre i suoi occhietti ingenui ti guardano senza capire il perché di quelle lacrime. La tua bambina...quante cose ha sopportato? Ha combattuto e stava combattendo contro un brutto male, sua madre non c'era più, e suo padre... suo padre dov'era? Dov'era finito mentre lei moriva dentro? Non riusciva nemmeno a proteggere la sua principessa. Non meritava di essere chiamato 'Papà', non se lo meritava per nulla. 
"Papà...perché piangi?" la sua voce risuona nella tua mente, ogni volta che parla è come ricevere una pugnalata allo stomaco. La stringi di più a te, non vuoi lasciarla andare. Anche il cielo si unisce al tuo pianto, le gemme traslucide provenienti dalle nuvole cominciano a inondare la terra, ti macchiano il volto già ricoperto dalle tue di lacrime. Pioggia. 
"Proteggerò la nostra bambina, Sawako. Te lo prometto, io la proteggerò."
 
 
La donna si accascia a terra, incredula. 
"Come sarebbe a dire che mia figlia è malata?!" esclama con gli occhi rossi. Akira le si avvicina, aiutandola ad alzarsi, ma anche lui è sconvolto dalla notizia.
"La prego...ci dica che è uno scherzo...per favore...per favore, mi dica che la mia piccola  Aiko sta bene, per favore!" implora Sawako mentre involontariamente inizia a piangere. Lacrime di dolore, lacrime sofferte, lacrime dedicate alla sua creatura.
"Quale sarebbe il brutto male di cui Aiko è affetta? E' curabile?" chiede Akira, abbracciando sua moglie. Non la riconosce, non l'ha mai vista così disperata. La corvina si aggrappa alla sua camicia, continuando a singhiozzare. Inizialmente, il medico è riluttante all'aprir bocca per continuare a comunicare la spiacevole notizia, ma poi si fa forza e parla:
"Sua figlia ha la leucemia"

 
Quello fu il giorno più brutto della tua vita, non è così? Scoprire che un orribile creatura ti sta portando via la tua principessa e tu non puoi far nulla per proteggerla...
Non è terribile il mondo? 
"Andiamo, Aiko, sta piovendo." mormori, asciugandoti le lacrime con la manica del giubbotto e prendendo in braccio la bambina dai capelli neri, come quelli di sua madre. Corri al riparo dalla pioggia, speri che almeno da quella riuscirai a proteggere la tua piccolina. 
 
“Piantala di torturarti! Dobbiamo arrenderci,Sawako! Non c’è più nulla da fare!” esclama Akira prendendo per i polsi la moglie
“No,no! Io devo proteggere nostra figlia, Akira! Devo donarle la vita,io devo! Sono sua madre, è mio dovere!” replica la donna agitandosi
“Sawa...” mormora il marito lasciando la presa e abbracciandola. Entrambi piangono, ma non perché sono tristi. 
Piangono perché hanno paura di perdere Aiko. 
“Senti...ho chiesto al medico se c’è un modo per aiutarla a guarire...ecco...Akira, ho fatto un esame per capire se il mio midollo spinale era compatibile con quello di Aiko.” Proferisce Sawako, temendo una reazione negativa da parte del suo amato.
“Tu...cosa?” chiede lui, non rendendosi ancora conto della situazione generale
“Era compatibile,- annuncia la corvina, sorridendo- purtroppo, il dottore non è sicuro al cento per cento che Aiko guarisca, ma provare non fa male,giusto? La settimana prossima ci sarà l’operazione, scusa se non ti ho avvisato, ma vedi...io...” 
“Va tutto bene. Ti amo” la interrompe Akira, afferrandole il mento per poi congiungere le loro labbra in un bacio. 
Un bacio di speranza.
“Ti amo anch’io”

 
Chi l’avrebbe mai detto? Forse qualcosa stava cambiando? Un barlume di speranza era comparso in quella famiglia fin troppo disastrata. Erano pieni di debiti, i Kujio. I genitori di Akira erano morti dopo poco che Aiko era nata, e quelli di Sawako non avevano mai accettato il suo matrimonio,né tantomeno la loro nipotina, che non riconoscevano come tale. Non se ne erano fregati della malattia di quest’ultima, né che Sawa stesse diventando anoressica per gli sforzi, non calcolavano le preghiere di Akira che li implorava di aiutarli. 
Ma Sawako li perdonava sempre, non aveva importanza se le attaccavano il telefono in faccia.
Sawako li perdonava.
“Bastardi...” mormori mentre l’ira si prende gioco di te. 
“Papà...h-ho sonno” balbetta Aiko socchiudendo le palpebre
“Dormi, tesoro. Domani torniamo a casa,te lo giuro.” 
 
 
Stava cercando, come al solito, qualche annuncio che offrisse un lavoro pagato bene, sul giornale. A un tratto il telefonino, appoggiato sul tavolo in cucina, squillò 
“Pronto?” chiese l’uomo portando l’apparecchio elettronico all’orecchio
“Amore,sono Sawa, sto andando in ospedale per parlare con il dottor Shinichi riguardo l’operazione, e forse non tornerò per l’ora di pranzo, puoi preparare tu qualcosa?” chiese la donna con tono sereno. Tra qualche giorno sua figlia sarebbe guarita, tutto grazie a lei.
“Certo, cosa desidera la mia regina?” domandò Akira ridacchiando
“Uhm...che ne dici di prep-“ un rumore, un orribile rumore interruppe le parole della donna. 
“Sawa?” 
Sirene, gente che urlava. 
“Sawa?!”
 
 
Ecco. Mai nella tua vita avresti  preso in considerazione l’idea di ritrovarti in un ritrovo per senza-tetto. 
Ti guardi intorno spaesato, non sapendo a chi chiedere per una ciotola di riso. 
“Mi scusi...” ti avvicini a una signora sulla sessantina, quest’ultima ti scruta con occhi maliziosi. Forse ti ha scambiato per un criminale e non si è resa conto che tra le braccia hai una bambina malata. Bah.
“Sì?” chiede lei, con tono infastidito
“Mi spiace disturbarla, sa dove posso chiedere per del cibo? Mia figlia...” rispondi, ma vieni interrotto 
“Ah,sì, quella bambina.... posso prendermi cura io di lei... un uomo non può... potrei farle il bagnetto, toccandola, osservando la sua intimità...” blatera la vecchia avvicinandosi ad Aiko, ma tu ti allontani di scatto. Una pedofila.
“Sta lontano da mia figlia, chiaro?!” esclami uscendo di lì. Tra i senza-tetto c’è gente del genere? Sei schifato da quella persona di poco prima....come può avere dei pensieri così poco casti su una bambina? 
Stiamo parlando di una bambina di cinque anni,Cristo.
 
Akira corse in ospedale, con Aiko tra le braccia. Aveva ricevuto una chiamata da parte di un infermiera che gli comunicava di correre subito lì
“Signor Kujio!” la voce apparteneva al Dottor Soichiro Shinichi, colui che si occupava della malattia di sua figlia. 
“Dottor Shinichi! Dov’è  Sawako?! Che è successo?!”esclamò in preda al panico
“Sua moglie...è finita nel bel mezzo di un incidente automobilistico...e...” cominciò l’uomo, con il capo chinato 
“E-e?” balbettò Akira, “Dottore, la prego...”
“...Non ce l’ha fatta, è morta sul colpo. Mi spiace.” 
Sentiva il mondo crollargli addosso.
 
Non c’eri al funerale di Sawako, i genitori di quest’ultima ti avevano proibito di farti vivo. Passarano due mesi, due mesi nei quali la piccola Aiko fu affidata alla sorella della tua defunta moglie, e tu rimanesti in casa a deprimerti. Stavi perdendo tutto, la tua vita non aveva più un senso. Un giorno, camminando per il piccolo appartamentino, il tuo sguardo cadde su una fotografia:
La vostra famiglia agli inizi, quando tutto era stupendo. Da allora, hai preso la decisione di continuare a combattere, anche se ormai tutti si erano fatti indietro e Kyomi, tua cognata, non poteva ospitarvi entrambi, poiché aveva già dei seri problemi economici, ed era un miracolo se Aiko era lì, a casa sua. Così, eccoci qui:
Tu, tua figlia, la Shibuya straripante di gente, voi che camminate per una meta ignota. Ti dirigi a passo svelto verso una zona più tranquilla; hai bisogno di meditare e di andare a trovare il tuo angelo. Dopo un percorso, un faticoso percorso, arrivate finalmente lì: il cimitero della tua città. Vaghi in giro cercando la tomba con inciso quel nome, quel nome che apparteneva a una persona delicata come lei. 
“Papà! Guarda qua, c’è il nome di mamma!” esclama allegra Aiko, non rendendosi conto che quella è una lapide. Ti avvicini, incredulo, al luogo dove riposa la tua anima gemella. 
“Guarda, Aiko, qui c’è la tua mamma...” affermi tentando di non piangere, non di nuovo. Devi essere forte, devi esserlo per lei, per la tua principessa.
“Ma che dici,papà?” chiede lei, ridendo
“Ascoltami un po’, lo sai dov’è la mamma,ora? E’ lì in cielo... è con i nonni...le è successa una brutta cosa, quindi è volata in cielo per proteggerci...ora noi sai cosa facciamo?” continui, con gli occhi lucidi. Sei sul punto di singhiozzare, te lo senti. 
“M-ma io voglio mamma...” mormora lei cominciando a piangere 
“Ascoltami,Aiko! Ora noi prendiamo un bel fiorellino e lo posiamo qui, sulla sua lapide,ok? E non piangere, la mamma è qui con noi” cerchi di consolarla. Come puoi consolare una persona se tu stesso non riesci a consolarti? Ti avvicini a un fiorellino, una margherita per l’esattezza. E’ piantata tra l’erbetta verde di quel luogo silenzioso. Cogli quel fiore, odorandone l’essenza, per poi appoggiarlo al fianco della foto sulla tomba di Sawako:  aveva gli occhi a mandorla, i capelli lunghi e neri, estremamente lisci, con una frangetta sbarazzina, lineamenti delicati, pelle pallida... lei era Sawa.
“Papà...ma se dico qualcosa, la mamma mi sente?” ti chiede ingenuamente la fotocopia di tua moglie, singhiozzando. Le erano ricresciuti da poco i capelli, e ne era entusiasta; ora li aveva finalmente medio-lunghi, come piacevano a lei, e assomigliava incredibilmente a sua madre. 
“Sì,tesoro,certo che ti sente.” Le sorridi.
“Allora...mamma, puoi rendere felice papà?”

 
Gloria
Qualcosa di gentile
E’ certamente qui
Sto cantando una canzone felice
Andiamo nella transitorietà
Per il bene dell’amore e della speranza
Per il bene delle lacrime e del sacrificio
Stiamo provando l’inizio
Della notte e del giorno abbaglianti

 
“Andiamo?” chiedi, guardando il visino della tua bambina. Le sue iridi sono rivolte alla fotografia che raffigura sua madre.
“Sì” risponde, socchiudendo le palpebre e avvicinandosi a te. Le prendi la mano, cominciando a camminare. Non sai cosa vi riserverà la vita, continuerete a combattere, continuerete a piangere, ma vivrete appoggiandovi a vicenda. C’è qualcosa in questo mondo, qualcosa che è stato nascosto, è piccolo e impercettibile, difficile da prendere. Solo alcuni ce l’hanno, solo alcuni ci credono. Quella cosa si chiama speranza. 
La margherita di poco prima viene illuminata dai raggi solari, una donna sorridente la osserva. Vestita di bianco, i capelli neri e setosi, i lineamenti delicati.
 
Sawako era un angelo.
 
 
 
 
















 
 
 
 
 
 
 
 


 
Ok. Direi che non ha un senso preciso...mi sono lasciata ispirare da Gloria delle Kalafina, canzone che amo. Sono qui per spiegarvi il motivo per il quale Akira si sente in colpa per la morte di Sawako,inizialmente. Dovevo spiegarlo nel testo,ma...beh...
Praticamente, se solo Akira non si fosse sposato con Sawako, quindi non avrebbero avuto Aiko, lei non sarebbe morta,ecco. Tutto chiaro? {No,per niente}
Ok...scusatemi, non l’ho nemmeno revisionata, ma voglio lasciarla con le sue imperfezioni, con le virgole di troppo e i verbi sbagliati. Grazie a chiunque leggerà questo schifo. 


Kila.
   
 
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