Anime & Manga > Soul Eater
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Autore: karikeehl    05/08/2012    3 recensioni
Possibile che Black*Star tradisca la fiducia di Soul? E se la causa di questo tramento fosse la fantomatica ragazza di quest'ultimo?
A volte però la vita riserva delle sorprese (?) e non tutto è come sembra...
Prima fanfiction su Soul Eater, siate clementi ^^°
Genere: Slice of life, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Black Star, Soul Eater Evans, Tsubaki
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Atsushi Ohkubo; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.





Game over, Black*Star




- Black*Star, io esco.
- Ok, ciao!
- Ricordati di innaffiare il pomodoro e la melanzana in giardino!
- Ma che dici, Tsubaki? I big come me non innaffiano le verdure!
- Lo so, Black*Star, ma non potresti fare un'eccezione, per una volta? Quel pomodoro ha bisogno di acqua, soprattutto con questo caldo. Per favore.
- Uff, e va bene. Ma solo perché me lo hai chiesto tu!
- Grazie. A dopo, ciao!
- Ciaoo!
SBOM.
Eccomi qui, solo e abbandonato a me stesso: Tsubaki è andata a comprare il regalo per Liz, dal momento che oggi è il suo compleanno e Kid ci ha invitato a casa sua questa sera per festeggiare. Ed io, ovviamente, sono rimasto a casa: anche i futuri dei hanno bisogno di un po' di privacy e riposo, dopotutto! Perciò, eccomi qui, immerso nella mia solitudine. Mi alzo dalla sedia, posizionata di fronte alla scrivania, ed inizio a camminare in tondo, riflettendo su cosa potrei fare ora che sono solo. Le flessioni? Nah, troppo banale. Provarmi lo smoking per stasera? Neanche morto: io odio gli abiti eleganti. Sono troppo da persona comune! Elogiare il mio ego fantasticamente smisurato? Senza gente in giro che possa applaudirmi è tempo sprecato.
- Trovato!
Mi fermo di colpo, mentre la risposta della mia vittoria contro la noia viene a galla nella mia mente.
- Una magnifica partita alla Play 3!
Mi dirigo senza pensare verso il salone, accendo la console e mi immergo totalmente in una fantastica partita di "Call of Duty: Modern Warfare 3" *.
Non appena termino la tredicesima missione però, il ricordo delle parole della mia arma mi coglie alla sprovvista: "ricordati d'innaffiare le piante". Inizialmente, appunto in un angolo del mio cervello di farlo più tardi, ma poi il senso di responsabilità prende il sopravvento sulla mia pigrizia e mi reco in cucina.
- Ma ti pare a te che ora devo anche fare il giardiniere? Mannaggia a Tsubaki e al suo tono convincente-seducente!
Riempio in tutta fretta una bottiglia vuota con l'acqua del rubinetto per dirigermi lungo la piccola stradina di mattonelle grigie che attraversa il giardino, fino a raggiungere la zona dell'orto; innaffio il pomodoro e la melanzana, come ordinatomi dalla mia partner e, in pochi minuti, ho svolto eccellentemente il mio compito.
- Aaah, ecco fatto! Ora però vado a fare il mazzo a quel maledetto Makarov e ai suoi scagnozzi rompi balle!
Faccio dietrofront e ripercorro il sentiero di lastricato in senso inverso, quando sento delle grida alle mie spalle. Mi giro, incuriosito dalle urla, e riconosco la sagoma di Soul dietro il cancelletto che permette l'accesso al giardino e, quindi, a casa.
- Soul! Che ci fai qui? E che ti urli?
Percorro l'ultimo pezzo di lastricato e, una volta arrivato al cancelletto, apro la via d'accesso al mio migliore amico. Se pensavo che l'albino mi avesse abbracciato o salutato civilmente... beh, mi sbagliavo di grosso.
- Fottuto bastardo!
Faccio appena in tempo a ad aprire il cancello prima di atterrare di schiena sul lastricato: il contatto con le fredde mattonelle di marmo mi fa venire i brividi. Alzo gli occhi verso il mio assalitore, alla ricerca di qualche indizio che mi faccia comprendere la sua ira: le uniche cose che riconosco sono la solita felpa gialla e nera e i capelli chiari, tirati all'indietro dalla sua fascia personale; ma la cosa che mi sconvolge maggiormente sono i suoi occhi, ancor più rossi di un tempo, lucidi e gonfi di lacrime.
- Maledetto, maledetto!
La voce della buki mi giunge alle orecchie con un tono colmo d'ira e astio. Cerco di rialzarmi, ma con i polsi bloccati a terra e il corpo fermo sotto il peso di un tizio con un'aria da pazzo omicida la cosa risulta leggermente più complicata di quanto sembri.
- Come hai potuto? Io mi fidavo di te! E ora scopro che sei un maledetto ipocrita!
- Ma che vuoi? Mi spieghi che caspita è successo, Soul?!
L'albino si alza, permettendo ai miei polmoni d'incanalare aria senza essere rigati dalla cassa toracica, e, non appena riesce a mettersi in piedi, mi tira su di peso, ponendomi davanti a lui in modo tale da potermi osservare dritto negli occhi: temo di avere un'espressione piuttosto sbalordita, dato che il nuovo arrivato mi guarda come se attendesse spiegazioni, che naturalmente non arrivano. Come per aiutarmi a comprendere la situazione, Soul serra le dita della mano sinistra in un pugno, mentre con la destra sfila fuori dalla tasca dei suoi pantaloni un piccolo oggetto: lo osservo meglio e riconosco, oltre agli adesivi colorati a forma di B e S, dei tasti e un piccolo display acceso.
Alla vista di tale aggeggio, le mie palpebre si spalancano irrimediabilmente e il mio cuore perde un paio di battiti, mentre la mia mente comprende repentina e alla perfezione l'intera circostanza.
GAME OVER, BLACK*STAR, ormai ti ha scoperto.
Sento una flebile voce nella mia testa, veritiera e colpevolizzante, che, con poche parole, riassume perfettamente il guaio in cui mi sono cacciato.
- Come l'hai...
- Come l'ho trovato, dici? Sai com'è, quando per sbaglio lasci certe cose a casa degli altri, è naturale trovarle in giro!
- Soul, io...
- Da quanto va avanti?
- No, io non...
- DA QUANTO VA AVANTI QUESTA STORIA, BLACK*STAR?!
I suoi occhi rossi sembrano iniettati di sangue, la sua voce è quasi stridula.
- Ti stai sbagliando, non...
- Da quanto ti diverti con lei?
- Io non...
GAME OVER, BLACK*STAR!
La voce nella mia testa continua ad urlare ed io non posso che darle ragione: ormai la frittata è fatta; Soul mi ha colto con le mani nel sacco, sull'oggetto elettronico che tiene in mano ci sono li iniziali del mio nome. Ormai non posso più scappare, far finta che non sia successo niente; ormai non ho scelta migliore se non raccontargli la verità.
- Due settimane.
- Due settimane... - ripete la buki con tono calmo - ...e quando pensavi di dirmelo?
- Soul, io volevo farlo, ma...
- Tu volevi farlo?
Ora sembra quasi isterico, tanto le sue corde vocali emettono un suono acuto.
- Tu volevi dirmelo? AAAAH, non mi raccontare cazzate, assassino!
Forza il tono di voce sull'ultima parola, tentando così di farmi sentire più a disagio di quanto io non sia già. E ci riesce perfettamente: per la prima volta nella mia vita, mi sento in colpa. Sono un traditore, un insensibile, un maledetto assassino.
La sua mano sinistra afferra repentina il colletto della mia maglietta azzurra, alzandomi da terra e sbattendomi contro il muretto di cinta contornante il domicilio; le mie iridi scure affogano nell'intensità del suo sguardo straziato e afflitto.
- Ti rendi conto di quanto io abbia sofferto? Di quanto tempo ho trascorso con lei, per arrivare a questo livello? Ti rendi conto di quanti giorni io abbia passato cercandola, senza mai riuscire a trovarla? Di quanto tempo ho passato a pensare di averla persa per sempre, dal momento che era sparita dalla circolazione?
Le sue dita lasciano la presa sulla stoffa color cielo e il mio corpo cade a terra come un peso morto, trafitto dall'amara veridicità delle sue parole.
- Tutto solo perché lei era a casa tua, vittima del tuo divertimento...
- Soul, io...
- Lei, l'unica sempre pronta a tirarmi su nei momenti più tristi, l'unica con cui mi sentivo davvero fico...
- Dai, non fare cos-...
- L'unica che consideravo degna di essere sempre al mio fianco! L'unica che sarebbe potuta essere la mia ragazza, anche se non aveva delle sembianze perfette!
Non so cosa fare, non so cosa dire. Non solo non ho la forza di ribattere o di giustificarmi, ma non ne ho neanche la possibilità: l'ansia e il senso di colpa si stanno impossessando del mio corpo (quasi) divino, dando vita ad un peso opprimente e incancellabile: io sono colui che supererà gli dei, io sono il big dei big. Possibile che mi debba sentire così per un errore fatale?
- Mi hai deluso, Black*Star.
Queste parole...
- Hai tradito la mia fiducia.
Questo tono affranto...
- Hai cancellato interi giorni di felicità dalla mia vita.
Questa verità schiaffatami in faccia con gli stessi effetti di una coltellata nello stomaco.
- No, non dire così, Soul, ti prego.
Per la prima volta in tutta la mia vita, ho pronunciato la formula "ti prego"; ma lui non cede certo alle mie suppliche.
- I sacrifici di una vita, Black*Star! Tu non hai idea di quante volte io e lei siamo stati costretti a separaci per cause di forza maggiore, di quante volte io l'abbia abbandonata contro voglia, di quanti salti mortali io abbia dovuto fare per riuscire ad arrivare ad un livello tanto alto con lei! Per lei ho sprecato un sacco di soldi e le ho donato tantissime attenzioni!
- Sou-...
- Ed ora, ora che ci ero finalmente riuscito, ora che avevo superato anche l'ultimo ostacolo che mi separava dalla vittoria assoluta, tu hai rovinato tutto.
- Io non...
L'arma lascia cadere a terra l'oggetto, prova intangibile della mia colpa, ancora stretto nella sua mano, e, constatato il rumore dello schianto con il suolo, gira i tacchi, rivolgendomi le spalle, e aprendo leggermente il cancelletto.
- Tanto ormai è finita. Dovrò ricominciare tutto da capo.
E così, prima che io possa fare qualcosa, qualunque cosa, Soul si defila, richiudendo l'uscio dietro di sé e lasciando trasparire ogni traccia del suo passaggio, salvo l'aggeggio presente ai miei piedi. Mi chino in direzione del vero traditore del mio tradimento e allungo un'occhiata sul display, ancora acceso e ben luminoso. Smanettando un po' con la mano destra, sblocco un meccanismo dal quale cavo fuori una schedina elettronica recante poche e semplici parole: Assassin's Creed **.
- La prossima volta, farò meglio a salvare sulla mia schedina di gioco. Però anche lui, quanto casino! Aveva finito il gioco, è vero... ma che sarà mai ricominciarlo da capo?
 

*** 2 ore dopo ***

 
- Black*Star, sono tornata!
- ...
- Black*Star? Santo cielo, che ti è successo? Perché stai piangendo come un disperato?
- ‘onoato...
- Cosa?!
- Nonoalvato...
- Cosa? Non ho capito!
- NON HO SALVATO I PROGRESSI DI GIOCOOO! Avevo passato la mia intera esistenza su questo maledetto gioco e appena ho finito l'ultimo livello è saltata la corrente! Tutta la mia vita distrutta! Tutti i miei sacrifici perduti!
- Beh, non è una cosa così drastica, dai...
- Lei era l'unica che mi capiva davvero! L'unica con cui mi sentivo davvero un big! L'unica console degna di essere definita la mia ragazza!! WAHHHH!
- Beh, lo puoi sempre ricominciare, no? Che sarà mai? Basta ignorare la scritta sul televisore:

GAME OVER.





NOTE:
*Non sono particolarmente esperta in campo di videogiochi, ancor meno per quanto riguarda "Call of Duty: Modern Warfare 3": l'unica cosa che so è che si sviluppa in 16 livelli (o meglio missioni, stando a Wikipedia) complessivi.
**Non conosco neanche questo gioco xD Lo so, sono un disastro ignorante, perdonatemi Dx





Angolo dell'autrice:

Salve :)
Questa è la prima storia di Soul Eater che pubblico e sono non poco agitata ^^° So che non è un granché come fanfiction (anzi, temo faccia piuttosto schifo) e so anche che i personaggi sono sicuramente OOC.
Non so che dire, chiedo perdono D:
Spero che comunque a qualcuno sia piaciuto questo primo esperimento... e spero di essere riuscita a strapparvi un sorriso ^^
*incrocia le dita vanamente*
Grazie a tutti per la lettura e grazie anche a chi vorrà lasciare un giudizio: come ho già detto, sono nuova per quanto riguarda l'ambito "EFP - Soul Eater", perciò, se avete sia consigli che critiche, sarò contenta di accettare tutto, in modo da correggermi e migliorarmi :)
A presto :D
karikeehl
   
 
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