Avete mai pensato di incontrare i vostri idoli, grazie a uno stupido gioco trovato su internet?
Bene, la mia storia inizia così:




Era una calma e serena notte d’estate. Fuori si sentiva l’assordante canto delle cicale accompagnato a quello dei grilli, che rimbombava sulle colline del mio paese. Io mi trovavo in camera mia, piazzata davanti al computer, intenta a navigare su internet. Cercavo siti i quali parlassero della mia rock band preferita, ovvero i Golden Bomber.
Dovete sapere che Mary Valentine Found, (in poche parole la sottoscritta), è un’ottima cercatrice (quasi stalker) riguardo ai suoi interessi. Svolge delle ricerche peggio dell’SPK.
In quel momento stavo leggendo una notizia molto interessante su un sito giapponese. La “Euclid agency” aveva preparato un quiz ( sui GB) per tutti i fan europei. Chi riusciva a totalizzare un numero massimo di punti vinceva. Io colpita dalla voglia matta di gareggiare, inserii subito i miei dati nel modulo di registrazione e cominciai a rispondere alle varie domande che mi venivano fatte. Rispondevo con disinvoltura e mi divertivo molto, pur sapendo che non avrei mai vinto. Alla fine il quiz terminò. Dopo un quarto d’ora, sulla mia posta elettronica, arrivò una e-mail la quale diceva che tra due settimane sarebbero arrivati i risultati. Io, ovviamente, non la presi sul serio e lasciai perdere. Spensi il computer e ci dormii su un po’ dispiaciuta. Passavo le giornate andando al mare, uscendo con i miei amici e ascoltando musica. Le settimane passarono velocemente e una sera, dopo essere ritornata da una festa paesana, trovai fra le mie tante e-mail una piuttosto strana. Era da parte di una donna giapponese dal nome molto familiare.
Si congratulava con me per aver risposto esattamente alle domande del test. Diceva che ero arrivata prima alla finale e perciò avevo vinto il primo premio il quale, secondo lei, mi avrebbe reso entusiasta. Appena lessi il resto delle frasi successive, si sentì nella quiete della notte, un urlo stridulo e acuto (quasi isterico) proveniente dalle mie dolci corde vocali. Mia madre sentendomi gridare, salì su, preoccupata che mi fossi rotta una gamba. Quando mi vide per terra in lacrime e con una faccia sconvolta, iniziò a disperarsi, convincendosi che ciò il quale aveva pensato fosse vero. Mi alzai di scatto e gridai in faccia a mamma, dicendole che SAREI PARTITA PER IL GIAPPONE!
Lei, a quel punto, mi mandò direttamente a quel paese e se ne andò giù, in salotto, brontolando.
Ad un tratto sentii la voce severa di mio padre dirmi di andare subito a letto. Io obbedii senza aggiungere parole. Quella notte non chiusi occhio eccitata dall’idea di fare il viaggio della mia vita.
Però non diedi conto ai contrasti che ci sarebbero stati il giorno seguente.