Fiori, tanti fiori. Fiori bianchi in quella mattina di dicembre. I baveri dei cappotti alzati, in quella dannatissima mattina di dicembre. Il freddo oscurava le loro menti e gelava le loro lacrime, mentre una piccola processione camminava per le strade del cimitero. Lacrime cadevano. Lacrime di dolore, lacrime di tristezza, lacrime di addio. Addio a una persona importante, addio a una persona speciale. Addio. Un doloroso addio, un addio di pensieri. Pensieri tristi, malinconici.

“ addio amore mio. Mi mancherai tanto. Il non poterti chiamare amore ancora una volta mi fa rattristare. Vorrei aver potuto dividere un pezzetto della mia gioia con te. La gioia di quel giorno. La gioia di quel giorno in cui il mio cuore si riempì di gioia. Il giorno in cui tu mi baciasti. Già, ricordi? Ti avvicinasti a me e mi detti un bacio. In un attimo. In un attimo sogni di anni si sono realizzati. Non capii nemmeno il perché del tuo gesto ma ero così felice che non ci pensai. Non pensai alle conseguenze. Non so se è per colpa mia che ora mi ritrovo qui, non so se è per colpa degli altri. Forse non è colpa di nessuno, forse è giusto così. Oggi sono qui, in questa dannata mattina di dicembre. Questa mattina che vorrei cancellare dalla mia mente, vorrei che non fosse proprio mai esistita. Non posso cambiare gli avvenimenti. Vorrei ma non posso. Vorrei riportarti qui, tra di noi. Ma ciò non è possibile. E questo mi fa male. Mi fa male perché so che non potrò rivederti mai più. Potrò solo scorrere le foto sul cellulare. Quelle che ti feci al convegno. Quelle in cui sorridevi quando mi guardavi, quelle in cui i tuoi occhi erano felici. Quelle in cui i tuoi occhi per la prima volta erano sinceri. Sinceri come non lo erano mai stati, sinceri come non lo saranno più. Sappi che mi mancherai, che mi mancherai tantissimo. Vorrei non doverti dare mai questo addio, quindi te lo do come un arrivederci. Arrivederci amore mio. Ci rivedremo in cielo quando sarà giunto il momento di raggiungerti”

Con questi pensieri gli occhi di Allison Cameron si riempirono di altre lacrime. Lei era in testa al corteo, lei piangeva più di tutti. Accanto a lei James Wilson. Anche lui piangeva, anche lui piangeva e dava un addio al suo migliore amico. Dietro Chase, Foreman e la Cuddy. Venne il momento del discorso, del sospirato discorso che nessuno mai avrebbe voluto sentire. Né a dicembre né in qualsiasi altro momento.

“ Gregory House era un uomo straordinario. Un medico eccezionale. Un amico fantastico. E oggi siamo qui per dirgli addio. Anche se era un cinico misantropo tutti noi gli volevamo bene. Ora che non sarà più qui con noi possiamo solo sperare che lassù viva una vita migliore. Anche se ora aveva trovato l’amore speriamo che possa avere una futura esistenza libera dal dolore e occupata dalla felicità. Addio Greg, sarai sempre nei nostri cuori”

E con queste parole una bara di legno veniva calata in una fossa nel cimitero, mentre tutte le persone a lui più care gli donavano un ultimo addio, ricco di sentimenti di amore e amicizia repressi nel tempo, ma che ora si stavano sprigionando, propagando nell'aria una leggera sferzata di calore