Avvertenze pre storiella: dovreste ascoltare questa canzone (solo se volete), perché è questa che mi ha accompagnata durante la scrittura: http://www.youtube.com/watch?v=XAYhNHhxN0A. Buona lettura!
 

È notte inoltrata quando il Conte Phantomhive si sveglia. Forse l'una, forse le due, non può dirlo con certezza.
Tutto ciò di cui è certo è che ha la gola secca. Potrebbe farsi portare un bicchiere d'acqua da Sebastian, ma per una volta vuole fare da solo.
Scivola silenziosamente giù dal letto ed esce dalla sua stanza, immergendosi nel corridoio. Raggiunge velocemente le scale, e qui incontra le prime difficoltà.
Un piede. Poi l'altro. Poi ancora il primo piede. Poi il secondo. E così via, lentamente.
Arriva in fondo sano e salvo, il suo regale didietro non ha subito ammaccature.
Svolta a destra, apre una porta, si infila nel corridoio che conduce alla cucina.
Lui in cucina c'è entrato una sola volta.
Nonostante questo, ricorda perfettamente dove essa sia. Meglio, meglio.
Si accosta alla porta, abbassa la maniglia e tira indietro il pesante pezzo di legno, che ha la bella idea di colpire il mignolo del suo piedino fanciullesco. Il Conte richiama a se tutti i santissimi santi che conosce, anche se si ricorda a malapena dell'esistenza di Sant'Antonio.
Respiro profondo. Calma.
Si infila nella cucina e prende un bicchiere – non senza problemi – e poi lo riempie al lavandino.
Beve, finalmente. Acqua fresca. Posa il bicchiere nel lavandino, ma nel richiamare a casuccia la sua manina delicata fa sbattere le nocche di essa contro il bordo del lavabo, creando un rumore molto simile a quello che deve aver fatto il Big Bang quando ha fatto bang. Nella mente dell'educatissimo Conte Phantomhive è stampata, a caratteri cubitali, una parola che i bravi bambini non dovrebbero neanche conoscere.
Altro profondo respiro. Tutto a posto.
Esce dalla cucina, si chiude la porta alle spalle facendo attenzione che nessuno dei suoi arti sia sulla sua strada.
Torna al salone e comincia a salire velocemente le scale. Pessima idea.
Inciampa, il genietto, e la sua guancia si prende la libertà di andare ad amoreggiare con il penultimo scalino, lasciando che il Conte Phantomhive si spalmi sulle scale come il fantasma formaggino avrebbe fatto con il pane. Ma molto, molto, più dolorosamente.
Mugola, il poveretto, sperando in qualche dio buono che Sebastian non stia guardando la scena. Non si sa come, la sua guancia riesce a staccarsi dallo scalino e il piccolo Conte riesce a mettersi in piedi. Sale gli ultimi due scalini e torna alla sua camera, di fretta.
Si infila nuovamente sotto le coperte, al calduccio, e giura a se stesso che mai più proverà a fare qualcosa da solo.
Ha la sensazione di essersi dimenticato qualcosa, chissà cosa.
Bah, ci penserà quando farà giorno.

Quello che sveglia il Conte Phantomhive non è il solito e caldo sole mattutino, ma uno SDONG talmente forte che qualche sacerdote tibetano si sarà convinto che la sua campana sia rotta.
Poi, le tende si aprono, ad illuminare la stanza, e poi Sebastian, il cui viso è ornato da una riga rossa e verticale e un'espressione piuttosto contrariata.
“Bocchan, si è dimenticato di chiudere la porta della sua camera” lo informa, atono.
E pensare che il piccolo Conte Ciel Phantomhive voleva solamente bere un bicchiere d'acqua.

Angolo della moffetta:
Ussignore! Scemenza scritta in un momento di noia, perdonateci xD
Speriamo che sia piaciuta almeno in parte!
Immaginiamo sia OOC (Ciel non farebbe mai qualcosa di simile... è troppo poco da Ciel), quindi inseriamo l'avvertimento, ma non sappiamo se possa essere effettivamente così.
Buon-a-quando-lo-leggete!
Un bacio,
Marty e Cristie.