Fumetti/Cartoni americani > Phineas e Ferb
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Autore: bulmasanzo    09/08/2012    4 recensioni
Dopo aver visto il futuro, Isabella ha iniziato a perdere le speranze con Phineas e a considerare, seppur non seriamente, una nuova alternativa. Ma proprio quando ormai sembrava destinata a doversi rassegnare, ecco che arriva una prova inaspettata del suo affetto.
Vi avviso, anche se può sembrarlo, all'inizio, questa non è una FerbXIsabella ma una PhineasXIsabella
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ferb Fletcher , Ginger Hirano, Isabella Garcia-Shapiro, Phineas Flynn
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap 1


“Sto decisamente migliorando” pensò Isabella quando, spuntata come ogni giorno da dietro la staccionata nel cortile dei suoi vicini, era riuscita a guardare Phineas negli occhi e ad ascoltare quello che diceva senza vederlo trasformarsi in un meraviglioso centauro che la portava in groppa verso misteriose e romantiche avventure al di là dell'arcobaleno.

Ripensandoci a freddo, s'era sentita leggermente stupida per aver fatto certi sogni a occhi aperti per uno che nemmeno s'era mai sognato di accorgersi di lei.

Aveva perso troppo tempo prezioso della propria vita pensando che l'unica felicità possibile per lei dipendesse da un'unica persona in tutto il mondo. Una persona che -purtroppo se ne stava accorgendo tardi- non l'aveva mai meritata.

Era stata accecata da quella cotta devastante a tal punto che non aveva mai considerato la possibilità dell'esistenza di un'alternativa.

“Eppure” pensò confusa dai suoi stessi sentimenti “Lui è sempre stato lì...”

Era stata nel futuro, chi altro al mondo avrebbe potuto dire una cosa simile senza essere preso per pazzo?

Aveva visto quella ragazzina e quei bambini, così simili e così prossimi a quella persona di cui era in... fatuata, che l'avevano chiamata zia.

Questo, per lei, avrebbe dovuto significare una cosa e una soltanto.

Eppure, le era stata messa una pulce nell'orecchio che non era più riuscita a ignorare.

Era sulla macchina del tempo, pronta a tornare nel suo presente e, sorpresa a credere a una cosa che non aveva mai preso in considerazione prima, si era accorta che nemmeno lui aveva potuto fare a meno di voltarsi a guardarla in faccia.

Non si poteva dire che ci fosse stato un incontro di sguardi. Sicuramente c'era stato uno scontro.

Aveva risposto al suo sguardo confuso sorprendendola con un gesto molto allusivo, il cui significato, in un primo momento, il suo cervello si era rifiutato di cogliere.

S'era quasi offesa.

Ma era passata in fretta.

In fondo, non aveva mai provato il minimo interesse per lui, mentre moriva per l'altro.

Unicamente per la sua cocciutaggine, non aveva mai voluto guardare in faccia la triste verità.

L'unica cosa che aveva guadagnato da questo era stata una bellissima amicizia che, però, non le era mai bastata.

-Dov'è Ferb?- si era ritrovata a chiedere, senza pensarci veramente, notando solo la sua insolita assenza.

Phineas si sollevò appena dal suo lavoro e rispose distrattamente.

-Era andato nella nostra stanza a prendere i progetti.-

Continuava a sorridere, assorto, senza accorgersi minimamente di peccare di omissione, senza capire che la sua costante mancanza di attenzione le aveva provocato soltanto sofferenza.

Isabella aveva deciso di fare un passo indietro da lui e di andare a vedere cosa faceva Ferb.

Era una cosa insolita, rifletté, perché per un'intera estate aveva bramato di poter restare un solo minuto da sola con Phineas, e adesso che finalmente lo aveva ottenuto, le sembrava che sarebbe stato solo tempo sprecato. E lei non aveva più nessuna intenzione di sprecare ancora il suo tempo.

-Vado ad aiutarlo- borbottò. Salì le scale senza aspettarsi nessuna reazione particolare.

Ma se anche l'avesse aspettata, comunque non era arrivata.

La porta della stanza era socchiusa. L'aprì esasperata, ma senza fare rumore.

Non era preparata a quella vista.

Il ragazzino le dava le spalle. Era seduto a terra, quasi raggomitolato. Aveva il suo telefonino in mano e ascoltava qualcosa, forse un messaggio. E piangeva. Non c'erano dubbi. Era entrata proprio nel bel mezzo di un singhiozzo che non era riuscito a soffocare. E non era un singhiozzo da risata. Conosceva bene i singhiozzi da pianto, li sapeva distinguere perfettamente.

Era un'esperta perché tante, troppe volte lei stessa aveva pianto per colpa di Phineas.

Su uno dei letti c'erano le carte che dovevano essere i progetti di cui aveva blaterato Phineas. Erano stati lasciati lì e probabilmente non erano nemmeno stati vagamente toccati.

Non aveva mai visto Ferb in un momento di debolezza. Non si era mai sognata di vederlo piangere.

In effetti, alcune volte le era sembrato quasi che Ferb non avesse sentimenti, perché manteneva sempre un'aria impassibile di fronte a tutto.

Invece eccolo lì, proprio di fronte a lei, in lacrime.

Era rimasta basita.

-Che cosa stai facendo?- chiese come suo solito, dando però alla sua vocina innocente un tono leggermente preoccupato.

Il ragazzo si voltò di scatto, trasalendo. Evidentemente non l'aveva sentita entrare e si sentiva colto sul fatto. Sulla sua guancia si vedeva un'unica lacrima. Il suo sguardo sembrava addolorato.

Si alzò in fretta e si asciugò gli occhi.

-È successo qualcosa?- riprese lei con lo stesso tono.

Lo vide deglutire, poi sorridere debolmente e scuotere la testa, come a dire che non era successo niente. Ma la sua espressione tradiva l'emozione che provava, non poteva essere niente.

L'intuizione che aveva avuto sul primo momento la faceva inaspettatamente fremere.

Si fece coraggio, dopotutto erano amici. Chiuse la porta e gli andò vicino.

-Guarda che a me lo puoi dire- disse conciliante. -Sono la tua amica.-

Aveva visto giusto, sembrava che in quel momento avesse bisogno di parlare con qualcuno.

Un colpo di fortuna, perché non era facile che si sciogliesse.

-È una scemenza.- aveva detto dapprima con quella sua voce, così profonda per un ragazzino. -Io sono un idiota esagerato.- aveva aggiunto sconcertato.

Isabella non aveva potuto fare a meno di sorridere. Non si aspettava una frase simile da lui.

Non che lo trovasse ridicolo, anzi. Finalmente dimostrava di essere un po' umano.

-No, no che non lo sei. Dimmi tutto.- lo aveva incoraggiato.

Doveva essere accaduto qualcosa di grosso, qualcosa che stavano per condividere.

Dimenticando all'istante quello che giù in giardino stava combinando Phineas, si sedettero insieme nel letto, quello sgombro dalle carte.

-Ecco vedi...- cominciò lui facendosi un po' di coraggio. -In poche parole c'è una ragazza che mi piace. Un sacco... è più grande di me.-

Isabella annuiva a ogni sua pausa. Per qualche motivo le era venuta una fitta al cuore. Erano questioni sentimentali. Le parlava di una ragazza. Credeva di capire a chi si riferisse, ma comunque lui restava sul vago. Cominciava a capire. Sapeva di essere la persona perfetta per capire.

-Per un po' di tempo avevo creduto di piacerle.- continuò Ferb -La vedevo raramente ma, sai... sorrideva quasi sempre quando ci incrociavamo...-

Sembrava che facesse un po' di fatica a parlare, evidentemente non era molto abituato.

Aveva sempre sospettato che fosse più sensibile di quanto desse a vedere.

Sicuramente era una persona riflessiva, e aveva dimostrato molte volte di essere intelligente e creativo. Ma di sicuro non s'era mai compromesso con nessuno.

-Credo che per lei io sia sempre stato solo un amico. Una volta ho provato a dirglielo... ma l'occasione è sfumata...-

Era strano che si stesse dilungando, di solito diceva le cose in modo secco e deciso.

Ma non voleva interromperlo, perché non voleva rovinare quel momento speciale in cui lei diventava la sua confidente. Anche se Phineas aveva detto che tra di loro si confidavano. Ma, conoscendolo, probabilmente era solo Phineas a confidarsi con lui...

Come se avesse sentito il suo pensiero, Ferb si decise a raggiungere il punto della questione.

-Si è fidanzata.- disse -Ovviamente con uno della sua età.-

Insomma, alla fine aveva aspettato troppo per dirle che gli piaceva e adesso non era più in tempo.

-Una cosa che io ho sempre temuto che mi accadesse con Phineas.- le sfuggì dalle labbra, ma lo aveva realizzato nel momento stesso in cui aveva parlato.

Ferb la guardò e lei si pentì di aver detto così.

-Tu però con lui puoi ancora combinare qualcosa.-

Era successo, aveva rovinato il momento. E lui si stava allontanando dal discorso.

-Lo credi davvero?- ormai nemmeno lei stessa ci credeva più, ma sentirlo dire da Ferb aveva riacceso per un momento le ceneri della sua speranza.

-Ma certo. Voi avete la stessa età.-

Rimase un po' delusa. Non poteva essere questa l'unica ragione.

Si rabbuiò anche lei. Sentì che si stava commuovendo.

Ferb non aveva ragione, sapeva fin troppo bene che avrebbe dovuto abbandonare anche lei la speranza. Proprio come era stato costretto a fare lui.

Stettero un po' in silenzio. Apparentemente, ognuno era assorto nei propri nefasti pensieri, ma in realtà si sentivano molto vicini l'uno all'altra. Senza augurare del male a nessuno, apprezzavano di trovarsi nella stessa situazione. Almeno avrebbero potuto condividere la loro disperazione.

Si abbracciarono in silenzio. Era già capitato altre volte e si sentirono subito entrambi meglio.

-Sei molto carina.- aggiunse senza preavviso Ferb.

Dal suo sguardo, fu chiaro che aveva stupito anche se stesso con quella dichiarazione.

Isabella stava per aggiungere qualcosa, ma la porta si spalancò rumorosamente e furono interrotti.

E chi poteva essere, se non Phineas? Il ragazzo s'era stufato di aspettare i progetti ed era salito a vedere che facevano.

-State qua da mezz'ora. Qual è il problema?- esagerò. Poi si accorse che erano abbracciati -Sentite freddo? Ma se ci sono trenta gradi....-

E fece una cosa che mai avrebbe dovuto fare.

Diede in un sorriso smagliante, brillante, accecante.

Un sorriso che ebbe il potere inaspettato di irritare Isabella.

Li aveva visti chiaramente insieme e non aveva avuto nemmeno il minimo brivido di gelosia. Ci scherzava su. Anche se si trattava di una battuta piuttosto casuale, Isabella, in quel momento, per la prima volta, realizzò pienamente una cosa che aveva sempre saputo.

Phineas non provava niente per lei.

Nemmeno un po' di empatia.

Non c'era nemmeno il più piccolo segno che gli importasse qualcosa. Ed era chiaro che non stava fingendo, perché in tal caso sarebbe dovuto essere proprio il miglior attore al mondo.

Quel cortissimo filo di speranza che l'aveva faticosamente rimessa su si spezzò e la fece crollare su se stessa. Sentì il sangue che le si gelava nelle arterie, venne assalita da un terribile dolore fisico al petto. Sbiancò. Era questo che si provava quando il cuore veniva spezzato?

Ferb si accorse del suo cambiamento repentino e le rivolse uno sguardo talmente addolorato che non riuscì a sostenerlo. Si sciolse in fretta dall'abbraccio e corse via, stavolta era lei a essere in lacrime.

Phineas, sulla porta, era stupito, troppo giovane per riuscire a capire quello che era appena successo, troppo candido per riuscire a capire che era sua la colpa, troppo stupido per riuscire a capire di aver appena perso una cosa importantissima della sua vita.

“Perché sei tornata anche oggi?” una voce stava urlando nella testa piatta di Isabella “Non devi... tornare... mai più...”.

Era talmente sconvolta che non si accorse di star volando dalle scale.

Mentre scivolava, la sua vista si stava annebbiando per colpa delle lacrime.

Aveva perso l'equilibrio e non riuscì a recuperarlo in tempo.

Ruzzolò giù per tutti i gradini.

Si ritrovò distesa con la faccia rivolta verso il soffitto e le gambe lunghe su almeno tre gradini.

Sentiva un dolore atroce che si diffondeva rapidamente in tutto il corpo, partendo da scosse che sentiva nei punti che aveva battuto.

Sentì sapore di sangue, era probabile che si fosse morsa le labbra.

Ne sputò un po', ma dalla posizione in cui si trovava le ricadde addosso.

Se lo sentì colare sul collo. Si fece schifo da sola. Si sentì ridicola, arrabbiata, abbandonata.

Sentì una specie di urlo e poi nel suo campo visivo comparve la faccia di Ferb.

Era a dir poco terrorizzato.

Le era corso dietro, ma non era riuscito a prenderla in tempo prima che cadesse.

Nonostante il dolore riuscì ad abbozzare una smorfia che avrebbe dovuto assomigliare a un sorriso.

-Non sei tu l'idiota esagerato- disse nel sangue prima di perdere conoscenza -Sono io...-

  
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