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Autore: JulieKarbon    12/08/2012    3 recensioni
Julie Coal e il suo assistente Carl Phelps sono sempre alla ricerca di qualche nuovo caso da risolvere. A volte si intromettono nei casi dell'Ispettrice Pumpkinro, a volte sono i casi a trovare loro. Il prologo serve solo ad introdurre questa serie di personaggi strambi e un pò bizzarri, perciò può apparire banale. Ma non temete! Con l'andare della storia tutto si renderà molto più... intrigante.
Buona lettura!
Genere: Commedia, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Brightburg, una cittadina molto attiva, piena di persone che lavorano e si sudano il proprio stipendio per sbancare il lunario. Tra i tanti lavoratori instancabili troviamo non solo operai, architetti e impiegati, ma anche e soprattutto i poliziotti del distretto, i quali si dedicano anima e corpo alla risoluzione di molti casi. Infatti, questa cittadina è molto nota per i numerosi misteri che essa cela. Alcuni sembrano facili, altri altamente complicati. Per quanto la polizia si sforzi di tentare di risolvere questi ultimi, a volte, e a malavoglia, si vede costretta a chiedere aiuto a due persone in particolare. Due ragazzi-detective tanto ingegnosi e con tanta voglia di fare quanto squattrinati. Essi infatti tendono spesso e volentieri ad intrufolarsi nei casi che mettono più a dura prova la polizia della città, risolvendoli senza nemmeno dare il tempo alle forze dell'ordine di dire "ah". E non appena tutto è stato risolto, essi se ne vanno, così come sono venuti. Chiedendo un piccolo compenso ovviamente. Ma chi sono questi due misteriosi detective? E' bene approfondire meglio la loro storia e come si siano fatti la fama di cui godono ora.
Tutto cominciò in una giornata normalissima e soleggiata. Un paio di poliziotti stavano lamentandosi di qualcosa come era loro solito fare.

- Questo turno di ronda mi sta facendo sciogliere come neve al sole... non potevano scegliere una giornata un pò meno afosa per compiere un furto? - disse uno dei due.
- Abbi pazienza Phil. Sai bene che miss perfidia non vuole obiezioni quando un caso è stato affidato a lei. - rispose l'altro, appoggiato alla vettura di servizio.
- Spero solo si sbrighi a risolverlo, altrimenti verranno a rompere le scatole quei due.

Una voce dura e severa rieccheggiò dietro i due poliziotti. Una ragazza vestita in maniera elegante, con la sua inseparabile bombetta sulla testa ed un bastone lungo e appuntito e con dei caratteristici capelli raccolti a codini si avvicinò a loro e li rimproverò:
- Non voglio nemmeno che si pensi a quei due impiccioni! Appena li nomini sbucano come l'erbaccia tra le piastrelle del marciapiede! Sembrano avere orecchie ovunque!

Amelie Pumpkinro, l'unica donna in tutta Brightburg che è riuscita a diventare Ispettrice dell'intero distretto negl'ultimi 50 anni. Non ha mai voluto rivelare la sua età ad anima viva, ma si suppone sia più o meno sulla ventina d'anni. Attenta, perspicace, minuziosa e con un bel caratterino. Temuta anche tra i poliziotti del distretto oltre che dai piccoli ladruncoli della città. Si dice che nasconda più quanto voglia dare a vedere e che, nonostante l'aspetto calmo e pacifico, in casi estremi potrebbe dare filo da torcere ad un lottatore di wrestling professionista.

- Oh! Ispettrice Pumpkinro, è arrivata. - disse uno dei due, scattando sull'attenti.
- Allora qual è la situazione? - chiese l'Ispettrice.
- Ecco qui il resoconto generale - il poliziotto fece per dare un fermablocco con i dati ma subito un ragazzo alto e con gli occhiali vestito di una semplice felpa, maglietta a righe e dei jeans blu con scarpe da ginnastica glielo strappò di mano.
- Bene, bene Ispettrice, cosa abbiamo qui? - chiese il misterioso ragazzetto con gli occhiali.
- TU. – a quelle parole il volto dell'ispettrice si ricolmò d' ira.

Appresso al ragazzo si affiancò una figura, non tanto alta per la sua attuale statura quanto per via del cilindro che portava sulla testa: una ragazza vestita quasi in modo trasandato, con un gilet rattoppato sui gomiti, un foulard legato attorno al collo e dei semplici pantaloni nero spento. Si chinò davanti all'Ispettrice per essere alla sua stessa altezza d'occhi, toccandosi il cappello per salutarla e sorridendole quasi in segno di scherno.

- Ossequi Ispettrice. Anche voi da queste parti?
- VOI – disse Amelie, tremante di rabbia - Non avete alcun diritto di intereferire con il MIO caso! Quindi sloggiate immediatamente!
- Su, su Ispettrice. - intervenne il ragazzo, molto tranquillamente - Non faccia la solita puntigliosa; sapeva che prima o poi le avremmo rotto le uova nel paniere.

Mentre i 3 battibeccavano tra loro, i due poliziotti cominciarono a discutere sui due nuovi arrivati:

- Ma siamo sicuri che siano quelli i fantomatici ragazzi che risolvono ogni caso? Sono poco più che adolescenti...
- Si, sono loro: Julie Coal e Carl Phelps. Detective privati e noti rompiscatole.

Descrizione più azzeccata per i due detective non poteva esistere.
Julie Coal la si poteva definire la solita ragazza-maschiaccio che di maniere femminili ha poco e nulla. Tuttavia non si può di certo dire che sia maleducata. Anzi, tende sempre a mantenere la calma. Molto riflessiva, preferisce i giochi d'intelletto all'azione, ma ciò non significa che verrà trovata impreparata per un qualsivoglia scontro frontale. Non si sa molto sul suo passato, ma di una cosa si è certi: è avara da morire. Ogni qual volta le capita un caso sotto mano non vede l'ora di risolverlo, non tanto per il bene del cliente quanto del proprio portafogli. Non avendo uno stipendio fisso, cerca sempre qualche caso in giro per la città, anche a costo di sgraffignarlo da sotto il naso dell'Ispettrice (e il più delle volte accade così).
Per quanto riguarda invece il suo mingherlino assistente, Carl Phelps, anche di lui si sa poco e nulla. Ha convissuto con la Coal sin da quando era in tenera età, e i due sono andati avanti come se fossero fratello e sorella, sostenendosi e aiutandosi a vicenda, sempre e comunque. Appassionato di videogiochi e sempre con la battuta pronta, è solito stuzzicare la Coal e la Pumpkinro in uno dei loro tanti (tantissimi) momenti di “competizione”.

- MOLLATE QUEL FERMABLOCCO! SUBITO! -urlò l'Ispettrice, alzando il bastone in segno di minaccia verso i due.
- Raffreddi i bollori Ispettrice. Stavolta abbiamo un mandato. O meglio, il signore che ha subito il cosiddetto furto ha chiesto la nostra collaborazione personalmente – detto questo, la Coal sbattè letteralmente il foglio del mandato in faccia all'Ispettrice, la quale si trattenne a stento dal strapparlo a metà.
- Andiamo, le piacerà collaborare con noi... di nuovo – disse sorridente Carl.
- Gioia e gaudio. Non vedevo l'ora. - rispose Amelie a denti strettissimi e con un sorriso tirato.
- Orsù, allora, basta cincischiare! Dobbiamo risolvere un caso, non battibeccare. Per quello c'è sempre tempo dopo...- concluse Julie, avviandosi verso l'interno dell'edificio di fronte a loro.

L'edificio in questione era uno dei tanti villini a schiera rustici, situato quasi al centro della città. Appartenenva al signor Truman, noto imprenditore terriero della città di Brightburg. Secondo la sua versione dei fatti, alcuni ladri si erano intrufolati all'interno della sua casa e avevano scassinato la cassaforte, prelevandone tutto il contenuto.

- Bene andiamo a dare un occhiata - Carl seguì la Coal dentro il villino e notò che stava già parlando con il signor Truman – Oh, salve signor Truman. Come sta ?
- Sono s-stato appena d-d-derubato! Come vuole che mi senta? - rispose seccato l'interpellato.
- Si calmi, si calmi. Ci racconti, cos' è successo esattamente?

Il signor Truman era il tipico uomo di mezz'età: magrolino, barbetta incolta, basette, ma pur sempre vestito in modo raffinato così da poter dar a vedere la sua posizione sociale. Era uno che ci teneva all'aspetto e alle apparenze, per così dire. In quel momento era tremante e con una mano infilata all'interno della giacca, come se gli dolesse qualcosa, dato le sue continue smorfie di dolore.

- Signor Truman, sta bene? Continua a mugugnare... - chiese Julie, chinando la testa incuriosita.
- H-ho solo qualche colica dovuta allo shock... n-nulla di grave, si figuri – rispose lui, cercando di nascondere ancora di più la suddetta mano dentro la giacca.
- Mhm, bene. Ci accompagni alla scena del crimine. - continuò Carl.
- D-da questa parte.

Truman li accompagnò in un salottino ben arredato con molti ninnoli su ogni mobile. Si direbbe fosse un tipico salottino stile '800 arredato con ogni tipo di mobile in legno e delle poltrone ricoperte con foderi in teli damascati e sfarzosi. Le tende che decoravano le numerose finestre presenti nel salotto erano altrettanto pompose e dai colori vivaci. Un arlecchino di salotto, in poche parole.

- Bel posticino non c'è che dire. Uh? Cosa abbiamo qui? - avvicinandosi ad una delle finestre Carl notò subito che era frantumata in mille pezzi vicino alla maniglia che apriva la stessa, ma c'era qualcosa che non lo convinceva.
- Qu-quei farabutti mi hanno pure rovinato la finestra... - disse Truman balbettando.
- Devono essere entrati da lì allora... - anche l'ispettrice fece il suo ingresso nella stanza, cominciando a guardarsi intorno.

Julie intanto stava guardando insistentemente verso la finestra da un pezzo. Poi il suo sguardo si volse di nuovo verso Truman, scrutandolo.

- E... la cassaforte sarebbe? - chiese.
- L-li.....dietro il quadro.....- Truman indicò il punto dove si trovava la cassaforte con la mano libera.
- Fate largo... esaminiamo per bene questa cassaforte... -disse Amelie facendosi largo tra i due. Tolse il quadro e lo poggiò a terra con cura, dopodichè estrasse dalla borsa una lente d'ingrandimento e cominciò ad osservare la cassaforte e il suo interno, completamente vuoto - Uhm, nessun segno di effrazione o di scasso... il quadro è stato rimosso con cura, hanno prelevato i soldi, i documenti e quant'altro presente all'interno, per poi rimettere tutto quanto com'era prima... scrupolosamente oserei dire. Non c'è alcuna traccia esterna qui.
- Ah, quei vigliacchi hanno fatto un lavoro coi fiocchi n-non c'è che dire! Ma quelli dell'assicurazione mi sentiranno! Oh, se mi sentiranno! - Truman agitò la mano libera al cielo, continuando a lamentarsi.
- Giusto per curiosità... ha un sistema d'allarme installato? - chiese Julie, guardando verso una delle finestre ancora integre.
- C- certo che ce l'ho! Ma non ha funzionato come si deve visto che i ladri sono entrati indisturbati! Anche rompendo la finestra! - rispose indignato Truman.
- E attualmente è attivo?
- L-lo tengo sempre acceso.
- Carl. Rompi, una finestra.
- C-COSA?! N-non si permetta giovinotto!

Ignorando bellamente il signor Truman e con un ghignetto stampato in volto, Carl si avvicinò a un'altra finestra della casa e diede una forte gomitata al vetro, cosi da frantumarlo in mille pezzi. Appena il vetro si infranse, l'allarme cominciò a suonare con enorme frastuono. Julie si tappò le orecchie, seguita a ruota dagli altri presenti nella stanza:

- A ME SEMBRA FUNZIONARE PERFETTAMENTE! - gridò, rivolgendosi a Truman.
- ARGH! FATELO SMETTERE! SPEGNILO SUBITO COAL! - urlò Amelie, palesemente irritata.

Carl spense l'allarme dalla centralina al muro li vicino, badando ben poco al frastuono creatosi poco prima e si avvicinò al signor Truman con andatura baldanzosa.

- Bene signor Truman. Può anche smettere di fingere e di fare il teatrante. L'abbiamo colta con le mani nel sacco.
- D-DI COSA STAI PARLANDO RAGAZZINO!? -Truman sudava freddo, era palesemente nervoso.

Amelie guardò i due investigatori con sguardo perplesso.

- Che diavolo andate blaterando voi due?

Julie si voltò verso gli altri, pronta per spiegare il tutto.

- Non c'è mai stato alcun ladro che abbia potuto rubare in questa casa senza far attivare il frastuonante allarme. Infatti tutto ciò non è altro che una messa in scena architettata dal qui presente signor Truman!
- Non dica sciocchezze Coal! - esclamò l'Ispettrice. Non riusciva ancora a capire com'erano andati veramente i fatti. - Sentiamo, allora. Perchè sarebbe tutto una montatura creata dal signor Truman?

- Indizio numero 1! I vetri della finestra rotta. I frammenti sono all'esterno della casa e non all'interno. Nessuno che venga dall'esterno avrebbe potuto frantumare la finestra e far cadere i cocci all'esterno. - disse Carl prontamente.
- Indizio numero 2! - continuò Julie - Visto che la finestra è stata rotta dall'interno e dal qui presente signor Truman, avrà una bruttissima ferita da taglio sulla mano, dato che ci sono ancora tracce di sangue sul vetro rotto. Ed è per questo che ci sta nascondendo la mano da quando siamo arrivati, vero signor Truman?


Truman rimase in silenzio e con gli occhi abbassati al suolo. Sembrava stesse tremando di rabbia. Rimaneva solamente dargli il colpo di grazia.


 

-Ed infine, indizio numero 3! L'allarme. Prima di rompere la finestra ha provveduto bene di spegnerlo, per poi riaccenderlo appena aveva finito di frantumare i vetri della finestra; infatti, possiamo notare un scia di sangue rimasta anche dopo aver tentato di pulire il dispositivo dell'allarme in maniera molto grossolana.

- Oh, non si preoccupi signor Truman. - continuò Carl, mettendosi le mani in tasca - Le garantiremo una cella con vista. Ora confessi.

- Uffa, volevo anche dire dove erano stati nascosti i documenti! -sbuffò Julie seccata.
- Va bene ,va bene! Che siate dannati! Lo confesso! Volevo intascare i soldi dell'assicurazione! Per questo ho creato tutto questo bluff! Speravo veramente che non sareste riusciti a scoprire nulla. Credevo di essere insospettabile dato che ho pure chiamato la polizia e voi due!
- Così facendo invece non ha fatto altro che condannarsi con le sue stesse mani. Mi duole davvero davvero davvero davvero (dopo un altra dozzina di "davvero") ammetterlo, ma questi due miserabili non si fanno fregare da un giochetto del genere... - disse l'Ispettrice, un po' amareggiata.
- Fantastico! Caso concluso! Andiamo a mangiare! Ispettrice, ammanetti il signor Truman -disse Carl puntando il dito verso l'Ispettrice.
- Si ragaz- EHI! NON PRENDO ORDINI DA TE! - sbottò l'Ispettrice.
Nel frattempo Julie stese una mano verso il signor Truman con ghigno beffardo:

- Tecnicamente... le abbiamo risolto il caso da lei assegnatoci.
- Contanti o carta di credito ? -continuò Carl ghignando.

Truman strinse i denti dalla rabbia.

- BAH! Visto che sapete dove ho nascosto il contenuto della cassaforte tenetevelo!
- Starà scherzando signor Truman! - disse con stupore l'ispettrice.
- No. Ma i documenti voglio che li riconserviate...
- Li tratteremo come le scartoffie sulla scrivania del Doc! -ghignò sadicamente Carl.

Julie diede uno sguardo truce a Carl.

- Che TU riordinerai per il resto del mese!
- Ne è valsa la pena !!!
Amelie sospirò e condusse via il signor Truman, il quale camminava a testa bassa e sconfortato.

- Ed anche questo caso è sistemato... - disse Julie dirigendosi verso il camino e, spostando i tizzoni spenti, prese una busta di plastica con dentro i soldi e i documenti- A quanto siamo con questo Carl? -continuò, cominciando a contare le banconote.
- 25 a 7 per noi Doc . Stiamo vincendo alla grande!
- Ah, la Pumpkinro se n'è già andata... avevo voglia di farla rodere ancora un pò. Ma pazienza. Con questo gruzzoletto riusciremo ad arrivare a fine mese senza problemi!

E così i 2 se ne andarono così come erano venuti. Con un ghigno sulle labbra e un Ispettrice furibonda alle spalle. E questo è solo l'inizio!

 

   
 
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