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Autore: Scemetta_Will    14/08/2012    0 recensioni
Fanfiction tratta da Call of Duty Modern Warfare 2. Premetto che non seguiro' precisamente la storia del videogioco, ma mi ispirerò più spesso all'azione durante le partite on-line. Ovviamente la trama presenta diversi personaggi di Mw2 ed alcuni tratti dalla mia fantasia.
Il linguaggio è abbastanza sporco quindi, cari lettori, dimenticatevi del galateo mentre vi immergete nella lettura.
Spero vi piaccia.
Genere: Azione, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Violenza
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Capitolo primo:

Stavo impugnado quell'arma. Tremavo di paura al solo pensiero della parola guerra. Perchè era quello che stavo per fare. Ogni volta era così. Ormai anche se ero cresciuta nell'esercito, anche se non era la prima volta, l'ansia che precedeva la battaglia non mi abbandonava. Mi avvicinai ad Allen, il mio mentore. Lui, l'unico superstite del bombardamento Russo su New York, l'unico soldato a cui tutti davano fiducia estrema. Persino per il generale Shepherd, Allen era considerato uno dei migliori soldati su cui si poteva fare affidamento; e proprio a lui avevano concesso di portarmi in Afghanistan assieme all'esercito maschile. Lui mi guardò sorridendo. Io abbassai l'arma e feci qualche passo avanti. Stava fumando e dall'odore si capiva che era erba.
-Allora bimba, sei preoccupata?
Io abbassai lo sguardo. Poi mi feci coraggio e lo guardai dritto negli occhi blu.
-Solo un po'. Cosa stai fumando? Sai benissimo che non puoi.
-Sei venuta qui a farmi la predica? Al diavolo, provala ti farà bene.
Io indugiai qualche secondo, poi presi lo spinello e feci un tiro. Iniziai a tossire, era veramente forte. Lui ridacchiò compiaciuto.
-Non capisco cosa ci trovi di bello Allen.
-Tira di più, te ne accorgerai.
Io obbedì ai suoi ordini. Feci un lungo tiro e lo aspirai lentamente. Nella gola sentivo l'amaro ma piacevole gusto d'erba.
-Wow... Mai fumata questa merda, giuro.
Non mi fermai a quel tiro. Ne feci un altro e un altro ancora, più aspiravo più la testa mi girava. Allen era davanti a me, mi guardava e rideva. Anche io ridevo. Sentivo solo la sua voce, tutto il resto non contava. Mi si annebbiava la vista ed ero convinta di dormire ad occhi aperti. In un attimo mi scivolò la presa sul Tar-21 e caddi a terra. Allen si avvicinò a me, mi parlava ma non capivo. Non riuscivo a distinguere i tratti del suo viso e dopo poco non davo conto nemmeno alla sua voce che sembrava allontanarsi sempre più. Pensavo, ma come due persone diverse, con caratteri completamente opposti: la parte di me che voleva alzarsi, riprendersi e tornare alla normalità era molto piu' debole di quella che preferiva dormire sulla sabbia bollente della trincea. Mi ripetevo che dovevo alzarmi e svegliarmi, mentre pensavo una cosa ne facevo il contrario. Non capivo il perchè ma stavo bene, mi sentivo rilassata e soddisfatta di me stessa. Poi l'impatto dell'acqua congelata mi fece riprendere per quel poco che poteva durare. Le immagini davanti ai miei occhi ricominciarono a farsi limpide e chiare. Allen mi sollevo da terra e mi ridiede il fucile. Ci guardammo fin troppo seri, poi scoppiammo a ridere.
-Va tutto bene qui?
Un tono di voce autoritario ci fece riaquisire la solita compostezza.
-Si, signore.
-Si, signore.
La mia voce fu un po' più insicura di quella di Allen che sembrava il solito di sempre. Il generale Shepherd annuì impercettivamente e fece dietro-front, incamminandosi verso gli altri gruppi di soldati.
Poi la parte seria di me iniziò a ritornare grazie ad un po' di concentrazione.
-Allen... Siamo in guerra.
La testa mi girava ma non provavo paura, solo una sensazione di malinconia.
-Lo so bimba, sta tranquilla ci sono a proteggerti.
Io arrossiì lievemente e ripresi a parlare cambiando argomento.
-Ti ringrazio Allen, solo che trovo particolarmente difficile rimanere perennemente concentrata.
Dopo aver detto quella frase scoppiai a ridere e Allen cercava buffamente di rimanere serio.
-Ti conviene rimanerci bimba, se non vuoi fare una brutta fine.
-Ci proverò Allen.
Lui rimase serio e continuò a parlare.
-Devi riuscirci. Ne abbiamo passate tante insieme, dimostrami che ti ho addestrata al meglio delle mie capacità da soldato.
Io gli sorrisi. Un sorriso triste e pieno di malinconia. Ricordavo ogni singolo momento passato con lui, ogni parola pronunciata, ogni risata, ma anche ogni rimprovero, ogni istante di rabbia e ogni lacrima versata. Si accorse subito che vagavo con il pensiero e riprese presto a parlare.
-Non ci succederà niente, fidati di me. Questi Afghani non sanno sparare nemmeno ai conigli, figurati alle persone.
Lui ridacchiò.
-Forse per te Allen, io non so...
Non mi fece finire la frase.
-Al diavolo! Starai bene bimba, sei una mia allieva e il tuo posto è qui.
-Va bene Allen. Il nemico è vicino, vado alla mia postazione.
Mentre mi allontanavo da lui lo sentì chiamare il mio nome. Mi girai e lui mi urlo' da lontano.
-Falli fuori tutti stronzetta!
Gli sorrisi ma mi girai in fretta. Arrivata alla mia postazione salutai Luis e mi affacciai dalla trincea. Vidi un po' di movimento vicino alle dune di fronte a noi. Raggiunsi in fretta il generale Shepherd.
-Signore.
Lui si voltò verso di me.
-Soldato, riferisca.
Io mi schiarii la voce.
-Signore, noto uno strano movimento dietro alcune dune sulla destra della trincea nemica. Non sembrano le milizie Afghane.
La sabbia iniziò ad alzarsi dal nulla. Sopra la nostra trincea passò un pave low di color verde amaro. Alzai rapidamente lo sguardo al cielo e misi a fuoco le scritte sulla fiancata sinistra: URSS.
-Merda! I Russi? Cosa cazzo ci fanno qui?!
Il generale Shepherd non sembrava preoccupato. Si tolse il binocolo dagli occhi e si girò verso di me.
-Soldato, raggiungi il bunker ad est e richiedi supporto aereo. Ah dimenticavo: avvisa gli altri che sarà uno scontro più impegnativo del previsto.
-Si, signore.
Non persi tempo. Sfrecciai per la trincea urlando ai miei compagni della presenza dei Russi. Inciampai un paio di volte ma riusci a raggiungere l'ingresso del bunker. Finchè non andai a sbattere contro qualcosa... Qualcuno. Era Allen.
-Dove scappi così di fretta bimba?
Io lo presi per il polso e lo trascinai nel piccolo riparo.
-Devo richiedere supporto aereo.
-Ehi, ma ti spaventano davvero così tanto questi Afghani?
Io non diedi retta alla sua ironia e mandai un messaggio all'intelligence usando il portatile sulla scrivania. Ricevetti immediatamente risposta.
"Raid aerei in arrivo tra 2 ore e 15 minuti, in partenza dalle coste del mediterraneo, Italia." Quando lessi quel messaggio mi tranquillizzai. Mi girai verso Allen che mi fissava senza capire che stava succedendo. Diedi le spalle al computer e mi appoggiai alla scrivania.
-Allen, ci sono i Russi.
La sua espressione fu davvero buffa, ma non trovai nemmeno il tempo di ridere.
-Si, i Russi. Il generale mi ha chiesto di richiedere supporto aereo e avvisare gli altri.
-Dannazione questa non ci voleva.
Io feci per andarmene ma allen mi tirò dal braccio. Mi girai e notai che la sua espressione era tremendamente preoccupata.
-Dove stai andando?
-Come? Alla mia postazione tu che ne dici?
Risposi sarcastica come al solito.
-No, devi essere pazza. Tu rimarrai qui con me.
Dopo aver pronunciato quelle parole mi strinse ancora con più forza il polso.
-Allen l'erba ti da così tanto alla testa? Sai benissimo che se Shepherd non ci vede alle postazioni si incazza! Adesso lasciami.
Cercai di liberarmi dalla sua presa senza risultati.
-Bimba ti fidi di me?
-Cazzo! Allen che domande fai, certo. Adesso lasciami, non me ne andrò.
Lui lasciò il mio baccio e iniziò a camminare per il piccolo bunker con espressione soddisfatta. Io lo guardai senza capire.
-Io e te faremo una cosa che definirei da vigliacchi, ma ne va per il nostro bene.
-E cioè?
-Noi faremo gli Snipers.
Io risi con sarcasmo.
-Sei tu che devi essere impazzito qui.

   
 
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