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Autore: June_    15/08/2012    4 recensioni
Lexi e Megan. Americane, Baby-sitter improvvisate e sul set di un film che non scorderanno mai. Sopratutto per i protagonisti.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sognando 7 « Johnny... No...»
« Ma che Johnny e Johnny SVEGLIATI LEX!»
« CHE?» La cuscinata che ricevetti in faccia da parte di Megan mi confermò che stavo dormendo e spalancai gli occhi alzandomi di scatto.
Mi guardai intorno smarrita cercando di ricordare cosa avessi sognato mentre la mia amica se la rideva prendendomi per il culo
« "Johnny no" hahahah»
« Johnny?!»
Avevo sognato Johnny? Avevo sognato Johnny e me l'ero anche dimenticata?!
« Da quando parli nel sonno?» Mi chiese sedendosi accanto a me come se fosse la mia strizzacervelli di fiducia
« Ma che ne so io... Piuttosto, che ho detto?» Il ruolo si stava piano piano invertendo, quasi ero pronta a prendere appunti
« Non si capiva niente...» Il paziente si rifiuta di collaborare... richiedo provvedimenti.
Sbuffando dal naso spostai le coperte e mi diressi in bagno, come sempre rimasi cinque minuti davanti allo specchio in catalessi e poi presi a prepararmi ricordandomi che mi aspettava la penultima giornata di babysitting, poi saremo dovute tornare in Italia. Già.
Scendemmo nella sala dell'hotel per fare colazione e tra un muffin e l'altro io mi interrogavo ancora sul sogno che avevo fatto, ovviamente senza nessun risultato.
« E' il nostro penultimo giorno di lavoro oggi.» Mi fece notare Megan
« Lo so...» Risposi con un tono curioso di sapere dove voleva arrivare
« E pensi di dirglielo? Sei ancora in tempo sai...» Incrociò le mani sul tavolo, si riferiva a Johnny.
« Non sono mai stata in tempo Meg, tanto meno adesso.» Dissi fredda
« Certo che lo sei, proprio adesso. Proprio oggi. Non hai più nulla da perdere, capisci?»
« Perderei tutto invece. Come puoi non capirlo tu?» Ci guardammo per qualche secondo ma senza concludere niente, nessuna di noi due voleva accettare l'idea dell'altra.
« E' tardi. Meglio iniziare ad andare...» Dissi infine distogliendo gli occhi da quelli di Megan e prendendo la borsetta per alzarmi.
Appena raggiungemmo il cancello degli studios notammo che i bambini erano già nel giardino a giocare con Orlando, la cosa mi sembrò strana.
Salutammo OB e i bambini e mentre i due assalirono Megan io chiesi all'attore che fine aveva fatto Johnny, mi sentivo una stalker, ma non potei fare a meno di chiederglielo.
« Sta già lavorando, oggi ha iniziato prestissimo e non essendo molto di buon umore ha deciso di buttarsi sul lavoro...»
« Oh.»
« Ho dovuto tenere io i bimbi per questo, almeno fino al vostro arrivo.»
« Ehm si, grazie, dai ora ci siamo noi... puoi tornare a fare il pirata» Lo congedai in fretta e dopo uno scambio di sorrisi andò.
Stava per iniziare una delle solite giornate coi biondini.

« Lexi, mi trucchi?» All'ennesima richiesta di Lily, non potei fare a meno di accontentarla. Guardai con la coda dell'occhio Jack che se ne stava buono in un angolo a giocare con delle macchinine e mandai Meg a prendere qualcosa dalla sala trucco per la bambina. Nel frattempo, presi un paio di codini e iniziai ad acconciarle i capelli. Sembrava che quello fosse il suo gioco preferito. Una Vip già a quell'età. Ma d'altronde, con un padre del genere...
No, BASTA, perché devo pensare sempre a Johnny?
« Ahia, così mi fai male.» Oh, cavolo. Senza accorgermene avevo tirato un po' troppo i capelli della povera Lily. Borbottai delle scuse e tornai a intrecciarle i capelli.
« Ecco. Questo è quello che ho potuto razziare dal beauty case di Jordan.» Meg tornò con un paio di ombretti, un rossetto e un campioncino di blush rosa. Quando mi alzai per andarle incontro un brivido freddo mi percorse la schiena.
« Dov'è Jack?»
Alzai gli occhi al cielo e mi misi in cerca del biondino. Ma non stava un attimo fermo... che diamine! Andai verso i camerini, pensando che magari stava cercando il padre.
Come qualcuno di mia conoscenza...
Taci tu.
Un urlo femminile attirò la mia attenzione. Proveniva da uno dei camerini in fondo.
« Nooo, fermooo!!»
Mi avvicinai e mi accorsi che la voce veniva dal camerino di Keira Knightley, che avevo conosciuto qualche giorno prima ma non ci avevo mai parlato.
Entrai senza bussare e scoppiai a ridere. Keira era in piedi cercando di abbottonarsi il vestito di scena e Jack gironzolava per il camerino con la sua parrucca riccioluta in testa.
« Oh mio Dio! Jack vieni qui dai!» Lo chiamai e lui sgambettò verso di me tutto sorridente. Gli tolsi la parrucca e la diedi a Keira, che mi sorrise grata.
« Non ci so fare molto coi bambini.» Disse, e mi sembrò quasi timida.
Feci spallucce. « Tranquilla. Nemmeno io.» Scoppiammo a ridere.
« Ti dispiacerebbe darmi una mano? Sto per slogarmi un braccio.» Indicò i bottoni del vestito e io mi alzai per aiutarla.
Vidi che respirava a fatica e feci una smorfia. « Non è troppo stretto?»
Lei annuì. « Un po'. Ma deve schiacciarmi quel po' di tette che ho, purtroppo. E poi mi aiuta nella scena. Poi vedrai... venite con noi ad assistere alle riprese? Ci siamo solo io e il commodoro Norrington!» Non so perché specificò quel particolare, ma annuii lo stesso e andai a chiamare Megan. Poi ci dirigemmo sul set con Keira.
Tra vari ciak e papere varie, finalmente arrivò l'ora di pranzo che speravo di passare assieme a Johnny, i bambini e Megan, ma invece no.
Mi ritrovai di nuovo da sola visto che Johnny aveva degli impegni urgenti da risolvere e prese i bimbi con lui -dicendomi che ci saremo comunque visti per la storia dei punti più tardi- e Megan fu "rapita" da Orlando. Anche se non potevano stare insieme come coppia quei due passavano lo stesso ogni minuto libero a ridere e scherzare e questo mi faceva davvero felice, infatti quando Orlando mi chiese se mi dispiaceva rimanere da sola nella pausa pranzo risposi prontamente che non c'era nessun problema, poteva tenersi Megan quanto voleva.
Non avevo fame e quindi mi limitai a prendere il quinto caffè della giornata e tornai alle scale della porta di sicurezza per avere un po' di pace, nella pausa pranzo chi mai sarebbe uscito da li?
Ma siccome non ne azzecco mai una, proprio finito quel pensiero, la porta come suo solito si aprì.
« Disturbo?» Keira mise la testa di fuori e mi guardava sorridendo
« No no, ma magari sei venuta qui per stare da sola quindi forse disturbo io...» Ammisi accennando ad alzarmi
« No, in realtà ti cercavo!» Uscì ufficialmente fuori e chiuse la porta alle sue spalle senza girarsi
« Mi cercavi? Perché?» Lei fece una faccia dolce e si mise a sedere sullo scalino affianco a me
« Sapevo che eri sola, quindi volevo farti un po' di compagnia...»
« Wow... Keira Knightley vuole farmi compagnia!» Dissi ridendo al pensiero che una come lei si interessasse a una come me.
Lei si unì alla risata un po' imbarazzata « Che c'è di male?» Rispose facendo spallucce.
Iniziammo a parlare del più e del meno e ad un certo punto le posi la domanda che mi facevo da ieri
« Ma come mai non ti ho mai vista sul set?»
« Perché ci ho messo piede solo ieri in realtà, ho avuto degli impegni e anche se io nel film appaio da subito le scene non si girano mai in ordine»
« Capisco...» Annuii
« Ehm senti, ora che ci conosciamo un po' meglio voglio svelarti il vero motivo per cui sono venuta da te» La guardai curiosa e la invitai a parlare
« Volevo chiederti: Che c'è fra te e Johnny?» Persi un paio di battiti a quella domanda e mi chiedevo perché volesse saperlo
« Niente.» Risposi distaccata smettendo di guardarla
« Allora... Che c'è stato fra te e Johnny...?» Si corresse
« Perché vuoi saperlo?»
Ripresi a guardarla un po' cupa
.
Anche io sinceramente cercavo una risposta a quella domanda. Cosa c'era stato fra me e lui? Si poteva definire?
« Perché vi vedo. Le occhiate che vi lanciate, lui che ti guarda mentre tu non lo noti e tu che fai la stessa identica cosa, sono qui solo da un giorno ma è palese che c'è stato qualcosa prima... e non so, lo vedo spento, distratto il più delle volte. Non ho mai lavorato con lui prima, ma da quello che dicono non è così di solito quindi vorrei aiutarlo, anche perché se sbaglia un'altra scena il regista lo decapita.» Rise per sdrammatizzare
« Quindi è per questo che non ha preso nessuna pausa oggi...» Riflettei a voce alta tra me e me, la vidi annuire e dopo quello che aveva detto mi accorsi che era davvero troppo visibile, che eravamo troppo visibili. Le spiegai per sommi capi cosa era successo e lei mi ascoltò annuendo di tanto in tanto, quando arrivai quasi alla fine mi bloccai: non volevo dirle che lo amavo. Non la conoscevo così bene e poi conoscendo me invece sarei scoppiata a piangere ripensando a quello che avevo perso.
« Non c'è modo di rimediare?» Chiese lei con espressione triste
« Parto dopodomani, quindi no.» Sospirò e si nascose dietro ad una smorfia quando una campanella suonò in segno della fine della pausa.
Si alzò e si pulì i jeans scuri per rientrare dentro
« Io sto dalla tua parte Lexi!» Disse sorridendo prima di chiudere la porta.
Ma che vuol dire? Boh.
Poco dopo tornò anche Megan, seguita da Johnny che ci diede i bambini frettolosamente, scusandosi: era in ritardo. Il pomeriggio passò esattamente come la mattina, rimisi i punti a Johnny grazie ad un kit di pronto soccorso che c'era in uno dei camerini e poi non lo rividi fino alla sera quando gli riconsegnammo la prole.
Una giornata piuttosto noiosa si stava concludendo nella sala dell'hotel dove eravamo andate per cenare, e neanche li Johnny si vedeva...
Sarà stato stanco dopo una giornata di lavoro senza tregua e -da quello che mi aveva detto Keira- quasi sempre sulla stessa scena. La ragazza mi aveva fatto intendere in qualche modo che ero io il motivo per cui era tanto turbato, mi dispiaceva e non poco, ma sarebbe stato meglio fra un giorno senza me fra i piedi. Era l'unica cosa che in un certo senso mi consolava.




Ed eccolo lì, il fatidico e tanto odiato ultimo giorno a LA. Ero disperata.
Quelle settimane erano volate e non riuscivo a credere che fra qualche ora sarei stata su un aereo diretto in Italia e che non avrei mai più visto Johnny neanche per sbaglio, ne avrei più potuto giocare con Lily e Jack. La mia vita sarebbe tornata quella di sempre e quei giorni sarebbero diventati solo ricordi appannati nella mia mente.
Eravamo nel giardino degli Studios assieme ai due bambini che giocavano: Lily stava facendo le bolle di sapone e Jack si divertiva a farle scoppiare scatenando la furia della sorella, quella che poteva sembrare una scena divertente e felice io la vedevo solo triste.
« A che pensi?» La voce di Megan mi distolse dallo stato di trans in cui ero.
« Che vorrei morire piuttosto che tornare a casa.» Risposi fredda
« Dai non esagerare... Abbiamo rivisto Los Angeles, era il nostro intento no?» Continuò con il vano tentativo di tirarmi su di morale.
« Già, immagina quanto me ne importi ora di Los Angeles! Questa doveva essere una vacanza ma a me sembra solo un incubo, delle volte spero di svegliarmi ma non succede mai, e sai una cosa? Non saremo mai dovute entrare qui dentro. Maledetta me e le mie idee del cavolo!»
Modalità arrabbiarsi come Goffarda: On.
« Non dire così, anche se non è finita proprio bene io sono felice di aver scavalcato quel cancello. Abbiamo conosciuto due attori favolosi e-»
« E io ho avuto la brillante idea di innamorarmi di uno di loro! Ma come si può essere tanto stupide?!»
« Non è questione di stupidità o meno, Lex! Capita a tutti, mica puoi prevederlo!»
« Certo che posso! Tu perché non stai così male? Perché non ti sei innamorata!»
« Ma chi te l'ha detto che io non sto male? E che ne sai che non sono innamorata? Di certo però non passo le giornate a piangermi addosso!»
« Che vorresti dire?!»
« Quello che ho detto! Devi smetterla di stare così, devi reagire! Io sorrido lo stesso, perché sono contenta di quel che c'è stato, anche se finirà da un momento all'altro! Cerco di reagire con maturità!»
« Stai dicendo che sono una pazza immatura? Una bambina capricciosa?! Scusa tanto se è di Johnny Depp che stiamo parlando, mica di un cretino qualunque! Col tuo modo dispotico di affrontare le cose non sei neanche capace di provarle certe emozioni, secondo me!»
« Cosa?! Ma ti senti quando parli? Stai sragionando, sei solo arrabbiata e non pensi più lucidamente! Cerca di ascoltarmi una volta tanto, e-»
« Non voglio ascoltare più niente! Non mi capisci, ok?! Posso vivere senza una spalla su cui piangere, stai tranquilla!»
A quel punto Meg mi fissò con un'espressione piena di collera.
Afferrò con forza la borsetta bianca che era vicino a lei e camminò spedita verso l'uscita fino a sparire. Avevo esagerato lo sapevo, ma non ero riuscita a fermarmi, in più sapevo che aveva ragione lei: ero arrabbiata con me stessa e me la stavo prendendo con la persona sbagliata.
Avrei voluto urlare per i nervi ma siccome non potevo mi accontentai di un caffè, presi Jack in braccio e Lily per mano ed entrai dentro l'edificio dirigendomi verso la macchinetta dove per mia sfortuna incontrai sia Johnny che Orlando...
Oooook, dietrofront immediato.
« Ehi Lex, hai visto Megan?» Maledizione. Pensavo di passare inosservata e invece quell'occhio di falco di Orlando mi aveva vista lo stesso. Mi venne incontro speranzoso.
« Ehm... è tornata in albergo. Non si sentiva molto bene, penso che non tornerà oggi.»
Deluso all'ennesima potenza, Orlando annuì e guardò i bambini. « Se vuoi posso darti una mano con loro, non devo girare nient'altro oggi.» Disse, e mi venne voglia di abbracciarlo. E di piangere. Tanto.
Annuii e lo ringraziai. Johnny intanto rimase indietro, con quell'espressione tormentata in volto. Faceva finta di guardare qualcosa al cellulare. Sì, faceva proprio finta. Non sapeva neanche come usarlo, un cellulare.
Perché non veniva da me a parlare? Perché?
« Dagli un po' di tempo... vedrai che le cose si aggiusteranno.» Commentò OB seguendo il mio sguardo.
« Scusa Orlando, ma non mi serve la rassicurazione di turno.» Non potei trattenermi. Mi morsi la lingua subito dopo aver parlato. Lui mi rivolse un sorriso amaro. « Non è una rassicurazione. E' un auto convincimento anche per me. Non sei l'unica a stare in questa situazione.» Disse, e se ne andò, facendomi sentire un'autentica merda.
Raggiunse Johnny e insieme si diressero verso i camerini.
Bene, di nuovo sola coi bambini.
« Che volete fare, bimbi?» Gli chiesi tentando di essere il più gentile possibile, ma nemmeno li lasciai rispondere poveri, li presi come al solito -Jack in braccio e Lily per mano- e dopo aver recuperato una rivista da leggere li portai fuori.
« Allora, ora voi giocate qui da bravi bambini e senza allontanarvi e io sto qui accanto a leggere, va bene?» Non avevo proprio voglia di giocare con loro: altro comportamento da immatura, lo so.
Mi sedetti sotto il solito albero e iniziai ad entrare piano piano nelle vite scombussolate di vari vip: chi si rasava a zero la testa, chi con i baffi era orribile e chi aveva appena incontrato una nuova fiamma. Ero talmente assorta da quelle stupidaggini che balzai letteralmente in aria quando sentii delle urla, urla dei bambini, poi risate, poi ancora urla.
Alzai lo sguardo già pronta al peggio ma li vidi proprio davanti a me intenti, o almeno Lily, a giocare con un uomo. Mi avvicinai a passo svelto
« Ma che diamine succede?!» Fulminai quest'ultimo, che però si girò con un ghigno giallastro e dei denti marci che mi fecero rabbrividire
« Hector Barbossa ai suoi servizi Madame» Disse mimando un inchino e togliendosi il cappello nero da pirata.
Solo allora la mia mente inutile iniziò a collegare qualche neurone « OMMIODDIO. Ma lei è Geoffrey Rush!»
« Ssshh! Non lo dica ai bambini, ci ho messo una vita a convincerli che sono il capitano di una nave dei pirati!» Scherzò lui cambiando accento, probabilmente era quello del suo personaggio.
Mi unii alla sua risata, quasi non lo riconoscevo conciato in quel modo.
« E di quale nave sareste il capitano, di grazia?» Lo ammetto, stare in mezzo ai pirati contagia parecchio.
« Della Perla Nera dolce donzella»
« Credevo che quella fosse la nave di Joh-ehm Jack Sparrow.»
« Hai assistito poco alle riprese vero? -mi sussurrò all'orecchio- Perché non venite dentro? Vi mostrerò che in realtà quella nave è mia!» Continuò con quello strano tono di voce. Povero Geoffrey, non sapeva che in realtà tutto quello che avevo visto delle riprese era Johnny, il resto mi importava poco. Tuttavia non potei rifiutare l'invito, sarebbe stato scortese e non potevo certo dirgli che non volevo assolutamente incontrare il suo rivale Sparrow.
Appena entrati dentro gli studios vidi subito Johnny, cosa che avrei evitato, e anche lui a quanto mi diceva lo sbuffo che aveva appena tirato dal naso notandomi. Merda.
Orlando era seduto su una sedia che rideva assieme a Gore Verbinski, il regista. Quest'ultimo appena vide Geoffrey impugnò il megafono e urlò che grazie a presenze divine ora si poteva iniziare a girare «Manca solo un dialogo forza, forza. Poi potete tutti tornare a fare le persone per bene!» Li incitò.
Rush mi fece l'occhiolino e si avvicinò per girare.
« Capitan Barbossa, sono qui per negoziare la cessazione delle ostilità contro Port Royal.» Iniziò Keira nei panni di Elisabeth
« Uh, quanti altisonanti paroloni in una volta, noi non siamo che umili pirati... Che cos'è che volete?» Continuò Geoffrey facendomi ridere
« Che ve ne andiate per mai più ritornare.»
« Non sono incline ad ottemperare alla vostra richiesta... Vuol dire "no".»
«
BUONA!» Urlò Gore dal megafono « Benissimo, abbiamo finito. Almeno per oggi!» Rise alla fine, e tutti si dispersero per l'edificio scomparendo.
Io e i bambini eravamo gli unici rimasti così decisi di uscire e aspettare Johnny li. Una cosa che purtroppo mi toccava fare da sola.
Vidi le luci degli studios spegnersi e nel mucchio di gente che usciva lo vidi avanzare verso di noi, con espressione neutra.
Mi sforzai di sorridergli « Eccoli qua» Dissi indicando i piccoli. Lui sorrise compiaciuto 
« Ci vediamo do-» Si bloccò all'istante realizzando che in realtà no, non ci saremo visti domani, ne dopodomani, ne il giorno dopo ancora.
« Q-quando dovete partire?» Continuò sbarrando gli occhi
« Stanotte... Alle ventitré.» Risposi spostando lo sguardo dal suo viso verso il marciapiede.
« Oh.» Calò un tristissimo silenzio che mi sembrò durare anni, Johnny si era appoggiato al muro vicino al cancello e si toccava di continuo i baffi
« Vi porto io all'aeroporto!» Disse all'improvviso senza voler sentire discussioni
« Va bene... Ci vediamo dopo allora.» Acconsentii
« Si» Mi sorrise triste accarezzandomi il braccio prima di andare via.
Nella strada verso l'hotel scrutavo ogni minimo particolare che mi stava intorno, cercavo in ogni modo di mettere quelle immagini nella mia mente per non scordarle più ma c'è da dire che non le vedevo molto bene, i miei occhi avevano come un velo davanti e bruciavano ogni minuto di più.
Era come se me ne fossi già andata, e soffrivo già di nostalgia.
Infilai la chiave nella serratura e aprii la porta della camera, sul divano c'erano già le valigie aperte con qualche vestito dentro.
Davanti a me Megan, che nonostante lo stupido litigio mi sorrise guardandomi amareggiata mentre si massaggiava il braccio con la mano.
« Ci siamo eh?» Affermò in un sospiro, io mi limitai ad annuire e ad avvisarla che ci avrebbe accompagnato l' Adone...
Finimmo di fare le valigie in un silenzio assordante, riempito dai pensieri di entrambe che vagavano assieme a noi tra una stanza e l'altra, il tempo passò velocemente e ad un tratto sentimmo bussare alla porta, andai ad aprire e davanti a me c'era Johnny appoggiato allo stipite
« E' già ora?» Chiesi scioccata e lui annuì, mi spostai per farlo entrare e andò subito a salutare Megan e prendere la valigia che aveva in mano, facendo lo stesso con la mia per poi riuscire e aspettarci nel corridoio tenendo l'ascensore fermo al nostro piano.
Io e Megan guardammo in giro per tutte le stanze per vedere se avevamo dimenticato qualcosa e quando fummo sicure afferrammo le nostre borse e spegnemmo tutte le luci.
Consegnammo le chiavi della camera alla reception e ci dirigemmo in silenzio verso l'uscita, Megan si illuminò notando che dentro la macchina di Joh c'era anche Orlando e corse da lui abbracciandolo mentre noi mettevamo le valigie nel porta bagagli.
Il viaggio in macchina fu silenzioso come quello del ritorno da Palm Springs ma il motivo del silenzio stavolta era un altro: nessuno sapeva bene cosa dire, era come se ogni cosa fosse inutile in quel momento. Io ero seduta davanti vicino a Johnny che guidava e ogni tanto gli tiravo qualche occhiatina, mentre Megan e Orlando erano dietro ancora abbracciati, tutti e due con gli sguardi persi nel vuoto.
L'aeroporto era deserto, c'erano solo altre due persone oltre a chi lavorava li quindi passammo velocemente i controlli, gli addetti alla sicurezza del check-in furono così amabili da far passare Johnny e Orlando con noi -dopo averli giustamente controllati- quando glielo chiesero: volevano salutarci per bene e temevano che stando in un area aperta a tutti non lo avrebbero potuto fare.
Eravamo arrivati in un corridoio a "U"  con le pareti completamente di vetro da cui si poteva vedere già l'aereo.
Ad un tratto Johnny mi mise una mano sulla schiena e mi spinse dolcemente a qualche metro da Meg e Orlando
« Dovrai trovare un'altra babysitter temo...» Esclamai non sapendo cosa dire.
Sorrise da un lato « Già... Magari una che non tenti di uccidermi...» Rispose sforzandosi sempre di più a sorridere, io avevo già le lacrime.
« Niente pianti ok?» Aggiunse poi carezzandomi la guancia con due dita. Io annuii e mi venne spontaneo abbracciarlo, in quel momento non mi importava se il rapporto fra noi non fosse dei migliori, era l'ultima volta che potevo vederlo se non attraverso uno schermo e volevo sentire un'ultima volta il suo profumo, avere le sue braccia intorno a me, sentirlo realmente vicino. Ricambiò l'abbraccio stringendomi forte a se, facendomi sentire al sicuro.
« Mi mancherai.» Riuscii a dire prima che la voce meccanica delle altoparlanti iniziasse a ripetere in tutte le lingue che dovevamo imbarcarci
« Devo andare...» Aggiunsi appena quel robot ebbe finito di parlare, lui strinse le sopracciglia e annuì
« Hai il mio numero.» Sorrise e io ricambiai aggrappandomi alla speranza che un giorno avrei davvero avuto il coraggio di usarlo quel numero.
Megan mi raggiunse a testa bassa e dopo averli salutati per l'ennesima volta passammo dalla parte parallela di quel corridoio dove esattamente al centro c'era un altro posto di controllo, questo accessibile esclusivamente ai passeggeri.
Li guardammo allontanarsi di spalle per tornare indietro ma una volta passato il controllo buttai l'occhio oltre il vetro e Johnny era ancora li: aveva le mani sulla barra di ferro sotto i vetri e mi guardava...
Dissi alla mia amica di andare avanti e mi fermai un attimo ad osservarlo anch'io, a dividerci c'era un doppio vetro, il vuoto con l'asfalto e un altro doppio vetro. Mi facevano sentire protetta, quei doppi vetri. Dicono che siano infrangibili.
Ci poggiai la mano sopra e con una lacrima che lentamente mi rigava il viso capii che quella era l'unica occasione che avevo, lo guardai dritto negli occhi e con il cuore in gola e lo stomaco mangiato da farfalle mimai con la bocca le parole che avevo tenuto strette fra i denti in quegli ultimi giorni
« Ti amo.»
Abbassai lo sguardo subito dopo e senza pensarci iniziai a camminare, sempre più velocemente.
Ero arrivata alla fine delle scalette dell'aereo e mentre una hostess controllava il mio biglietto mi voltai a guardare i grandi vetri del corridoio: era ancora li, Johnny, intravedevo la sua figura tra un riflesso e l'altro
« Ha dimenticato qualcosa signorina?» Mi chiese gentilmente l'hostess e io mi girai a guardarla
« No.» Di istinto entrai definitivamente dentro l'aereo e trovai Megan seduta più o meno al centro che mi sorrideva.
Presi posto accanto a lei « Ti sei persa Geoffrey Rush, questa sera.» Lei scoppiò a ridere e si allacciò la cintura
« Questa volta non c'è nessun Jake a cui mi possa aggrappare!» Disse tenendosi stretta ai bracci della sedia.
« Ah Lex -continuò- hai fatto bene a dirglielo.»
Ci scambiammo un sorriso triste ma soddisfatto, ok: addio America.



Ecco finalmente il settimo capitolo, che stava marcendo nei documenti senza ne capo ne coda.
Anyway, per Lexi e Megan sembra davvero tutto finito e sono pronte -più o meno- a tornare in Italia. Che ne sarà di loro?
Spero di potervelo dire aggiornando entro tempi decenti stavolta xD
Un grazie di cuore a BlackPearl senza la quale probabilmente non avrei mai finito! Grazie ancora Sarè :)

Ps: C'è un nuovo capitolo anche per Hey, Soul Sisters! La fic a venti mani, come ho detto nel capitolo precedente.
Per chi la sta leggendo: fiondatevi. E' un capitolo stupendo!

Un bacione, June.









  
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