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Autore: Phantom Lady    19/08/2012    6 recensioni
I nostri protagonisti sono stati invitati da un personaggio misterioso in una tetra villa per festeggiare l’Halloween più pauroso ed entusiasmante che sia mai stato celebrato.
Quindi i cari hetaliani si recano nella dimora, ma una volta entrati scoprono di non riuscire più ad uscire.Tra di loro c’è l’uomo misterioso che recita la parte dell’amico, pronto a tradirli. Ma chi è? Quale sarà il suo obiettivo? E ogni volta che qualcuno si avvicina alla verità la sua vita è in grave pericolo.
Per lasciare la villa i protagonisti dovranno risolvere una serie di intricati enigmi, che richiedono a volte la cooperazione di tutti gli hetaliani, altre la divisione in squadre.
Percorreranno la villa in lungo e in largo, passando per le stanza più paurose al loro quartier generale, dove i protagonisti si riuniscono, soprattutto per scappare dalle misteriose e aggressive creature che girano a piede libero nella villa, dalle stanze più pericolose a quelle segrete...
...tutto questo per rivedere la luce del giorno.
La dea bendata accompagnerà le nostre Nazioni o gli volterà le spalle, permettendo che la cupa ascia della morte metta fine alle loro vite?
Apprezzate ogni singolo enigma che ci ho lavorato tanto, eh è_é
Genere: Drammatico, Horror, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Allied Forces/Forze Alleate, Altri, Axis Powers/Potenze dell'Asse, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Scusate la pessima qualità della foto =3=" Pace!


Prologo – La lettera
 
Arthur si gettò sul divano, con un libro sulle gambe e una tazza di tea in mano, che sorseggiava silenziosamente, accompagnando quel sapore caldo alle parole inchiostrose del volume.
Girò pagina deliziato dalla svolta della storia, finchè il campanello della porta non interruppe la lettura, proprio ad un passo dalla scoperta del colpevole.
Inghilterra sospirò interdetto, posando il libro e la tazza su un tavolino e andando ad aprire la porta.
« Cosa posso fare per lei? » domandò sorridente, anche se era particolarmente scocciato da quell’interruzione.
« C’è una lettera per lei, signor Kirkland » fece l’uomo, mettendo mano dentro la borsa che portava a tracolla e consegnandogli una busta.
« La ringrazio » terminò il ragazzo, chiudendo la porta e sedendosi nuovamente sul divano, questa volta per leggere la lettera.
Prima di aprirla, però, notò il sigillo. Era viola scuro e difficilmente si capiva cosa rappresentasse. Arthur lo lasciò perdere dopo averlo studiato sotto luci diverse, ma oltre a non aver capito minimamente cosa potesse rappresentare, non ricordava proprio di averne visto mai uno simile.
Con la parte piatta del cucchiaio aprì la busta, tirando fuori una carta da lettera bianca e piegata in quattro, ornata da ghirigori violacei e abbellita da una scrittura ordinata e perfetta.
Inghilterra cominciò a leggerla con disinvoltura, ma appena fu accennata ad una incredibile festa di Halloween non potè non eccitarsi. Innanzitutto era stato invitato ad una festa esclusiva, segno che la sua presenza era molto rinomata durante quella festività, ma soprattutto...
Arthur si precipitò verso il telefono di casa, con un sorriso di superiorità sulle labbra. Appena prese il cellulare in mano con l’intenzione di chiamare Alfred lo sentì vibrare sul proprio palmo.
Rispose immediatamente notando il numero che lo chiamava. Già pregustava la soddisfazione di spaventare ancora il fratello ad Halloween e vincere anche quell’anno la gara che si davano in continuazione.
« Ehy, Igy! » lo salutò ilare America, dall’altra parte della cornetta.
 
*
 
«Che c’è!? » gli domandò Arthur quasi preoccupato dal tono così enfatico dell’amico.
Alfred posò una mano sul microfono del telefono e chiamò il fratello con un gesto: « Vieni Matt! »
Canada andò da America, con una lettera in una mano e un sigillo viola nell’altra.
« Non puoi capire, Igy! A me e Matt è arrivata una lettera incredibile! Ci hanno invitato ad una festa di Halloween spaventosissima! Sono troppo felice! » continuò lui, mentre Canada si limitava ad annuire costantentemente in imbarazzo in un angolo.
« Ti stavo chiamando proprio per questo! » lo informò Arthur, guardando la lettera.
« Fantasico! Tu ci verrai? » gli chiese Alfred, sempre più febbricitante.
« Ovvio, non voglio assolutamente perdermi la tua faccia terrorizzata e distrutta dall’aver perso ancora una volta! » gli disse Inghilterra, ridacchiando.
« Ti sbagli di grosso, vincerò io, questa volta! » replicò America vittorioso, chiudendo la chiamata.
Poi prese a camminare verso la propria camera, dove il suo guardaroba copriva quello di Matt.
« Bene, non vedo l’ora di guardare la sua faccia stramazzante di paura! » sussurrò sfregandosi le mani, convinto che quell’anno la gara di Halloween Arthur l’avrebbe senz’altro persa.
Canada si mise timidamente accanto al fratello e gli confessò: « Alfred, non so quanto buona possa essere l’idea di andare a questa festa »
« Ah! E perchè? » gli domandò America tranquillo, pensando al modo per terrorizzare il più possibile Inghilterra.
« Sulla busta non c’era il mittente e quel sigillo... penso di non averlo mai visto. Inoltre è scuro e leggermente inquietante » gli fece notare Canada, affrettandosi per mantenere il passo del fratello.
« Bravo Matt! » esultò Alfred, dandogli un’amichevole pacca sulla spalla che quasi lo fece cadere a terra « Finalmente hai capito lo spirito di Halloween! Deve essere inquietante! » rise America, andando nella propria camera a scegliere il completo più pauroso.
 
*
 
« Ohi, bastardo, vieni qua » fece Lovino, movendo una mano per attirare l’attenzione dello spagnolo.
Antonio incrociò le braccia sulla spalliera della sedia e fissò la lettera che l’amico teneva tra le dita spostandogli i capelli con una mano.
« E’ un invito per Halloween » cominciò Lovino, ticchettando con un dito sulla carta.
Dopo aver letto in fretta la lettera Spagna guardò l’amico e sorrise: « Sembra divertente! »
Romano si affrettò a dissentire: « No, io non ci vado. E’ una festa celtica e io sono italiano » lo informò incrociando le braccia e assumendo un’aria leggermente contrariata.
L’italiano aprì lentamente gli occhi e vide Spagna ancora accanto a lui, nella stessa posizione. Poi ridacchiò: « Dai, dillo che hai paura. Il fatto che sia una festa celtica è una scusa »
« Non è assolutamente vero! » ribattè Lovino, girando la testa per non avere più lo spagnolo davanti « Non è una mia tradizione » terminò.
« Va bene. » cominciò Antonio « Fai come ti pare, io ci andrò » concluse, avviandosi verso la propria camera per rispolverare il completo da corsaro.
Romano roteò gli occhi, pensando che facesse dei passi finti, ma appena si girò vide l’altro che si avviava allegro e saltellante verso il piano superiore.
Lovino arrossì solo all’idea, ma si alzò dalla sedia e si precipitò dall’amico, sorridendogli malamente – sembrava quasi un ghigno malefico: « Infondo provare tradizioni e feste nuove servirà ad ambientarmi un po’ meglio tra le Nazioni » concluse l’italiano, guardando l’amico.
« Ah! Lo sapevo che saresti venuto! » esclamò Spagna, stringendo l’altro con fare giocoso.
« Ok, ma ora non esageriamo » fece Romano, allontanandolo in imbarazzo.
Qualche secondo dopo, da dietro l’angolo, spuntò Feliciano che correva verso il fratello, sventolando una lettera. Al suo seguito Germania cercava di mantenere il ritmo dell’amico, lamentandosi che correva solo quando aveva voglia.
« Ehi, fratellone! Mi hanno mandato una lettera! Spero solo che non sia una bolletta! Veee- » sorrise Italia, cercando di aprirla, ma dopo alcuni tentativi la passò a Ludwig con un sorriso sul volto che gli chiedeva graziosamente di aprirla al posto suo.
Germania sospirò e poco dopo estrasse dalla busta una lettera. I due la lessero interessati e guardarono gli amici.
« Veee- fratellone! Io voglio assolutamente partecipare, sembra divertente! » concluse Feliciano emozionandosi.
Ludwig confermò la sua presenza con il suo solito fare un po’ rigido: « Verrò anche io »
« Che bello! Allora verremo tutti! Chissà se ci saranno anche le altre Nazioni! » fece Spagna allegro.
« Per prepararci che ne dite di intonare con me la formula magica della felicità!? » domandò Antonio e subito Feliciano gli fu dietro, sussurrarono in coro “Fusosososo-” finchè l’irritazione degli altri due non si fece troppo forte da sopportare.
Lovino e Ludwig si scambiarono un’occhiata d’intesa. Romano zittì Spagna con un colpo in testa, seguito da un delicatissimo “Zitto, bastardo!” mentre Germania si limitò a prendere Italia e trascinarlo via mentre continuava a bisbigliare la formula magica.
 
*
 
« Ehi, Romania! » lo chiamò Bulgaria raggiungendo l’amico « Guarda cosa ho trovato nella cassetta postale! » gli disse, consegnanogli una lettera.
« Ehi, Bulgaria... » cominciò Dan, guardando con un’aria leggermente maliziosa l’altro « da quand’è che abitiamo insieme? » gli chiese e la risposta di Anton fu solamente un sorriso imbarazzato che lo incitava ad aprire la busta.
« D-dai, cosa ci sarà dentro? » domandò Bulgaria, cercando di sviare il discorso.
« Una lettera, Bulgaria, una lettera » gli rispose Romania, aprendo la busta.
« Questo lo avevo capito, ma cosa ci sarà scritto? » disse sempre più incuriosito e soprattutto sorpreso, dato che non riceveva quasi mai delle lettere – escludendo bollette e pubblicità.
Dan dispiegò la lettera piegata in quattro, osservando al contempo il sigillo viola scuro, attraversato da linee distorte più chiare. Dopodichè si concentrò sulla carta da lettera, sicuramente la più elegante che avesse mai visto e anche la calligrafia era eccellente, forse meglio della sua.
« E’ un invito ad una festa di Halloween » commentò infine Romania, dopo ave letto insieme all’amico la lettera.
« Fantastico! » cominciò Anton con un leggero bagliore negli occhi « Dan, questo è il momento di farmi conoscere alle altre Nazioni! Mi impegnerò al massimo per dare l’idea più positiva di me possibile! » esclamò Bulgaria pensando al miglior vestito nel suo guardaroba.
« Allora non dovrai lavorare molto » sussurrò Romania sorridendo. 
Andarono entrambi nella camera da letto e Bulgaria spalancò le ante dell’armadio, poi, lentamente, il suo sorriso cominciò a spegnersi. Si girò verso l’amico e si lamentò: « Non abbiamo nessun abito per Halloween! »
« Beh, uno ci sarebbe... » fece Romania, avvicinandosi al completo da angelo che l’anno precedente l’altro aveva indossato.
« Che ne dici se ci invertiamo gli abiti? Tu da vampiro... » cominciò Dan, indicando quello che aveva utilizzato l’anno precedente « e io da angelo! » concluse, mostrando la tunica che teneva in mano.
« Non mi sembra molto equilibrato, ma... va bene » gli sorrise – leggermente disperato. Non era certo un’idea molto originale scambiarsi i vestiti e non era neanche troppo sicuro che un completo da vampiro gli stesse bene.
« Guarda che l’abito non fa il monaco » gli sorrise Romania, vedendolo un po’ abbattuto « Ti apprezzeranno per quello che sei, non per quello che indossi, come ho fatto io. » lo rassicurò Dan, poi sussurrò con un filo di voce quasi impercettibile: « Anche perchè il vestito da servo ti stava proprio male »
« Guarda che ti ho sentito! » replicò Bulgaria fissando l’amico.
Romania rise sotto i baffi alla reazione di Anton e si alzò, prese il vestito da vampiro e lo lasciò sul letto: « Dai, vestiti » e lasciò la camera con il completo da angelo sotto braccio mentre cercava di reprimere le risate.
 
*
 
« Austria! » lo chiamò Ungheria, andando verso di lui, che leggeva beatamente un libro gustandosi una torta al cioccolato.
« Oh, Elizaveta. Come mai tanta fretta? » chiese Roderich, pulendosi le labbra e posando la fetta sul piattino.
« Il postino mi ha consegnato una lettera » la ragazza si sedette accanto all’austriaco e gli consegnò la busta sigillata.
Roderich l’aprì senza problemi e la lesse assieme a Elizaveta, che per vedere meglio la carta si era leggermente avvicinata al ragazzo.
« Un’invito! » gioì la ragazza non appena finì di leggere.
« Ah! Un’altra festa di Halloween » sospirò Austria, posando la lettera accanto a sè.
« Ci andremo? » chiese Elizaveta, leggermente insicura.
« Se vuoi partecipare non sarò certo io a fermarti » le sorrise Roderich, posando nuovamente gli occhi sul libro.
« Non vorrei andarci da sola » confessò lei, sperando che questo convincesse l’amico ad  andarci insieme.
« Non preoccuparti per questo! » urlò una voce, seguita dal fracassarsi rumoroso di vetri. Roderich girò rapidamente la testa, vedendo la propria finestra a mosaico decorata artigianalmente a mano dal costo quasi improponibile infrangersi a terra e distruggersi in frammenti irriconoscibili, sparsi e ormai senza più valore.
Poi posò il suo sguardo omicida sui due loschi figuri che avevano fatto irruzione nella sala. Si appoggiarono entrambi sulle spalle dell’altro, incrociarono le braccia e assunsero una posa predefinita da film americano.
« Allora, la nostra entrata in scena non è stata... magnifica?! » esultò un ragazzo albino, dirigendosi verso la ragazza.
« Eliza, ti accompagnerò io » le disse Prussia, prendendole la mano per baciarla ridacchiando.
« Non mi toccare! » gridò lei, con un leggero tic isterico che le distorceva le labbra e in poco tempo abbattè la sua fida padella sulla testa di Gilbert.
Una volta caduto a  terra si rivelò Francis dietro di lui, che si sporse leggermente regalando una rosa alla giovane: « Questa è per lei, mon cher »
Dopo averle porto il fiore andò a sedersi accanto a Roderich, chiedendogli: « Allora, come va? »
Austria lo guardò male e alzò un sopracciglio, cercando di reprimere l’impulso di strangolare il francese e l’altro tipo albino che doveva ancora riprendere i sensi, ma si convinse a rimanere fermo per evitare di fare una strage nella sala.
« Oh, ci sei rimasto male per quella vetrata? Avanti, era del Giurassico! Te ne prenderai una migliore e più moderna in plastica sintetica » rise Francis.
« Lasciamo perdere, vi recapiterò il conto direttamente a casa. Elizaveta, andiamo a scegliere un vestito per la festa » fece Austria, alzandosi indignato e girando intorno al corpo di Prussia, che si riprese immediatamente.
« Festa? Avete detto festa?! » mormorò sconcertato Gilbert, rimettendosi a sedere.
Francis si  alzò e prese una lettera dalla tasca: « Per caso... una festa di Halloween? » chiese.
« Sì » risposero i due in coro.
« Ma allora veniamo anche noi! » dissero all’unisono Prussia e Francia, guardandosi divertiti e pronti a commentare oltre e parlare della magnificenza dei loro abiti, ma Eliza e Rod avevano già girato l’angolo, temendo che i due avessero potuto tormentarli con le loro chiacchiere.
 
*
 
« Grecia » lo scosse nuovamente Giappone che ormai stava per lasciare l’impresa di svegliare l’amico.
Heracles aprì lentamente gli occhi e domandò con voce calma e roca: « Che c’è? »
« Ho ricevuto un invito di Halloween, tieni, leggilo. » gli disse, allungando la lettera.
Grecia posò oziosamente la schiena contro il muro e guardò Giappone come se avesse lavorato duramente fino a quel momento e non poteva fare troppi sforzi: « Kiku, la leggeresti per me? Non mi va... » si giustificò lui, stiracchiandosi debolmente.
Un gatto batuffoloso si gettò giocosamente sulle sue gambe e Heracles prese ad accarezzarlo con dolcezza, impegnando tutta la sua concentrazione sulle fusa del micio e sul pelo morbido che gli solleticava le dita. Tutto questo, ovviamente, mentre Giappone aveva cominciato a leggere.
Poi improvisamente un altro micio si aggrappò alle lenzuola del letto e con i piccoli artigli si ancorava alla stoffa per salire fin su al materasso. Grecia lo prese in mano per evitare che si facesse male e cominciò ad accarezzarlo con una mano mentre con l’altra coccolava il gatto di prima.
Un altro micio  salì sul letto, posandosi sulle gambe incrociate di Giappone mentre guardava ammirato la lettera che lo stesso stava leggendo. Ancora un gatto salì, questo però, più giocherellone, cominciò a saltare sul materasso, cercando di afferrare e graffiare con gli artigli la lettera, cosa che, oltre a infastidire fortemente Kiku, gli fece cambiare continuamente posizione, trovandosi spesso e volontieri anche in pose tremendamente scomode.
Intanto Grecia aveva accolto tra le sue braccia altri micini, alcuni dei quali, non riuscendo a stare intorno a lui, gli salivano sulla testa e si appisolavano, con la coda che oscillava davanti agli occhi verdi di Heracles.
Dopo una lunga lotta con il gattino giocherellone Giappone aveva finalmente finito di leggere l’invito, poi chiese all’amico: « Allora, hai capito? »
Ma appena spostò la lettera vide Grecia giocare con i gatti e non appena lo fissò Heracles alzò lo sguardo: « Scusa, cosa hai detto? Puoi ripetere? »
Kiku sorrise debolmente e gli ricapitolò la situazione: « Ci hanno spedito un invito per una festa di Halloween »
A Giappone veniva difficile arrabbiarsi grazie alla sue indole gentile e calma, soprattutto quando Grecia lo guardava con uno sguardo vacuo e assente.
« Ah » rispose qualche secondo dopo l’ellenico « Ci andremo? » chiese.
« Io andrò » lo informò Giappone.
« Sei vai tu, verrò anche io » rispose Heracles, leggermente in imbarazzo.
 
*
 
Vash consultava dilegentemente il suo giornale d’economia – rigorosamente di qualche giorno prima così da trovarlo gratuitamente sulle sedie dei mezzi pubblici – finchè Lili non fece irruzione nella calma della stanzetta.
« Ehi, fratellone » cominciò lei « Guarda cosa c’era nella casella postale! » fece lei, sventolando una lettera.
Svizzera percorse con lo sguardo la busta e dopo un’occhiata fugace sospirò: « Altre bollette » e riprese a leggere.
« Ma no! » rise lei « E’ un invito ad una festa di Halloween, dai partecipiamo! » lo incitò lei, ma Vash rimase irremovibile, intavolando scuse come l’improponibile costo dei vestiti – improponibili di per sè – aggiunto alle spese della benzina e alla buona educazione di portare un dolcetto o una bibita.
Lili rise debolmente e mise la lettera davanti al giornale del fratello, sottolineando con un dito l’ultima frase, scritta a margine.
« Buffet gratuito » lesse ad alta voce Vash, due semplicissime parole bastarono a fargli cambiare immediatamente idea.
Posò a lato il giornale d’economia e si alzò in piedi. Corse verso il proprio guardaroba, gettando sul letto tutti gli abiti che aveva.
Lili gli andò dietro divertita e fissò il fratello mentre cercava dei vestiti adatti ad una festa di Halloween, infilò nella tasca dei pantaloni alcune buste di plastica trasparenti e non appena la sorella lo guardò con aria interrogativa lui si giustificò dicendo: « Sappiamo tutti bene che alle feste avanza sempre qualcosa, no? Sarebbe uno spreco buttar via tutto, meglio presentarsi preparati » concluse, separando un abito elegante dagli altri.
Poi si avvicinò a Lili e le posò un lungo vestito tra le mani: « Ungheria mi ha prestato questo, nel caso tu avessi avuto bisogno di qualcosa di elegante » si affrettò a spiegare, già pregustando un buffet gratuito.
Si sbrigò a lasciare la stanza col completo elegante sottobraccio, mentre Lili rimaneva da sola nella camera con tutti i vestiti sparsi sul letto, che avrebbe dovuto pazientemente riordinare nell’armadio.
Fece un leggero sospiro, sostituito da una risatina. Suo fratello, in qualche maniera, riusciva sempre a metterla di buon umore e a distrarla, anche per poco. Doveva davvero tanto a quel ragazzo e non era sicura di potergli restituire tutto.
 
*
 
Passeggiando per il giardino dell’Unione Sovietica, Toris vide una lettera sullo zerbino davanti alla porta. Si piegò per raccoglierla e andò nella sua stanza per leggerla con tranquillità.
Si chiuse la porta alle spalle, sedendosi compostamente sul divano e aprendo con fare disinvolto e sospettoso la lettera. Quello che gli fece aumentare le precauzioni fu il sigillo inquietante che dominava sulla busta. Lo tolse con un piccolo colpo e estrasse la lettera, leggendola a mente per non attirare l’attenzione di Russia, che con i suoi passi rapidi e gioiosi stava camminando davanti alla porta della sua stanza.
Una festa di Halloween, l’ideale per distendere un po’ i nervi e divertirsi con Polonia. Mise mano alla cornetta e compose il numero dell’amico. Dopo alcuni bip a cadenza regolare finalmente affiorò la voce storpiata dal microfono elettronico di Feliks.
« Chi c’è, tipo, dall’altra parte? » chiese Polonia, mentre era sdraiato sul suo letto, intento  a mangiare snack al cioccolato dall’aspetto molto gustoso.
« Ciao, Feliks, sono Toris » rispose immediatamente il ragazzo.
« Perchè mi chiami adesso? Stavo, tipo, per fare una cosa totalmente figa! » lo informò Feliks, interdetto.
« Scusami, davvero. Ma anche tu hai ricevuto una lettera? » domandò Lituania, sedendosi nuovamente sul divano e giocherellando col filo attorcigliato del telefono.
« Sì, tipo qualcosa su un Halloween totalmente fantastico, vero? » continuò Polonia, portando alla bocca un’altro snack e masticandolo, provocando un fastidioso rumore.
« Ti va di andare con me? » chiese infine Toris, spostando leggermente la cornetta e sperando in una risposta affermativa.
« Ok, tanto non ho proprio nulla da fare » lo informò Feliks e Lituania si chiese allora quale fosse la cosa totalmente figa che aveva intenzione di fare fino a pochi secondi prima e che lui aveva interrotto. Lasciò perdere il proprio interrogativo e gli disse: « Lo chiedo un attimo a Russia, ma sono sicuro che accetterà » lo rassicurò Lituania, salutando l’amico e chiudendo la telefonata.
Toris posò la cornetta e si alzò, dirigendosi verso la sala nella quale si trovava di solito Ivan.
Vide Russia circondato dalle sorelle, intenti a leggere a voce abbastanza alta che solo chi era nella sala potesse sentire. Che coincidenza, anche Ucraina e i suoi fratelli minori avevano ricevuto la stessa lettera. Questo significava che poteva dire addio al giorno di riposo per far sì che fosse Russia a godere di quella festa. Fece un sospiro rattristato e avanzò un passo per tornare nella sua stanza, quando Russia, dopo averlo notato, lo chiamò.Toris andò verso di lui e Ivan gli mostrò la lettera.
« Ne ho ricevuta una anche io » lo informò Lituania  e si affrettò ad aggiungere prima che il sovietico potesse parlare « Mi chiedevo se posso andarci » domandò come se fosse un bambino che chiede ai genitori se può andare a casa di un amico.
« Non c’è problema » sorrise Ivan, alzandosi.
Andò verso il telefono e alzò la cornetta, portandola all’orecchio sinistro e chiamò: « China, ci sei? »
Dall’altra parte del telefono Wang lo rimproverò: « Braginski, costano tantissimo le chiamate internazionali e sai che anche il ricevente le paga! Su muoviti, aru~ » lo incitò il cinese, mentre con una mano stringeva la sua fida wok e con l’altra continuava a tagliare il granchio che stava cucinando, il telefono era inifato tra la spalla e l’orecchio, e rischiava di cadere nella zuppa che stava preparando.
« Ho ricevuto una lettera, da~ » lo informò Russia, col sorriso sul volto.
« Sono occupato, aru~ se è qualcosa di importante parla in fretta » gli comunicò China, allungando una mano per spegnere il fuoco della zuppa e con quella libera prendeva i condimenti e li spargeva sulle pietanze.
« E’ un invito per Halloween » gli disse Ivan, continuando a sorridere come se Yao potesse vederlo.
« Oh, ne ho ricevuto uno anche io » mormorò, poi con un urlo richiamò un cuoco al lavoro, rinfacciandogli che gli involtini primavera non si fanno da soli. Una volta riacquistata la sua calma riprese a parlare con Russia: « Ultimamente sono molto indaffarato e prendermi una piccola pausa non sarebbe male » concluse, preparando un’ altra pietanza.
« Ci vediamo presto, da? » sussurrò Ivan prima di chiudere la chiamata.


****Note
Buongiorno
~ Questa è la mia nuova long, spero che possa piacervi, seriamente.
Bene, questa è l'introduzione ufficiale di Romania e Bulgaria nelle mie fic. Oddio, da quanto aspettavo questo momento! Finalmente!
Lato negativo? Devo gestire 23 Nazioni, per questo, perdonatemi se qualcuno apparirà meno di altri ecc. Però, se desiderate donare ad un personaggio una maggiore visibilità, scrivete pure nei commenti chi vorreste con più attenzioni, cercherò di soddisfarvi!
Per quanto riguarda la lettera... ho preferito che i personaggi non la leggessero per alcuni parametri che ho deciso di seguire tra cui la poca originalità nello scrivere lettere.
Ah, ecco, mi preme dirvelo, ma spero comunque di non perdere lettori per questo
~ Ahem, oltre a delle scene poco ortodosse (ma niente di erotico, solo violenza xD) ci saranno alcune morti, volevo solo dirvelo prima, null'altro.
Ho messo i generi "horror" e "mistero" e "drammatico" perchè: beh, il secondo si capisce dal titolo della long, il primo... non voglio rovinarvi nulla, davvero. Per l'ultimo invece, questa è la mia vena drammatica, ragazzi, gioitene! Ah, in questo caso la mia vena drammatica comprende anche umorismo nero
~
Ho messo gli avvertimenti "no pairing" e "Non per stomaci delicati": il primo perchè in effetti non ci sono. Solamente amicizie forti e rapporti stretti. L'unico pairing che si potrebbe considerare è l'Aungary, ma neanche troppo. Nella maggiorparte dei casi saranno solamente gesti fraterni o amichevoli, niente di più. Il secondo, invece, penso lo abbiate capito da soli :D
Sarò assente dal 21 al 26, come si evince dal mio profilo, se avrete la generosità di lasciare una recensione così almeno quando torno non mi rattristo per le vacanze passate - e la scuola che si avvicina T^T
Se volete chiedere qualsiasi cosa, sono qui per rispondervi e sarò davvero lietissima di ricevere dei vostri commenti per sapere se quest'inizio vi intriga, lasciate un'opinione ^^
  
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