Fandom: Angel Sanctuary
Personaggi: Barbero, Lucifero (accenni), Michael (accenni).
Set: Stati d’animo
Prompt: Malinconia
Storia partecipante alla Challenge Think Angst di Simph8 e Vogue91
La corsa della
Sposa infelice.
Non era da lei starsene
seduta in un angolo nel più completo
silenzio.
Per questo la sua anima sbraitava, urlava e correva. Come se ci
fosse un mostro nascosto nell’ombra e pronto ad avvincerla;
come se, scappando,
il dolore si attenuasse.
Per questo, per secoli, aveva evitato come la peste anche solo
l’idea del riposo.
Questo perché aveva la sicura ed innata consapevolezza che,
se
si fosse fermata, sarebbe stato molto più doloroso.
Perché l’arrestare la sua
cosa forsennata l’avrebbe indotta a riconsiderare tutto
ciò che aveva intorno e
che si era lasciata alle spalle. Ma Barbero sapeva che la
realtà dei fatti era
troppo crudele da accettare. Per questo tentava in ogni modo possibile
di
ignorarla, di andare avanti senza curarsi di niente e nessuno, neppure
degli
occhi del suo consorte che ormai la ripudiavano.
Il colpo appena incassato le aveva provocato un dolore ancora
mai provato, tale che le parve che entrambe le gambe le ardessero vive.
Sapeva
che ormai era questione di tempo, ma percepire quella strana sensazione
era al
contempo doloroso e nostalgico.
Aveva sempre provato una certa malcelata attenzione per
quell’elemento tanto distruttivo, eppure mai lo aveva sentito
così vicino come
in quel momento. Forse qualcosa di lui
le era rimasto dentro, dopo la mortale ferita infertale al petto.
Eppure
quell’angelo fulvo pareva tanto un ricordo lontano. Possibile
che le sue fiamme
potessero raggiungerla a distanza di così tanti secoli?
Non aveva mai meritato più che comandi e rimproveri.
I più forti demoni dell’inferno, suoi figli
legittimi, in
realtà li avevano partoriti demoni di infimo rango, con cui
suo marito si era
dilettato, stanco della sua sconcertante monotonia.
Dopo pochi anni di matrimonio l’aveva ripudiata tanto
spietatamente.
Passandosi le dita tra i folti boccoli li ravvivò, pronta
all’ennesima riunione con gli altri Satana.
Se c’era una cosa che il demone aveva capito da quei momenti
in
cui aveva tentato di acquietare il suo spirito, era di non essere fatta
per
assaporare la consapevolezza delle cose.
La disperazione la tormentava.
Il silenzio le straziava le orecchie.
Le sembrava di udire in continuazione risate di scherno e di
scorgere occhiate accondiscendenti.
E avrebbe gridato al mondo la sua Furia, così da squarciare
il
silenzio opprimente.
Il passato era solo un ricordo, il presente sarebbe trascorso
alla velocità di un lampo, e la realtà non
avrebbe potuto toccarla se lei si
fosse estraniata totalmente dal mondo.
Nel mondo reale avrebbe solo potuto sedere su di un trono di
spine e fiamme.
Ma nella sua splendida utopia non esisteva niente di tutto
ciò,
e lei non aveva mai perso la sua corona.
Una inutile ed eterna fuga dalla consapevolezza e dal dolore.