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Autore: oOLeylaOo    03/03/2007    0 recensioni
Storia apocalittica... sentite, non so come descriverla... se vi interessa leggetela, se no pace -.-
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

-La stele di Aurora-

-Siamo nell’anno 2095, la terra nell’ultimo decennio è stata scossa da una moltitudine di terremoti, l’ultimo, nel cuore dell’Africa orientale ha riportato una profonda frattura, scendendo nella quale gli scienziati hanno ritrovato un ambiente naturale incontaminato, piante alberi di ogni genere, come un piccolo bosco o una radura, e in mezzo ad essa un lago sopra il quale galleggiava nel vuoto una strana sfera indistruttibile. Benché sembri fatta di vetro trasparente niente è riuscito a scalfirla, nemmeno l’esplosione di piccole bombe atomiche. Non si sa niente della composizione del materiale di cui è fatta né della persona che giace addormentata al suo interno, una ragazza dai lunghi capelli biondi. A vederla sembra si sia addormentata sotto l’albero per riposarsi, pronta a svegliarsi da un secondo all’altro, ma niente fino ad ora è riuscita a destarla dal suo sonno nell’ambiente all’apparenza naturale che c’è all’interno della bolla. Poiché non sappiamo né l’identità della ragazza e nemmeno se sia o no umana, è stata chiamata “Aurora” e il progetto per il suo risveglio a preso il nome in codice di “progetto Gremm”.-
-Sembri la voce narrante di una storia , Michele.- gli disse Ralph in tono seccato. Alto un metro e sessantacinque, con i capelli neri e gli occhi nocciola Ralph se ne stava seduto in un angolo con l’aria scocciata tipica di chi avrebbe preferito essere altrove.
Michele, dall’alto del suo metro e settanta, lo fisso, con i suoi grandi occhi verdi, vagamente scocciato dalla sua affermazione. -Vuoi forse dire che non apprezzi il mio riassunto?-
-Suvvia ragazzi, non è il caso mettersi a discutere su queste cose. Ormai siete troppo grandi per comportarvi in modo così infantile, anche se la vostra età cerebrale, forse…- disse in tono scherzoso Loren. Alta quanto Michele, Loren era una donna molto bella, aveva lunghi capelli biondi che portava sempre raccolti e occhi nocciola, era un tipo schietto e intelligente e amava fare battute.
-Loren ha ragione, fate i bravi!- rincarò Samanta, che si divertiva a reggere il gioco alla collega. Sam aveva i capelli corti e neri, gli occhi a mandorla ereditati dalla madre Giapponese erano di un nero scuro. Non troppo alta, indossava sempre abiti femminili e aveva un portamento elegante.
-Ora basta! Avanti, torniamo alla riunione.- disse loro Richard, il segretario, non che assistente e maggiordomo di Jonathan , il capo del gruppo di ricerca. Quel giorno era una chiara domenica mattina d’inverno, nel cielo non c’erano nubi e sebbene fosse freddo sembrava proprio che non sarebbe piovuto. Tutti gli scienziati erano stati chiamati in sala riunioni dal capo del progetto per valutare i progressi fatti dalla scoperta di Aurora.
-Ma di che stai parlando?! Ti ricordo che il capo non si è ancora fatto vivo.- protestò Ralph
-Certo che anche lui! Prima ci dice di trovarci qui alle otto in punto e poi non si fa vedere! Spero che abbia una buona scusa o lo ammazzo-
-Allora credo non verrò ucciso!- disse allegramente Jonathan entrando nella sala, aveva il suo solito sorriso tranquillo e quell’aria vagamente trascurata che gli conferiva uno strano fascino. Indifferente a ciò che gli accadeva intorno, sembrava vivere in un mondo tutto suo, seguendo ritmi propri. I suoi capelli scuri, vagamente scompigliati erano umidi, come se fosse uscito di casa dimenticando di asciugarseli, cosa che, conoscendolo, era molto probabile. Gli occhi scuri, dietro gli occhiali erano svegli e elettrizzati.
-Allora? Per quale ragione dovrei lasciarti vivere?- volle sapere Ralph, che sembrava meno ostile dopo l’arrivo di Jon.
-Per questa!- disse sempre sorridendo e mostrando l’oro una foto gigantesca, del formato di un poster in cui era raffigurata uno strano masso piatto, levigato, con dei simboli incomprensibili disposti ordinatamente, come scritti da una macchina. -Ecco a voi tutti, amici, la nostra “stele di rosetta”. Alla fine siamo riusciti a fotografarla!-
Tutti si avvicinarono per guardarla, tutti tranne Ralph che lanciò un occhiata veloce al foglio e chiese :-Allora, che dice di bello?-
- Eh?- chiese Jon alzando lo sguardo
-Come “Eh?” ? ti ho chiesto che cosa significano quegli strani segni.-
-Non lo so.- rispose semplicemente lui con un sorriso.
-Come “non lo so”? Cosa vuol dire che non lo sai?- disse con tono irritato
-Ecco, non sapere una cosa significa ignorarla…-
-Questo lo so anch’io!- replico Ralph sempre più arrabbiato.
-Mi fa piacere che tu comprenda il significato delle mie frasi!- disse sempre tranquillo Jon, nel suo solito tono innocente.
Ralph scattò in piedi :-Accidenti a te! Non capisco mai sei se parli sul serio o no! Non mi è ancora ben chiaro se tu sia un idiota o un genio, ma quando fai così non ti sopporto!-
-Bè, non so dirtelo con precisione, ma spero di essere un genio.-
Michele appoggiò sorridendo una mano sulla spalla di Ralph mentre gli altri ridevano: -Lo sai che lui è fatto così. Non lo fa per prenderti in giro…-
-Lo so. Lo so benissimo.- rispose Ralph a denti stretti -E questo mi irrita ancora di più!-
-Ma non sembra che comunque ti dispiaccia più di tanto o ti saresti gia licenziato..-
Ralph gli tirò un occhiata spaventosa, ma non replicò, sapeva che sarebbe stato inutile.
Richard, che era l’unico che aveva sempre mantenuto la calma disse nel suo solito tono piatto -Dovremmo lavorare a lungo per dare un senso a questi segni.-
-Non penso siano una sorta di scrittura, più che altro mi sembrano delle rune.- disse piano Samanta.
-Bé, non ci resta che indagare!- replicò Loren.
-Si, ma potete tranquillamente iniziare da domani. Oggi volevo solo mostrarvela, domani inizieremo per bene a lavorare. Per oggi potete tornare a casa. Penso che abbiate tutti gia preso altri impegni, proprio come Ralph.-
Nessuno disse niente, ma tutti gli sorrisero riconoscenti, e se ne andarono dopo aver salutato, Richard ripiegò la foto della stele e la tese a Jonathan, che gli rivolse un sorriso gentile e gli disse: -Vai anche tu, oggi ti do la giornata libera.-
-Grazie, ma siete sicuro?-
-Non preoccuparti, so badare a me stesso.-
Quando anche Richard se ne fu andato, Jonathan scese nel sottolivello quattro ad ammirare la loro bella addormentata. Il pianeta ormai era vicino al collasso, gli esseri umani avevano distrutto l’ecosistema in modo irreparabile, ma il luogo in cui era stato trovata Aurora era puro e incontaminato. Nessuno avrebbe mai saputo dire a cosa ciò era dovuto, ma se in qualche modo quella ragazza o quella sfera c’entravano, allora era fondamentale capire come ciò era possibile per provare a riprodurre quello stesso fenomeno a tutto il pianeta e per farlo avrebbe dovuto fare molti esperimenti con la sfera e con ciò che era al suo interno. Ma mentre fissava il bel volto addormentato della sua Aurora dentro di lui nacque il desiderio di non destarla mia dal suo sogno, così da non doverle fare del male, quella ragazza che sembrava così fragile lo incantava e lo inteneriva, per questo nel suo cuore non c’era solo il desiderio di distruggere quella sfera, ma anche quello di non doverlo fare mai…

  
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