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Autore: Artemis Black    20/08/2012    6 recensioni
[Andrew Garfield]
"Non avrei mai immaginato che le nostre vite, fino ad allora così intrecciate, potessero distanziarsi tanto rapidamente. Se l'avessi saputo prima, le avrei tenute più strette, senza permettere a forze invisibili di separarci..." Non lasciarmi, Kazuo Ishiguro. La storia parla di come dal nulla possa comparire la tua ragione di vita, quella che ti salva appena in tempo prima di cadere totalmente nelle tenebre. Così un giorno, Kimberly Rae detta Kim, incontra Andrew Garfield. Forse era destino, forse no… ma i due faticheranno a dirsi addio, per poi… [momentaneamente sospesa]
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ATTO QUARTO
 
“Allora per il nostro anniversario avevo in mente di andare a mangiare in qualche ristorante d’élite, che ne dici?”
Andrew mi sorprese alle spalle come sempre mentre prendevo i libri dall’armadietto.
“Andrew, non serve!” gli risposi sorridendo.
“Ok, allora provvedo io a qualche bel posto.” Disse e mi baciò.
Poi fuggì via con il suo skate.
Era già passato un anno da quando ci eravamo conosciuti ed eravamo pazzi l’uno per l’altra. Andavamo a teatro insieme, avevamo anche fatto un viaggetto poco tempo fa a Boston e facevamo tantissime altre cose insieme, inoltre Andrew mi aveva imparato qualche salto di parkour, con scarsi risultati.
Lo avevo presentato a mia madre e lei subito mi disse che le piaceva e che sapeva che c’era qualcuno nel mio cuore, mi si leggeva negli occhi.
Lui mi presentò ai suoi la settimana successiva. Erano due persone per bene: la madre era casalinga ma ogni tanto lavorava come babysitter per le altri madri della palazzina in cui vivevano, il padre invece viaggiava molto tra Stati Uniti e Gran Bretagna. C’era una settimana massimo due al mese, poi ripartiva. Faceva avanti e indietro da circa 4-5 anni.
“Sai quante mie partite di basket si è perso?!” mi disse una volta Andrew.
Non era arrabbiato con il padre, solo che non gli piaceva il suo lavoro perché lo teneva molto tempo lontano da casa.
“Ma ormai ci ho fatto l’abitudine.” Mi aveva risposto.
Al nostro 6 mese insieme, facemmo l’amore per la prima volta.
Fu tutto bellissimo e molto dolce da parte sua: mi aveva portato una torta gigante al cioccolato a casa, per festeggiare ed eravamo finiti in camera mia a sfogliare i vari libri che avevo. Mi chiese di recitare per lui e io lo feci, poi non so come ci eravamo ritrovati in biancheria intima sotto le lenzuola del mio letto.
Avrei voluto rimanere per sempre stretta al suo petto e a contatto con la sua pelle calda e morbida. Circondata da braccia premurose e pronte a difendermi da qualsiasi cosa.
Ero felice, felice più che mai.
La mia vita la dovevo passare con lui, ne ero sicura al mille per cento.
Nel frattempo avevo trovato anche una scuola per recitazione non tanto distante dal mio liceo e la retta non era altissima. Andrew invece era ancora indeciso e forse l’avevo influenzato molto sulla scelta: lo avevo indirizzato verso qualcosa che non fosse sportivo, per via del suo ginocchio, e lo avevo portato a vedere così tanti spettacoli teatrali che ormai si era appassionato a quel mondo.
Sua madre una volta mi confessò che fin da piccolo Andrew allestiva piccole scenette in camera sua, poi da quando il padre lo aveva forzato a fare un sacco di sport, aveva lasciato perdere.
“Ti piace il teatro da quando sei piccolo, ammettilo!” dissi una volta mentre eravamo a passeggio per Central Park.
“Eh, cosa? Te l’ha detto mia madre vero?” chiese.
“Yep!” dissi tutta contenta.
“Perché non trovi anche tu una scuola di recitazione o belle arti?” gli chiesi.
“Perché… non lo so. Mi sembra di rubarti un sogno.” Disse serio.
Mi fermai di botto.
“Aspetta, cosa?! Ma non lo devi neanche pensare! Se è un tuo sogno, allora realizzalo!” gli dissi entusiasta.
“Stai usando le mie parole per convincermi?”
“Ho imparato dal migliore!” gli risposi.
E così si mise a cercare qualcosa anche lui, ma ancora non era deciso. Io l’avevo aiutato in tutti i modi, ma adesso era lui che doveva prendere una decisione.
 
Al suono della campanella mi ritrovai un biglietto di Andrew attaccato all’armadietto con scritto che mi sarebbe venuto a prendere alle 20 a casa mia, per poi andare a festeggiare il nostro anniversario.
“Spero che tu non abbia combinato niente di troppo eccentrico, pomposo e lussuoso.” gli scrissi in un sms.
Nel pomeriggio mi andai a comprare un vestito: semplice ma elegante, leggero e di colore verde smeraldo, senza spalline, lungo fin sotto il ginocchio con un piccolo spacco di lato e una spilla. Tornata a casa chiesi a mia madre se potevo rimanere fuori tutta la notte con Andrew e lei acconsentì sorridendomi.
“Kim, puoi rimanere a dormire a casa sua o farlo venire qua. Decidi tu.” Disse.
“Mamma stai bene? Hai la febbre? Influenza suina? Sintomi della Mucca pazza?” gli chiesi preoccupata e scioccata dalla proposta.
“Ma no! E’ che voglio che tu passa del tempo con lui… state insieme, godetevi la vita finchè potete.” Disse lei.
“Ok. Ma non lo faccio venire qui!” dissi salendo le scale per andarmi a preparare.
Non potevo sapere che l’indomani mia madre mi avrebbe fatto capire il perché di questa proposta, quasi indecente.
Alle 20 spaccate sentii il motore della macchina di Andrew parcheggiare di fronte casa e suonare il clacson. Uscii di casa e mi fiondai in auto.
“Allora ho una cosa da dirti che ti farà felice tanto quanto me!” dissi.
“Spara!” disse lui fremendo.
“Posso rimanere fuori tutta la notte e posso addirittura dormire da te!” dissi sorridendo a 40 denti.
Lui mi guardò stupito poi avvicinò il suo viso al mio e mi baciò con passione.
“So cosa vorresti fare, paraculo!” dissi mentre scendeva a baciarmi il collo.
“E c’è qualcosa di male? O magari non sei d’accordo?” disse lui con voce terribilmente sexy e provocatoria.
“Sei un maniaco. Vuoi farmi confessare di voler fare porcate con te!” dissi indicandolo.
“Oh! Che tragedia!” disse lui alzando le mani e allontanandosi.
Mise in moto la macchina e partimmo.
Per tutto il tragitto ascoltammo la radio cantando a squarciagola Another Day in Paradise di Phil collins, I’m Your Baby Tonight di Whitney Houston, You Give Love a Bad Name dei Bon Jovi, I Was Born To Love You dei Queen e tante altre, grazie ad una stazione radio che mandava in onda solo vecchie canzoni.
Quando ci fermammo, eravamo davanti casa sua.
“Questo è il ristorante dove mangeremo?” chiesi stupita.
“Avevi detto niente sfarzo, perciò ho preparato qualcosa di più intimo. Mia madre è andata da mia zia fuori New York e non tornerà a casa per i prossimi tre giorni.” Disse lui arricciando la lingua.
“Oh, bene.” Dissi io soddisfatta.
Come un cavaliere, mi aprì la portiera e mi fece entrare per prima in casa. La sala era tutta addobbata con luci di natale attaccate sui muri e messe su alcune piante. La luce soffusa creava un atmosfera intima e romantica perfetta per festeggiare un anniversario.
Al centro della stanza c’era un tavolo apparecchiato con una tovaglia blu e delle candele accese.
“Romantico.” Dissi a Andrew. Lui mi sorrise e mi fece accomodare, poi andò in cucina e tornò con un carrello pieno di leccornie.
Mangiammo lentamente, gustandoci il momento e il cibo. Assaporavamo e masticavamo in silenzio, guardandoci negli occhi.
Dopo il dessert chiacchierammo un po’, parlando dei libri letti di recente, ricordando le scene preferite dei nostri film preferiti o degli spettacoli teatrali. Rimanemmo a lungo sul divano, la sua testa poggiata sulle mie ginocchia e io che giocherellavo con i suoi capelli.
Si fece tardi e allora Andrew mi chiese se sarei rimasta a casa sua o se doveva riaccompagnarmi a casa.
“Scherzi?!” gli dissi, e poi lo tirai a me baciandolo.
Lui mi prese in braccio e mi portò in camera sua, mi poggiò dolcemente sul letto continuando a baciarmi. Gli tolsi la giacca e gli slegai la cravatta dal collo, lui nel frattempo mi sfilò il vestito da dosso e cominciò a baciarmi il collo. Gli sbottonai la camicia lentamente, assaporando quel momento carico d’attesa ed eccitazione. Una volta rimasti nudi, i nostri corpi si cercavano, si toccavano, si riscaldando, confondendo la mente e il pensiero nel diventare una cosa sola.
Rimanendo per tutta la notte inebriati dall’odore dell’amore e dal tepore dei nostri corpi, addormentandoci abbracciati l’uno all’altra.
 
“Here comes the sun, little darling” stavo cantando la canzone dei Beatles e strimpellando le note con la chitarra, quando Andrew si svegliò e mi sorrise.
“Buongiorno amore.” Gli dissi alzandomi dalla sedia per andarmi a sedere sul letto.
“Buongiorno anche a te!” disse e mi fiondò le sue braccia intorno al collo per avvicinarmi a lui e baciarmi. Ci rotolammo un po’ tra le lenzuola poi Andrew si andò a fare la doccia e io andai in cucina a preparare la colazione: bacon con uova, pancake e latte freddo.
“Ti sei messa la mia maglia da basket?” disse lui entrando in cucina con addosso solo i boxer.
Gli sorrisi e gli stampai un bacio sulle labbra. Ci sedemmo e mangiammo la nostra prima colazione insieme.
Poi ci andammo a vestire e lui mi riportò a casa.
“Che ne dici se dopo la scuola andiamo a vivere insieme?” mi chiese prima che potessi uscire dalla portiera.
Lo guardai sorpresa e poi gli risposi con un si accompagnato con tanti baci.
“Ci vediamo più tardi.” Gli dissi e poi entrai in casa.
Mia madre era seduta in cucina e stavo guardando alcuni fogli intensamente tanto da non accorgersi che ero rientrata.
“Ehi, mamma ci sei?” gli dissi.
“Si si! Stavo solo guardando delle carte…” disse.
“Di che si tratta?” chiesi preoccupata.
Ci mise un po’ a rispondere.
“Debiti… avviso di sfratto.” Disse.
“Cosa?!” presi le carte tra le mani e le sfogliai una ad una.
“Da quant’è che siamo in rosso?” chiesi.
“Da quasi un mese… non abbiamo più un soldo, ho perso il lavoro la settimana scorsa.” Disse piangendo.
“O mio dio… come facciamo adesso?” mi sedetti disperata sulla sedia.
Mia madre si asciugò le lacrime e mi prese le mani tra le sue e le accarezzò dolcemente.
“Ho telefonato tua nonna, ci ospiterà per un po’.” Disse.
Io rimasi pietrificata. Non ero in grado di spiccicare una parola, di piangere, di arrabbiarmi, niente di niente.
Mia madre si alzò e mi venne ad abbracciare.
“Ci dovremmo trasferire in Arizona, tesoro.” Disse accarezzandomi i capelli.

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Buongiorno gente :D
Arrivano tempi duri per Kim! Chissà cosa accadrà ai due innamorati e alla loro storia.
Aspettate e leggerete il seguito!
Grazie a tutti quelli che leggono la storia, in particolare:

Josh H 
Lady Lyoko 
BabyLily
Blake_Echelon
dakihysteria
kill_your_darlings
letherebelove

See you soon,

Artemis Black
  
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