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Autore: A k a n e    21/08/2012    4 recensioni
#32 – Mano
"Gwen afferrò con impeto il braccio del cugino per trascinarlo a forza alla cattedra della maestra; Ben le lanciò uno sguardo omicida prima di rivolgersi alla donna mormorando un “Mi spiace di averle lanciato quel gesso in fronte, giuro, volevo colpire Gwen…” e quindi tornare a sedersi, con un sussulto, accorgendosi che si stavano ancora tenendo per mano."
●Cinquanta frasi per Ben e Gwen - cinquanta frasi per descrivere una relazione fatta di odio, amore, amicizia.
[Attenzione! Tratta una relazione sentimentale tra cugini. Se la cosa vi disturba, vi prego di non aprire la pagina - Grazie per l'attenzione ;D]
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incest
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Note pre-lettura: Le seguenti 50 frasi si rifanno ai prompt della Community 1frase, che ho utilizzato sperando con tutto il cuore di non aver fatto torto a nessuno. In caso contrario sono prontissima a ritirare questo lavoro dal web con tanto di scuse.
Le frasi si riferiscono ad un pairing che personalmente adoro (Ben©Gwen) sebbene sia una relazione sottile e complicata. Ho cercato di trattarli nel modo più delicato possibile con la speranza di non aver offeso o disturbato alcuno, so che non è una coppia particolarmente facile da amare. Non tutte le frasi, comunque, saranno a sfondo romantico, con questi piccoli momenti quotidiani ho cercato di puntare l’attenzione su diversi aspetti della loro relazione.
A questo proposito, v’invito a considerare che le prime 25 frasi siano dal punto di vista di Ben; le restanti, invece si riferiscono a Gwen. Sperando che siate ancora interessati, vi auguro una buona lettura ;D


 





Moments

«L'amore guarda non con gli occhi ma con l'anima.»

- W. Shakespeare

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#01 – Angelo

Gli epiteti con cui Ben era solito apostrofare la cugina erano per la quasi totalità parolacce; per questo motivo mai, prima di vederla scendere le scale con l’abito bianco della festa e i capelli raccolti, mai avrebbe creduto di poterla paragonare a un angelo.


 

#02 – Sorriso

Ghigni sarcastici, risate di scherno e sguardi malevoli erano le espressioni cui Ben era avvezzo; così, quando per la prima volta lo vide fiorire sul volto di Gwen, impiegò qualche secondo a realizzare che proprio a lui stesse rivolgendo quel dolce sorriso.


 

#03 – Felicità

Ripensandoci ora, a distanza di sette anni, Ben si rendeva conto che in quella folle vacanza passata a girovagare per il mondo con il nonno e Gwen aveva scoperto una sfumatura nuova e totalmente inesplorata della parola felicità.


 

#04 – Pericolo

Anni che salva la Terra, e ancora Ben non riesce a capacitarsi di quale tra mostri, alieni e la sensazione dello sguardo smeraldino di Gwen che percorre la sua figura da capo a piedi, sia il suo maggior pericolo.


 

#05 – Confusione

Di tre sole cose era dolorosamente consapevole: le lacrime di Gwen a bagnargli la felpa verde, le sue ciocche fiammanti che gli solleticavano il viso mentre la stringeva a sé, i loro cognomi omologhi a segnare ufficialmente la loro consanguineità; tutto il resto era confusione.


 

#06 – Mondo

Il grido di Ben risuonò tra le pareti di casa Tennyson con sorprendente intensità; il bambino pestava i piedi e lanciava ovunque oggetti indefiniti mortificando i poveri genitori che cominciavano a maledire la loro decisione di concedersi una vacanza «Un’intera settimana a casa di mia cugina? Di Gwen?! Ma per nulla al mondo!».


 

#07 – Finestra

Era qualche tempo che, per ragioni al di fuori della sua comprensione, osservare le stelle incastonate nel cielo scuro come il velluto gli provocava una strana e contorta sensazione alla bocca dello stomaco: d’un tratto non gli sembrava più poi tanto smielato scostare le tende e ammirare il firmamento nella brezza che giungeva dalla finestra.


 

#08 – Spazio

Gli occhi lucidi della ragazza spinsero Ben a stringerla in un abbraccio sospettosamente impulsivo «Andiamo, non saremo poi così lontani…» cercò di minimizzare il giovane eroe prima di scostarsi e fissarla negli occhi color smeraldo «…e se senti la nostra mancanza, puoi sempre chiamare!» concluse prima di avviare i motori della Jet Carretta e partire alla volta dello spazio.


 

#09 – Vista

Mentre un panorama stupendo scorreva sotto gli occhi di Ben attraverso i vetri della nave, il ricordo delle braccia di Gwen che stringevano Kevin con sincero trasporto sfavillò, per un secondo, offuscato da quella meravigliosa vista.


 

#10 – Pace

«Ora basta con questa sceneggiata!» intimò nonno Max afferrando il nipotino per il colletto della maglietta e trascinandolo di peso nell’abitacolo della vecchia carretta; rottami di un nuovo computer portatile se ne stavano desolatamente abbandonati al suo interno mentre Max riprendeva a ordinare, in tono perentorio «Chiedi immediatamente scusa a Gwen, e vedete di fare la pace!».


 

#11 – Sbaglio

Chinatosi a sfiorare la fronte di Gwen con le labbra, il suo stomaco era stretto in una morsa, attanagliato dalla sensazione di un terribile sbaglio.


 

#12 – Occhio

Da quando ne aveva memoria, Ben non ricordava uno solo dei loro più furiosi e frequenti litigi che non si fosse concluso con un calcio, morso o dito in un occhio.


 

#13 – Mare

Soffiando e sputacchiando Ben riemerse dalla superficie dell’acqua entro cui l’incantesimo della cugina l’aveva scaraventato – come gesto di rappresaglia per aver dato fuoco ai suoi compiti delle vacanze – e picchiò offeso un pugno sulla superficie del mare.


 

#14 – Folla

Sommerso da un folto gruppo di ragazzine urlanti, Ben ringraziò il cielo quando vide apparire Gwen che, scura in volto e con i palmi illuminati dalle sottili propagazioni del mana, veniva verso di lui facendosi largo tra la folla.


 

#15 – Gabbiano

«Spesso vorrei solo scappare da tutto questo. Fama, gloria. Certo. Ma essere un eroe ha il suo prezzo…» Ben sospirò gettando un’occhiata alla spiaggia che si stendeva dinanzi a lui «…tutto ha un prezzo. E mi sento così stupido a comprenderlo solo ora...» concluse amareggiato, osservando il tranquillo librarsi in volo di un gabbiano.


 

#16 – Sogno

Incontrarsi di nascosto, uscire all’insaputa dei genitori e tenersi per mano all’ombra, nei vicoli più secreti della città, era per loro magia e atmosfera di sogno.


 

#17 – Libertà

Ciò che più intensamente bramava, infondo, era solo un po’ di libertà: libertà di ridere, vivere e amare; proibita e sbagliata, ma pur sempre libertà.


 

#18 – Gelato*

Pulendo camera e solaio Ben non si era mai divertito tanto: una piccola e deliziosamente furiosa Gwen lo fissava adirata attraverso una vecchia fotografia leggermente sgualcita, sullo sfondo, riconobbe se stesso nelle sembianze di Inferno, e furono presto spiegate le macchie sulla camicetta della cugina, gelato.


 

#19 – Controllo

Una luce abbagliante e rosata filtrava dalla sua finestra, Ben non fece in tempo ad alzarsi di scatto che Gwen apparve levitando al vetro: aprì la finestra e lei gli si precipitò in braccio, baciandolo con foga, solo allora comprese quanto – a quel punto – fossero entrambi completamente, totalmente privi di controllo.


 

#20 – Pesce*

La mancanza per nonno Max si era fatta più vivida e dolorosa, portare Gwen in quella radura non l’aveva aiutato: la cugina sembrava inconsolabile, nulla riusciva a smuoverla dal suo dolore ne il sole, il lago o i dolci schizzi dei pesci.


 

#21 - Sole

Non era il sole, che giocava tra le ciocche fiammanti di Gwen – realizzò all’improvviso, sentendosi incredibilmente sciocco – ma i suoi capelli di fiamma, che capricciosamente permettevano di filtrare ai raggi dorati del sole.


 

#22 – Brezza*

Di quella separazione, dopo mesi passati a girovagare per il mondo, ricordava ancora ogni dettaglio: i pugni di Gwen premuti sul vetro del camper, la smorfia contrita che gli attraversava il volto, il rombo del motore che segnava la fine della loro inaspettata felicità, i suoi capelli trasportati dalla brezza.


 

#23 – Costa

«Che fai, vieni Tennyson?» chiese nuovamente Kevin, con una distinta vena d’irritazione nel suo solito tono saccente «mi stai facendo preoccupare, sono ore che te ne stai qui sulla spiaggia a fissare questa maledetta costa!»


 

#24 – Città

«Preferisci la città o la campagna? Avanti devi darmi una risposta, così calcolerò il tuo ascendente, la tua pietra fortunata e il colore che non devi mai portare!» sua cugina persisteva nel sottoporgli quei quesiti da cinque minuti buoni, e Ben cominciava a perdere la pazienza – insomma, cosa poteva mai importargli di quale colore avrebbe o non avrebbe mai dovuto portare? – così si decise a fare l’unica cosa che gli avrebbe permesso di tornare a dedicarsi ai suoi videogame: rispondere un laconico e depresso «Città…»



#25 – Casa

Uno dei motivi per cui amava Gwen stava anche nel semplice modo in cui, tutte le volte, – a battaglia finita – gli si avvicinava, tremante e dolorante, piena di tagli e lividi, lo prendeva per mano e diceva, soave e serena «coraggio, andiamo a casa.»


 




 

#26 – Bugia

Percepiva distintamente lo sguardo di Ben indugiare sui lineamenti del suo volto; “Non siamo altro che amici, cugini” persisteva allora nel ripetersi, cercando di convincere se stessa di quella che sapeva essere una bugia.


 

#27 – Telefono

Una suoneria squillante e metallica si diffondeva dalla cucina a tutte le stanze di casa Tennyson; l’utente all’altro capo del telefono dovette sentirsi fastidiosamente ignorato poiché passarono altri cinque minuti e interruppe la chiamata: mai avrebbe immaginato qual genere di fantasie portavano la padrona di casa a ignorare gli insistenti squilli del telefono.


 

#28 – Orizzonte*

Quando il peso della loro follia si faceva tanto gravoso da rendersi insostenibile, Gwen era solita rifugiarsi sul tetto, per ricercare la serenità semplicemente volgendo lo sguardo alla linea dell’orizzonte.


 

#29 – Stile

Esattamente come per il controllo del suo mana, amare Ben era una questione di terrore, passione e stile.


 

#30 – Malinconia

Quando si sentiva triste, e -per il dono di quell’amore tanto sbagliato- la voglia di maledire il fato crudele prendeva il sopravvento, Gwen chiamava Ben, pur non avendo alcun motivo giustificabile per farlo; l’udire il suo semplice “Pronto…?” cancellava qualsiasi tristezza e malinconia.


 

#31 – Bacio

Le pupille d’edera di Gwen si dilatano per l’iniziale sorpresa, tuttavia è un breve, infinito secondo e tutto passa: un soffio sulle labbra e un uragano dentro di loro, destini di due amanti uniti e divisi dallo sbocciare di un bacio.


 

#32 – Mano

Gwen afferrò con impeto il braccio del cugino per trascinarlo a forza alla cattedra della maestra; Ben le lanciò uno sguardo omicida prima di rivolgersi alla donna mormorando un “Mi spiace di averle lanciato quel gesso in fronte, giuro, volevo colpire Gwen…” e quindi tornare a sedersi, con un sussulto, accorgendosi che si stavano ancora tenendo per mano.


 

#33 – Caduta

La risata di Gwen esplose in uno scampanellio argentino quando si rese conto di essere rovinata a terra: lei, il suo delicato abito bianco e il petto di Ben che le aveva dolcemente attutito la caduta.


 

#34 – Volo*

La prima volta che si era librata nell’aria era stata sulle spalle di Ben, rigorosamente trasformato in Pungiglione, mentre il ronzio delle ali da libellula le riempiva le orecchie e i capelli trasportati dall’aria prendevano il volo.


 

#35 – Felino.

«Sei un’idiota!» Gwen saltò al collo di Ben con uno strillo acuto e uno scatto felino.


 

#36 – Gravità.

Da quando erano nati, i loro rispettivi ruoli le erano sempre stati ben chiari e definiti: Ben commetteva sciocchezze con eccessiva leggerezza e lei aveva compito di fargliene comprendere la gravità.


 

#37 – Fantasma.

Tornando a casa dopo una piacevole cena di lavoro, i signori Tennyson trovarono la loro unica figlia barricata in camera, sepolta sotto coltri di coperte, tremante nonostante la calura estiva: «Ti sei nuovamente lasciata convincere a vedere uno degli schifosi film horror di tuo cugino Ben?!» chiesero con una punta di disapprovazione, ma Gwen –negando spudoratamente l’evidenza- si limitò a scuotere la testa e a portarsi le mani al volto, pallido, quasi avesse visto un fantasma.


 

#38 – Lotta.

«È mio finalmente!» Gwen esplose in una risatina squillante esibendo il telecomando tanto faticosamente strappato dalle mani del cugino, decretandosi vincitrice di quella patetica lotta.


 

#39 – Motore.

Gwen fulminò il cugino con lo sguardo mentre, per l’ennesima volta, si affrettava a ripetere: «So perfettamente come risolvere la cosa, non c’è bisogno di allarmarsi!» ma la verità era che una delle poche uscite senza Kevin si era risolta con sfregi multipli sulla vernice verde scintillante della macchina, debole baluginare dei fari e un gutturale gracchiare a sostituto dell’antico e potente rombo del motore.


 

#40 – Tornado.

«Cosa… cos’è successo?!» chiese Julie osservando la camera dell’amica, solitamente tanto rigorosamente ordinata da rasentare il maniacale; «Nulla di che… ho un appuntamento… cercavo un vestito adatto…» rispose Gwen evasiva, evitando di guardare la ragazza negli occhi come di specificare chi fosse il suo cavaliere, continuò invece a rovistare imperterrita nell’armadio scartando un capo dopo l’altro e gettandoli alla rinfusa con la furia di un tornado.


 

#41 – Vecchiaia

Capitava, a volte che pensasse alla sua vita quando le continue guerre che la sconquassavano sarebbero terminate: così si ritrovava a immaginare se stessa in un piccolo soggiorno, alle pareti immagini di bambini dai grandi occhi verdi, una tazza di tè caldo in mano, i capelli ingrigiti dal tempo e i segni della vecchiaia.


 

#42 – Domani

Spesso avrebbe preferito concentrarsi maggiormente ad assaporare il presente, anziché vivere nel timore del domani.


 

#43 – Sangue

«Sto bene, Ben, davvero» rispose, mascherando un colpo di tosse con il palmo sporco di sangue.


 

#44 – Paradiso

Era bello, stare così, semplicemente sdraiati a osservare il cielo; quasi come potessero alzare la mano e sfiorare con l’indice il paradiso.


 

#45 – Volontà

Qualsiasi tentativo facesse di troncare la loro relazione era vano: andava semplicemente contro la sua volontà.


 

#46 – Reale

Era talmente assuefatta alla presenza di Ben che, or mai, nulla che non avesse commesso in sua presenza sembrava veramente reale.


 

#47 – Rosa

Le guance di Gwen si colorarono pudicamente mentre le mani di Ben scorrevano sul velluto dell’abito succinto che le fasciava i fianchi e il bacio si schiudeva come un bocciolo di rosa.


 

#48 – Voce

Tra mille, avrebbe riconosciuto la sua voce.


 

#49 – Solitudine

Da quando Ben se n’era andato, ogni cosa aveva smesso prendere significato: restavano solo lei e il doloroso suono della solitudine.


 

#50 – Cecità

Mille e mille volte avevano chiesto loro cosa gli era preso, cosa era accaduto, se mai fossero impazziti; mille e mille volte avevano risposto dando la colpa all’amore, all’assuefazione, alla cecità.


 




Note Finali ~

Ed è così che dopo molto, moltissimo tempo faccio la mia ricomparsa su EFP. Mi è mancato scrivere, davvero.
Questa è la prima storia che pubblico sul fandom di Ben 10, serie che – quantunque ne possano dire gli altri – io adoro letteralmente. Non posso davvero credere di aver terminato questa raccolta, sembra surreale da parte mia (e chi mi conosce può confermarlo) ma è con orgoglio che vi presento le mie cinquanta frasi su Ben e Gwen. Mi sono costate parecchio lavoro, ma sono discretamente soddisfatta!
Vi lascio ora l’elenco delle frasi ambientate nella prima e nelle ultime serie, per eventuali dubbi non avete timore a chiedere.
Le frasi #01, #02, #06, #07,#10, #12, #13, #22, #24 - #32, #34, #35, #36, #37 e #38 si riferiscono alla primissima serie, quella in cui Ben aveva ancora dieci anni.
Invece le frasi #03, #04, #05 #08, #09, #11, #14, #15, #16, #17, #18, #19, #20, #21, #23, #25 - #26, #27, #28, #29, #30, #31, #33, #39, #40 e #41 si rifanno alle serie Ben 10 – Alien Force/Ultimate Alien.
Infine vi faccio notare che le frasi #18, #20, #22 - #28 e #34 si riferiscono a puntate realmente esistenti, quando tutte le altre sono frutto della mia immaginazione.
Ci tengo a ringraziare tutti coloro che mai leggeranno la mia storia, e anche coloro che non la leggeranno. Vi ricordo – solo perché lo sappiate – che le recensioni sono sempre graditissime :D
Spero che la storia vi sia piaciuta, in caso contrario, chiedo scusa per il disturbo *s’inchina e sparisce in una nuvoletta di fumo* alla prossima!
Saluti e baci©
Akane
 

  
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