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Autore: 1Dreamoflove    22/08/2012    2 recensioni
Questa è la storia di una ragazza 17enne, Livia, che sta per concludere il suo ultimo anno di liceo e non sa cosa fare della sua vita. Ad aiutarla ci sono la sua migliore amica, Clio, e il fratello di questa, Claudio. Arriveranno sorprese inaspettate e "segreti" sconvolgenti. Spero di riuscire a far emozionare tante persone con questa storia quindi spero la leggiate in tanti :)
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 1. Il mio angolo di universo. 

Ormai siamo in primavera ma continuano ad esserci giornate piovose. Proprio come questa. E inoltre devo anche andare a scuola anche se non ne ho minimamente voglia.
- Livia!! Scendi è tardi!!- mi urla mia madre dal piano di sotto.
-Ok mamma scendo!!!- gli urlo a mia volta. -Ma non serve a nulla. Devo aspettare Clio, lo sai.- gli ricordo una volta arrivata in cucina. Addento un toast sicura di dover aspettare ancora a lungo e proprio in quel momento si sente risuonare il trillo del campanello. Mi avvio ad aprire, sicura di ritrovarmi di fronte la mia migliore amica Cly, e per niente curiosa di scoprire il suo look del giorno che può variare dal punk fino al look più anonimo. Ma non avrei mai potuto prevedere di ritrovarmi di fronte una simile scena. Infatti una volta aperta la porta il toast mi cade di bocca alla vista della mia migliore amica. Indossa un completo molto sobrio: una maglia di un marroncino molto chiaro, un pantalone beige con delle scarpe con un tacco appena accennato ma che a lei dava qualche problema poiché aveva sempre detestato i tacchi. A completare il tutto c’era una giacca di velluto nero che era stata costretta a indossare a causa del brutto tempo. Aveva in mano anche un ombrello nero anziché il suo sgargiante ombrello rosa shocking.
-Cly mi spieghi che succede??- gli chiedo un po’ esitante.
-Le spiegazioni te le darò strada facendo. È tardi, andiamo.- mi dice e mi trascina via. – Ah, non ti dispiace se viene anche mio fratello vero?- guardo la soglia della porta dove vedo il fratello gemello di Cly, Claudio, che mi fissa come ad aspettare un consenso.
-Certo. Ma dovete spiegarmi che succede.- li avverto. –Tutti e due!- aggiungo notando l’abbigliamento di Claudio. Identico a quello della sorella. Solo che ovviamente lui non ha i tacchi ma semplicemente un paio di scarpe da ginnastica nere. Anche lui ha un ombrello nero aperto sulla testa.
-Le spiegazioni può dartele anche solo mio fratello. D’altronde mi ha obbligato lui.- mi dice Cly e mi lascia sotto l’ombrello del fratello precedendoci. Guardo Claudio in cerca di una spiegazione.
-Non preoccuparti per lei. È un po’ nervosa, tutto qui. Sai oggi abbiamo l’incontro con degli esaminatori che decideranno se darci o no la borsa di studio. Per noi è molto importante e volevo che lei si presentasse al meglio.- mi spiega.
-Si ma questo cosa c’entra con il fatto che siete vestiti allo stesso modo?- gli chiedo incuriosita
-Bhè… sai ho sempre avuto il desiderio di sembrare veri gemelli. Per una volta che mi da la possibilità di scegliere cosa fargli indossare ho colto l’occasione per esaudire il mio desiderio.- mi risponde quasi ridendo. Ed io, quasi senza accorgermene, ricambio il suo sorriso.
Siamo arrivati a scuola, per niente in ritardo. Anzi quasi in anticipo. Sarà forse perché la “camminata” di Clio è stata in realtà una corsa. Sento un motore avvicinarsi. Mi giro e vedo un motorino venire a gran velocità mirando ad una pozzanghera. *No.* penso. *Ti prego no.* Lo vede anche Claudio e fa una cosa che non mi sarei mai aspettata: lascia cadere l’ombrello e mi fa scudo abbracciandomi. Cerco di oppormi sapendo quanto è importante per lui questo giorno, ma lui è un colosso. E la moto arriva, bagnando i vestiti e i capelli di Claudio.
Continuo ad abbracciarlo. –Perché Claudio? Non importava qualche schizzo sui miei jeans! Io oggi non ho l’incontro che deciderà della mia vita!- gli urlo mentre una lacrima scende silenziosa sulla mia guancia. Guardo Clio sperando che lei mi aiuti in qualche modo. Che aiuti suo fratello. Ma lei è immobile a pochi metri di distanza che guarda attonita suo fratello che ha sempre preso in giro per la sua bontà e per il suo altruismo.
-Si è vero ma non potevo lasciare che tu ti ammalassi. Non preoccuparti. L’incontro è all’ultima ora, fino ad allora mi inventerò qualcosa.- mi sussurra Claudio all’orecchio per tranquillizzarmi e con un dito spazza via la lacrima. Prende l’ombrello da terra senza però lasciarmi e mi accompagna sotto al portico. Ci segue anche Clio che fissa suo fratello. Si stanno scambiando sguardi carichi di parole ma io non voglio sapere cosa si stanno dicendo. Mi sento distrutta. E in quel istante lo vedo. Ha in mano il casco ed ha uno sguardo innocente, di chi sa di non aver fatto niente. Si chiama Roberto e frequenta la nostra stessa classe. Gli lancio un occhiata accusatoria che lui sembra non notare.
-Io vado in classe. Ci vediamo dopo.- dico a Claudio e a Clio e, senza aspettare una risposta, mi avvio a grandi passi seguendo Roberto. Arriviamo in classe ma non c’è ancora nessuno. Bene.
-Ehi ciao. Come va? Spero che tu sia soddisfatto di aver rovinato la giornata a delle persone. Ah no, scusa me n’ero dimenticata. Tu non sei mai contento. Per quanto male tu faccia non sei mai contento.- gli dico alzando gradualmente la voce fino ad urlare. –Lo capisci che il tuo atteggiamento da bullo non ti porta a niente? Ti conosco da molti anni. Non sei mai cambiato. Infatti non hai mai avuto degli amici, sin dall’asilo. Ti sei mai chiesto il perché? Bhè io fossi in te me lo sarei chiesto già da molto tempo.- concludo e mi siedo al mio posto infilandomi gli auricolari nelle orecchie e mettendo a tutto volume una qualsiasi canzone del mio cellulare. Lui è in piedi, davanti al suo banco che mi fissa. Forse crede che sono pazza ma non può negare la verità. Intanto io mi immergo nel mio universo che in quell’angusto luogo è solo un angolo di classe.
  
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