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Autore: sopra_al_rumore    22/08/2012    2 recensioni
Sapevo bene ciò che volevo.
Liam era da sempre il mio grande amore,il mio desiderio vedendo una stella cadente,il mio tutto.
Poi la scuola mi propose una vacanza studio,incontrai Louis tutto sfumò,non avevo più nessuna certezza.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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In una calda mattinata di inizio Luglio seppi che la scuola mi aveva scelta per partecipare ad un P.O.N di Inglese con certificazione finale firmata Trinity della durata di un mese in Irlanda.
Accettai senza esistare,avevo già fatto la stessa esperienza un anno prima in Inghilterra. Volevo solo avanzare di livello e visitare un nuovo Paese.
Partì in buona fede,non aspettandomi nulla di tutto ciò che sarebbe accaduto.

Quando parto sono solita a lasciare cuore e sentimenti a casa,ma quella volta fù diverso.

Mi chiamo Ann,ho 16 anni e vivo in Italia.
Al sud,dove la gente del nord non vede nulla di buon occhio ma ci passa le vacanze per le splendide spiagge,il sole che brucia la pelle e l'armonia dei cittadini del posto che cantano e ballano con qualche alcolico in mano non curandosi del resto.

Mi è sempre piaciuto viaggiare,per la mia età ho visto già un sacco di posti,ma nessuno di questi è tra quelli che desidero,però non rifiuto mai nessun viaggio.
Ogni volo è un'avventura,ogni paesaggio è un ricordo,ed ogni arco di tempo ha la sua importanza.
E' per questo che ho accettato di lasciarmi cullare per un mese dalla piccola Irlanda,piena di verde e gente bionda con occhi chiarissimi,è per questo che ora sono qui a raccontarvi questa storia.

Un gruppo di 34 persone,professori compresi,era pronto all'aereoporto di Roma,Fiumicino.
Quel pomeriggio ero euforica,nel bus per arrivare alla Capitale avevo già fatto amicizia con i ragazzi che non conoscevo e con cui avrei trascorso un mese.
Avevo ripreso i contatti con quelli che già conoscevo ed ero pronta a tutto.
Al cibo spazzatura,alla temperatura fredda e al cielo piovoso,allo studio costante per 20 ore settimanali a parte i compiti 'a casa'.

In attesa del chek-in,ci sistemammo in fila indiana con i nostri carrelli carichi di valigie.
Avevo da poco fatto amicizia un ragazzo che frequantava la mia stessa scuola,che conoscevo di vista ma che non mi ero mai soffermata a parlare.Edo,era il suo nome.
Era dietro di me accanto ad un altro ragazzo che invece conoscevo bene,David,un amico che conosco dai tempi delle elementari.
Tra una chiacchiera e l'altra ci ritrovammo a parlare di calcio,ero un'espera di questo sport e dialogando sull'ultimo Europeo,non badai al mio tono di voce più tosto alto per una ragazza,in luogo pubblico tra l'altro e dissi senza vergognarmi:
''Perché ti sembra normale come sia passata la Spagna? Ammettiamolo,si sarà guadagnata tutte le partite,anche la finale,ma contro il Portogallo non meritava,assolutamente!''

Una voce,che non era delle persone a cui avevo rivolto la frase,s'intrufolò nel discorso:
''Wow,una ragazza che ne capisce di calcio...''
Sorrisi rendendomi conto che forse avevo reso un pò troppe persone partecipi in quel discorso a tre.
Mi girai senza dar troppo peso a quelle parole e non degnando nemmeno di una sguardo quel ragazzo e cambiai discorso ritornando tra le mie vecchie conoscenze,lamentandomi sul fatto che eravamo in fila da 3 ore. 

Il volo fù un inferno nel vero senso della parola. Partimmo di sera,dovrebbe essere rilassante,le luci in profondità su un piatto nero,un viaggio verso un posto sconosciuto,un aereo di prima scelta,un' avventura alle porte. Invece,non riuscì a chiudere occhio,dietro di me avevo 6 uomini a cui non sfiorò nemmeno per un secondo il fatto che qualcuno desiderasse dormire e continuavano a parlare del futile ad alta voce,come se a qualcuno potesse importare dei loro metodi di caccia o di quei poveri animali che sterminavano per divertimento.
Accanto a me era seduto un ragazzo diciannovenne che era nervoso perché non aveva mai preso prima d'ora l'aereo e mi tormentava per ogni minima cosa,dalla cintura di sicurezza,alle domande alle Hostess di volo.
Poi ancora un ragazzo che dopo 10 minuti dal decollo riuscì ad addormentarsi serenamente,beato lui.

Dall'aereoporto di Cork,dopo 3 ore e mezzo di volo,un bus ci attendeva per scortarci fino a Galway dove avremmo trascorso una settimana in attesa di stabilirci definitivamente a Dublino per le restanti 3 settimane.

Il mattino dopo fù un dramma,il sonno era ancora vivo ma il doveva chiamava e dopo una colazione affrettata e un giro per il College,ci attendeva in tanto temuto test d'ingresso per essere smistati nelle classi secondo il giusto livello di conoscenza dell'inglese.

Il mio test non fu dei migliori,infatti mi ritrovai in una classe dove facevo da interprete a chi era venuto non avendo nemmeno una base d'inglese e chi era troppo pigro per applicarsi.
Dopo il test cominciò la lezione ed afflitta capì che non potevo far nulla per cambiare le cose,ma un ragazzo che sedeva accanto a me decise di consolarmi ed io non feci a meno di lasciarlo fare.

Quella settimana trascose così veloce che non ebbi il tempo di iniziare il mio conto alla rovescia.
Riuscì ad avanzare di livello ma rimasi nella stessa classe perché l'altra,quella per ragazzi di un certo livello,era ormai piena.
Conoscevo poche persone in quella classe di medio livello,ero capitata giusto con quelli che non avevo avuto il piacere di conoscere durante il viaggio di andata.
Alla fine non chiesi nemmeno il nome al ragazzo che mi consolò,mi limitai ad apprenderlo dall'appello gionaliero.
Louis,si chiamava così.
Io invece,che avevo una strana tendenza asociale,mi distaccai subito da quella classe e quel ragazzo,cercando il posto a sedere più isolato possibile ma,fortuna volle che ci affidarano un compito ed essendo la più dotata,il ragazzo di nome Louis ed un altro elemento ancora sconosciuto,si imposero come miei compagni.Anche non volendo accettai,cercando di lasciarmi alle spalle la mia strana tendenza,ma acida,è sempre stato il mio secondo nome,e questo Louis lo capì presto tant'è che per lui ero la 'ragazza-asociale' o 'l'acidità in persona'.
Alla fine poco mi importava,non avevo intenzione di affezionarmi a nessuno,era un mese,niente di più,dopo di ché ognuno sarebbe tornato alla propria vita ed io tra le tante cose,avevo anche da pensare alle cose lasciate in Italia,come il mio amore profondo e mai ricambiato per un ragazzo di nome Liam.
  
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