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Autore: Francis Merman Bonnefoy    24/08/2012    1 recensioni
La scuola di Xavier pare l'unico rifugio concretamente sicuro per i mutanti, ma sarà proprio così, oppure i rapimenti sono tutti collegati ad opera della lega anti - mutanti?
Genere: Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Le due del mattino, inevitabilmente fugaci, erano passate, ormai da un bel quarto d'ora, ma, in qualunque modo avrebbe tentato, Logan non sarebbe riuscito a trovare una posizione comoda per consentirgli di chiudere occhio; ne era assolutamente certo: avrebbe passato un'altra notte in bianco.
Dovette rassegnarsi: si incamminò, con un passo comunque calmo e pacato, verso la cucina, sperando che qualche allievo adulto, avesse fatto la scorta di alcolici di nascosto.
Trovò una lattina di birra di quelle scadenti, ma che dopotutto era meglio di niente.
Il sapore e la bella sensazione che la schiuma gli dava lo fecero rilassare un bel po', invitandolo a consumare altre tre lattine, dopodiché non trovò altro che latte e cacao e qualche coca cola.
<< Tsk.. >> Sbuffò, ma purtroppo le lattine di birra erano terminate.
<< Nottambulo, a quanto vedo....>> Disse Scott Summers, entrato improvvisamente in cucina, sorridendo appena.
Logan ricambiò il saluto, ma mantenendo la solita espressione seccata, soprattutto in presenza di ciclope.
<< Logan... >> - Sbottò Scott - << Non c'è più bisogno di fare quel muso... tanto lo so che Jean... >> Venne interrotto bruscamente da Logan. << ... Jean.... >> Disse ringhiando appena.
Scott si grattò piano la nuca, cercando un altro argomento di cui parlare, o se la sarebbe vista veramente male; Jean ormai non c'era più, ed oltre a soffrire di questa triste perdita, sia lui che Logan, voleva anche evitare un azzuffata con Logan. << Wolverine, ti potrei chiamare.... >> - sorrise improvvisando - << La scuola ehm... come ti sembra ultimamente? >>
<< So adeguarmi >> Rispose lui, rovistando ancora in giro per la cucina.
Scott annuì, leggermente deglutendo per il tono di voce di Logan.
Wolverine capì subito che qualcosa non stava andando per il verso giusto: << Avanti, sputa il rospo.. che c'è? >>
Scott cominciò ad agitarsi: << Logan... non c'è nulla che non vada, te lo assicuro. Sono venuto qui per.... prendere questa! >> - Disse indicando un'arancia - << Fame, e deduco tu molta sete..... >>
Disse, osservando l'annuire di Logan che era sempre più minaccioso, e che lo costrinse ad allontanarsi dalla cucina.
Scott tornò ai dormitori, ancora mezzo attonìto, dopotutto non si aspettava di incontrare Logan, ma forse se lo doveva benché meno aspettare?
Logan si ritrovò di nuovo solo, e si sedette al tavolo, pensando a Jean, che a causa di Summers, gli era tornata alla mente.
Quanti bei ricordi che aveva passato con lei, troppi infine.
''Una scelta?'' Si domandò, pensando alle parole che Xavier, il Professor Xavier aveva enunciato su Jean Grey; Jean aveva fatto la scelta di sacrificarsi, ma Logan continuava a non concepire quanto bene si potesse volere, per spingersi così in rischio, per amicizia e amore.
Rimuginò così tanto, che alla fine, senza accorgersene, si addormentò con la nuca sopra il tavolo.
Si fecero le cinque, quando Rogue entrò lì per prepararsi la colazione, a lei piaceva svegliarsi presto.
Appena vide Logan sorrise: finalmente il caro vecchio Wolverine era riuscito a prendere sonno anche se, in cucina.
Logan si accorse subito della presenza di lei, e si sveglio sussultando: << Uh sei tu.. perdonami.. mi devo essere addormentato. >>
<< Ma figurati! >> - Sorrise lei - << Almeno sei riuscito a dormire un po', no? E' questo ciò che conta in fin dei conti........ >> Sorrise ancora.
Logan annuì, alzandosi dalla sedia e stiracchiando il collo, facendo scricchiolare le ossa: << Ero veramente a pezzi, poi, bé, non ho potuto farne a meno.. ho pensato ancora a Jean.. forse non mi ha mai amato, forse lei.. >>
Rogue lo guardò sconvolta: << Ma cosa ti salta alla mente?! Quando lei ti amava era sincerità pura la sua!! E' vero, c'è stato poi Scott, ma non ti potrebbe mai aver mentito, mai..... >>
<< Scusami.. dev'essere il bisogno di lei che mi fa ragionare così, ma dopotutto a chi non manca? >> Chiese Logan.
Rogue fissò il vuoto: << Già >>
Neppur tre minuti dopo precisi, la porta si spalancò completamente, ed entrò il Professor Xavier tutto agitato, andando a rivolgersi a Logan: << Logan, hanno rintracciato tuo fratello! >>
Wolverine lo guardò con aria incredula: << Hmm >>
A Xavier bastò guardare seriamente Rogue per farle capire di lasciarli soli, ed ella annuì, uscendo dalla cucina.
<< Bene. E dovrebbe importarmene qualcosa. vero? >> Chiese Logan, Xavier lo guardò incredulo: << E' tuo fratello per Diana! Credevo che almeno un che basta tu volessi bene, ma tu... tu gli vuoi bene, no? >>
Wolverine non rispose, dopotutto Victor si era sempre comportato male con lui, non aveva mai rispettato le sue opinioni, e la calma e pacatezza proprio non riusciva ad averle mai conosciute, non che Logan avesse poi quel tanto autocontrollo, ma almeno sapeva come gestirsi.
Xavier lo guardò di storto: << E' stato torturato ma per te non ha detto nulla. Avrebbe potuto riferire tutto su di te, avrebbe potuto dire che tu ti trovavi nella scuola, dopotutto le voci le ha raggiunte, e invece no, invece lui ha subito, per te. >>
Logan deglutì, non credendo poi così tanto alle parole del professore.
Xavier gli diede una pacca sulla spalla: << In questo momento sarà già in viaggio deduco >>
Wolverine lo guardò male: <>
Xavier rise: << Prevedevo questa reazione, ma dopotutto posso e devo offrire il posto migliore e sicuro a ogni mutante, anche se non tanto cordiale come ad esempio lo dimostra l'aggressività di alcune volte di Victor. >>
Logan sbuffò e si allontanò dalla cucina, per uscire dalla scuola e prendersi una boccata d'aria fresca e puramente mattutina.
Victor, Victor tornare davanti alla sua vista? Dopo tutto il male che gli aveva fatto? probabilmente le cose tra loro due non sarebbero cambiate mai, ma no di certo nei riguardi del loro legame familiare.
A Calgary invece Il freddo di quel mattino calò subito dopo l'avanzare come i truppa di una così fitta nebbia, quando un uomo, vestito di abiti scuri e del tutto privi di allegria, uscì da un piccolo pub, del tutto solo e rammaricato di se stesso.
Girò lo sguardo ancora verso l'insegna del locale; l'aroma intenso dell'ultima Vodka che ancora si faceva sentire, ma dopotutto era deciso, e per il suo bene, questa volta.
Calgary non era più un luogo sicuro, né per lui, né per il fratello, che dopo aver ritrovato la memoria perduta, aveva permesso a Victor di riprendere i rapporti fraterni che avevano scartato, non che tuttavia riuscissero ad andare sempre in accordo.
Victor marciò per qualche metro oltre il locale, quando entrò in un'auto che come al solito aveva preso a furto.
Il motore cominciò a scaldarsi, ma l'acceleratore sembrava essere un ostacolo, un blocco: abbandonare un'intera vita, un'intera esistenza in quel luogo che tanto aveva amato più di ogni altra cosa, era per lui un macigno troppo pesante da sopportare.
Ora toccava solamente salutare Calgary, in fin dei conti lui aveva sempre desiderato abbandonare quel luogo, o meglio, aveva sempre dato quell'impressione la maggior parte delle volte, ma in realtà essa aveva trovato un posto molto importante nel suo cuore, era come una casa per lui, ed il bosco la sua famiglia.
Per un momento spense il motore, come assorto in un ripensamento.
''Potrei rimanere, l'ultima Vodka questa, lo giuro, ed ancora un addio al mio bosco, poi ti abbandonerò Calgary''.
Un qualche cosa di profondo però, lo fece rinvenire; avrebbe dovuto andare via dal Canada il prima possibile, o la lega anti-mutanti lo avrebbe scovato.
Cominciò a prendere il controllo dell'auto sempre più deciso.
Dopo venti minuti di guida inoltrata, Victor abbassò il finestrino; la nebbia non era ancora svanita, ed il sentiero molto difficile da percorrere era ancora più posto a pericolare.
Adagio, adagio proseguì, premendo piano l'acceleratore, mentre lanciò un grande respiro fuori, ed ecco un altro ripensamento.
Victor però sapeva a cosa sarebbe andato incontro se fosse rimasto in Canada, mentre a New York avrebbe dovuto dare il meglio di sé, perché sarebbe entrato in una spettabile scuola per mutanti, non un luogo in cui avrebbe dovuto piantare le solite risse che parevano sempre seguirlo come i guai seguivano il fratello Logan.
Poi pensò a quel pub, cui alcuni di quegli umani si erano, in un certo senso, abituati a vedere gli artigli che aveva al posto delle unghie.
Pensò a quell'ultima Vodka che aveva ordinato prima di partire, ma era stata più amara, e chissà se l'avrebbe ancora bevuta lì, un giorno.
Per tutto il tempo che era stato lì, con un po' di Vodka e il sogno impossibile di rimanere ancora anni e anni, sapeva in cuor suo che non avrebbe potuto, ormai quel posto era diventato troppo ostile per una vita da mutante, dopotutto era ricercato, anche se non aveva fatto nulla di male.
Gli scese una lacrima, che però asciugò subito, in fretta e furia: non poteva permettersi di piangere, non in quel modo, non per codardia, lui era troppo orgoglioso, o gli altri pretendevano l'esagerazione della perfezione da parte sua, cosa che non poteva garantire, in fondo anche lui aveva i suoi lati segreti e sensibili.

Divenne agitato quando arrivò vicino a un bosco; lo sguardo divenne più cupo perché si era il bosco dove aveva rifugiato per tre mesi, e dove per cotanti giorni aveva vagato in altri boschi di quelle zone canadesi e tutti avevano lasciato un segno profondo nel suo cuore, ma nemmeno erano più sicuri come una volta.
Intravide delle persone in uniforme militare, scagnozzi della lega anti - mutanti.
Accelererò in fretta per non farsi riconoscere, piangendo un po' per dover abbandonare anche quel luogo, ma ormai non avrebbe più potuto fare molto che accettare la triste cruda e dura verità.
Avrebbe dovuto abbandonare, ma chissà se per sempre.

Abbassò ancora leggermente il finestrino e rallentò per poter sentire almeno l'odore della natura del bosco.
Lui aveva un olfatto molto potenziato, rimase molto a sentire l'essenza dell'acqua di un fiume che percepì in lontananza e delle foglie degli alberi che si muovevano sinfonicamente a danza trainati dal vento incombente, e ciononostante la nebbia vagasse ancora in giro, i suoi sensi erano più forti.
Sospirò, quasi come in un sussurro, per poi riprendere la guida e affondare la testa verso il sedile senza perdere il controllo dell'autovettura e rialzando il finestrino, o quel profondo profumo lo avrebbe fatto impazzire di lì a poco, ma alla fine non poté resistere; scese dall'auto e si avvicinò pian piano alle prime foglie, la radura lo stava chiamando sempre più insistente ma lontano scorse delle persone.
Si nascose dietro a una grande e possente pianta un po' col fiatone e lo spavento, per un attimo di pensieri inconsci e profondamente assorti, cercando il momento opportuno per scattare al di sopra degli alberi e non essere visto; calcolò un minino il tutto, e poi senza pensarci due volte balzò sopra un albero con scatto animalesco percorrendo molto velocemente il tragitto verso il fiumiciattolo che scorreva non molto distante dai militari, che erano posti a controllare qualsiasi bosco dei dintorni del Canada.

Per un attimo fu al sicuro e si avvicinò al fiume scendendo con un tonfo dagli alberi e cominciò a bere l'acqua assetato più che mai, dopotutto sarebbe stata l'ultima volta, voleva godere quegli attimi per poter risentire quelle sensazioni almeno nei profondi sogni che avrebbe fatto all'accademia.

Bevve più che poté, balzando poi da una parte all'altra del fiume, cercando di cacciare animali, non c'era più nulla di umano in lui, non lo era mai stato, poi si fermò in prossimità di alberi che alcuni taglialegna avevano abbattuto, lasciando segni con i suoi artigli sui tronchi: << Maledetti umani... >> Riuscì a dire, nonostante fosse del tutto privo di ragione umana, ma di istinto puramente animalesco e selvaggio.

La sua coscienza dovette richiamarlo, e la ragiona cacciò di nuovo il suo istinto selvaggio, costringendolo a tornare all'auto e proseguire verso la scuola.
Avrebbe dovuto vagare ancora per chilometri e chilometri.
Lanciò ancora un'occhiata verso il bosco e raggiunto il fiume gli scese una lacrima, quel posto lasciava veramente una tranquillità nel suo cuore che alla scuola forse non avrebbe mai raggiunto ma almeno ci sarebbe stato un posto sicuro per lui dopotutto. 

Scattò di nuovo sopra gli alberi per non farsi scoprire, e raggiunta l'auto una volta tornato a terra, si sedette sul sedile, lasciando ancora entrare in lui l'odore del bosco, per poi rialzare il finestrino e non sentirlo più, era peggio di una droga per lui.
E così viaggiò per ancora quattro giorni in macchina, così tanto lunghi perché costretto a prendere sentieri e strade poco conosciute, andando piano e controllando ogni angolo in cui si sarebbero potute intravedere persone, ma, tutto sommato alla fine la scuola fu davanti a lui, presentata.
Rimase un tantino in blocco, non sapeva se scendere dall'auto e bussare, o se attendere ancora, dopotutto erano le tre e mezza passate del mattino, ma, come al solito, una certa persona il sonno non lo stava nuovamente vedendo, mentre sicuramente tutti gli altri dovevano essere sotto le coperte da molto tempo; Di Logan invece, ne percepiva il suo odore e i suoi spostamenti: << ancora a bere birra lui.. di nascosto.. >> Rise, sapeva che nella scuola gli alcolici non erano poi così tanto tollerati, per lo meno in presenza dei bambini e allievi. ''Mhhh credo che dovrò bussare m-ma.. se dormissero?'' Si domandò. Non poté dire una parola in più che qualcuno aprì la porta. Vide una sagoma di un uomo con un sigaro in bocca e con l'aria un po' scazzata nel vero senso della parola, soprattutto quando vide Victor: era suo fratello Logan che Vic chiamava sempre Jimmy o anche testa dura in modo affettuoso, a volte non poi così tanto perché se l'erano date di santa ragione. Victor lo avrebbe voluto abbracciare, ma Jimmy non avrebbe capito perché quel cambiamento improvviso. si limitò a sorridergli. Logan ormai ricordava tutto anche se aveva perso la memoria, ricordava delle botte che aveva ricevuto dal fratello maggiore e questo non fece che farlo innervosire alla sola vista del fratellone: << Jimmy ci sono cose che ti devo spiegare..... >> disse un po' cupo, avvicinandosi sempre più all'entrata, mentre Logan rimase con aria quasi di menefreghismo puro masticando e fumando il sigaro. si limitò a scostarsi al lato destro per farlo passare. Victor guardò, con un sorriso, non ricambiato, il fratello. << Almeno un po' di cordialità fratellino, non farebbe poi così male,no? Non sei molto felice di vedermi, io invece si... ma tanto parlare con te è come parlare con uno dei tuoi sigari.. però vorrei che qualcuno mi mostrasse la strada.. >> Disse Victor, ma il fratello rimase fermo, continuando a fumare. Victor scosse il capo con un misto di sbigottimento, delusione e anche imbarazzo per la brutta figura che stava facendo. Improvvisamente dalla fine del corridoio molto in fondo vide Scott Summers, chiamato anche Ciclope che per fortuna lo aiutò, nonostante Logan avesse preferito ammazzare Summers, infatti per circa un quarto d'ora si erano messi a litigare: << Mio fratello non può stare in questa scuola! >> Aveva continuato a gridare e ringhiare Jimmy, mentre Scott si era limitato a incrociare le braccia cercando di mantenere l'ordine, ma non aveva fatto altro che far arrabbiare di più Logan. Victor rimase a guardare la scena, abbassando leggermente lo sguardo per la vergogna. Rise un po' quando vide il fratello in un'aria goffa, ma si zittì subito alla prima occhiata di astio di Logan.

   
 
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