L’amore è sopportazione
reciproca?
Maybe I know, somewhere
Deep in my soul
That love never lasts
And we've got to find other ways
To make it alone
Or keep a straight face
Le
sfiorava il fianco, leggermente
scoperto dalla maglietta, con la punta delle dita. All’inizio
odiava essere
toccata in quella parte del corpo: appena si accorgeva degli attacchi
birichini
delle sue mani, lei si irrigidiva e si allontanava. Sentendosi quasi
offeso
dalla sua reazione, un giorno le chiese spiegazioni, e
riuscì a strapparle due
parole: è grasso.
Allora, comprese che era un solo un
altro dei suoi complessi, uno dei tanti che insieme stavano cercando di
abbattere, giorno dopo giorno.
Sorridendole, si avvicinò e pose la sua
mano proprio lì. Lei lo guardò, stizzita e un
po’ imbarazzata.
Stava per rivolgergli epiteti poco
carini- perché attaccare era il
suo modo
per difendersi-, quando lui le sussurrò qualcosa
all’orecchio. E da quel
momento “quei fianchi grassi e mollicci”
diventarono delle semplici parti del
corpo, un altro luogo in cui poter godere delle sue carezze.
Mentre l’accarezzava, lei gli stava
raccontando del nuovo pezzo dei Muse,
uno dei suoi gruppi preferiti.
«… perché il loro stile è
decisamente
cambiato. È un mix di rock, pop e» si
fermò un momento prima di sputare quella
parola «elettronica. »
Lui alzò gli occhi al cielo e poi li
riportò su di lei. Aveva uno sguardo contrariato e si
torturava il labbro
inferiore. Era il suo modo per dimostrare quanto poco gradisse certi cambiamenti.
Stava parlando da circa dieci minuti,
quando improvvisamente si interruppe e lo guardò
fissò negli occhi.
«Allora è questo, l’amore?»
Lui cercò di capire a che si riferisse,
ma non ci riuscì.
Gli capitava spesso, di perdersi nelle
sue parole, nei suoi ragionamenti contorti.
«L’amore è sopportazione?» Gli
chiese
impaziente.
Ancora una volta la guardò confuso.
Sbuffando, continuò. «Tu sopporti la mia
passione per i libri, e io le tue partite; io convivo con la tua barba
ispida e
tu con le mie gambe, non sempre perfettamente lisce; tu tolleri il mio
amore
per il salato, e io la tua mania dei dolci. L’amore
è sopportazione reciproca?
»
Il suo sguardo finalmente si illuminò e
capì a cosa stava alludendo.
«Non è proprio così,
perché…»
«Che significa “non è proprio
così”? »
La interruppe lei « sai che sono per il bianco o per il nero
e non… »
«Se tu mi lasciassi finire, capiresti
cosa intendo dire. » La redarguì lui,
scompigliandole i capelli.
Lei, allora, mise il broncio ma si
preparò ad ascoltarlo.
Perché
riusciva sempre a capirla e darle le risposte che cercava.
«Non
si tratta di mera sopportazione.
Certo, all’inizio il tuo continuo blaterare sul nuovo fantasy
in uscita non mi
interessava molto, e ascoltavo solo per farti piacere.» Si
fermò un secondo per
vedere la sua reazione; poi, notando che non aveva tirato fuori
coltelli o
oggetti contundenti di altra natura, continuò.
«Poi, però, mi sono interessato, e ho
imparato a conoscere e amare la tua mania dei libri. E non
perché
improvvisamente sono diventato un avido lettore, ma perché
fa parte di te e ti
rende quella che sei.».
But darlin',
You are the only exception
Rimasero
per un po’ in silenzio, ognuno
perso nei propri pensieri.
Poi lei ruppe quella bolla di
tranquillità. «Sei bravo con le parole,
sai?»
Lui rise e le baciò la punta del naso.
«E tu fai la migliore pizza margherita del mondo.».
Lei trattenne il respiro e si gettò tra
le sue braccia, con gli occhi un po’ lucidi.
Aveva
capito il suo discorso.
«Quindi,»
esordì «vuoi venire in
libreria con me, domani?».
O
forse no.
**************
Prima
di tutto ringrazio
la mia beta, Ash
Of Her_ e coloro i quali hanno letto.
I personaggi non hanno nome e, in parte, è una scelta
voluta: li ho immaginati
come due ragazzi qualsiasi, in una città qualunque. Forse
sarà più facile
apprezzare la storia in questo modo.
Le parti in corsivo sono tratte da una canzone dei Paramore, The only
exception.
Sono “entrata“ nel genere romantico, di recente,
senza sapere bene come e
perché; ma sono comunque allergica alle cose troppo
sdolcinate, quindi
troverete sembra una nota ironica e un certo realismo nelle storielle
che
scrivo.
Se avete qualche dubbio, sono a disposizione.
Grazie per l’attenzione e buone vacanze, a chi è
ancora in ferie, e buon
rientro, a chi si accinge a salutare l’estate 2012.
SenzaFiato