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Autore: MionGD    27/08/2012    4 recensioni
La ragazza lo guardò disperata.
Chi cavolo le era capitato.
Non solo era venuto all’ultimo momento, non solo aveva quei capelli rosa che saltavano agli occhi ma voleva pure parlare.
Il suo cervello era ormai andato, non credo che avrebbe avuto voglia di ascoltare un ragazzo coi problemi sentimentali.
Cominciò a parlare il ragazzo, lei lo ascoltava, o almeno cercava di ascoltarlo.
Aveva sonno. Se avrebbero fatto qualcosa, l’avrebbe tenuta sveglia. Ma stare così, ferma ed immobile, ad ascoltare di certo non aiutava a restare sveglia.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: G-Dragon, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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NOTE DELL’AUTRICE: Questa è la prima one-shot che scrivo, che non abbia violenza, sesso, scene yaoi, non c’è amore e sentimento, eccetera… ormai mi conoscete, in ogni piccola storia che ho scritto o c’era sesso, o violenza. In questa no u.u  Questa è nata in un semplice momento di pazzia, questa volta le polpette non c’entrano, c’entra solo la mia mente malata =D Vi dico già che è ambientata in Francia, quindi nel periodo in cui GD aveva ancora i capelli rosa. Ed è collegata un po’ alla mia long fiction “il gioco del destino” (ma di poco xD)
Buona lettura. Mion

QUALCHE MESE DOPO

-Quanto?- Chiese il cliente cominciando a rivestirsi.
-700- Rispose la ragazza dai capelli biondi.
L’uomo quasi si strozzò con la sua stessa saliva  -Non credevo fossi così cara-
-Beh, il prezzo stabilito inizialmente era di 500, ma sai com’è, non erano comprese le botte che mi hai dato- Disse fredda.
L’uomo sogghignò leggermente, scuotendo la nuca  -Ecco a te, cara-
-La ringrazio-  Contò i soldi –Buon proseguimento di serata- Indicò poi la porta.
L’uomo uscì dalla camera.
Poteva finalmente farsi una bella doccia fredda per togliersi di dosso i residui di sperma di quello schifoso.
Non aveva bisogno di spogliarsi, essendo già priva di vestiti, quindi si diresse direttamente verso il piccolo bagno della camera.
Qualcuno bussò alla porta.
-Si?-
-Corinne, sono Joseph- Rispose la voce all’altro capo della porta.
-Entra pure- Disse la ragazza infilandosi velocemente l’accappatoio ancora inutilizzato.
Colui che era al di là della porta, non se lo fece ripetere due volte ed entrò tutto euforico  -Parigi, stasera, è bellissima non trovi?- Disse tutto d’un fiato mentre si posizionava sul letto  -Non riesco ancora a capire perché hai rasato quei deliziosi riccioletti. Fortunatamente l’altro lato è ancora vivo. Quel tatuaggio è nuovo? Ah, al piano di sotto c’è lo stand con le nuove lingerie per lo spettacolo di domani sera. Piuttosto, quello ti ha pagata? Quanto? Ah, e…-
-Cristo Santo Joseph- Urlò la ragazza interrompendo il suo “capo”  -Una cosa alla volta, Dio santo- Si massaggiò le tempie  -Uno: No, Parigi è sempre uguale come ogni sera. Due: Ho rasato i capelli da un lato perché mi andava, non devo certo dar conto a te. Tre: No, l’ho sempre avuto questo benedetto tatuaggio. Quattro: Do un’occhiata dopo agli stand e cinque: si mi ha pagata, ma ho preteso circa 200 Euro in più per il semplice fatto che mi ha riempita di botte- Terminò la castana.
-Cristo! Che ti ha combinato?- Chiese Joseph, fingendosi interessato.
-Qualche pugno qui e lì-
-Schifoso-
-Come se ti importasse. Basta che prendi la tua parte di soldi- Ribatté Corinne.
-Giusto- Confermò l’uomo avvicinandosi al comodino per prendere la sua percentuale del guadagnato  -Bene, 300 sono miei-
-Come al solito- Sbuffò la giovane.
-A proposito, tra dieci minuti ne riceverai un altro-
-Ancora?- La ragazza, si lasciò letteralmente cadere le braccia.
-E’ piombato  qui dentro senza manco sapere dove si trovasse precisamente e io gli offerto una serata con una delle nostre ragazze migliori- Sorrise il modo quasi inquietante.
-Certo, ho almeno  il tempo di fare una doccia?-
-Hai dieci minuti, regolati tu- Rispose l’uomo, uscendo poi dalla camera.
Sbuffò pesantemente e filò nel box doccia.
Diciamo che sarebbe stato inutile farsi una doccia, quando dopo poco si sarebbe nuovamente trovata punto e da capo.
Però le sarebbe comunque servito per darsi una bella rinfrescata.
Le bastarono pochi minuti.
Si rimise nuovamente in ghingheri.
Indossò un corpetto nero con fiocchetti bianchi e un tanga abbinato.
Non indossò scarpe, sarebbero servite a poco, quasi per niente.
Applicò un po’ di fondotinta sui graffi che le aveva lasciato l’uomo di prima, e per finire un po’ di lucido sulle labbra carnose e rosee.
Versò un po’ di vino rosso in un piccolo calice in vetro e ne sorseggiò un po’ in attesa del nuovo cliente.
Si aspettava già un altro stronzo maniaco, ma ormai ci aveva fatto l’abitudine.
Controllò l’ora, erano le 2.00 di notte. La stanchezza cominciava a farsi sentire, ma aveva ancora da lavorare.
Purtroppo il suo lavoro era questo. Di certo non faceva la puttana perché le piaceva, le servivano soldi e la società francese non aveva un bel niente da offrire.
Si lasciò trasportare dai pensieri e socchiuse gli occhi.
Ripensò alla sua famiglia che tanto le mancava, e se i suoi avessero saputo che fine aveva fatto la loro amata figlia, beh di certo non le avrebbero fatto la lode.
Fortuna che la sua città natale era ben distante da Parigi e non aveva modo di incontrare i genitori.
Prese un altro sorso di vino e riaprì di scatto gli occhi sentendo bussare alla porta.
Doveva essere lui.
-Avanti- Urlò per farsi sentire.
Una testolina coperta da un cappello e da enormi occhiali sbucò fuori.
-Sei tu Co…Cari..Carolyn?- Chiese la voce spiccando in un inglese non tanto buono.
-Corinne, non Carolyn- Puntualizzò la castana  -E comunque si sono io- Rispose paziente.
-Oh, perfetto- Entrò, lasciandosi chiudere la testa alle sue spalle.
Era un ragazzo magrolino, piuttosto giovane, lo si poteva notare benissimo.
-Mi ha detto… il tuo capo, credo… che sei disposta a fare tutto-
-In un certo senso- Annuì la giovane.
-Benissimo- Tolse prima gli occhiali, quindi Corinne poteva benissimo constatare che quel ragazzo era sicuramente orientale.
-Sei giapponese?- Chiese la ragazza per pura curiosità
-CI sei andata vicino, Coreano- Sorrise per poi puntualizzare  -Sud-Coreano- SI sedette sul bordo del letto.
-Capisco-
Adesso fu la volta del cappello, che finalmente rimosse.
Corinne trattenne per un pelo una fragorosa risata nel vedere il colore dei capelli che sbucò fuori da quel cappello  -Adesso capisco perché porti il cappello- Cercò di essere più seria possibile.
-Beh, sai sarebbe un guaio se mi riconoscessero-
-Addirittura?-
-Eh beh, direi, non è un bel posto questo-
-Ah, io credevo lo portassi per i capelli- Disse ridendo sotto i baffi.
-Anche per quelli, i capelli contribuiscono nel farmi riconoscere-
-Beh, diciamo che il primo pensiero che verrebbe a qualcuno è “avrà sbagliato tinta” ma addirittura non voler farsi riconoscere… mi fa proprio pensare che hai sbagliato tinta-
Il ragazzo la guardò torva  -Non capisco-
-Hai detto che porti il cappello per non farti riconoscere, vuol dire che devi avere proprio vergogna di quella tinta- Rispose con non-chalance.
-Ma cos..- Il Ragazzo scosse la testa  -Cioè… Tu.. Naah.. mi sa che non ci siamo capiti-
Corinne lo guardò perplessa.
Il tizio dai capelli rosa sbuffò leggermente  -Non porto occhiali e cappello per i capelli, ma per il semplice fatto che se i paparazzi mi beccano mentre sono qui è un guaio-
-E perché i paparazzi dovrebbero venire dietro di te?- Domandò ancora più perplessa.
-Scusa, ma almeno sai chi sono?-
-Dovrei?- Inarcò un sopracciglio.
-Ma non è possibile-
-Senti per favore, sono le 2.15, prima di te ho avuto un altro cliente, sono alquanto stanca, tu non eri in programma, sei sbucato all’improvviso, ho dovuto farmi una doccia nel più breve tempo possibile, adesso vieni e mi chiedi se ti conosco? Ma perché dovrei conoscere un tizio dai capelli rosa confetto? Spiegamelo-
Il ragazzo non si scompose minimamente e con un ghigno disegnato sul volto  -Ma per il semplice fatto che io sono Kwon Ji Yong, o se proprio vogliamo entrare nell’ambito artistico, sono G-Dragon-
-Bene piacere, io sono Corinne la puttana più richiesta del Rubis-
-Sul serio? Beh, devi essere proprio brava a letto- Sorrise
-Eh, direi-
-Peccato che io non ho proprio voglia di fare niente questa sera-
La ragazza strabuzzò gli occhi  -E adesso spiegami perché sei qui-
-Mi hanno detto che sei disposta a fare tutto- Si giustificò
-Mi fai paura lo sai?-
-Voglio solo passare un po’ di tempo, la mia ragazza è morta da poco e…-
La castana lo interruppe  -Eh beh? Qual è il miglior rimedio, se non una grande scopata?-
-Ma non ho voglia di scopare- Ribatté JiYong, scazzato  -Voglio solo parlare con qualcuno-
-Mi pagherai il doppio per questo, sappilo-
-Pare che ho problemi di soldi, io- Sorrise.
La ragazza lo guardò disperata.
Chi cavolo le era capitato.
Non solo era venuto all’ultimo momento, non solo aveva quei capelli rosa che saltavano agli occhi ma voleva pure parlare.
Il suo cervello era ormai andato, non credo che avrebbe avuto voglia di ascoltare un ragazzo coi problemi sentimentali.
Cominciò a parlare il ragazzo, lei lo ascoltava, o almeno cercava di ascoltarlo.
Aveva sonno. Se avessero fatto qualcosa, l’avrebbe tenuta sveglia. Ma stare così, ferma ed immobile, ad ascoltare di certo non aiutava a restare sveglia.

Continuava a parlare a raffica.
Non la smetteva più.
-Aspetta, fermo, fermo, fermo, fermo… chi è questa Mion?-
Il ragazzo sbatté le mani sul letto  -Ma scusa, mi stai ascoltando o no?-
-Si che ti sto ascoltando ma non ci sto capendo un cavolo. Mion, Seung-hyun, Gombei, Rena, Karinka… Chi uccide l’altro… non riesco a collegare i nomi- Urlò la ragazza spiaccicandosi una mano sulla faccia.
-Mi hai detto che sei laureata, sicura di esserlo? Se non riesci a collegare i nomi è preoccupante-
-Ma cosa centra- Piagnucolò Corinne  -Tu mi stai rincoglionendo-
-Allora, spiego tutto da capo-
-Noooo- Urlò la castana andando in contro al ragazzo. Gli prese il volto tra le mani –Allora caro, basta che mi dici chi è chi, e siamo a posto-
JiYong sospirò  -Allora, coco…-
-Coco?- Chiese
-SI! Corinne è troppo lungo e ho deciso che d’ora in avanti ti chiamerò Coco-
-Mi chiamo Corinne, Corinne, che cavolo è ‘sto Coco?- Chiese ancora stizzita.
-Insomma posso parlare o no?-
La ragazza si arrese, non rispose e con un semplice gesto della mano gli indicò di andare avanti.
-Oh, finalmente, COCO-  Sottolineo quel nomignolo del cavolo che fece roteare gli occhi alla ragazza che aveva cambiato posizione sulla sedia per l’ennesima volta  -Mion è la mia ragazza, anzi era la mia ragazza-
-Ok, quindi l’assassina della Yakuza è Mion giusto?-
-Oh, finalmente un passo avanti, si è lei… Poi c’è Seung-hyun uno dei componenti della mia boy band-
-Quindi, la spia-
-Ma brava, stai imparando-
-Ti stacco quei capelli, sono seria-
-Poi c’è Rena, l’amica di Mion- Disse JiYong
-Quindi poi Gombei è quello che ha ucciso tutti alla fine, giusto?-
-Esatto-
-Avrei una domanda- Alzò la mano quasi come se fosse a scuola.
-Prego- Rispose il ragazzo dai capelli rosa.
-TI sei mai chiesto come mai quella ragazza sia capitata da voi proprio due giorni prima dalla morte del vostro manager? Era il manager giusto?-
-Si era il manager… comunque non capisco la tua domanda- Il giovane inclinò la testa verso un lato.
-Insomma, magari essendo stata membro della Yakuza, avrebbe potuto uccidere lei il vostro manager e qu…-
-Non dirlo neanche per scherzo- JiYong si alzò di scatto puntando un dito contro la ragazza.
Corinne per poco non cadde dalla sedia, si era trasformato in pochi secondi, metteva paura, la ragazza avrebbe temuto il peggio da un momento all’altro.
Ma successe il perfetto contrario.
Al ragazzo scesero delle lacrime.
Quel po’ di matita che aveva sotto gli occhi, cominciò a sbavare.
-No, JiYong scusa, io non volevo… davvero- La ragazza si alzò dalla sedia, andando ad abbracciare velocemente il ragazzo che le stava davanti.
Non avrebbe mai pensato di farlo. Forse era per il semplice fatto che quel ragazzo le faceva pena, ed era tenerissimo, ma poteva anche essere perché l’aveva esaurita in meno di mezz’ora, quindi ogni cosa che faceva non era più di sua volontà.
Accarezzò i suoi capelli, erano morbidi  e lisci.
-Perché cazzo non li ho io lisci- Disse cercando di sdrammatizzare un po’ la situazione.
-Usa la piastra, idiota- Rispose il ragazzo rimanendo ancora nel suo abbraccio.
-Idiota ci sarai te, tizio dai capelli rosa- Sciolse l’abbraccio
-Hey, non ti do il permesso di insultare i miei capelli-
-Senti, ritorna carino e puccioso, muoviti-
Al giovane ragazzo scappò un risolino, il che fece tirare un sospiro di sollievo alla giovane donna.
Ritornarono, ognuno di loro, ai loro posti, pronti a ricominciare a parlare.
-Coco, ma quanti anni hai?-
-Quanti me ne dai?- Rispose la ragazza, sorridendo
-Mah, venti? Ventuno?- Tentò
-DI più- Sorrise
-Venticinque?-
-Più cinque?-
-Trenta?- Il ragazzo balzò in piedi quasi urlando
-Si- Scoppiò a ridere  -Non credevo di dimostrarne così poco, non può essere che gratificante-
-Cavolo-
-Sai non tutti sono così fortunati ad essere famosi e pieni di soldi a soli 25 anni- Sorrise amaramente.
-Come mai sei finita a lavorare in un posto come questo?-
-Soldi, per cos’altro altrimenti? Senti non mi va di parlarne, torniamo al discorso di prima-
-Vuoi farmi piangere di nuovo?-
-Allora troviamo un altro discorso-  Ci pensò un po’ su  -Cos’è che ti ha spinto a tingerti i capelli di questo colore? Insomma dev’essere stato un duro colpo-
-Oh, andiamo piantala, vogliamo parlare di quel dragone che hai tatuato sul tuo braccio?-
Spalancò la bocca, Corinne  -Per questo dovrai pagarmi 300 Euro in più, chiaro?-
-A quanto siamo arrivati più o meno?-
-Boh, forse 1000-
-Eh, come sei cara, manco avessimo scopato-
-Credimi sulla parola, se avessimo scopato, sarei costata di meno-
-Bene, scopiamo allora- Sorrise malizioso il “tipo rosa”
-Come vuoi, solo che viene aggiunto alla chiacchierata-
In un attimo in sorriso divertito del ragazzo scomparve di nuovo  -Ma dai, che palle-
-C'est la vie- Rispose semplicemente la giovane donna.

Avevano continuato a chiacchierare per almeno altre due ore. Si erano ormai fatte le 5.00 del mattino, entrambi erano stanchi morti.
Quasi non riuscivano a tenere gli occhi aperti.
-Mi sa che è ora che vada- Si alzò JiYong.
Portò una mano nelle tasche dei Jeans e ne caccio un bel po’ di banconote  -Sono 1000 contati e in contanti- disse porgendoli alla ragazza.
-Non c’è bisogno- Rispose la giovane alzandosi dalla sedia.
-Dai non fare la cretina, il pappone lì giù avrà sicuramente qualcosa da ridire se non porti in guadagnato-
-Non ho guadagnato niente- Sorrise  -Io faccio la puttana. Fare la puttana significa scopare per ricevere soldi e non mi pare che abbiamo scopato questa notte-
-Beh, nella mia mente si-  Si leccò le labbra  -TI ho fatto le peggiori torture bondage nella mia mente-
-OH, Cristo, sei pazzo, io lo dico che sei pazzo-
Entrambi scoppiarono a ridere.
-Dai prendi questi soldi, anche se mi dovresti 200 euro per danni morali-
-Sarebbero?-
-L’insulto ai capelli e il fatto che sei molto più alta di me, non mi va giù questa cosa-
-Fila via a fare il tuo servizio fotografico su-
JiYong sogghignò, arrendendosi, posò i soldi nuovamente nell’apposito portafogli ed aprì la porta  -Grazie per la chiacchierata-
-Vedrai che riuscirai a perdonare Seung-hyun… wow ho ricordato il nome-
-Oh mio dio hai ricordato il nome, sono servito a qualcosa allora- Sorrise  -Lo spero tanto-
Aprì la porta ed uscì, salutando la ragazza dai capelli castani.

Corinne si rivestì con i suoi abiti più sobri.
Si sciacquò la faccia ed uscì dalla camera.
-Corinne finalmente- Joseph l’aspettava alla reception.
-Ciao, Joseph, non ho soldi mi dispiace-
-Si me l’ha detto il ragazzo appena passato, ma che non si ripeti mai più, hai sprecato ore preziose, ma tranquilla recupererai oggi-
-Non lavoro oggi-
-Come non lavori?!-
-Ho altro a cui pensare, ciao Joseph-

NOTE FINALI: SI è una cazzata, ma capitemi u.u Avverto che non l'ho ricontrollata prima di pubblicarla xD

  
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