NOTE
DELL’AUTRICE:
Questa è la prima one-shot che scrivo, che non abbia
violenza, sesso, scene
yaoi, non c’è amore e sentimento,
eccetera… ormai mi conoscete, in ogni piccola
storia che ho scritto o c’era sesso, o violenza. In questa no
u.u Questa
è nata in un semplice momento di
pazzia, questa volta le polpette non c’entrano,
c’entra solo la mia mente
malata =D Vi dico già che è ambientata in
Francia, quindi nel periodo in cui GD
aveva ancora i capelli rosa. Ed è collegata un po’
alla mia long fiction “il
gioco del destino” (ma di poco xD)
Buona lettura. Mion
QUALCHE MESE
DOPO
-Quanto?- Chiese il cliente
cominciando a rivestirsi.
-700- Rispose la ragazza dai capelli biondi.
L’uomo quasi si strozzò con la sua stessa saliva -Non credevo fossi
così cara-
-Beh, il prezzo stabilito inizialmente era di 500, ma sai
com’è, non erano
comprese le botte che mi hai dato- Disse fredda.
L’uomo sogghignò leggermente, scuotendo la nuca
-Ecco a te, cara-
-La ringrazio- Contò
i soldi –Buon proseguimento
di serata- Indicò poi la porta.
L’uomo uscì dalla camera.
Poteva finalmente farsi una bella doccia fredda per togliersi di dosso
i
residui di sperma di quello schifoso.
Non aveva bisogno di spogliarsi, essendo già priva di
vestiti, quindi si
diresse direttamente verso il piccolo bagno della camera.
Qualcuno bussò alla porta.
-Si?-
-Corinne, sono Joseph- Rispose la voce all’altro capo della
porta.
-Entra pure- Disse la ragazza infilandosi velocemente
l’accappatoio ancora
inutilizzato.
Colui che era al di là della porta, non se lo fece ripetere
due volte ed entrò
tutto euforico -Parigi,
stasera, è
bellissima non trovi?- Disse tutto d’un fiato mentre si
posizionava sul
letto -Non riesco
ancora a capire perché
hai rasato quei deliziosi riccioletti. Fortunatamente l’altro
lato è ancora
vivo. Quel tatuaggio è nuovo? Ah, al piano di sotto
c’è lo stand con le nuove
lingerie per lo spettacolo di domani sera. Piuttosto, quello ti ha
pagata?
Quanto? Ah, e…-
-Cristo Santo Joseph- Urlò la ragazza interrompendo il suo
“capo” -Una
cosa alla volta, Dio santo- Si massaggiò
le tempie -Uno: No,
Parigi è sempre
uguale come ogni sera. Due: Ho rasato i capelli da un lato
perché mi andava,
non devo certo dar conto a te. Tre: No, l’ho sempre avuto
questo benedetto
tatuaggio. Quattro: Do un’occhiata dopo agli stand e cinque:
si mi ha pagata,
ma ho preteso circa 200 Euro in più per il semplice fatto
che mi ha riempita di
botte- Terminò la castana.
-Cristo! Che ti ha combinato?- Chiese Joseph, fingendosi interessato.
-Qualche pugno qui e lì-
-Schifoso-
-Come se ti importasse. Basta che prendi la tua parte di soldi-
Ribatté Corinne.
-Giusto- Confermò l’uomo avvicinandosi al comodino
per prendere la sua
percentuale del guadagnato -Bene,
300
sono miei-
-Come al solito- Sbuffò la giovane.
-A proposito, tra dieci minuti ne riceverai un altro-
-Ancora?- La ragazza, si lasciò letteralmente cadere le
braccia.
-E’ piombato qui
dentro senza manco
sapere dove si trovasse precisamente e io gli offerto una serata con
una delle
nostre ragazze migliori- Sorrise il modo quasi inquietante.
-Certo, ho almeno il
tempo di fare una
doccia?-
-Hai dieci minuti, regolati tu- Rispose l’uomo, uscendo poi
dalla camera.
Sbuffò pesantemente e filò nel box doccia.
Diciamo che sarebbe stato inutile farsi una doccia, quando dopo poco si
sarebbe
nuovamente trovata punto e da capo.
Però le sarebbe comunque servito per darsi una bella
rinfrescata.
Le bastarono pochi minuti.
Si rimise nuovamente in ghingheri.
Indossò un corpetto nero con fiocchetti bianchi e un tanga
abbinato.
Non indossò scarpe, sarebbero servite a poco, quasi per
niente.
Applicò un po’ di fondotinta sui graffi che le
aveva lasciato l’uomo di prima,
e per finire un po’ di lucido sulle labbra carnose e rosee.
Versò un po’ di vino rosso in un piccolo calice in
vetro e ne sorseggiò un po’
in attesa del nuovo cliente.
Si aspettava già un altro stronzo maniaco, ma ormai ci aveva
fatto l’abitudine.
Controllò l’ora, erano le 2.00 di notte. La
stanchezza cominciava a farsi
sentire, ma aveva ancora da lavorare.
Purtroppo il suo lavoro era questo. Di certo non faceva la puttana
perché le
piaceva, le servivano soldi e la società francese non aveva
un bel niente da
offrire.
Si lasciò trasportare dai pensieri e socchiuse gli occhi.
Ripensò alla sua famiglia che tanto le mancava, e se i suoi
avessero saputo che
fine aveva fatto la loro amata figlia, beh di certo non le avrebbero
fatto la
lode.
Fortuna che la sua città natale era ben distante da Parigi e
non aveva modo di
incontrare i genitori.
Prese un altro sorso di vino e riaprì di scatto gli occhi
sentendo bussare alla
porta.
Doveva essere lui.
-Avanti- Urlò per farsi sentire.
Una testolina coperta da un cappello e da enormi occhiali
sbucò fuori.
-Sei tu Co…Cari..Carolyn?- Chiese la voce spiccando in un
inglese non tanto
buono.
-Corinne, non Carolyn- Puntualizzò la castana
-E comunque si sono io- Rispose paziente.
-Oh, perfetto- Entrò, lasciandosi chiudere la testa alle sue
spalle.
Era un ragazzo magrolino, piuttosto giovane, lo si poteva notare
benissimo.
-Mi ha detto… il tuo capo, credo… che sei
disposta a fare tutto-
-In un certo senso- Annuì la giovane.
-Benissimo- Tolse prima gli occhiali, quindi Corinne poteva benissimo
constatare che quel ragazzo era sicuramente orientale.
-Sei giapponese?- Chiese la ragazza per pura curiosità
-CI sei andata vicino, Coreano- Sorrise per poi puntualizzare -Sud-Coreano- SI sedette
sul bordo del letto.
-Capisco-
Adesso fu la volta del cappello, che finalmente rimosse.
Corinne trattenne per un pelo una fragorosa risata nel vedere il colore
dei
capelli che sbucò fuori da quel cappello
-Adesso capisco perché porti il cappello-
Cercò di essere più seria
possibile.
-Beh, sai sarebbe un guaio se mi riconoscessero-
-Addirittura?-
-Eh beh, direi, non è un bel posto questo-
-Ah, io credevo lo portassi per i capelli- Disse ridendo sotto i baffi.
-Anche per quelli, i capelli contribuiscono nel farmi riconoscere-
-Beh, diciamo che il primo pensiero che verrebbe a qualcuno
è “avrà sbagliato
tinta” ma addirittura non voler farsi
riconoscere… mi fa proprio pensare che
hai sbagliato tinta-
Il ragazzo la guardò torva
-Non capisco-
-Hai detto che porti il cappello per non farti riconoscere, vuol dire
che devi
avere proprio vergogna di quella tinta- Rispose con non-chalance.
-Ma cos..- Il Ragazzo scosse la testa
-Cioè…
Tu.. Naah.. mi sa che non ci siamo capiti-
Corinne lo guardò perplessa.
Il tizio dai capelli rosa sbuffò leggermente
-Non porto occhiali e cappello per i capelli, ma per il
semplice fatto
che se i paparazzi mi beccano mentre sono qui è un guaio-
-E perché i paparazzi dovrebbero venire dietro di te?-
Domandò ancora più perplessa.
-Scusa, ma almeno sai chi sono?-
-Dovrei?- Inarcò un sopracciglio.
-Ma non è possibile-
-Senti per favore, sono le 2.15, prima di te ho avuto un altro cliente,
sono
alquanto stanca, tu non eri in programma, sei sbucato
all’improvviso, ho dovuto
farmi una doccia nel più breve tempo possibile, adesso vieni
e mi chiedi se ti
conosco? Ma perché dovrei conoscere un tizio dai capelli
rosa confetto?
Spiegamelo-
Il ragazzo non si scompose minimamente e con un ghigno disegnato sul
volto -Ma per il
semplice fatto che io sono Kwon Ji
Yong, o se proprio vogliamo entrare nell’ambito artistico,
sono G-Dragon-
-Bene piacere, io sono Corinne la puttana più richiesta del
Rubis-
-Sul serio? Beh, devi essere proprio brava a letto- Sorrise
-Eh, direi-
-Peccato che io non ho proprio voglia di fare niente questa sera-
La ragazza strabuzzò gli occhi
-E adesso
spiegami perché sei qui-
-Mi hanno detto che sei disposta a fare tutto- Si giustificò
-Mi fai paura lo sai?-
-Voglio solo passare un po’ di tempo, la mia ragazza
è morta da poco e…-
La castana lo interruppe -Eh
beh? Qual è
il miglior rimedio, se non una grande scopata?-
-Ma non ho voglia di scopare- Ribatté JiYong, scazzato -Voglio solo parlare con
qualcuno-
-Mi pagherai il doppio per questo, sappilo-
-Pare che ho problemi di soldi, io- Sorrise.
La ragazza lo guardò disperata.
Chi cavolo le era capitato.
Non solo era venuto all’ultimo momento, non solo aveva quei
capelli rosa che
saltavano agli occhi ma voleva pure parlare.
Il suo cervello era ormai andato, non credo che avrebbe avuto voglia di
ascoltare
un ragazzo coi problemi sentimentali.
Cominciò a parlare il ragazzo, lei lo ascoltava, o almeno
cercava di
ascoltarlo.
Aveva sonno. Se avessero fatto qualcosa, l’avrebbe tenuta
sveglia. Ma stare
così, ferma ed immobile, ad ascoltare di certo non aiutava a
restare sveglia.
Continuava a parlare a raffica.
Non la smetteva più.
-Aspetta, fermo, fermo, fermo, fermo… chi è
questa Mion?-
Il ragazzo sbatté le mani sul letto
-Ma
scusa, mi stai ascoltando o no?-
-Si che ti sto ascoltando ma non ci sto capendo un cavolo. Mion,
Seung-hyun,
Gombei, Rena, Karinka… Chi uccide
l’altro… non riesco a collegare i nomi-
Urlò
la ragazza spiaccicandosi una mano sulla faccia.
-Mi hai detto che sei laureata, sicura di esserlo? Se non riesci a
collegare i
nomi è preoccupante-
-Ma cosa centra- Piagnucolò Corinne
-Tu
mi stai rincoglionendo-
-Allora, spiego tutto da capo-
-Noooo- Urlò la castana andando in contro al ragazzo. Gli
prese il volto tra le
mani –Allora caro, basta che mi dici chi è chi, e
siamo a posto-
JiYong sospirò -Allora,
coco…-
-Coco?- Chiese
-SI! Corinne è troppo lungo e ho deciso che d’ora
in avanti ti chiamerò Coco-
-Mi chiamo Corinne, Corinne, che cavolo è ‘sto
Coco?- Chiese ancora stizzita.
-Insomma posso parlare o no?-
La ragazza si arrese, non rispose e con un semplice gesto della mano
gli indicò
di andare avanti.
-Oh, finalmente, COCO- Sottolineo
quel
nomignolo del cavolo che fece roteare gli occhi alla ragazza che aveva
cambiato
posizione sulla sedia per l’ennesima volta
-Mion è la mia ragazza, anzi era la mia ragazza-
-Ok, quindi l’assassina della Yakuza è Mion
giusto?-
-Oh, finalmente un passo avanti, si è lei… Poi
c’è Seung-hyun uno dei
componenti della mia boy band-
-Quindi, la spia-
-Ma brava, stai imparando-
-Ti stacco quei capelli, sono seria-
-Poi c’è Rena, l’amica di Mion- Disse
JiYong
-Quindi poi Gombei è quello che ha ucciso tutti alla fine,
giusto?-
-Esatto-
-Avrei una domanda- Alzò la mano quasi come se fosse a
scuola.
-Prego- Rispose il ragazzo dai capelli rosa.
-TI sei mai chiesto come mai quella ragazza sia capitata da voi proprio
due
giorni prima dalla morte del vostro manager? Era il manager giusto?-
-Si era il manager… comunque non capisco la tua domanda- Il
giovane inclinò la
testa verso un lato.
-Insomma, magari essendo stata membro della Yakuza, avrebbe potuto
uccidere lei
il vostro manager e qu…-
-Non dirlo neanche per scherzo- JiYong si alzò di scatto
puntando un dito
contro la ragazza.
Corinne per poco non cadde dalla sedia, si era trasformato in pochi
secondi,
metteva paura, la ragazza avrebbe temuto il peggio da un momento
all’altro.
Ma successe il perfetto contrario.
Al ragazzo scesero delle lacrime.
Quel po’ di matita che aveva sotto gli occhi,
cominciò a sbavare.
-No, JiYong scusa, io non volevo… davvero- La ragazza si
alzò dalla sedia,
andando ad abbracciare velocemente il ragazzo che le stava davanti.
Non avrebbe mai pensato di farlo. Forse era per il semplice fatto che
quel
ragazzo le faceva pena, ed era tenerissimo, ma poteva anche essere
perché l’aveva
esaurita in meno di mezz’ora, quindi ogni cosa che faceva non
era più di sua
volontà.
Accarezzò i suoi capelli, erano morbidi
e lisci.
-Perché cazzo non li ho io lisci- Disse cercando di
sdrammatizzare un po’ la
situazione.
-Usa la piastra, idiota- Rispose il ragazzo rimanendo ancora nel suo
abbraccio.
-Idiota ci sarai te, tizio dai capelli rosa- Sciolse
l’abbraccio
-Hey, non ti do il permesso di insultare i miei capelli-
-Senti, ritorna carino e puccioso, muoviti-
Al giovane ragazzo scappò un risolino, il che fece tirare un
sospiro di
sollievo alla giovane donna.
Ritornarono, ognuno di loro, ai loro posti, pronti a ricominciare a
parlare.
-Coco, ma quanti anni hai?-
-Quanti me ne dai?- Rispose la ragazza, sorridendo
-Mah, venti? Ventuno?- Tentò
-DI più- Sorrise
-Venticinque?-
-Più cinque?-
-Trenta?- Il ragazzo balzò in piedi quasi urlando
-Si- Scoppiò a ridere -Non
credevo di
dimostrarne così poco, non può essere che
gratificante-
-Cavolo-
-Sai non tutti sono così fortunati ad essere famosi e pieni
di soldi a soli 25
anni- Sorrise amaramente.
-Come mai sei finita a lavorare in un posto come questo?-
-Soldi, per cos’altro altrimenti? Senti non mi va di
parlarne, torniamo al
discorso di prima-
-Vuoi farmi piangere di nuovo?-
-Allora troviamo un altro discorso- Ci
pensò un po’ su
-Cos’è che ti ha spinto
a tingerti i capelli di questo colore? Insomma dev’essere
stato un duro colpo-
-Oh, andiamo piantala, vogliamo parlare di quel dragone che hai tatuato
sul tuo
braccio?-
Spalancò la bocca, Corinne
-Per questo
dovrai pagarmi 300 Euro in più, chiaro?-
-A quanto siamo arrivati più o meno?-
-Boh, forse 1000-
-Eh, come sei cara, manco avessimo scopato-
-Credimi sulla parola, se avessimo scopato, sarei costata di meno-
-Bene, scopiamo allora- Sorrise malizioso il “tipo
rosa”
-Come vuoi, solo che viene aggiunto alla chiacchierata-
In un attimo in sorriso divertito del ragazzo scomparve di nuovo -Ma dai, che palle-
-C'est la vie- Rispose semplicemente la giovane donna.
Avevano continuato a chiacchierare
per almeno altre due ore.
Si erano ormai fatte le 5.00 del mattino, entrambi erano stanchi morti.
Quasi non riuscivano a tenere gli occhi aperti.
-Mi sa che è ora che vada- Si alzò JiYong.
Portò una mano nelle tasche dei Jeans e ne caccio un bel
po’ di banconote -Sono
1000 contati e in contanti- disse
porgendoli alla ragazza.
-Non c’è bisogno- Rispose la giovane alzandosi
dalla sedia.
-Dai non fare la cretina, il pappone lì giù
avrà sicuramente qualcosa da ridire
se non porti in guadagnato-
-Non ho guadagnato niente- Sorrise
-Io
faccio la puttana. Fare la puttana significa scopare per ricevere soldi
e non
mi pare che abbiamo scopato questa notte-
-Beh, nella mia mente si- Si
leccò le
labbra -TI ho fatto
le peggiori torture
bondage nella mia mente-
-OH, Cristo, sei pazzo, io lo dico che sei pazzo-
Entrambi scoppiarono a ridere.
-Dai prendi questi soldi, anche se mi dovresti 200 euro per danni
morali-
-Sarebbero?-
-L’insulto ai capelli e il fatto che sei molto più
alta di me, non mi va giù
questa cosa-
-Fila via a fare il tuo servizio fotografico su-
JiYong sogghignò, arrendendosi, posò i soldi
nuovamente nell’apposito
portafogli ed aprì la porta
-Grazie per
la chiacchierata-
-Vedrai che riuscirai a perdonare Seung-hyun… wow ho
ricordato il nome-
-Oh mio dio hai ricordato il nome, sono servito a qualcosa allora-
Sorrise -Lo spero
tanto-
Aprì la porta ed uscì, salutando la ragazza dai
capelli castani.
Corinne si rivestì con i
suoi abiti più sobri.
Si sciacquò la faccia ed uscì dalla camera.
-Corinne finalmente- Joseph l’aspettava alla reception.
-Ciao, Joseph, non ho soldi mi dispiace-
-Si me l’ha detto il ragazzo appena passato, ma che non si
ripeti mai più, hai
sprecato ore preziose, ma tranquilla recupererai oggi-
-Non lavoro oggi-
-Come non lavori?!-
-Ho altro a cui pensare, ciao Joseph-