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Autore: Sweet__Jane    27/08/2012    1 recensioni
Ok, è da tempo che non scrivo qui su Efp: mancanza di tempo e inspirazione, credo. La storia di "The Dark Knight Rises" però mi ha colpito terribilmente; dovevo assolutamente scrivere qualcosa sul mio eroe preferito e sul personaggio che rappresenta. Spero vi piaccia :)
ATTENZIONE: CONTIENE SPOILERS!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alfred Pennyworth, Batman aka Bruce Wayne
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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E’ morto in un fascio di luce, uscendo dall’oscurità.

Ecco cosa penso, ma il senso di colpa mi attanaglia. Io, Alfred Pennyworth, per anni mi sono preso cura di quel frugoletto. Dopo la morte dei suoi genitori, promisi a me stesso che niente sarebbe dovuto mai accadergli: avrebbe dimenticato, un giorno, e la rabbia avrebbe fatto spazio alla speranza. Adesso, a distanza di tempo, so che Bruce Wayne è rimasto fino alla sua morte quel piccolo miliardario spaventato in una notte d’inverno. La sua era una lotta furiosa per risalire dal buio, una lotta che aveva un sapore amaro.  Sono stato accanto a lui abbastanza da vedere i suoi cari abbandonarlo, in forme sempre più dolorose. La sua crociata per il bene di Gotham era molto più che un semplice atto di devozione per la sua città: era la sua redenzione. Redenzione dalle ombre del suo passato, da quei mostri che devastavano Gotham tra fuoco e fiamme ma che, nel profondo del loro animo, condividevano una cosa con quel tetro paladino della giustizia: una sofferenza perenne, distruttiva. Avrei voluto tanto essere per lui l’ancora di salvezza che meritava, ma l’ho abbandonato. Se Batman fosse tornato, Gotham avrebbe guadagnato una salvezza senza nome, probabilmente immeritata. La sua città non aveva mai compreso quella figura oscura, misteriosa, ma Bruce si sacrificava per una speranza che lui non aveva mai conosciuto. Se Batman fosse tornato, io avrei dovuto seppellire l’uomo dietro la maschera. E così era stato. Un sacrificio senza nome. Tutti avrebbero conosciuto l’eroe, ma questo bastava? Cosa sarebbe stato dell’uomo che era l’eroe? Un’esplosione di luce cancella una vita.

Osservo la lapide con sopra impresso, in lettere maiuscole: “BRUCE WAYNE”. Doveva per forza finire così? Neanche il tempo di dirsi addio. Ti ho urlato contro, abbandonandoti per la paura di perderti.  Sarebbe stato meglio, credevo. Non avevo avuto abbastanza fegato per starti vicino nel tuo sacrificio. Eppure te non mi hai scordato. E così adesso sono qui, in un bar fiorentino. Sapevamo entrambi come avrei usato i soldi che mi avevi lasciato in eredità.  Il mio sogno era di vedere un uomo normale in un elegante bar di Firenze. Quell’uomo normale mi avrebbe rivolto un cenno di saluto, e poi si sarebbe di nuovo concentrato sulla moglie intenta a prendere le ordinazioni. Un uomo normale come saresti dovuto essere tu, Bruce.

Stropiccio gli occhi. Mentre la moglie è intenta a prendere le ordinazioni, un uomo normale mi rivolge un cenno di saluto. Nessuno dei due dice niente, ma lui sogghigna con aria complice.  Entrambi sappiamo che il nostro compito è finito.

 

 

  
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