E’ stato il rombo del tuono a svegliarmi.
Potente e sinistro è esploso nel cielo illuminando la notte oscura e spaventando con la sua forte voce.
Le nuvole che coprono le stelle minacciano la Francia di non portare l’alba sul paese e lasciarlo nel buio.

I miei pensieri corrono a domani mattina, ai giovani che non hanno mai imbracciato un fucile e che combatteranno sulle barricate nella speranza che un nuovo mondo sorga assieme al sole. Ai miei compagni, che si staranno facendo forza l’un l’altro in caserma attraverso le risate e un goccio di vino. Alla mia cara nonna, che vorrebbe trovare un modo per tenermi lontano dalla battaglia di domani.
Alla donna che amo, al mio comandante, alla mia migliore amica che stanotte ha condiviso il letto con me.
“Come moglie di Andrè Grandier” ha detto, titubante e spaventata come non l’avevo mai vista in tanti anni. I capelli scomposti danzano al vento estivo e non mi sono mai sembrati così belli. Brillavano le gemme dei suoi occhi cercando risposta nei miei che, senza l’uso di parole, riuscirono a confessarle fiducia e amore. Ho stretto tra le braccia il suo esile corpo, sollevandola da terra, e l’ho riportata in camera sua.
Stanotte l’ho vista, ho visto lei. Nascosto per anni dietro il temperamento maschile con il quale era stata allevata e sotto la pesante uniforme militare, ho visto un fiore. Un fiore azzurro come i suoi occhi. Un piccolo fiore non ancora sbocciato che attendeva solo amore per mostrare il suo completo splendore in grado di commuovere qualunque uomo. Quanta bellezza c’è in te, Oscar, mio fiore, fiore azzurro!
Delicata eppure tenace. Timida eppure sicura. Sei fiorita tra le mie braccia inondata dal mio affetto e ti sei addormentata tra le mie braccia cullata dai miei sussurri d’amore. Sono rimasto per ore a guardarti e a vegliare su di te fino a quando la sconfinata gioia di questa notte è stata sostituita da un profondo timore a causa di un tuono.
E ora ho paura.
Temo per lei. Temo per noi.
Temo per il mio fiore azzurro che rischia di essere strappato dalla vita troppo presto, troppo bello nel pieno della fioritura. Se fossi un comune fiore, vivresti la tua vita appieno e passionalmente. Ma sei il fiore più bello e più nobile e il tuo destino sarà ingiusto e miserabile, lo sento. Io sarò lì, a lottare e a vincere per noi, nonostante la tensione per la mia quasi completa cecità. Sarà l’intensità dei miei sentimenti a dirmi che sei in pericolo ed io accorrerò.
Vorrei urlare a Dio, implorandolo di lasciarci del tempo. Lascia che io possa godere della vista del mio fiore azzurro negli anni, che me ne prenda cura, che generi una prole di splendide creature così che possa essere eterna nel loro ricordo.
Lascia che viva. E che io possa gridare al mondo il mio amore per lei. Lascia che sia mia.
Crudele destino, non dirmi che hai riservato a noi solo questi attimi di gioia ma rassicurami sulla nostra vita insieme. Da questo mondo che ci ha strappato l’innocenza infantile precocemente meritiamo di essere ripagati con una vecchiaia lontana e serena.

In risposta, un altro tuono. E le nuvole pesanti che minacciano di non far sorgere il sole.
Ma io continuo a sperare nell’alba. E nella salvezza del mio fiore azzurro.