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Autore: Luna_R    28/08/2012    1 recensioni
In una notte fredda, come non se ne ebbero mai nell’Elide, la cacciatrice Asterope dette alla luce una bellissima bambina dal nome Ippodamia.
La partorì fra i boschi, ai bordi del fiume Alfeo, con il gorgogliare delle acque a farle da ninna nanna.
Si disse che la Dea Artemide in persona l’aiutò a partorire, conferendo alla piccola con il suo tocco, le doti caratterizzanti una cacciatrice. L’astuzia. L’istinto. E una bellezza folgorante come sigillo divino.
*storia ispirata al mito greco di Ippodamia*
Dal primo capitolo:
“Sono giunti altri pretendenti da terre lontane.”
“Mio padre è ostinato.”
“Tuo padre ti vuole bene.”
“Tanto da vendermi al primo offerente?!”
“Tanto da donarti al più valoroso, al più coraggioso, al più temerario uomo che esista sulla terra.”
Genere: Fantasy, Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La leggenda di Ippodamia.

 

Presa dalla mia follia mitologica, continuo su questo genere stavolta proponendovi la leggenda di Ippodamia.

Navigando in rete mi sono imbattuta nel suo racconto e l’ho trovato altamente ispirante.

A differenza di “Favola Antica” dove la leggenda originale si fondeva in quella attuale che stavo raccontando io, questa è letteralmente ispirata e conforme all’originale. Beh sì più o meno, la stravolgerò comunque con la mia fantasia.. sia mai!

Colgo l’occasione per ringraziare chi ha commentato, aggiunto in preferiti e storie da seguire “Favola Antica” e per chi non lo avesse ancora fatto beh.. tiratina d’orecchi e commentate!!!!

Un bacio e alla prossima.

Lunadreamy

 

Prologo.

 

In una notte fredda, come non se ne ebbero mai nell’Elide, la cacciatrice Asterope dette alla luce una bellissima bambina dal nome Ippodamia.

La partorì fra i boschi, ai bordi del fiume Alfeo, con il gorgogliare delle acque a farle da ninna nanna.

Si disse che la Dea Artemide in persona l’aiutò a partorire, conferendo alla piccola con il suo tocco, le doti caratterizzanti una cacciatrice.

L’atuzia. L’istinto. E una bellezza folgorante come sigillo divino.

 

Purtroppo Asterope morì prima che ella ebbe compiuto un anno.

Si racconta che il cacciatore Orione, invaghito delle sette compagne cacciatrici di Artemide le inseguisse per i boschi arrecando loro molto dolore ed esponendole a pericoli di ogni sorta; il loro lamento era così straziante che riecheggiò sin su l’Olimpo, dove gli Dei sovrani mossi a compassione le librarono nel cielo come colombe, trasformandole in stelle.

Da qui il nome della costellazione delle sette sorelle. Le pleiadi.

 

Il padre della piccola, Enomao Re di Pisa tenuto all’oscuro della paternità, incappò nella piccola durante una battuta di caccia.

Se ne innamorò alla prima occhiata.

Era sporca, sudicia, eppure i suoi occhi avevano un che di magnetico, tanto da spingerlo a volerla tenere con sé senza sapere chi fosse.

L’oracolo però gli venne in sonno, svelandogli la verità.

Rivide la tanto cara amata cacciatrice Asterope che non aveva potuto amare come voleva perché votata alla Dea e scoprì che la piccola altro non era che il frutto del loro amore.

La principessa di Pisa.

Rientrò a palazzo ordinando subito il battesimo reale, si festeggiò per giorni, con la felicità della gente che amava il suo sovrano, il ritrovo della piccola principessa perduta; il suo cuore era pieno d’amore per la creatura, ma nei suoi occhi c’era il turbamento di una verità taciuta.

 

L’oracolo aveva predetto anche morte.

 

Fine prologo.

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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