La
leggenda di Ippodamia.
Presa
dalla mia follia mitologica, continuo su questo genere stavolta proponendovi la
leggenda di Ippodamia.
Navigando
in rete mi sono imbattuta nel suo racconto e l’ho trovato altamente ispirante.
A
differenza di “Favola Antica” dove la leggenda originale si fondeva in quella
attuale che stavo raccontando io, questa è letteralmente ispirata e conforme
all’originale. Beh sì più o meno, la stravolgerò comunque con la mia fantasia..
sia mai!
Colgo
l’occasione per ringraziare chi ha commentato, aggiunto in preferiti e storie
da seguire “Favola Antica” e per chi non lo avesse ancora fatto beh.. tiratina
d’orecchi e commentate!!!!
Un
bacio e alla prossima.
Lunadreamy
Prologo.
In una notte fredda, come non se ne ebbero mai nell’Elide,
la cacciatrice Asterope dette alla luce una
bellissima bambina dal nome Ippodamia.
La partorì fra i boschi, ai bordi del fiume Alfeo,
con il gorgogliare delle acque a farle da ninna nanna.
Si disse che la Dea Artemide in persona l’aiutò a
partorire, conferendo alla piccola con il suo tocco, le doti caratterizzanti
una cacciatrice.
L’atuzia. L’istinto. E una
bellezza folgorante come sigillo divino.
Purtroppo Asterope morì
prima che ella ebbe compiuto un anno.
Si racconta che il cacciatore Orione, invaghito
delle sette compagne cacciatrici di Artemide le inseguisse per i boschi
arrecando loro molto dolore ed esponendole a pericoli di ogni sorta; il loro
lamento era così straziante che riecheggiò sin su l’Olimpo, dove gli Dei
sovrani mossi a compassione le librarono nel cielo come colombe, trasformandole
in stelle.
Da qui il nome della costellazione delle sette sorelle.
Le pleiadi.
Il padre della piccola, Enomao
Re di Pisa tenuto all’oscuro della paternità, incappò nella piccola durante una
battuta di caccia.
Se ne innamorò alla prima occhiata.
Era sporca, sudicia, eppure i suoi occhi avevano un
che di magnetico, tanto da spingerlo a volerla tenere con sé senza sapere chi
fosse.
L’oracolo però gli venne in sonno, svelandogli la
verità.
Rivide la tanto cara amata cacciatrice Asterope che non aveva potuto amare come voleva perché votata
alla Dea e scoprì che la piccola altro non era che il frutto del loro amore.
La principessa di Pisa.
Rientrò a palazzo ordinando subito il battesimo
reale, si festeggiò per giorni, con la felicità della gente che amava il suo
sovrano, il ritrovo della piccola principessa perduta; il suo cuore era pieno d’amore
per la creatura, ma nei suoi occhi c’era il turbamento di una verità taciuta.
L’oracolo
aveva predetto anche morte.
Fine
prologo.