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Autore: Lilyth    29/08/2012    0 recensioni
Questa è una storia.
Sì, ma non è la tipica storia; a meno che le tipiche storie non comprendano sangue, omicidio e refurtive da nascondere.
Consiglio ai deboli di cuore e ai moralisti incalliti di prendere questo libro di memorie, cospargerlo di alcol e dargli fuoco al centro della stanza, non è roba per loro.
Per chiunque altro voglia proseguire l’ardua lettura posso solo dire una cosa;
tutto ciò che leggerete è fottutamente e inesorabilmente vero.
Genere: Drammatico, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa è una storia.
Sì, ma non è la tipica storia; a meno che le tipiche storie non comprendano sangue, omicidio e refurtive da nascondere.
Consiglio ai deboli di cuore e ai moralisti incalliti di prendere questo libro di memorie, cospargerlo di alcol e dargli fuoco al centro della stanza, non è roba per loro.
Per chiunque altro voglia proseguire l’ardua lettura posso solo dire una cosa;
tutto ciò che leggerete è fottutamente e inesorabilmente vero.
Tutto cominciò anni fa, quando ancora ero una ragazzina che non sapeva che farsene della sua vita; diciannove anni compiuti di cui cinque passati in un liceo di cui avrei tanto voluto ignorare l’esistenza.
È brutto non sapere che strada prendere ed è ancora più brutto quando qualcuno pretende di sceglierla per te.
Così scappai, lasciai casa e mi diedi alla macchia.
E iniziai a vivere.
Cambiai il mio nome di battesimo (che non pronuncerò mai più ne qui ne altrove) in Dalia Mcroy, modificai il mio aspetto, il mio carattere, il mio minimo istinto vitale.
Iniziai a taccheggiare per vivere, mi veniva bene è, ma sentivo che non era quella la mia vocazione; no, no.
Il tutto mi venne chiarito quando incontrai lei, quella che sarebbe stata la mia eterna spalla.
Si chiamava, o meglio si faceva chiamare perché per quanto io la conosca bene ancora oggi ho seri dubbi sulla veridicità del suo nome, Aryhana Pethlary.
La incontrai per caso, anzi, la scontrai per caso.
Fu un vero e proprio scontro sul campo, a quanto pare facevamo lo stesso mestiere nello stesso luogo, e si sa, la strada non è mai grande per tutti.
Ci odiammo al primo sguardo, ci dicemmo le peggio cose, fummo beccate e scappammo insieme;
per quanto ci odiassimo la fratellanza era tutto per chi di per se non aveva nulla.
Mi disse che lavorava per una famiglia, una famiglia che a quanto pareva raccattava ragazzi dalla strada per farli diventare malfattori professionisti;
mi offrì di andare con lei e senza pensarci accettai.
Era solo l’inizio della nostra avventura, perché la fine sarebbe stata e ancora è molto lontana.
 
 
 
 
   
 
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