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Autore: shelovesHG    01/09/2012    19 recensioni
Questi sono i 22esimi Hunger Games, raccontati dal sadico punto di vista del tributo femminile del distretto1.
Dal testo (3 cap)
''Ucciderò, so che lo farò. Non ci penserò due volte, pianterò l’ascia in testa agli alleati inutili e fastidiosi, smembrerò i tributi che mi ritroverò davanti.
Metterò fine alla vita di Mason.
Da domani, tutto tornerà alla normalità. Tornerò la ragazza che ha picchiato il suo mentore prima della mietitura, la ragazza che ama uccidere, quella che vede il sangue sgorgare da ferite altrui e prova un senso di benessere. Tornerò la Maya di sempre.
La forza dell’1."
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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È sera, sono nel distretto 1.
È buio, ma io seguo lo stesso il viale che porta alla palestra dove noi favoriti ci alleniamo per gli Hunger Games.
 
Io non ho paura.
 
Arrivo e spalanco le porte . 
Accendo le luci e mi guardo intorno.
Ci sono le solite armi, lance, coltelli, spade, e la mia preferita. L'ascia.
 
Un'ascia argentata che brilla sotto quelle luci artificiali.
Mi avvicino cautamente a quella e la impugno, facendo aderire bene le i dita lunghe e sottili  al manico.
 
Mentre sto per avvicinarmi al primo manichino da 'smembrare', un rumore attira la mia attenzione.
 
-Buona sera!
 
La voce di uno dei precedenti vincitori del distretto 1 rimbomba nella sala.
Mi giro e lancio l'ascia trasversalmente verso Joseph, che l'afferra per il manico prima che lo colpisca.
 
-Maya... Non pensavo di starti così antipatico. Non sono tuo amico?
Chiede sarcastico.
 
-Mio amico? Io non ho amici, e non vorrei averti come tale.
 
-Grazie- dice -cosa ci fai qui?
 
-mi alleno forse?
 
-perchè dovresti? Non andrai nell'arena, hai troppe poche nomine, hai solamente 15 anni.
 
-e chi lo dice? Io nell'arena ci andrò.
 
-ah,  ti vuoi offrire volontaria.
 
-a quanto pare- faccio una pausa, e poi ricordo che la mia arma è ancora nelle sue mani -ridammi l'ascia tesoro, se non vuoi ritrovartela in fronte.
Dico gelidamente.
 
Il ragazzo, di un anno più grande di me, il vincitore dell'anno scorso, non esita a pormi l'oggetto.
 
-posso aiutarti?
mi chiede speranzoso.
 
-come vuoi, basta che poi non ti lamenti se ti ferisco.
dico con aria seria.
 
-sicuro.
risponde con un sorriso stampato in faccia.
 
Prende una spada ed iniziamo a duellare.
 
Fisicamente è molto più grosso di me. 
Spalle larghe, alto almeno 1 metro e 80, capelli castano chiaro ed occhi nocciola.
Io invece sono snella, non sono affatto alta, sono solo 1 metro e 57, ho i capelli castano scuro e gli occhi altrettanto.
Agli occhi di altri sembro debole.
L'apparenza inganna però.
 
Io non sono debole. 
Io non ho paura.
 
Con un calcio mi fa cadere sul pavimento bianco lucido, e poi si cala su di me tenendomi le braccia ferme con le sue mani forti.
 
-non dovevi ferirmi? Non ero io quello che non doveva lamentarsi?
Sussurra avvicinando le labbra alle mie.
 
Mi fa arrabbiare. Io non amo nessuno.
 
Prima che riesca ad arrivare a stamparmi un bacio sulle labbra, con entrambe le gambe gli do un calcio nello stomaco, spingendolo via da me.
 
Mi alzo e raccolgo l'ascia che mi aveva fatto cadere, e mi avvicino a lui.
 
-non avresti dovuto.
gli dico con la mia solita aria gelida e distaccata, lasciando cadere, noncurante, l'arma vicino al suo corpo, ancora disteso a terra, mentre fatica a respirare per il colpo.
 
Lascio le luci accese e le porte aperte, e mi incammino per tornare a casa.
 
Tutti già dormono, ed io mi dirigo in camera mia.
Mi preparo per dormire, e una volta messa nel letto, spengo la luce e fisso il soffitto, illuminato da un raggio di luna che penetra dalla finestra.
L'ultima immagine che la mia mente registra prima di precipitare in un sonno profondo senza sogni.
 
Finalmente è mattina, mi alzo ed i miei genitori e mio fratello sono già pronti.
Vado in camera mia, e dall'armadio prendo le prime cose che mi capitano tra le mani, tanto sono nel distretto 1, tutto il mio guardaroba è elegante, anche la divisa di addestramento.
 
Prendo una camicetta arancione pastello, ed un pantalone di jeans stretto.
Come scarpe metto delle bamboline abbinate alla maglia, ed eccomi. Pronta per la mietitura.
 
Non parlo molto con i  miei familiari, ma non so perchè, oggi ho voglia di farlo.
 
Non sono miei amici.
Io sono cattiva, le persone come me, non hanno amici.
 
-buon giorno famiglia.
dico, con ormai il mio tono solito, così letale, che incute terrore anche al più coraggioso.
 
-ciao Maya.
Dice mio fratello con il sorriso, mentre mangia assieme ai miei genitori.
 
-oggi ho intenzione di offrirmi volontaria.
Dico sorridente.
 
Mia madre inizia a tossire, mio padre resta con gli occhi spalancati, e mio fratello lo stesso, solo che dai suoi occhi fuoriescono lacrime.
 
-Stai scherzando, vero?
Mi chiede quest'ultimo.
 
-ho l'aria di una che scherza io? Mi offrirò volontaria, che voi lo vogliate o no.
 
Mi dirigo verso la porta ed esco di casa. 
 
É l'una e mezza, quindi mi dirigo direttamente in piazza, alle due comincia la mietitura.
Della mia famiglia sono l'unica che deve parteciparvi, e sicuramente sarà l'ultima volta che lo farò.
Mio fratello ha solo otto anni, i bambini iniziano a parteciparvi dai dodici anni, anche se non capisco il perché.
Non danno spettacolo, dei bambini di dodici anni, non uccidono, restano lì a chiudere gli occhi per non guardare in faccia il proprio assassino. A quell'età, non sei adatto a combattere.
 
Arrivo in piazza, manca un quarto d'ora all'inizio, ma c'é già gente. 
Aspettiamo che si riempia, e quando l'orologio segna le due, il sindaco sale sul palco, e parla. Parla, sempre delle stesse cose, la nascita di Panem, la rivolta, i giorni bui, e gli Hunger Games. 
Mentre lui parla, convinto che qualcuno lo stia ascoltando, io mi guardo intorno. Vedo ragazzi sicuri, altri che tremano, altri ancora che sembra non siano coscientemente presenti.
Fisso il palco, dietro, sulle sedie a disposizione ci sono seduti tutti i precedenti vincitori, e mi meraviglio di vedere tra loro anche Joseph, nonostante ieri sera si sia fatto veramente male.
 
Il sindaco smette di parlare, e sul palco sale una donna con un vestito arcobaleno, la carnagione rosa pesca e capelli lunghi fino alle ginocchia del,a stessa fantasia del vestito.
 
-Felici Hunger Games.- dice -e possa la buona sorte essere sempre a vostro favore.
É sempre così, ogni anno.
-prima le signore
Si dirige vero la boccia, e il mio cuore inizia a battere.
 
Non ho paura.
 
D'improvviso penso 'mi offro volontaria? Il mio mentore chi sarà? Potrebbe essere lui.' 
Ma ormai non c'é tempo di pensare, io ho già scelto.
 
La donna apre il foglietto e legge il nome 
-Michelle Dust
Dice, ed una ragazzina di 13 anni si avvicina al palco a passo tremante.
-ci sono volontari?
Trilla con il suo orribile accento di Capitol City.
-Io! mi offro volontaria come tributo- dico sempre con la stessa voce letale.
 
Salve gente! 
La mia nuova FF su Hunger Games.
La scrivo in contemporanea a 'i pensieri di Primrose Everdeen' se qualcuno vuole passare a recensirla, non mi offendo ;)
Comunque spero che vi sia piaciuto questo capitolo e che poi vi piaccia la storia.
Avverto che sarà parecchio sadica nell'arena, penso che abbiate capito che é uno di quei personaggio che ama uccidere.
Un bacione people!
-Gà
 
   
 
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