Caro mio Laguna,

Ormai non riesco piu a dimenticarmelo. Non riesco a togliere dalla mia mente quelle immagini... Solo lo
sfiorarmi dell'idea di ripensarci mi fa rabbrividire... Ripensare alla vita felice che mi sono negata,
a quello che ho ora, e che forse non è niente...

Come dimenticarsi quelle notti, in quel piccolo bar, tre uomini: un ciccione, lo spilungone e l'uomo
che cercava di intrecciare il suo sguardo con il mio, che era impegnato a guardare i tasti fra cui le mie mani
si muovevano agilmente e dolcemente... E quella sera, che si decise ad alzarsi, a venire da me?
Era imbarazzatissimo, quando alzai gli occhi da quei grigi e tristi tasti, gli feci un sorriso... Oltre
la figuraccia che fece, mi fece molta tenerezza. Quando sono uscita da quella sala esitai un attimo, ma
alla fine chiesi di convocarlo nella mia stanza... E li cambio tutta la mia vita.

Il soldatino di galbadia che tu eri, amore mio, aveva un cuore d'oro: non ti piaceva la guerra, volevi
diventare un giornalista e descrivere i tuoi viaggi nel mondo, e mi chiesi se potevo anche cantare, oltre
che suonare...

Dopo quel giorno non ti ho più rivisto. Per farti piacere, mi misi a scrivere una canzone, ma piu pensavo
ad un testo, più mi venivi in mente tu, con il tuo sguardo da pasticcione, che rifletteva il tuo gran cuore.
Cosi decisi di descrivere la nostra breve storia, come l'ho vista io, interpretando come l'hai vissuta tu.
Quindi iniziai debuttando con Eyes On Me, tutti a Deling la canticchiavano, mi sentivo risuonare il passato
da ogni persona, ogni sillaba del mio canto mi bombardava la mente di ricordi, troppo pesanti per essere
conservati fra me e me...

Poi mi arrivò la conferma che non eri sparito, che non eri morto: ero in treno, andavo a Dollet. Dopo la
fermata di Timber, un tipo mi regalò una copia del Timber Maniacs. Niente notizie regionali, tutta roba
di cio ke succedeva nel mondo, ma quando voltai la pagina degli articoli dei lettori...
Vidi un articolo sui viaggi nel mondo, lo lessi molto piano, ma ciò che mi colpì...

"Articolo di Laguna Loire di Winhill"

Mi gettai al finestrino, tremante: ero appena a pochi metri da Winhill, quando la vidi sfumare all'orizzonte.
Le lacrime dai miei occhi mi infangavano la faccia, mi chiedevano come avrei potuto resistere ancora per molto,
stando sola, con tutto quel branco di persone che mi vengono ad ascoltare per come sono fatta fuori, e se ne
infischiano di cosa posso portare dentro...

Al ritorno da Dollet, mi fermai a Winhill, per cercarti. Tutti si ricordavano di te, il baldo giovane che
faceva piazza pulita dei mostriciattoli che inondavano il villaggio. Conobbi Raine, che ti ricordava come
un fannullone buono a nulla, ma tanto tenero e dolce.
Nella piccola piazza, lanciai un piccolo urlo, cercando di far sciogliere al sole le piccole parole gelate
nella mia bocca dalle lacrime, volevo sapere dov'eri.

Sconcertata, mi feci travolgere dalla piccola passioncina d'amore che ebbi per quell'uomo, che non voglio
nemmeno nominare in questa lettera. Mi costrinse a mettere al mondo una figlia, la chiamò Rinoa, e mi
abbandonò, sola con me stessa.

Smisi di cantare, o meglio non scrissi altre canzoni. La mia stagione creativa finì lì. Rimasi da sola,
in un piccolo bar di Dollet. L'uomo che mi sfruttò disse che ero morta, tutti mi credevano tale.
Ero abbonata ormai al Timber Maniacs, per aspettare un altro tuo cenno, finchè non arrivò la fatalità,

"Laguna Loire presidente di Esthar"
"Nuove speranze per tutti i cittadini della grande città"

Non sperai che quella fu la volta buona, ma volli provare. Racimolai i miei guadagni e partii con l'areostar
per Esthar. Il viaggio non fu lungo, ma mi sembrò un'eternità. Avevo quasi paura di poterti reincontrare,
di parlarti. Tutto cio che volevo era raccontarti tutto, ma avevo paura che i fiumi di parole potessero
travolgerti, e ingannare me stessa. Perchè forse tu avevi un altra.

Ad Esthar riuscii finalmente a vederti: eri sempre in quei vestiti comodi da scarpinate, il solito sorriso
da pasticcione sulle labbra... Ma quando ti chiamai, urlando, mi spezzasti il cuore. Alla tua domanda per sapere
chi fossi, ho capito che era tutto finito. Era inutile alimentare quel fuoco che mi faceva andare avanti,
meglio congelarlo così com'è, come probabilmente hai fatto tu, nel dimenticare quelle miti notti di primavera,
alla luce dei faretti.

Tornai a Dollet, distrutta, con il cuore in mille pezzi. Conobbi le uniche persone che si sarebbero prese cura
di me, non della cantante, ma di Giulia. Si facevano chiamare SeeD Bianchi, mi portarono in un'isola di Centra,
dove mi hanno costruito una Casa. Vivo con i miei piccoli animali, fra cui un Moomba che non fa altro che
ripetere peko peko e LAGUNA...

Sto ancora cercando di ritrovare me stessa e ciò che ho perso. Forse con questa lettera ritroverai ciò che
hai lasciato dietro il tuo passaggio, ciò che non hai ancora finito. Spero che con queste parole scritte giù
su di un pezzo di carta possano farti ritrovare i momenti che tu hai voluto, i momenti che hai vissuto con
gioia, almeno questo è quello che penso io. Forse per te non sono l'unica, forse avrai anche dei figli, ma
per me tu sei l'unica persona che ha fatto battere il mio cuore, in cui io credo e mi fido ciecamente.

Se mai la mia fenice ti troverà con questa lettera appesa al collo, ti prego di avere pietà di questa donna
immersa da lacrime acide, le lacrime che tu indirettamente provochi, che mi stanno uccidendo dentro.

Ti amo,
Giulia.

By Firael