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Autore: Justice Gundam    17/03/2007    4 recensioni
Quali pericolose avventure attendono i Digimon Tamers nella loro corsa contro il tempo per svelare i misteri di DigiWorld? Cosa sono i Deva, e chi è il 'Digimon Sovrano' di cui parlano? E perchè i loro piani coinvolgono il piccolo Calumon? Questa volta, molte cose potrebbero andare diversamente da come sappiamo... la mia prima storia di Tamers, che si ricollega (vedrete come...) a quelle di Adventure che sto scrivendo e a quella di Frontier-Savers che scriverò!
Genere: Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Tamers Reload-02

Digimon Tamers Reload

Una fanfiction di Digimon Tamers scritta da: Justice Gundam

 

Buonasera, ragazzi! Se state leggendo queste righe, sappiate che sono felice di essere di nuovo con voi dopo la mia operazione all'occhio - che ha avuto un pò di complicazioni impreviste, ma per fortuna nulla di veramente serio! Ed ora che questo problema è risolto, torno a scrivere la nostra saga di Digimon preferita (almeno spero) con ancora maggiore entusiasmo! Grazie del supporto che voi tutti avete mostrato!

Sono felice di vedere che anche questa storia è seguita dai fan di Digimon... detto sinceramente, non ero sicuro che avrei fatto un bel lavoro, visto che non sono il più grande fan di Tamers del mondo. Per adesso, ad ogni modo, mi sembra di essermi tenuto abbastanza aderente alla serie ufficiale come caratterizzazione dei personaggi ed ambientazione. In questo capitolo, faremo una capatina al quartier generale di Hypnos, a scoprire qualcosina di più sui loro piani per impedire ai Digimon di bio-emergere... e poi, dopo aver assistito alla nuova battaglia di Takato e compagni contro il Digimon di turno, daremo un'occhiata alla situazione nel DigiWorld del Sud, nella reggia di un certo Sovrano Fenice... spero con questo di avervi fatto venire un pò di acquolina in bocca!

Da questo momento in poi, gli eventi della serie Tamers cominciano a cambiare di binario... dapprima lentamente, ma poi le differenze saranno sempre più pronunciate, come del resto è avvenuto nella mia storia di Adventure 02. Questa riedizione della terza serie vedrà una maggiore partecipazione agli eventi di Hirokazu, Kenta, Juri e Alice, oltre che un background un pò più dettagliato per il nostro Tamer Leggendario preferito, Ryou Akiyama... un background che si ricollegherà agli eventi di Adventure 02 Reload, se capite cosa voglio dire! ;)

I pairings definitivi per la mia saga di Tamers sono stati decisi. Se volete saperli, tornate a leggere la fine del capitolo 1 - e spero che non vi deludano troppo: ho voluto tentare qualcosa di nuovo...

Prima di cominciare, rispondiamo un pò alle recensioni che mi avete lasciato...

 

KillKenny: Mi fa piacere sentire che qualcuno la pensa come me su questo pairing... e forse ti farà ancora più piacere leggere le modifiche che ho fatto alle note dell'autore in fondo al Capitolo 1! In questo capitolo vedremo già un pò di azione seria, quindi tieni le cinture di sicurezza allacciate!

TopoMouse: Fan di Terriermon e Renamon, eh? E come dartene torto... bene, se ti sei perso la versione televisiva di Tamers, spero che questa fanfiction riesca a compensare! In questa mia riedizione cercherò di porre rimedio a quelle che, a mio parere, sono state delle leggerezze della serie originale, darò più spazio a certi personaggi secondari, e approfondirò un pò di più il legame con le prime due serie... anche se ci vorrà parecchio tempo prima che tutto si sveli! Buona lettura!

Cristy89: Grazie per la tua recensione e l'incoraggiamento! Spero che non mi odierai per le coppie che ho scelto, ma volevo fare qualcosa di diverso, una volta tanto... comunque, cercherò di farmi perdonare, okay? ;)

 

Questo è quanto. Senza frapporre altri indugi, gettiamoci nella lettura!

Oh, già, e non dimentichiamo il disclaimer: Digimon Tamers e tutti i marchi registrati ad esso associati non sono di mia proprietà, ma appartengono alla Toei Entertainment. Tutto è stato utilizzato senza scopo di lucro! Va bene così?

Si ricomincia!

 

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Capitolo 2 - Il misterioso Juggernaut

 

"Con tutto il dovuto rispetto, signore, è stato grazie ad Hypnos se in passato non ci sono state fughe di notizie riguardo queste... forme di vita digitali."

Mentre i cittadini di Tokyo, a sera ormai inoltrata, si erano quasi tutti ritirati nelle loro abitazioni per godere del loro giusto riposo, il lavoro sembrava non fermarsi mai per i dipendenti di Hypnos, l'organizzazione governativa che già da tempo monitorava le attività di DigiWorld... e teneva d'occhio quel gruppo di ragazzini che credeva di poter tenere con loro un Digimon come se si trattasse di un animale domestico. Unico organismo ufficiale a sapere della minaccia costituita dai Digimon, e a prendere sul serio tale minaccia, Hypnos stava sviluppando un nuovo sistema per bloccare le bio-emersioni, il cui completamento doveva essere ormai questione di pochi giorni. Sotto le istruzioni del direttore esecutivo Mitsuo Yamaki, e grazie ai dati che gli esperti avevano ricavato da un'opportuna analisi (alcuni di loro rimanevano tuttora disgustati all'idea che tale analisi fosse stata fatta scorporando un Digimon vivo, un DarkLizamon che avevano catturato mentre cercava di attaccare due dei suddetti ragazzini...), la progettazione, la stesura del programma e il suo debugging erano andati avanti senza particolari intoppi, ma Yamaki non era tipo da correre rischi inutili nè da accettare un lavoro sommario, e aveva dato disposizioni ai suoi collaboratori di non tralasciare nessun dettaglio nella loro revisione. Ed era appunto questo che stavano facendo in quel momento: tutti gli impiegati di Hypnos stavano facendo le ultime verifiche e prove tecniche del nuovo progetto, e si stavano assicurando che tutto funzionasse alla perfezione.

Da parte sua, anche Yamaki aveva il suo bel lavoro da fare - e una parte di esso consisteva nel trattare con le lamentele dei superiori, che o non sembravano dare credito alle affermazioni dell'esistenza del Mondo Digitale, o molto semplicemente volevano che il problema Digimon fosse risolto il più rapidamente possibile, e avevano poca pazienza per il modo di lavorare meticoloso del loro sottoposto. In quel momento Yamaki, seduto alla sua scrivania, stava discutendo con uno di questi, che come sempre aveva espresso insoddisfazione per il mancato controllo delle più recenti bio-emersioni.

"Ma lei si rende conto, Yamaki, che non potrete coprire ancora a lungo questi fenomeni, non è vero? Contenerli non è più sufficiente! Dovete risolvere il problema alla radice, e far sparire per sempre queste creature! Più ne emergono, più siamo in pericolo!"

Yamaki trattenne un sospiro esasperato per la valanga di ovvietà che il suo superiore aveva appena declamato. Davvero molto sensato, pensò tra sè, andare a dire a LUI quanto pericolosi i Digimon potessero essere... lui che era stato il primo e il più fervente nell'affermarlo, con tanto di prove e dimostrazioni pratiche, e nel proporre l'istituzione di un organo apposito per il loro controllo. Tuttavia, come era abituato, tenne per sè ogni commento e rispose alle lamentele del suo interlocutore con calma e diplomazia. "Signore, noi tutti siamo perfettamente al corrente del pericolo rappresentato dai Digimon... ed è proprio per questo che riteniamo di non poterci permettere errori o soluzioni temporanee. Finora, però, non avevamo la possibilità di interdire loro l'accesso al nostro mondo in maniera definitiva. Tutto quello che potevamo fare era individuare il luogo di una bio-emersione ed agire su quella e quella soltanto. Anche così, il successo delle nostre contromisure non era garantito, visto che molti Digimon sono comunque riusciti ad emergere. Adesso, riteniamo di aver sviluppato un nuovo programma che dovrebbe risolvere il problema in maniera definitiva, utilizzando i dati che abbiamo raccolto contro di loro. Ma prima di renderlo operativo, abbiamo bisogno di fare ancora delle prove. Ci rendiamo conto che in questo modo ci vorrà più tempo, ma riteniamo che ne valga la pena, se questo volesse dire non doverci più preoccupare di questi invasori."

Le parole del capo di Hypnos vennero accolte da un lungo periodo di snervante silenzio, mentre l'individuo all'altro capo della cornetta ponderava quello che gli era stato detto. Poi, si sentì un colpo di tosse soffocato, e finalmente la risposta. "D'accordo, Yamaki, vi è concesso il tempo di fare tutti i test necessari. Ciò nonostante, siete sollecitati a ridurre i tempi di collaudo il più possibile. Lei capirà che il Ministero della Difesa Nazionale non può permettersi di investire tanti fondi per un'ipotesi di minaccia esterna non suffragata da prove attendibili, e che Hypnos, di tali fondi, ne ha già ricevuti un bel pò."

"Sia io che i miei collaboratori abbiamo ben chiara la situazione." rispose impassibile il direttore di Hypnos. "Ma se il progetto Juggernaut si rivelasse la risposta adeguata al problema, non avremo più una minaccia esterna di cui preoccuparci."

"Ha detto 'progetto Juggernaut', eh?" chiese il superiore, incuriosito da quella parola. "Sì, ho letto qualcosa delle sue specifiche. Ma utilizzando i dati di questi... Digimon... per bloccare le bio-emersioni, non c'è il rischio che provochi dei disturbi nelle apparecchiature elettroniche e in rete? La sua attivazione potrebbe provocare danni al settore delle comunicazioni, e anche a quello economico, per non parlare delle ripercussioni a livello delle attività collegate."

"E' un rischio che stiamo attualmente valutando, signore." fu la risposta. "Ad ogni modo, un aumento di traffico on-line è un'evenienza quotidiana, che si ripete ad intervalli irregolari. Non credo che verrà notata la differenza, e in ogni caso ci stiamo premunendo in modo tale che i disturbi provocati siano quanto più contenuti possibile."

L'individuo all'altro capo del telefono fece un lungo sospiro prima di concludere la sua chiamata. "Sigh... molto bene, in tal caso avete il nulla osta per l'attivazione di Juggernaut. Mi sento comunque in dovere di avvertirla, Yamaki, che eventuali problemi causati ricadranno su di lei e sul suo gruppo di ricerca, e che nel caso i media facessero domande in proposito, altri organi che hanno collaborato al progetto Juggernaut negheranno la loro partecipazione. E' chiaro?"

Yamaki annuì, senza neanche doversi prendere il tempo di pensare ad una risposta. Dopotutto, le cose erano sempre andate così, quindi perchè aspettarsi qualcosa di diverso? "Sì, signore. Tutto chiaro." rispose, senza tradire la minima emozione.

"Perfetto. Attenderemo buone notizie dal suo gruppo di ricerca. Intanto, la saluto."

Con queste parole, la chiamata si interruppe, e il monotono beeper del telefono fece seguito al suono della cornetta che veniva riagganciata all'altro lato. Scuotendo leggermente la testa in un velato segno di disappunto, Yamaki riappese a sua volta e si alzò lentamente e con ordine dalla sua scrivania, usando la mano libera per richiudere l'accendino che teneva sempre con sè. Ancora una volta, nulla di nuovo sotto il sole: tutti volevano risultati presto e bene, e spendendo meno soldi possibile, e sembrava non interessare loro molto il fatto che in ballo ci fosse la sicurezza di tutti gli abitanti di Tokyo, e forse - nella peggiore delle ipotesi, ma un esperto di informatica come Yamaki era abituato a ragionare in termini di caso peggiore - quella del paese, o del mondo intero. Ma Yamaki non poteva fare più presto per fare un piacere a loro: lui più di tutti voleva completare il programma Juggernaut e mettere la parola fine al problema Digimon. E proprio per questo era disposto ad impiegare un pò di tempo in più del previsto, se questo avesse assicurato loro la riuscita dell'operazione...

Beh, non era il caso di prendersela troppo per le lamentele di qualche politicante prezzolato che non aveva la più pallida idea di cosa stava accadendo in realtà... quello che importava di più, in quel momento, era il completamento di Juggernaut. E proprio a questo proposito, Yamaki decise che era il caso di tornare nella sala operativa per controllare il progresso della sua stesura. Dopo essersi infilato in tasca il suo onnipresente accendino, il direttore di Hypnos uscì dal suo ufficio e si diresse a passi lenti, con ordine, verso i terminali ai quali erano al lavoro gli addetti, aggiustandosi gli occhiali scuri con un gesto quasi automatico della mano. Le luci soffuse che illuminavano fiocamente i corridoi del palazzo, dando un che di tetro all'atmosfera, rivelarono il suo aspetto: alto, dal portamento solenne, e vestito di un completo nero su camicia bianca e cravatta, con scarpe nere ai piedi, Mitsuo Yamaki era un distinto signore che aveva da poco passato la trentina d'anni, ma che nonostante la giovane età era stato ammesso alla supervisione di un progetto di grande responsabilità come quello grazie alla sua competenza e al suo modo di lavorare preciso e ordinato. I suoi corti capelli biondi erano tenuti ben pettinati, e pur trovandosi in un interno indossava un paio di occhiali da sole neri, che rendevano ancora più illeggibile la sua espressione seria. L'unica abitudine un pò bizzarra che aveva, in tutta quella imperturbabilità, era quella di aprire o chiudere il suo accendino in certe occasioni. Molti suoi dipendenti avevano notato questa sua peculiare abitudine, ma nessuno di essi aveva idea di che cosa volesse dire o perchè lo facesse... e non erano così stupidi da chiederlo esplicitamente.

Quando Yamaki arrivò alla sala tecnica immersa nella semioscurità, venne accolto dall'ormai familiare rumore di sottofondo dei tasti che venivano premuti e dei terminali che analizzavano i dati ricevuti. Tutti i dipendenti di Hypnos che si trovavano lì in quel momento - e, dal momento che i lavoratori erano divisi in squadre che si davano il cambio ad intervalli regolari, il loro numero rimaneva sempre più o meno lo stesso, indipendentemente dall'ora - erano concentrati sul loro lavoro, ognuno piegato sulla sua postazione e concentrato su cò che appariva sullo schermo davanti a lui (o lei). A fare da capisquadra per quel turno, c'erano le due collaboratrici più fidate di Yamaki, la castana Reika Otori e la bionda Megumi Onodera, entrambe vestite con la loro uniforme da lavoro sterilmente bianca e un visore calato sugli occhi per proteggerli dalle luci dello schermo. Erano le due collaboratrici più valide che Yamaki avesse mai avuto, e molta della strategia anti-Digimon di Hypnos si basava sulla loro abilità nel localizzare e impedire le bio-emersioni. Anche se in tempi recenti, con l'arrivo di quei nuovi Digimon, anche loro avevano potuto fare solo fino ad un certo punto per arginare il problema...

Discesa lentamente una rampa di scale, Yamaki si fermò davanti allo schermo di un terminale, che mostrava un diagramma cartesiano la cui andatura ricordava parecchio un elettrocardiogramma. "Rapporto sul completamento di Juggernaut." richiese dopo qualche istante di silenzio; una richiesta chiara e concisa che bene si addiceva al modo di lavorare del giovane direttore.

Seduta su una postazione mobile sollevata di circa un metro da terra e agganciata al braccio meccanico di una sorta di gru, l'operatrice Reika Otori controllò il suo terminale e rispose, con altrettanta professionalità. "Il codice è completo al 98%, Yamaki-san, e i diagrammi di flusso sono già stati ampiamente controllati e rivisti per assicurarci il corretto funzionamento. Secondo le nostre previsioni, l'attivazione di Juggernaut potrebbe causare qualche scompenso nella rete, ma nulla che vada oltre un temporaneo rallentamento, della durata massima di qualche ora. Tuttavia, affinchè il programma possa essere reso operativo, avremmo bisogno di un ulteriore test su un soggetto vero e proprio, un'entità digitale in bio-emersione."

"Non è possibile eseguire questi test sui dati che abbiamo accumulato scansionando i soggetti catturati di recente?" chiese Yamaki.

"Negativo, Yamaki-san. Ormai, di quei dati non si è conservato abbastanza da permetterci di svolgere prove significative." rispose prontamente l'operatrice dai capelli castani. "Non ci darebbero la possibilità di verificare con esattezza le prestazioni di Juggernaut. Temo che l'unico modo di eseguire questo ultimo controllo sia di testare su un esemplare bio-emerso e attivo."

Yamaki rimase un pò contrariato alla notizia, ma nascose il suo disappunto con abilità. Del resto, non si poteva aspettare che tutto andasse liscio quando si trattava di Digimon, e il successo era anche una questione di prove ed errori. "Capisco." dichiarò freddamente. "Non importa. Continuate a monitorare la situazione, e avvisatemi se ci sono sviluppi. Se si verificasse una bio-emersione, attivate Juggernaut quanto prima e verificatene le reazioni."

"Ricevuto, Yamaki-san. Tutti i sistemi sono in standby e operanti al massimo dell'efficienza." proseguì Megumi, seduta ad un terminal a pochi metri dal suo principale. "Juggernaut è nelle condizioni di essere testato."

Mentre Yamaki ascoltava il rapporto delle sue collaboratrici più fidate, i suoi occhi andavano da un monitor all'altro della sala principale, e osservavano scrupolosamente tutto ciò che accadeva su quegli schermi. Erano ormai un bel pò di giorni che Yamaki era rimasto rinchiuso là dentro, concedendosi qualche pausa soltanto per dormire e mangiare, e la stanchezza cominciava a farsi sentire... ma il giovane direttore era convinto che non fosse il caso di rilassarsi proprio in quel momento, e il pensiero che finalmente l'arma finale dell'umanità contro gli invasori digitali fosse sul punto di entrare in funzione era più che sufficiente a dargli la carica necessaria. Molti avrebbero ritenuto un pò eccessivo lo zelo con cui Yamaki perseguiva i suoi obiettivi, ma era stata proprio questa devozione al suo lavoro a procurargli il rispetto dei suoi sottoposti. Yamaki era uno che faceva quello che andava fatto, senza permettere a dubbi od opinioni personali di interferire con la sua professionalità, ed inoltre aveva un'intelligenza e delle capacità che mancavano anche a molte persone più anziane ed altolocate di lui. Certo, era piuttosto duro con i suoi collaboratori, e richiedeva molto sia a loro che a sè stesso... ma nel lavoro che essi svolgevano, la cosa era anche naturale.

"Bene. Fate in modo che il suo primo test sia positivo. La Commissione di Difesa sta avanzando delle lamentele, e non possiamo permetterci di fallire ora. Ne va della nostra credibilità e della riuscita di tutto il nostro progetto." dichiarò Yamaki, aprendo il suo accendino con un secco colpo di pollice. Ormai mancava poco. Alla prossima bio-emersione si sarebbe rivelato il vero valore di Juggernaut, e nessuno di quei parassiti digitali avrebbe più potuto minacciare la sicurezza della sua Terra e della sua razza.

Per un attimo, il pensiero di Yamaki corse a quei ragazzi che tenevano con sè i Digimon come fossero animaletti domestici... la ragazza dai capelli rossi con la volpe dorata, il ragazzino cinese con quel cagnolino dalle lunghe orecchie... e il ragazzo più giovane con il dinosauro rosso. Non poteva nascondere che un pò gli dispiaceva per loro. Quei ragazzi sembravano sinceramente affezionati ai loro Digimon, e separarli così brutalmente da loro sarebbe stato doloroso. E tuttavia, andava fatto... non c'era altra scelta. Quei Digimon potevano anche comportarsi come esseri umani e fingere affetto nei confronti dei loro partner... ma questo non toglieva che fossero un pericolo. Per quei ragazzi, per coloro che stavano loro attorno, e per tutti. I loro istinti predatori si sarebbero potuti risvegliare in qualsiasi momento, e si sarebbero rivelati per gli assassini che erano. No, era per il bene di tutti, anche per quello dei ragazzi, se Yamaki stava facendo eliminare quelle terribili creature.

"Non mi aspetto che mi ringrazino per quello che sto per fare." mormorò tra sè Yamaki. "Ma a volte, per fare la cosa giusta, è necessario scendere a dei compromessi. Quei ragazzi lo capiranno... col tempo."

 

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La mattina dopo, il quartiere di Shinjuku si era svegliato sotto un bel sole primaverile, e Takato Matsuda, dopo aver sbrigato qualche faccenda nella sua panetteria e aver portato a Guilmon un pò del suo pane preferito, si stava dirigendo verso la scuola, per una volta senza tanti pensieri ad occupargli la testa. Passare un pò di tempo con Jenrya, la sera del giorno prima, e discutere con lui era servito a fugare un pò delle sue preoccupazioni riguardanti i misteriosi uomini in nero. L'allegro chiacchierio degli altri bambini riempiva la calda atmosfera di aprile di vocette vivaci, e Takato sorrise tra sè al pensiero che forse, per una giornata, non avrebbe dovuto preoccuparsi di qualche Digimon selvaggio che appariva dal nulla nel bel mezzo di un banco di nebbia e cominciava seminare il panico... rinfrancato da questo pensiero, il giovane Tamer di Guilmon fece per attraversare il cancello della scuola...

"Ehilà! Buongiorno, Takato! Come butta?"

Una gioviale voce maschile giunse improvvisamente alle orecchie del ragazzo, e il proprietario della suddetta si 'avventò' su di lui piazzandogli un braccio attorno al collo e cercando di sottometterlo giocosamente. Per un istante, Takato si sentì il fiato mancargli in gola, e fu costretto a piegarsi un pò sotto quella forza venuta da chissà dove. Poi, rapidamente come lo aveva colto, il braccio del suo 'aggressore' lo mollò, e Takato si passò una mano dietro la spalla, più per la sorpresa che per altro, e alzò lo sguardo verso il responsabile dell'attacco...

"Hirokazu-kun!" esclamò Takato rivolto al suo amico. "Insomma, non c'è un modo un pò più normale di salutare la gente? Mi hai fatto prendere un colpo!"

"Heheheheheee... scusa, amico, ma era quello un pò il punto! Altrimenti che gusto ci sarebbe?" rispose l'iperattivo Hirokazu Shioda, una mano stretta a pugno e il pollice alzato verso Takato. Uno dei migliori amici del giovane Tamer, Hirokazu era un ragazzino abbastanza alto per la sua età, con i capelli castani chiari, un pò lunghi, che gli stavano dritti sulla testa in una pettinatura a forma di fiamma, tenuta al suo posto anche da un berretto nero con il frontino verde, e indossava una maglietta nera a maniche corte con una croce dorata disegnata sul davanti, tenuta fuori dai suoi pantaloni leggeri di colore verde chiaro in modo da dargli un aspetto un pò trasandato, e scarpe da ginnastica bianco-azzurre. Portava ai polsi un paio di braccialetti di pelle, e sul suo viso era dipinta quella ormai familiare espressione amichevole, allegra e un pò spaccona. Del resto, Hirokazu era conosciuto tra i coetanei come il miglior giocatore di Digimon Trading Card Game della scuola... e quindi un motivo per vantarsi ce l'aveva! Era sempre stato un tipo un pò altezzoso, ma nonostante ciò la sua simpatia e disponibilità gli erano valse molti amici, tra cui appunto Takato con il quale condivideva la passione per i Digimon.

Hirokazu era seguito a ruota da un coetaneo un pò più bassino, dall'aspetto piuttosto anonimo, che indossava una maglietta arancione con sopra una giacchetta beige a maniche corte, pantaloni marroni scuro e scarpe grigie dai lacci verde-azzurrino, la cui aria timida era resa più evidente dai suoi capelli bluetti-neri con il taglio a caschetto e dai sottili occhiali da vista dietro i quali un paio di occhietti neri guardavano qua e là, un pò spaesati. Kenta Kitagawa, il migliore amico di Hirokazu, un ragazzino timido e un pò ansioso che si faceva un pò trascinare di qua e di là dal suo compagno più deciso nonostante i suoi tentativi di fare da voce della ragione, alzò gli occhi al cielo mentre raggiungeva i suoi amici. "Hirokazu-san, non credi a volte di essere un pò troppo irruento? La gente tende a spaventarsi quando qualcuno gli scivola alle spalle e lo afferra senza neanche essersi fatto vedere!" gli disse, tenendo una mano dietro la nuca con aria imbarazzata. Poi si rivolse a Takato e agitò la mano verso di lui per salutarlo. "Ehilà, Matsuda-san! Buongiorno!"

"Buongiorno, Kenta!" rispose Takato, ricambiando il saluto.

"Eddai, Kenta! Se dessi sempre ascolto a te, sai che noia!" rise il giovane campione di Trading Card Game, frugando in una delle tasche dei suoi pantaloni e tirandone fuori un grosso deck di carte laminate, con l'immagine di qualche Digimon, accompagnata da qualche descrizione, su un lato, e l'altro lato colorato di blu. Ovviamente, quello era il suo mazzo vincente con cui si era fatto la fama di campione di cui godeva. "Allora, Matsuda, che ne dici? Dopo la scuola ci facciamo una partitina? Ho in serbo qualche nuova strategia che ti lascerà a bocca aperta! Che ne dici, accetti?"

Takato non potè fare a meno di sorridere tra sè: in un modo o nell'altro, la giornata lo avrebbe comunque visto coinvolto in una battaglia con i Digimon! Tuttavia, se si trattava di un gioco di carte, in cui nessuno rischiava di farsi male, la cosa gli andava già più a genio... e poi, anche lui aveva in mente qualche strategia con la quale lasciare il suo amico sbruffone a bocca aperta. Perchè, se conosceva Hirokazu bene come credeva, forse aveva già intuito quali potevano essere le 'nuove mosse' di cui stava parlando... Hirokazu, nonostante fosse uno che dava sempre tutto sè stesso in una competizione, non era un granchè come stratega, e quando giocava al Trading Card Game si basava sugli attacchi potenti e continui, e sul potenziare i suoi Digimon, senza stare tanto a riflettere. Forse, sfruttando questo suo modo di combattere, avrebbe potuto metterlo all'angolo, una volta tanto...

"Hmm... va bene, Hirokazu... tanto, mi sono portato dietro il mio deck... Dopo la scuola, allora?" rispose Takato.

Hirokazu annuì entusiasta. "Bene! Non vedo l'ora di mostrarti le mie nuove tecniche!" esclamò, giocherellando con le sue carte come un prestigiatore. Scuotendo la testa, Kenta raggiunse il suo iperattivo amico e gli fece un cenno con la mano. La scuola stava per iniziare, ed Hirokazu aveva bisogno di essere riportato con i piedi per terra...

"A proposito di mostrare, Hirokazu-san... ricordati che oggi dobbiamo mostrare ad Asaji-sensei gli esercizi di matematica dell'altro giorno!" gli rammentò. "Vi siete ricordati di farli, vero?"

La domanda riuscì a scuotere un pò il proverbiale buon umore del ragazzo col frontino, che non amava che gli venisse ricordato il suo punto debole. Dopo essersi schiarito la gola, Hirokazu rispose con voce non eccessivamente convinta. "Eh-hm... ma... ma certamente che li ho fatti, Kenta! Cosa credi, che io mi dimentichi dei miei compiti? Oddio, sì, forse avrò tralasciato una moltiplicazione qua, o un segno meno là... ma grossomodo li ho fatti, sì!"

Takato inclinò la testa, con un sorriso un pò forzato e una goccia di sudore sulla tempia. "Ooookay, Hirokazu-kun, abbiamo capito... non li hai finiti! Va bene, va bene, vorrà dire che ti passerò io qualche soluzione..." gli rispose senza alcun accenno di fastidio.

"Grazie, amico... tu sì che sei un salvatore!" esclamò Hirokazu con tono melodrammatico, un pugno stretto davanti a sè come se volesse convogliare la solennità del suo messaggio...

"Takato-kun! Hirokazu-kun, Kenta-kun! Cosa ci fate ancora lì, sta per suonare la campanella!"

I tre amici vennero chiamati dalla dolce voce di una bambina della loro età, vestita di giallo e verde con le scarpette azzurre e i capelli castani chiari legati in una coda laterale, che si era avvicinata a loro e li aveva salutati. Takato si sentì avvampare leggermente, e deglutì senza neanche accorgersene. A parlare era stata la ragazzina per la quale aveva una cotta, Juri Katou, una tipetta dolce e allegra con la strana abitudine di tenere con sè uno strano pupazzetto giallo, simile ad un cagnolino, ricavato da una calza, e di farlo 'parlare' di tanto in tanto, soprattutto quando voleva fare qualche rimprovero... Alcuni ragazzi trovavano che quella marionetta fosse piuttosto inquietante, ma Juri in sè era una ragazzina molto ben voluta, anche se un pò stravagante.

"Oh, Katou-san! Buongiorno..." la salutò Takato, sperando che non si cogliesse quel leggero tremitio nella sua voce. A giudicare dai sorrisetti sotto i baffi che i suoi amici stavano facendo, e ai cenni che stava ricevendo da Hirokazu, i suoi amici se ne erano accorti eccome!

Juri, tuttavia, non fece caso alle stranezze dei due amici di Takato. "Buongiorno anche a te, Takato-kun! E anche a voi, ragazzi!" disse, sistemandosi la cartella sulle spalle. "Va tutto bene? Vi sentivo parlottare animatamente tra voi..."

"Aaah... non era niente, Katou-san! Stavamo solo parlando dei compiti di matematica che Asaji-sensei ci aveva dato per oggi..." rispose Takato, dopo aver gettato una breve occhiata ai suoi due compagni per chiedere loro di smetterla con le loro strambe esibizioni. "A te... sono venute?"

La ragazzina annuì con energia. "Sì, ragazzi, e se volete posso passarvi qualche soluzione... però, scommetto che stavate anche parlando del vostro gioco di carte dei Digimon! Hirokazu-kun, hai sfidato di nuovo Takato-kun, giusto?" gli chiese retoricamente.

Hirokazu, colto sul fatto, alzò gli occhi al cielo quando si rese conto che aveva ancora in mano il suo deck. "Beh... sì, ma era solo una partita, così, tanto per passare un pò di tempo! Dovresti provare anche tu a giocarci, Juri-san, è molto divertente!" le rispose il ragazzo col frontino.

Juri ridacchiò, tenendosi due dita davanti alla bocca. "Grazie, Hirokazu-kun, ma lo sai che io non sono molto interessata ai Digimon... eh, questi ragazzi... a volte sono un pò strani, non sei d'accordo anche tu?" rispose, facendo ancora una volta apparire quasi dal nulla il suo onnipresente pupazzo-calza e infilandoselo sulla mano destra. Poi, alzò il braccio e mosse la mano in modo da farlo 'parlare', modulando la propria voce in un falsetto un pò stridente.

"E' vero! Bau! I ragazzi di oggi sono molto strani! Woof, woof!". Il pupazzo 'parlò' per bocca della sua creatrice, e i tre ragazzi rimasero là a guardare con aria piuttosto imbarazzata la loro amica che sosteneva quella bizzarra conversazione

"Quel pupazzetto mi fa venire un pò i brividi..." mormorò Hirokazu.

Il suono della campanella raggiunse le orecchie dei ragazzi, avvertendoli che le lezioni stavano per iniziare. "Beh, credo che potremo parlare con tutta calma durante l'intervallo... Se non arriviamo in classe per tempo, Asaji-sensei ci terrà in punizione per il resto dell'anno!" propose Kenta. E per una volta, neanche Hirokazu ebbe nulla da ridire.

"Già... sarebbe proprio l'ultima cosa di cui avrei bisogno, con la media che mi ritrovo..." brontolò il giovane campione di carte. I quattro amici si affrettarono oltre i cancelli della scuola, diretti verso la loro classe e un altro giorno di lezioni, compiti, chiacchiere e giochi...

 

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"Yaaaaawn!"

Nella tana di Guilmon al parco, il piccolo dinosauro rosso sbadigliò fragorosamente, sentendosi annoiato come mai prima di allora. Ormai, il pane che Takato gli aveva portato da mangiare era sparito nel suo vorace stomaco, e cinque minuti dopo aver finito il suo pasto, Guilmon era alla disperata ricerca di un modo per passare il tempo in attesa che il suo partner tornasse quel pomeriggio. Era sempre quello il problema... anche se lui e Takatomon passavano assieme buona parte del pomeriggio, il Digimon neonato si ritrovava sempre a passare da solo le lunghe ore della mattinata, e non potendo farsi vedere in giro, se ne restava nella sua tana improvvisata, senza sapere cosa fare. Takato diceva sempre che i Digimon non dovevano farsi vedere dagli adulti, che sarebbe successa una gran confusione, e che alcuni adulti volevano metterli in gabbia per fare chissà quali esperimenti su di loro... Guilmon non sapeva esattamente cosa fosse un... 'esperimento'... però, qualcosa gli diceva che non era una cosa buona da mangiare, e che anzi era qualcosa che lui non avrebbe mai voluto provare... e lui si fidava di Takatomon, non importa cosa dicesse Impmon sul fatto che i Digimon non dovevano fidarsi degli umani...

"Chissà perchè, poi, Impmon si comporta così. E perchè fa sempre l'antipatico con tutti..." riflettè il piccolo dinosauro, steso a pancia in su sul pavimento della sua tana. "Takatomon mi vuole bene, di questo sono sicuro... mi ha chiesto scusa quando si è arrabbiato con me, e non vorrebbe che io combattessi perchè ha paura che io mi faccia male... anche se gli ho detto che noi Digimon dobbiamo combattere se vogliamo digi-evolvere... chissà, forse Impmon non si fida degli esseri umani perchè lo hanno trattato male... chissà chi era il suo Tamer, sarei curioso di conoscerlo..."

Con un colpo di reni, Guilmon si mise seduto e ricominciò a guardarsi attorno. Doveva trovare qualcosa da fare, altrimenti si sarebbe addormentato lì, sul posto...

Improvvisamente, i suoi occhi ricaddero su una farfalla gialla che svolazzava solitaria sopra un cespuglio lì vicino. Incuriosito, il piccolo dinosauro si avvicinò lentamente ad essa e la annusò un paio di volte, discernendone il profumo grazie al suo sensibile olfatto: aveva un odore gradevole, molto tenue, anche se un pò penetrante... gli sembrò quasi di annusare dei fiori, e la cosa generò in lui una meraviglia ancora maggiore; quel piccolo insetto era una forma di vita strana, che non aveva mai visto prima di allora... certo che, anche senza allontanarsi tanto dalla sua tana, il mondo esterno offriva un sacco di curiosità da ammirare, e Guilmon aveva avuto già modo di accorgersene nel breve tempo che aveva passato nel Mondo Reale... quella strana acqua che cadeva dal cielo... quei grandi cuscini bianchi, a volte neri, che ricoprivano il sole... per il Digimon neonato, ogni cosa era motivo di meraviglia, ed ogni giorno offriva qualcosa di nuovo da imparare...

La farfalla, messa in allarme dall'aria che Guilmon aveva inspirato mentre la annusava, si alzò di quota e si allontanò rapidamente da ciò che aveva percepito come un pericolo. Un pò contrariato, il Digimon iniziò a correrle dietro, ma si fermò quasi subito quando un'altra strana creatura ronzò vicino al suo orecchio... una creatura che sembrava una grossa mosca, solo che era coperta da una pelliccetta gialla e nera, con le zampe robuste e una striscia bianca sulla punta della 'coda'... e il rumore che faceva battendo le ali era più forte, e volava in modo diverso da una mosca...

Guilmon, sempre più affascinato, si avvicinò lentamente mentre il bombo (perchè di questo si trattava) si posava su un fiore bianco e cominciava a succhiarne il nettare. Grazie alla sua vista acuta, il Digimon notò una fine polverina dorata che si appiccicava alle zampe e alla pelliccia dell'insetto... che poi riprese il suo volo senza badare a lui, si trasferì ad un altro fiore e riprese a succhiare voracemente. Guardando attorno, Guilmon vide altri di quegli strani insetti pelosi che svolazzavano con tutta calma attorno al cespuglio o imitavano il loro compagno posati su alcuni fiori, e si chiese come mai stessero facendo quelle strane cose...

Guilmon sorrise dolcemente, nonostante i suoi dubbi. Anche senza allontanarsi dalla sua tana, chissà quante altre cose c'erano da vedere là attorno... cose piccole, eppure così meravigliose... chissà, magari Takatomon gli avrebbe potuto spiegare un pò di cose, quando si fossero visti quel pomeriggio...

Ma, per il momento, aveva trovato qualcosa di molto divertente da fare!

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Poco tempo dopo...

La situazione non era molto diversa nella scuola di Jenrya, dove erano da poco iniziate le lezioni di calligrafia. Il giovane Tamer cinese era alla lavagna, impegnato a tracciare un kanji abbastanza complesso, e stava attento a tracciare le linee nell'ordine giusto. Conclusa la sua opera, staccò il gessetto e si scostò per permettere ai suoi compagni e all'insegnante, un tipo dai capelli grigi pettinati all'indietro e gli occhiali da vista, di osservare i risultati.

"Molto bene, Wong. La calligrafia è corretta." disse l'insegnante, dopo aver osservato attentamente il simbolo inciso sulla lavagna. "Puoi tornare al tuo posto. Ora, ragazzi, ci occuperemo di alcuni importanti verbi composti, quindi prestate molta attenzione..."

Jenrya tornò compostamente al suo posto, e aprì il suo quaderno, permettendosi giusto un'occhiata alla finestra, verso l'esterno. Per fortuna, la giornata si preannunciava abbastanza tranquilla: fino a quel momento non c'erano stati allarmi dovuti a Digimon o altri imprevisti degni di nota, e si augurava che continuasse ad andare così. In quegli ultimi giorni, la situazione si era fatta un pò troppo caotica per i suoi gusti, tra improvvise apparizioni di Digimon e strani agenti governativi vestiti di nero, per non parlare poi del fatto che suo padre sembrava essere diventato un pò nervoso...

E, visto che erano stati tirati in ballo i Digimon, il pensiero del Tamer cinese andò al suo compagno, Terriermon... ancora una volta, non potendolo portare a scuola con sè (gli insegnanti non avrebbero approvato che si portassero peluche in classe, e i suoi compagni si sarebbero forse fatti un pò troppo curiosi...), era stato costretto a lasciare Terriermon a casa, sotto la 'tutela', se così la vogliamo chiamare, della sorella minore Shuichon. Il che, pur essendo l'unica opzione praticabile, faceva comunque sì che Jenrya si sentisse un pò in colpa nei confronti del suo Digimon... costretto a far finta di essere una bambola, a farsi vestire e truccare dalla piccola, e a partecipare ad improbabili tè con gli altri peluche!

"Povero Terriermon..." mormorò tra sè, a voce così bassa che faceva fatica a sentire le sue stesse parole. "Spero che Shuichon-chan non lo assilli troppo..."

E a proposito di questo... chissà come stavano anche Guilmon e Renamon, i Digimon dei suoi colleghi Tamers, e il piccolo Calumon... La volpe ninja si sapeva nascondere bene, e il Digimon bianco riusciva in qualche modo a non attirare l'attenzione della gente su di sè, ma per il piccolo dinosauro si poteva dire la stessa cosa? Già qualche volta si era cacciato nei guai per la sua curiosità... Jenrya sperava che Takato fosse riuscito a convincerlo a stare un pò più tranquillo, o avesse trovato comunque un modo per fargli ingannare il tempo durante le lunghe ore di scuola...

E tuttavia, anche queste soluzioni che avevano trovato non potevano che essere temporanee. Presto o tardi, se si fosse continuato in questo modo, la notizia dell'esistenza dei Digimon sarebbe trapelata, e Jenrya non osava pensare al caos che ne sarebbe scaturito. Già avevano quel misterioso individuo con gli occhiali e i suoi colleghi a cui pensare, e non era proprio il caso che se ne aggiungessero altri... sennò, cosa ne sarebbe stato dei loro compagni? Avrebbero potuto continuare a vivere con loro? Molto probabilmente no... sarebbero stati portati via, sottoposti a chissà quali test... e nella peggiore delle ipotesi, addirittura eliminati. Quel tipo di nome Yamaki non sembrava uno da mezze misure...

Inutile, bisognava trovare una soluzione più efficace... presto, le camerette di Jenrya e Shuichon, la vecchia tana al parco e le fronde degli alberi nelle quali Renamon era solita nascondersi non sarebbero più stati adeguati. Doveva incontrarsi con Takato e Ruki, un giorno di questi, e discuterne...

La voce del professore che cominciava la sua spiegazione sui verbi composti riscosse Jenrya dalle sue riflessioni, e lo convinse a riportare la sua attenzione sul quaderno. Quasi subito, la sua penna iniziò a tracciare simboli in hiragana sul foglio a quadretti, nel classico stile ordinato che contraddistingueva il più maturo del gruppo dei Tamers... Jenrya era sempre stato un ragazzo meticoloso e padrone di sè, da quando aveva iniziato a praticare le arti marziali per tenere a freno la sua irruenza, e ormai questa sua qualità traspariva anche dai piccoli gesti quotidiani.

Il Tamer cinese annuì tra sè, e accantonò temporaneamente il problema di Guilmon e degli altri Digimon. Ne avrebbe parlato ai suoi amici quanto prima, e per il momento doveva concentrarsi sulla scuola...

Magari nel doposcuola, avrebbe potuto chiamate gli altri Tamers...

 

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Nel frattempo, a casa Lee...

"Ta-daaaan! Lo sai che sei proprio bella, Principessa delle Bambole?" esclamò una trasognata Shuichon Lee, osservando con orgoglio il bel lavoro che aveva fatto con la sua bambola preferita e presentandole davanti uno specchio nella quale essa si potesse ammirare: le aveva fatto indossare un fine vestitino in stile ottocentesco, azzurro con le maniche lughe e decorato da una gran quantità di fronzoli, pizzi e merletti che lo facevano sembrare almeno dieci volte più voluminoso di quanto in realtà non fosse; un paio di scarpette blu con il tacco alto, ornate da un fiocchetto bianco verso la punta... e un cappellino a larghe falde, con un mazzolino di fiori finti attaccato in cima, e un quasi impalpabile velo parasole che scendeva sugli occhi, il tutto volto a dare un aspetto ancora più raffinato alla sua indossatrice.

Sfortunatamente, il problema era proprio l'indossatrice.

Infatti, non si trattava esattamente di una bambola... bensì un certo Digimon chiacchierone dalle lunghe orecchie, che Jenrya cercava di spacciare per un peluche e che spesso si ritrovava a fare da 'volontario' per i giochi della piccola Shuichon. Il malcapitato Terriermon soffocò una risatina nervosa al commento della bambina, e una goccia di sudore gli scese lungo la nuca alla vista di come era conciato... come se quel vestito assurdo non fosse già abbastanza, il Digimon cagnolino si ritrovava in quel momento con delle chiazze di una strana polverina rossa sulle guance, che gli davano un inconfondibile aspetto da clown psicopatico... e Shuichon-chan diceva che così era bello? Mah...

"Come dico sempre, si imparano cose nuove ogni giorno..." pensò tra sè Terriermon, sarcastico. "E oggi ho imparato che nonostante le apparenze, le bambine umane hanno il gusto dell'orrido..."

Beatamente inconsapevole dei pensieri del Digimon, la più piccola della famiglia Lee rivolse lo sguardo verso l'altro lato della sua cameretta, dove teneva il suo set per bambole completo di tavolino, sedie, e accessori da tè. "Oh, già, che sciocca... non ho ancora preparato nulla, e a quest'ora la Principessa delle Bambole deve prendere il tè con le sue amiche!" esclamò la bambina, come se si fosse ricordata di un impegno urgente. "Principessa, aspetta un momento! Adesso preparo tutto e poi chiamo anche le tue amiche, va bene?"

Terriermon, immobile come una vera bambola, non rispose nulla e restò a guardare la sorellina del suo Tamer che andava ad organizzare ogni cosa per il 'ritrovo', prima mettendo il tavolino da tè sul pavimento e disponendo attorno ad esso i posti a sedere, poi preparando la tavola con tazze, tazzine, cucchiaini e brocche, e infine iniziando a tirare fuori tutte le altre bambole che avrebbero partecipato all'ormai quasi quotidiana cerimonia... o, per dirla con le parole del Digimon, 'sessione di tortura'! Sospirò desolatamente tra sè: quella si preannunciava essere una LUNGA mattinata...

"Sigh... spero solo che Jen ritorni presto..."

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Allo stesso tempo, nella scuola privata frequentata da Ruki, dall'altra parte del quartiere, un'insegnante dal volto severo stava restituendo dei compiti alle alunne, attorniato alle esclamazioni di gioia di qualcuna che era andata bene, e dalle lamentele di altre che non avevano avuto la stessa fortuna. Seduta al suo posto vicino alla finestra, Ruki attese con pazienza che l'insegnante passasse vicino a lei, per nulla preoccupata.

Non ci volle molto prima che la professoressa consegnasse anche a lei il compito, e un lieve, un pò freddo, sorrisetto di soddisfazione le increspò le labbra quando vide che il lodevole 93% che troneggiava in rosso vivido nella parte superiore del foglio, accompagnato solamente da qualche segnetto rosso di poco conto. Ad ogni modo, Ruki ricordò a sè stessa di riguardarsi quei piccoli errori, in modo da non ripeterli...

Era un pò strano, lo ammetteva Ruki stessa, che per quanto lei odiasse quella scuola privata, piena di insegnanti presuntuosi e ragazzine pettegole (e, proprio in quel momento, la Tamer dai capelli rossi ne colse due o tre, dietro di lei, che sparlavano del suo bel voto e la definivano 'la cocchina della prof'...), tuttavia cercasse sempre di dare il massimo come rendimento. Ma, del resto, Ruki era fatta così... di qualunque cosa si trattasse, non le piaceva essere seconda a qualcuno. Era una ragazzina competitiva e orgogliosa delle sue abilità, che si trattasse del gioco di carte di Digimon, dei veri e propri duelli con i Digimon... o anche degli studi, nonostante quella scuola le stesse stretta. Anche se, da quando aveva conosciuto Takato e Jenrya, la sua voglia di primeggiare sempre, in ogni cosa, si era un pò smorzata, essa faceva comunque parte integrante della sua personalità, e del resto era stato proprio a causa di essa che due anni prima se l'era così presa per...

A quel pensiero, l'umore di Ruki fece un'improvvisa caduta verticale, e quell'ombra di rancore che non se ne era mai completamente andata si presentò di nuovo. Una parte di Ruki continuava a dirsi che era stupido provare ancora del rancore per una cosa che era avvenuta due anni prima, e la ragazzina non poteva che essere d'accordo. Eppure, ogni volta che ci ripensava... in fondo, quella era stata un pò un'umiliazione per lei, una macchia nel suo altrimenti perfetto record di vittorie ai tornei annuali di Digimon Trading Card Game. E una sconfitta alla quale non aveva mai avuto la possibilità di rimediare, visto che...

Scosse la testa. Non era il momento di disperdersi e pensare a queste cose, c'era qualcosa di più urgente a cui avrebbe dovuto rivolgere la sua attenzione. Per esempio, com'era che in quel periodo gli attacchi dei Digimon si erano intensificati, e soprattutto perchè quei rompiscatole del governo pensavano di ficcare il naso in faccende da domatori di Digimon? Ruki non credeva fosse semplicemente un caso, e anzi riteneva che ci fosse qualcosa di davvero grosso all'opera. Il problema era che non avevano modo di andare più in fondo alla faccenda, almeno per il momento... odiava ammetterlo, ma tutto quello che potevano fare era respingere i Digimon selvatici quando questi si presentavano, e cercare di farsi notare il meno possibile. Non era un'idea che le facesse molto piacere, visto che lei era un'amante dell'azione, ma Ruki era abbastanza intelligente da capire che era anche l'unica praticabile, almeno finchè non avessero avuto un'idea più chiara della situazione in cui si trovavano.

Ancora una volta, mentre attorno a lei terminava la riconsegna dei compiti, Ruki guardò fuori dalla finestra come di recente stava acquisendo l'abitudine di fare, e si aggiustò con un pò di fastidio l'uniforme scolastica che indossava. Molti, tra cui sua madre, le dicevano sempre che era molto carina con quella divisa, ma Ruki era di diverso avviso - quei vestitini effeminati non le piacevano per niente, e si trovava molto meglio con i blue-jeans e la maglietta dal cuore spezzato...

Comunque, messe da parte le sue opinioni personali sull'abbigliamento, Ruki si mise ad osservare distrattamente le nubi che fluttuavano stancamente nel cielo primaverile, il chiacchiericcio della classe che suonava più distante alle sue orecchie. Ripensò alla sua partner, Renamon, l'unica persona (o Digimon) che la Tamer dai capelli rossi avesse mai potuto chiamare amica prima di conoscere Takato e Jenrya... dove si trovava in quel momento? Era sicuramente nascosta da qualche parte, ben attenta a non farsi vedere da occhi umani, e Ruki sapeva bene che la volpe guerriera era capacissima di badare a sè stessa. Ma dopo la faccenda di IceDevimon, e dopo aver rischiato di perderla per sempre a causa di un Harpymon, la ragazzina non poteva fare a meno di rivolgerle, di tanto in tanto, un pensiero, una sorta di memorandum per sè stessa di quanto valeva per lei il suo rapporto con Renamon... Un rapporto che, consciamente o meno, la ragazzina avrebbe voluto ritrovare con altre persone a lei vicine...

Sorpresa lei stessa da quello che stava pensando, Ruki aggrottò le sopracciglia: cos'era, adesso si metteva a fare la sentimentale? Proprio lei, che odiava questa retorica sdolcinata? Cavolo, che lei lo volesse o meno, stava cambiando parecchio in quel periodo... e non solo per il fatto che aveva capito che amica preziosa fosse Renamon per lei... era qualcosa di più... la Ruki di qualche mese prima, la Regina dei Digimon assetata soltanto di vittoria, non si sarebbe certo fatta prendere la mano da tutte quelle riflessioni. Che passare tempo con Takato e Jenrya, che prima considerava soltanto due deboli sentimentali, avesse inizio ad ammorbidirla?

Un versetto, mezzo di sarcasmo, mezzo di disgusto, lasciò le labbra della ragazzina. Nonostante tutto, lei era e rimaneva Ruki Makino, la Tamer conosciuta come la Regina dei Digimon.

E qualunque cosa fosse successa, lei sarebbe andata per la sua strada, per quella che riteneva giusta... nessuno poteva dirla cosa doveva o non doveva fare! E la sua fama non sarebbe certo stata smentita in quell'occasione...

 

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Mentre ogni cittadino di Tokyo continuava le sue attività quotidiane, una familiare Digimon dall'aspetto di volpe umanoide, coperta da una scintillante pelliccia dorata, si muoveva furtivamente tra gli alberi, simile ad una sfuggente scia di luce che appariva per una frazione di secondo prima di disperdersi nell'aria. Con una rapidità che aveva del soprannaturale, Renamon si spostava da un ramo all'altro, perfettamente silenziosa, alla ricerca di qualsiasi segnale, anche minimo, di pericolo. Nulla sfuggiva ai sensi incredibilmente acuti della volpe guerriera, mentre i suoi occhi si spostavano rapidamente da un luogo all'altro nei brevi istanti in cui si fermava. Solo quando fu sicura di aver perlustrato a dovere quella zona Renamon si fermò, appoggiandosi con la schiena al tronco di una grossa quercia, ma sempre mantenendo quel suo portamento eretto, fiero e del volto imperscrutabile. Sicura che non ci fossero altri pericoli per il momento, la volpe rimase immobile per qualche secondo... poi la sua testa si voltò, quasi impercettibilmente, e dalla sua bocca, con voce calma, uscì una frase breve, concisa e lapidaria.

"So che sei lì. Puoi anche venire fuori."

Non appena Renamon ebbe pronunciato queste parole, una fronda si spostò, sollevando un secco fruscio, e dalle foglie uscì, con aria sbarazzina, una familiare figurina vestita di nero con un fazzoletto rosso legato attorno al collo, che guardava la partner di Ruki con occhi maliziosi e una fiammella rossa che danzava sulla punta di un indice. Sembrava che si fosse aspettato che Renamon l'avrebbe percepito...

Impmon sghignazzò giovialmente, come se stesse accogliendo una vecchia amica. "Hehehehee... certo che a te non sfugge niente, eh, volpe? Sempre all'erta contro tutto... e anche ora te ne andavi in giro a controllare che non ci fossero pericoli! Allora ho ragione io quando dico che tu sei più in gamba di quei due fessi che ti spalleggiano!" esclamò il piccolo demone, avanzando baldanzoso verso l'altra Digimon, di parecchio più grande di lui.

Renamon non sembrava in vena di starlo ad ascoltare. "Che cosa sei venuto qui a fare?"

"Heh... e vai anche subito al punto, vedo..." rispose Impmon. Dopo aver estinto la fiammella che teneva accesa sopra il suo dito alzato, il diavoletto si sgranchì le ossa piegando la testa ora da un lato, ora dall'altro, e proseguì. "Oh, beh, in realtà non volevo fare nulla di particolare... ero giusto in cerca di qualcuno a cui giocare qualche scherzetto, così, giusto per passare un pò il tempo... hehehee..." Rise brevemente, e Renamon strinse gli occhi con fare minaccioso, segnalandogli che era lei quella a cui non andava di perdere tempo. "Ma poi... sei capitata tu, e non ho potuto fare a meno di seguirti. Sai, pensavo di rinnovarti quella proposta che ti ho fatto tempo prima... perchè non mandi al diavolo quella mocciosetta che ti sfrutta tanto, e non vieni con me a goderti una via di libertà? In fondo, noi Digimon non abbiamo certo bisogno degli esseri umani per diventare più forti! Ci basta andare a caccia di altri Digimon, assorbire dati... e per il resto, andare per la nostra strada, senza che nessuno ci dica cosa dobbiamo o non dobbiamo fare! Non ci servono gli esseri umani, non sei d'accordo?"

Renamon continuò a guardare il piccolo demone, senza proferire parola.

"Beh? Allora che ne dici, volpe?" Impmon reiterò la sua proposta. "Ammetti che ho ragione o no? Vieni con me, e ritrova la libertà che quella stupida ragazzina ti ha sottratto!"

Ancora silenzio... poi, prima che Impmon potesse parlare di nuovo, Renamon diede la sua risposta, la testa ancora voltata solo leggermente verso il suo interlocutore.

"Grazie. Non sono interessata." disse, semplicemente.

Quella risposta decisa parve deludere le aspettative di Impmon, il cui naso si storse, e la cui bocca passò dal sogghigno di prima ad una poco piacevole smorfia. "Eh? Come sarebbe a dire, 'non sono interessata', volpe? Vorresti forse dire che preferisci farti sfruttare da quella mocciosa? Possibile che tu non lo capisca? Quegli esseri umani a cui tu ti sei tanto affezionata, non fanno altro che sfruttare noi Digimon per il loro divertimento e il loro tornaconto! Credevo che tu, intelligente come sei, l'avessi già capito da un pezzo!" protestò.

La volpe ninja non mosse un dito, del tutto indifferente alle rampogne di Impmon, e questa sua imperturbabilità non faceva altro che irritare ulteriormente il piccolo demone, che si voltò di lato e si mise entrambe le mani dietro la nuca, con i gomiti puntati verso l'alto. "Tsk... io proprio non vi capisco, voialtri! Getti via la tua libertà e la tua dignità di Digimon per stare dietro ad una piccola peste capricciosa che soffre di sbalzi di umore? Non dirmi che ti sei già dimenticata di come ti ha trattato! Questo dovrebbe averti fatto capire che a lei, di te, non importa proprio nulla!" le rispose infastidito.

Solo quando Renamon lo guardò negli occhi, Impmon si rese conto che era andato a toccare un tasto falso, sparlando di Ruki ed insultandola davanti a lei: l'espressione della volpe ninja non era cambiata di una virgola, e manteneva il suo onnipresente stoicismo... ma nei suoi grandi, profondi occhi neri ora brillava una fredda scintilla di indignazione, tanto che Impmon sobbalzò a quella vista.

"Tu cosa credi di sapere di Ruki, eh?" gli chiese Renamon, e il demonietto colse la minaccia in quella voce pur così morbida. "E comunque, ho già detto che non sono interessata alla tua proposta. Vattene."

Anche se stava cercando di nasconderlo, Impmon era rimasto spaventato da quella inaspettata reazione di Renamon... Spaventato, e allo stesso tempo confuso: possibile, si chiedeva il piccolo demone, che quella stupida si sentisse così legata ad un essere umano? E che si aspettasse davvero che quella ragazzina ricambiasse le sue premure? Eppure lui lo SAPEVA... gli esseri umani non avevano nessuna considerazione dei Digimon! Per loro, non si trattava di nient'altro che di giocattoli divertenti per alleviare la noia... animaletti domestici! Eppure quei tre non lo capivano! Non lo capivano! Perchè, altrimenti, avrebbero continuato a farsi mettere i piedi in testa da dei bambinetti? Più Impmon ci pensava, più gli montava la rabbia... dei Digimon che pensavano di poter fare da amici a degli esseri umani! Che assurdità! Non si era mai sentito!

Superata la paura provata nel vedersi puntare contro quello sguardo indignato, Impmon arretrò di un passo, senza mai staccare gli occhi di dosso a Renamon. "E va bene, e va bene, me ne vado... accidenti, uno adesso non può più neanche dire le cose come stanno! Bah, fai pure quello che vuoi, volpe... per quello che mi interessa, puoi anche farti cancellare dal prossimo Digimon che emergerà! Io ho di meglio da fare, quindi... tanti saluti!" rispose, per poi balzare giù dal ramo con agilità e correre via, andandosi ad infilare in un cespuglio vicino dove scomparve dagli occhi di Renamon. La Digimon volpe lo seguì ancora per un pò, come se si volesse assicurare che quel rompiscatole se ne fosse davvero andato... poi si alzò dalla sua posizione e balzò via, riprendendo la sua perlustrazione di buona lena e dimenticando le parole di Impmon.

Renamon non aveva idea del perchè quel piccolo sbruffone ce l'avesse così tanto con gli esseri umani, nè le interessava molto, se era per quello. Anche prima di conoscere Ruki, la volpe ninja non vedeva gli esseri umani in quel modo, anche se inizialmente non provava un grande affetto per la sua partner... la considerava semplicemente un tramite per diventare più forte, così come Ruki pensava... o meglio, voleva far credere a sè stessa... che Renamon fosse soltanto un programma senza emozioni. Le recenti difficoltà avevano portato le due, dopo un pò di incomprensioni, a realizzare l'importanza che avevano l'una per l'altra, e grazie a questo Renamon aveva potuto evolvere alla sua forma Champion, e salvare Ruki quando era stata aggredta da un Harpymon qualche giorno prima. Sembrava finalmente che le due avrebbero potuto essere davvero partner affiatate...

...e tuttavia Renamon, così come altri membri del gruppetto dei Tamers, si era resa conto del problema che si era presentato, quasi come se qualcuno avesse predisposto tutto, non appena altri erano stati risolti. Renamon non sapeva molto dei misteriosi 'uomini in nero' di cui Takato e Jenrya avevano parlato alcuni giorni prima, ma il suo sesto senso le diceva che c'era qualcosa di molto pericoloso dietro le loro attività, e raramente lei si sbagliava su queste cose. In particolare, la insospettiva il fatto che quegli strani individui sapessero già dell'esistenza dei Digimon... come facevano? Chi è che li aveva informati? C'era forse stato qualche incidente... o anche soltanto qualche precedente... che aveva rivelato l'esistenza di DigiWorld? Molto strano... fino a quel momento, era convinta che Takato, Jenrya e Ruki fossero stati i primi esseri umani ad avere qualche contatto con i Digimon, ma evidentemente non era così...

La volpe ninja si fermò in cima ad un'alta conifera nel bel mezzo di uno spazio verde, stagliandosi contro il sole in modo da sembrare niente più che la punta dell'albero, e ancora una volta si posarono su quei due grandi e modernissimi palazzi che svettavano tra le pur alte costruzioni di Shinjuku, quasi fossero state un magnete che attraeva i suoi occhi. Forse una visitina a quel luogo non sarebbe stata una cattiva idea, e avrebbe potuto farle capire meglio cosa ci fosse dietro alla confusione scoppiata nel più importante quartiere di Tokyo... ma se davvero quei misteriosi individui sapevano dell'esistenza dei Digimon, era ragionevole supporre che si fossero premuniti nel caso uno di loro avesse voluto infiltrarsi, quindi scartò subito quell'ipotesi. No, era ancora troppo presto per azzardare una mossa. Dovevano aspettare... aspettare di sapere qualcosa di più sul loro conto, in un modo o nell'altro, o che fossero quei tizi a rivelare le proprie carte. Con le bio-emersioni sempre più frequenti, molto probabilmente non avrebbero neanche dovuto attendere molto perchè si verificasse la seconda ipotesi.

Renamon ridusse gli occhi ad una fessura, imprimendosi nella mente l'immagine dei palazzi gemelli di Hypnos prima di dileguarsi silenziosa come un'ombra. In un modo o nell'altro, avrebbero fatto luce su questo mistero. Era pronta a giurarlo.

 

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La mattinata era trascorsa senza che si verificassero eventi particolari, e dopo una meritata pausa pranzo e altre due tediose ore di lezione, finalmente gli alunni della scuola di Takato erano stati liberati dal suono dell'ultima campanella. Per Takato, Hirokazu e Kenta (non essendo presente Juri, che li aveva salutati all'uscita di scuola, dicendo che doveva tornare a casa ad aiutare i suoi genitori con il ristorante che gestivano), questo non poteva che voler dire una cosa: ritrovarsi nel cortile accanto alla scuola per avere una dimostrazione pratica di quelle nuove strategie che l'inseparabile amico di Takato si vantava di aver elaborato con il suo Deck. Per fortuna, quel giorno non avevano neanche ricevuto molti compiti, quindi potevano sperare in un pomeriggio abbastanza tranquillo, e permettersi magari di fare qualche partita a carte. Takato ed Hirokazu si erano già seduti per terra, nel loro spiazzo preferito, e avevano tirato fuori e mescolato i loro Deck per poi metterli davanti a sè e pescarne cinque carte. Al loro fianco Kenta, nominato arbitro della partita, assisteva interessato.

"Okay, amico..." iniziò Hirokazu, sgranchendosi le dita della mano destra mentre reggeva le carte con la sinistra. "Sei pronto a stupirti davanti alle mie nuove tattiche? Questa volta sono sicuro che ti stupirò!"

"Va bene, Hirokazu-kun... allora comincia pure tu per primo!" gli rispose Takato, osservando attentamente la combinazione di carte che gli era capitata. Non era una mano straordinaria, ma poteva essergli molto utile per rimuovere i potenziamenti che - ne era sicuro - Hirokazu avrebbe dato ai suoi Digimon. Ora non si trattava di fare altro che vedere come avrebbe aperto il suo amico...

Hirokazu sorrise, sicuro di sè, al momento di pescare la prima carta dalla pila del suo Deck. "Hmmm... anche tu hai in mente qualche strategia, eh, amico? E va bene, allora ti ringrazio..." Estrasse la prima carta dal deck e la guardò attentamente. "...e apro il gioco mettendo sul campo il mio Agumon!"

Il ragazzo con il frontino e i capelli dritti aveva appena estratto la carta dalla sua mano e stava per calarla sul campo di gioco, quando la tensione della gara venne interrotta di punto in bianco dall'acuto squillo di un telefonino cellulare proveniente dalla tasca dei pantaloncini di Takato, che fece sobbalzare il Tamer di Guilmon e Kenta, e quasi mordere la lingua ad Hirokazu. L'atmosfera della sfida era scemata di punto in bianco!

"Ehm... heheheee... scusate un momento, forse sono i miei genitori che mi cercano per dare una mano in panetteria!" esclamò Takato con un certo imbarazzo. Quando Hirokazu e Kenta annuirono (anche se il primo, un pò deluso per il fatto che quella chiamata era arrivata proprio quando stava per dare sfoggio della sua abilità, aveva alzato un pò gli occhi al cielo), il ragazzino con gli occhialoni pescò il cellulare dalla sua tasca, controllò da chi arrivava quella chiamata (con un pò di sorpresa, vide che non si trattava dei suoi genitori, ma di Jenrya) e premette il tasto di risposta.

"Pronto? Jen-kun, sei tu? Ciao, come va?" cominciò Takato. Quasi subito, la voce del Tamer cinese rispose qualcosa che Hirokazu e Kenta non riuscirono a capire, e Takato, assumendo un'espressione improvvisamente più seria, si allontanò impercettibilmente dal duo di compagni di scuola, che dal canto loro lo guardarono incuriositi. Come mai il loro amico sembrava non volere che ascoltassero quello che si diceva dall'altro lato? Stavano parlando quasi come se volessero proteggere un segreto di stato...

"Sì... sì, capisco... va bene, allora passo al parco e..." proseguì Takato dopo che Jenrya gli ebbe spiegato la situazione. "Hmm... d'accordo, Jen... allora a dopo! Ciao!"

Con queste parole, Takato si staccò il telefonino dall'orecchio e premette il tasto di fine chiamata poi, piuttosto dispiaciuto, si voltò verso Hirokazu e Kenta e rimise le sue carte nel deck. "Scusate, ragazzi, ma temo che per oggi la partita salti... un mio amico mi ha appena chiamato per un grosso problema... domani ha un compito di botanica, e mi ha chiesto di accompagnarlo al parco per aiutarlo a raccogliere qualche foglia interessante, sapete com'è..." esclamò, inventandosi la prima scusa che gli passava per la testa. Lui stesso si stupì di quanto improbabile fosse quella storia...

...e, a giudicare dalle espressioni sospettose di Hirokazu e Kenta, era chiaro che non erano troppo convinti nemmeno loro!

"Hm? Scusa, Takato-kun, ma come mai deve per forza andare al parco a raccogliere quelle foglie per la sua ricerca?" chiese il ragazzo con gli occhiali. "Non la può fare con una ricerca in rete, pescando delle informazioni e delle immagini da siti qua e là?"

Takato strinse involontariamente i denti. Il terzo grado da parte dei suoi amici era proprio l'ultima cosa che voleva, visto che aveva paura che prima o poi non si sarebbe più trattenuto e avrebbe finito per dire la verità... "Ehm... sì, Kenta-san, in effetti gli avevo proposto anch'io di fare così, che si risparmia tempo e fatica... ma... ecco... sì, la sua insegnante ha chiesto che gli alunni raccolgano dei campioni veri e propri, in modo da... come dire... fare un pò di esperienza diretta delle specie che andranno ad analizzare! Hehee... sì, lo so che è un metodo un pò strano, d'altronde..."

"Cavolo... potevo inventarmene una peggiore?" si chiese il giovane Tamer, pregando che i suoi amici non facessero altre domande.

Per fortuna, pur non sembrando troppo convinti, i suoi due amici non insistettero oltre. Hirokazu alzò le spalle, raccolse le sue carte e le rimise nel deck, che poi infilò nuovamente in una tasca laterale dello zaino mentre rispondeva a Takato. "Vabbè, non importa... vorrà dire che fisseremo un altro appuntamento, e che per questa volta ti sei risparmiato una sonora sconfitta! Hehehee..." scherzò Hirokazu, ritrovando il suo proverbiale buon umore. "Però... ultimamente mi sembra che tu ne abbia, di impegni, eh, amico? Voglio dire, è da una-due settimane che non ti fermi quasi più a giocare al Trading Card Game con noi, e mi sembri un pò nervoso... sei sicuro che vada tutto bene?"

"Certamente!" rispose Takato, un pò più frettolosamente di quanto volesse. "Non vi preoccupate, ragazzi, è solo un periodo un pò... così... ma non ho alcun problema, potete stare tranquilli! Dico davvero!"

Kenta si aggiustò gli occhiali. "Se lo dici tu... comunque, Takato, se mai dovessi essere in difficoltà, o avessi voglia di parlare con qualcuno, ricorda che io ed Hirokazu-kun siamo sempre qui, va bene?"

"Altrimenti, cosa saremmo i tuoi migliori amici a fare?" confermò Hirokazu, il pugno destro stretto con il pollice alzato in un segno dell'okay.

"Grazie, ragazzi! Allora, ci vediamo domani!"

"Certamente! A domani, Takato!"

"A domani!"

Sentendosi un pò rassicurato, il Tamer di Guilmon raccolse il suo zaino e se lo mise in spalla, poi iniziò ad incamminarsi a passo spedito verso il parco, voltandosi di tanto in tanto per mandare un saluto ai suoi amici che lo accompagnavano con lo sguardo, finchè il loro spiazzo preferito non uscì dal suo campo visivo. Poi, trattenendo un sospiro dispiaciuto, Takato accelerò il passo verso il parco. Incontrare e conoscere Guilmon era stata la cosa più bella che gli fosse mai capitata nei suoi dieci anni di vita, ma tutto quello che voleva era un amico e un compagno di giochi con cui divertirsi e scherzare... non lo attraeva l'idea di combattere, di affrontare chissà quali terribili mostri... anche se adorava seguire le vicende dei Digiprescelti nel cartone animato. Eppure, fin dal giorno in cui Guilmon era nato, gli eventi si erano succeduti a prescindere dalla sua volontà, senza che lui avesse fatto nulla per cercare guai... e, ovviamente, avere un Digimon come amico significava anche tenerlo nascosto agli occhi delle altre persone; e quando si verificava un'emergenza, lui e Guilmon avevano il dovere di aiutare gli altri Tamers, piantando là tutto quello che stavano facendo. Naturale che il tempo che passava con gli altri suoi amici fosse diminuito...

Takato scosse la testa. Non aveva immaginato che essere un Tamer comportasse così tante responsabilità... ma non era il momento di starci a pensare. Al momento, la priorità era andare a prendere Guilmon al parco, nella speranza che non si fosse cacciato in qualche altro guaio a causa della sua curiosità... poi, doveva trovarsi con Jenrya, Terriermon, Ruki e Renamon per discutere di una faccenda che il Tamer cinese aveva definito urgente, e che riguardava proprio i loro Digimon.

Il giovane Tamer sperava soltanto che non si trattasse di qualche problema grave...

 

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Nel giro di mezz'ora, Takato era passato alla tana al parco per andare a prendere Guilmon (e aveva da lui ricevuto abbastanza leccate da farlo sembrare fresco da una visita al canile...), e si stava dirigendo verso il luogo dell'appuntamento, un piccolo parco giochi abbandonato dove lo attendevano già gli altri due Tamer e i loro partner: Jenrya era seduto su una panchinetta con un festante Terriermon sulla spalla - senza dubbio, il Digimon cagnolino era felice di poter finalmente sfuggire alle 'grinfie' di Shuichon -, mentre Ruki, in una sua classica posa di nonchalance con le braccia incrociate sul petto, stava in piedi vicino ad un albero, con la fedele Renamon lì vicino. I due Tamer, con i loro D-Power appesi al fianco, accolsero il loro compagno rispettivamente con un gesto della mano ed un cenno della testa.

"Ehilà, Takato! Guilmon!" li salutò Jenrya. "Siete arrivati in perfetto orario!"

"Già, una volta tanto..." confermò Ruki, dando un'occhiata al suo orologio. "Devo ammettere che state migliorando."

Il giovane Tamer e il suo Digimon risposero agitando le mani. "Ehilà, salve!" esclamò il piccolo dinosauro rosso, felice di rivedere i suoi compagni.

"Ciao, Jenrya! Ciao, ragazzi! Io e Guilmon abbiamo fatto il prima possibile..." esclamò Takato, raggiunti i suoi compagni. "Ho dovuto mettere su una scusetta con Hirokazu e Kenta per venire, ma insomma... comunque, piacere di rivedervi! Va tutto bene dalle vostre parti?"

"Discretamente, si può dire..." rispose Terriermon, con il suo solito tono ironico. "Un pò di trucco per bambole sul viso, e qualche vestitino coi merletti, ma sopravviverò!"

Jenrya soffocò una risatina e alzò gli occhi al cielo. "Terriermon..." lo rimproverò bonariamente. "Non dovresti dire queste cose di Shuichon-chan, lo sai che ti vuole bene... anche se, beh, posso capire che non ti piaccia essere truccato come una bambola..." Il Tamer cinese e il suo partner risero brevemente, poi Jenrya si schiarì la gola, riportando l'attenzione di tutti all'argomento di cui voleva discutere. "Eh-hm... Comunque, ragazzi, ho voluto che ci incontrassimo qui, con i nostri Digimon, perchè stavo pensando ad una questione molto importante... e ritenevo che anche i nostri Digimon avessero diritto a dire la loro, visto che è una cosa che li riguarda direttamente."

Terriermon premette le labbra l'una contro l'altra, Takato e Ruki corrugarono la fronte, e Renamon, pur non muovendo un muscolo, stava comunque molto attenta a quanto si stava dicendo. Guilmon inclinò la testa di lato e guardò l'amico del suo Tamer con espressione confusa. "Davvero, Jen? E che cosa?"

"Stavi di nuovo pensando a quei tizi in nero dell'altro giorno, non è vero?" chiese Ruki con tono apparentemente neutrale, ma nel quale si riusciva a cogliere una traccia di sospetto. Era un problema che non la lasciava indifferente, e sul quale anche lei e Renamon avevano discusso.

Jenrya annuì, come la sua compagna si era aspettata. "Sì... mi sembra chiaro che quell'uomo di nome Yamaki e i suoi colleghi ci hanno tenuto d'occhio da parecchio tempo, forse da prima ancora che conoscessimo Takato-kun. E ora, sappiamo che il loro scopo è quello di eliminare i Digimon, che loro considerano delle minacce alla sicurezza. E questo vuol dire anche... eliminare i nostri partner." affermò cupamente, le dita di una mano strette attorno alla manica della maglietta nera che indossava.

"Aaah, che razza di spreco... voglio dire, perchè vorrebbero privare i miei fan della gioia di assistere alle mie imprese, o di sentire le mie battute?" scherzò Terriermon, vedendo che il suo partner si avventurava in un terreno per lui difficile, e cercando di mantenere l'atmosfera non troppo pesante. "Non sanno che grave danno farebbero all'umanità? Una disdicevole perdita di risorse!"

Ruki grugnì irritata. "Certo, come no... la perdita della tua lingua lunga!"

"Hmph... i tuoi umilianti commenti non mi toccano!" le rispose il cagnolino dalle lunghe orecchie, cacciandole fuori la lingua. Ruki decise di non farci caso... erano lì per discutere di un problema, non fra di loro!

"Ehm, come stavo dicendo..." proseguì Jenrya. "Quegli uomini del governo sanno dei nostri Digimon, e già hanno tentato di catturarli. Abbiamo cercato di spiegare la nostra posizione, ma senza successo. Quindi, quello che volevo proporre era questo... ragazzi, voi che ne pensereste... se trovassimo una sistemazione per i nostri Digimon e per Calumon? Nel senso... una casa in cui restare nascosti a quegli agenti, almeno finchè le acque non si saranno un pò calmate. Così, almeno, non vedendo più i nostri Digimon con noi, quelli non sapranno più dove cercarli, e noi potremmo tenerli al sicuro... almeno per un pò..."

Ruki storse visibilmente il naso. "Una... casa per i nostri Digimon?"

Takato si portò un indice alle labbra e assunse un'aria pensierosa, mentre Guilmon girava lo sguardo verso di lui come se aspettasse una sua risposta. Ma certo, ecco perchè Jenrya aveva richiesto che fossero presenti anche i loro partner a questo incontro... chiaramente, non gli sembrava giusto prendere una decisione che li riguardasse senza aver consultato anche loro, e come dargli torto? In effetti, stava riflettendo Takato, l'idea aveva i suoi fondamenti... se fossero riusciti a trovare una qualche sistemazione, magari un pò fuori dal quartiere di Shinjuku... forse li avrebbero mantenuto più al sicuro dagli uomini di Hypnos, e al tempo stesso i loro amici digitali sarebbero stati abbastanza prossimi da poterli andare a prendere ed intervenire rapidamente in caso di pericolo...

"Takatomon, tutto ok?"

La vocetta ingenua di Guilmon interruppe i pensieri del giovane Tamer, che si voltò verso il suo amico. "Oh, scusa, Guilmon, mi ero un pò distratto... comunque, tu cosa ne pensi dell'idea di Jen? Pensi... che ti piacerebbe?" gli chiese.

Il piccolo dinosauro storse un pò il naso. "Hmmm... sinceramente non lo so, Takatomon... lì alla vecchia tana ormai mi trovo bene, e non so se mi piacerebbe il nuovo posto... Renamon, Terriermon, voi cosa ne pensate?" chiese poi, rivolto ai Digimon dei suoi compagni.

Fu Renamon a rispondere, dopo aver riflettuto per qualche secondo. "Capisco le ragioni che stanno dietro a quest'idea. E, in effetti, penso che essa abbia i suoi meriti. Prima, tuttavia..." iniziò a dire, per poi bloccarsi all'improvviso quando i suoi sensi acuti percepirono che c'era qualcosa di strano nell'aria... qualcosa di strano, minaccioso e al tempo stesso familiare, qualcosa che si faceva fatica a definire con le parole, ma che la volpe ninja sapeva interpretare alla perfezione: un sentore di pericolo imminente! Allo stesso tempo, Terriermon alzò una delle sue lunghe orecchie, come se avesse colto un rumore per gli altri inaudibile, e Takato si allarmò vedendo Guilmon che cominciava ad annusare l'aria, e le pupille dei suoi occhi si contraevano, segno sicuro che stava percependo un pericolo!

"Renamon. Cosa succede?" chiese Ruki, attenta come sempre. La Digimon simile ad una volpe guardò verso quello spiazzo del parco, abbastanza vicino a quello in cui si trovavano loro, da cui proveniva quella sensazione... uno spazio che per fortuna in quel momento era deserto.

I suoi occhi si strinsero, e quando parlò fu possibile sentire un certo allarme nella sua voce. "Un Digimon. Sta arrivando, ed è ostile... e molto forte..."

Renamon non aveva neanche finito di parlare, che l'ormai familiare coltre di foschia grigia - meglio conosciuta come Digital Field, il campo di dati che i Digimon utilizzavano per bio-emergere... - iniziasse ad apparire, avvolgendo lo spiazzo vicino e formando una nube minacciosa sospesa a pochi centimetri da terra. Ammutoliti, Takato e Jenrya rimasero ad osservare la nebbia di dati che si espandeva sempre di più, fino quasi a raggiungere il luogo in cui si trovavano. C'era decisamente da essere preoccupati... non avevano mai visto un Digital Field così grande prima di allora, e qualunque cosa ne fosse uscita, molto probabilmente non sarebbe stata molto amichevole...

A confermare quest'ultima impressione, ci pensò il terrificante ruggito che si levò dal banco di nebbia, e la panchina sfondata che, appena un istante dopo, volò in aria apparendo all'improvviso dal muro di nebbia e si schiantò pericolosamente vicina ai tre amici. Pezzi di legno sfondato e metallo contorto si sparsero per ogni dove.

"Accidenti, Jen, questa volta ce la vediamo bruttina..." esclamò Terriermon, anche lui con lo sguardo fisso verso la nube grigia. "Non credo di aver mai percepito un Digimon così forte da quanto sono emerso... questo bestione, di qualunque cosa si tratti, è davvero un avversario di tutto rispetto!"

"E'... è così, Guilmon?" chiese Takato, un leggero tremitio nella voce e la mano che si muoveva quasi automaticamente verso il suo D-Power. Il piccolo dinosauro, senza mai staccare la sua attenzione dal Digital Field, rispose con un lento cenno della testa, e i suoi occhi si ridussero a due luccicanti fessure.

"Purtroppo sì, Takatomon... è davvero forte... anche più di IceDevimon..."

Takato deglutì sonoramente mentre tirava fuori il suo deck di carte e si preparava allo scontro. Con la coda degli occhi, vide che Jenrya e Ruki stavano facendo la stessa cosa, e che i loro Digimon si erano schierati davanti a loro, pronti a fare da muro vivente. E così, tanti saluti al pomeriggio tranquillo... Si guardò attorno, sperando di vedere Calumon da qualche parte...

"Ma cosa succede qui, calu calu?"

Come se il cielo avesse ascoltato la sua preghiera, Takato e i suoi amici sentirono la vivace vocetta di Calumon provenire da sopra di loro, e il loro sguardo si spostò verso l'alto. Il loro piccolo amico dalle lunghe orecchie era sospeso in aria a pochi metri dalle loro teste, e stava planando verso di loro con espressione preoccupata.

Takato sorrise leggermente quando vide il piccolo Digimon avvicinarsi. Se non altro, adesso potevano stare tranquilli per la sicurezza del loro piccolo amico...

"Ma Calumon, dov'eri finito?" chiese Takato. "Ogni volta sparisci, salvo poi riapparire proprio quando c'è qualche Digimon in vista..."

Ruki pose fine alla discussione. "Di questo ce ne occuperemo dopo, Occhialoni. Intanto, abbiamo un Digimon da sistemare! Renamon, ti senti pronta?" chiese, preparato il suo deck di carte e il suo D-Power.

La volpe ninja era già al fianco della sua partner. "Io sono sempre pronta, Ruki."

"E' ora di combattere, Jenrya!" esclamò Terriermon. Il Tamer cinese annuì, e tutti e tre cominciarono ad avvicinarsi con cautela all'enorme banco di nebbia.

"Stai molto attento, Guilmon..." mormorò Takato. "Per favore..."

"Non preoccuparti, Takatomon..." rispose il dinosauro rosso. "Ce la possiamo fare..."

 

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"Signor Yamaki! Un vasto Digital Field è stato individuato nel settore 207!"

Le parole di Megumi giunsero alle orecchie attente del direttore di Hypnos, e un sorriso quasi invisibile apparve sul suo volto serio. Forse era proprio quello di cui aveva bisogno... ma per il momento, era meglio cercare di impedirne la bio-emersione.

"Riuscite a trattenere l'entità?" chiese, voltandosi appena verso il gruppo di operatori al lavoro, che stavano freneticamente digitando stringhe di comandi sulle loro console. L'altra operatrice, la castana Reika, scosse la testa.

"Negativo, signor Yamaki. E' una bio-emersione decisamente più vasta di quelle avvenute in passato." rispose. "Non siamo in grado di contenerla."

Yamaki annuì, senza mostrare alcun allarme. "In tal caso, passare alle misure di emergenza. Individuare posizione precisa della bio-emersione ed approntare Juggernaut per l'intervento di emergenza. Consideratelo un collaudo come gli altri, solo con un margine di errore più scarso."

"Sissignore!" risposero quasi all'unisono gli operatori, tornando rapidamente al loro posto. Il giovane direttore, infilatosi in tasca l'accendino, raggiunse una console vuota e vi si sedette, deciso a dare anche il suo contributo. Era un momento critico, e non potevano permettersi di fallire... dovevano bloccare quell'entità digitale a qualsiasi costo!

"Abbiamo individuato altre tre reazioni nella zona, signor Yamaki." si sentì la voce di un operatore. "Sono meno potenti, ma comunque presenti. Quali sono le istruzioni?"

"Ignorate le tre presenze minori, e centrate l'effetto di Juggernaut sul Digital Field." rispose prontamente il direttore, intuendo che doveva trattarsi dei Digimon di quei tre ragazzi. "Nell'ipotesi peggiore, in caso di disfunzione del programma, i tre Digimon minori potrebbero essere l'unica possibilità di trattenere l'entità più forte. Ed in ogni caso, la bio-emersione più potente è la nostra priorità!"

"Sissignore!"

"Molto bene..." disse tra sè Yamaki, aggiustandosi gli occhiali scuri sul naso. "Ora vedremo quanto vale questo nuovo programma."

 

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"Ci siamo, eccolo qui..." iniziò a dire Guilmon, mentre lui e Takato si addentravano per primi nel gigantesco Digital Field. La nebbia grigia rendeva difficile la visuale, e l'aria era pregna di elettricità statica che crepitava attorno ai Tamers e ai loro compagni, creando microscariche e piccole scintille gialle. Ciò nonostante, l'enorme e minacciosa sagoma del Digimon bio-emerso era già visibile: sembrava un macigno con quattro grandi zampe di forma cilindrica, e un lungo collo che si sollevava in mezzo alle spalle muscolose. Era di dimensioni impressionanti, e il giovane Tamer rallentò un pò il passo colto da un improvviso timore.

"R-ragazzi, guardatelo!" esclamò, indicando la mastodontica figura a Jenrya, Ruki e gli altri Digimon. "Mai visto niente del genere!"

Calumon si bloccò a mezz'aria e si portò le zampine davanti alla bocca. "C-calu, calu... ma quanto è grande!"

Un grugnito simile al rombo di un tuono vicinissimo scosse leggermente la terra sotto i loro piedi mentre il Digimon rivolgeva la sua attenzione ai disturbatori, e Takato strinse i denti per la paura quando si vide piantati contro un paio di occhietti rossi e scintillanti piantati in cima ad una testa altissima, e terribilmente piccola rispetto al resto del corpo. Jenrya, Ruki e i loro Digimon restarono ben piantati al loro posto, trattenendo la paura.

"Ho già visto questo tipo di Digimon." commentò Renamon. "Credo di sapere come affrontarlo."

Finalmente, dopo qualche passo pesante, il mostro si fece vedere, e la nebbia digitale si aprì con un impressionante effetto scenico: Takato sentì i capelli rizzarsi in testa e il sangue congelare nelle vene davanti alla visione di un muscoloso brontosauro con il corpo ricoperto da spesse squame di un vivace colore arancione, con strisce azzurre orizzontali che decoravano la schiena, la parte posteriore del collo, la coda e le articolazioni delle sue zampe spesse come tronchi d'albero, terminanti in piedi a tre dita con unghie simili a piastre di avorio levigato. La testa era allungata, con la bocca piena di grandi denti squadrati che sembravano in grado di maciullare qualsiasi cosa finisse in mezzo ad essi, e le narici simili a buchetti neri, cosa piuttosto insolita, non si trovavano a metà strada tra gli occhi e la bocca, ma un pò sopra le orbite. Il collo sorprendentemente esile per quella mole immensa, che costituiva quasi la metà della sua lunghezza di almeno venti metri, teneva la piccola testa sollevata ad almeno una dozzina di metri da terra, e sarebbe potuto arrivare facilmente ai primi piani di un grattacielo! Per concludere, una grossa lama d'acciaio di forma uncinata e ripiegata verso avanti spuntava in mezzo agli occhi del dinosauro, luccicante e puntata contro i Tamers!

"Come immaginavo. Un Brachiomon." concluse Renamon.

 

ANALIZZATORE DIGIMON

Nome: Brachiomon

Tipo: Dinosauro

Attributo: Dati

Livello: Ultimate

Attacchi: Brachio Bubble, Hammer Head

Uno dei Digimon dinosauro più grandi, erbivoro ma potenzialmente aggressivo. La sua mole lo rende una minaccia per tutti i Digimon più piccoli, che spesso lui schiaccia senza nemmeno accorgersene. E' molto poco intelligente, ma un suo passo può scatenare un terremoto!

 

"Li faccio grandicelli, i dinosauri, da queste parti..." commentò Terriermon, per nulla intimorito dalle dimensioni del suo avversario. "Mi chiedo cosa gli diano da mangiare..."

"Sicuramente questo ha ingoiato un bel pò di dati..." rispose Ruki, alzando brevemente gli occhi al cielo per la battuta. "E' un Digimon di livello Ultimate, e noi non ne abbiamo mai affrontato uno di livello così alto finora." Prima che qualcuno potesse commentare, la Tamer indurì il tono della voce. "Non lasciatevi intimorire! E' vero, è molto forte, ma possiamo fermarlo se usiamo la testa e non tentiamo lo scontro fisico! Renamon, hai detto che hai già avuto a che fare con questa tipologia di Digimon, giusto?"

"Sì, Ruki." rispose la Digimon. "Ho già avuto modo di vedere come combattono, e ho un'idea dei loro punti deboli."

"Allora guida tu l'offensiva. Ragazzi, voi siete d'accordo?" chiese la Tamer ai suoi compagni, estraendo una carta della Digievoluzione dal suo deck. Quando i due ragazzi e gli altri due Digimon le risposero con un cenno affermativo, Ruki sollevò la sua carta...

"CARD SLASH!" esclamarono all'unisono i tre ragazzi, e con un movimento collettivo del braccio, rapido e sicuro, strisciarono le loro carte della Digievoluzione nell'apposito slot del D-Power! "Digivolution Activate!"

Il triangolo colorato sulla fronte di Calumon si illuminò all'istante, e un'aura di pura energia iniziò a scintillare attorno ai corpi di Guilmon, Terriermon e Renamon. "Forza, ragazzi, forza!" esclamò il piccolo Digimon, prima di inviare un impulso di energia ai suoi compagni. "Caluuuu!"

"Guilmon shinka..."

Il corpo del piccolo Digimon rosso aumentò di dimensioni e di corporatura, trasformandosi in un grosso dinosauro muscoloso, simile a Guilmon ma più minaccioso, con una criniera bianca ed ispida che gli scendeva dalla base del cranio lungo la spina dorsale e due lunghe corna sopra gli occhi, oltre che lunghi artigli bianchi dalla punta nera su mani e piedi. Il suo corpo era tappezzato di decorazioni nere, soprattutto sugli arti, sulla coda e attorno alla bocca e ai suoi occhi dalle pupille dorate, mentre il simbolo di contaminazione nucleare era sulla spalla. La forma Champion di Guilmon, ora alta quasi quanto una zampa di Brachiomon, ringhiò e si mise in guardia, pronta ad affrontare quel colossale avversario.

"...GROWLMON!"

"Terriermon shinka..."

Il più piccolo dei tre Digimon crebbe a sua volta, e si trasformò in un grosso cane umanoide coperto da una corta pelliccetta bianco-giallina che diventava verde chiaro sulla testa e su parte delle orecchie, e il viso decorato da segnetti rossi orizzontali sulle guance, oltre che uno romboidale sulla fronte, in mezzo ai suoi piccoli occhi neri e sotto un piccolo corno appuntito. Indossava soltanto un paio di pantaloni lunghi blu e una bandoliera che gli andava dalla spalla sinistra al fianco destro, e i suoi grossi piedi a tre dita erano armati di corti artigli. La sua caratteristica più notevole, però, erano le grosse mitragliatrici montate sulle mani, che il nuovo Digimon agitò con fare esibizionista davanti a sè prima di declamare il suo nome.

"...GARGOMON!"

"Renamon shinka..."

Al posto di Renamon, si ergeva ora una stupenda creatura simile ad una volpe gigantesca, tutta coperta di una scintillante pelliccia dorata che diventava bianca attorno al collo e alle spalle (dove si infoltiva), sulle zampe, sul sottopancia e sulle punte delle sue nove maestose code. Sulla parte superiore di ogni zampa e sulla fronte era disegnato un simbolo dello Yin-Yang, e il muso aveva un'espressione misteriosa e intelligente, acuita dai segni orizzontali sugli zigomi, sotto i suoi lucenti occhi neri. Attorno al collo, portava una grossa corda intrecciata, a strisce rosse e bianche, che terminava a ciascun lato con due grossi campanelli dorati. La creatura volpina si acquattò su tutte e quattro le zampe e aprì le sue code a mò di ventaglio, circondandosi di un'aura di fiamme celesti prima di mettersi in guardia!

"...KYUUBIMON!"

Brachiomon si fermò, con un grugnto mezzo di sorpresa, mezzo di irritazione, e i suoi occhi si strinsero minacciosamente. Sembrava che il suo primitivo cervello non avesse ancora compreso appieno come mai quelle che fino ad un attimo prima erano sembrate bestiole insignificanti, improvvisamente gli si parassero davanti così sicure. Non ebbe però il tempo di rifletterci a lungo, visto che, ad un cenno di Kyuubimon, i tre Digimon si dispersero e corsero ognuno in una direzione diversa, accerchiando l'enorme dinosauro che cercava in qualche modo di tenerli d'occhio tutti e tre. In men che non si dica, si ritrovò Growlmon che lo caricava frontalmente, la testa abbassata e le corna pronte a colpire.

"Adesso, Growlmon! Colpiscilo!" esclamò Takato, dopo aver preso un'altra carta e averla inserita nel D-Power. "Card Slash! Power Activate!"

L'inserimento della carta aumentò improvvisamente la forza del Digimon di Takato, che sollevò la testa e aprì le fauci, rivelando la grossa sfera di energia rossa che ardeva all'interno della sua gola. "Grazie, Takatomon! Pyro Blaster!" esclamò Growlmon, e scagliò la sfera infuocata contro Brachiomon che, troppo grosso e troppo vicino per evitare il colpo, non ebbe altra scelta che piantare le zampe al suolo e cercare di resistere. Anche così, quando la meteora infuocata gli si schiantò addosso, venne fatto indietreggiare di un pò, e dalla sua gola si levò un altro ringhio... ma non durò molto, visto che Brachiomon si rimise in guardia quasi subito e gettò uno sguardo furente sul dinosauro più piccolo. Era talmente concentrato su Growlmon che pareva essersi dimenticato degli altri due...

Jenrya, Ruki e i loro partner furono rapidi ad approfittare dell'occasione offerta dal loro compagno. "Grazie, Takato! Grazie, Growlmon! Ora ci pensiamo noi!" esclamò Jenrya. Il Tamer cinese e la Tamer dai capelli rossi pescarono simultaneamente una carta dai loro deck, e la strisciarono nel D-Power, trasmettendone l'effetto speciale ai rispettivi Digimon.

"Card Slash! Hyper Speed Activate!"

"Card Slash! Hyper Wings Activate!"

Gargomon si velocizzò al punto tale che scomparve dalla posizione in cui si trovava, mentre un paio di ali di luce bianca apparivano sulla schiena di Kyuubimon. Brachiomon, ancora dimentico degli altri due avversari, si stava concentrando unicamente su Growlmon, e aveva abbassato il collo per sferrargli una testata micidiale, m il dinosauro rosso fu più agile e si spostò indietro quel tanto che bastava per non essere colpito. Quando il brontosauro alzò la testa per colpire di nuovo, si accorse della volpe alata che si scagliava su di lui, le code avvolte da scintillanti fiamme azzurre, e interruppe allarmato il suo attacco...

...solo per essere raggiunto alla nuca da una raffica di proiettili, che gli strapparono un lungo ruggito di rabbia pur non riuscendo ad infliggergli danni significativi. Esasperato dagli attacchi che sembravano provenire da ogni direzione, Brachiomon si voltò verso la propria schiena, e sembrò spalancare gli occhi per la sorpresa quando vide il cane umanoide armato di mitragliatrici, in piedi sulla sua enorme schiena, che prendeva nuovamente la mira...

"Ehilà, cervello da lucertolone!" lo salutò Gargomon, strizzando un occhio. "Ti sono mancato? Beh, ho qui un souvenir per te! Gargo Lasers! Ratatatatata..."

Il Digimon, accompagnando ogni colpo con l'imitazione del rumore della mitragliatrice, indirizzò contro la testa di Brachiomon una raffica di proiettili, che centrarono tutti il loro bersaglio mentre Kyuubimon preparava il suo attacco...

"Dragon Wheel!" esclamò la volpe a nove code, eseguendo una spettacolare capriola in aria e circondandosi di fiamme azzurre prima di scagliarsi a tutta velocità contro la base del collo di Brachiomon! Il colpo andò perfettamente a segno, e questa volta le enormi zampe del dinosauro cedettero sotto la pressione dell'attacco, mentre Brachiomon ruggiva di dolore, e Gargomon balzava giù dalla sua schiena con un elegante salto mortale! Kyuubimon, a quanto pareva, lo aveva colpito in un punto particolarmente sensibile, mettendo a frutto le sue esperienze precedenti a DigiWorld. Growlmon, deciso a fare sì che i suoi amici mantenessero il vantaggio, sparò un altro Pyro Blaster contro la testa di Brachiomon e lo colpì sotto il mento, poi si gettò contro di lui ad artigli spianati e graffiò una delle sue pur robuste zampe anteriori. Con un ringhio, il dinosauro sollevò la zampa ferita e tirò un paio di calci a vuoto per cercare di togliersi di torno quelle irritanti creaturine... ma i tre Champion si erano già ritirati fuori dalla sua portata, in modo da riorganizzarsi per un nuovo attacco.

"Ce la stiamo facendo!" esclamò il vivace Calumon, le zampette e le orecchie che si agitavano in aria. "Lo abbiamo messo a terra!"

"Sì, ma è ancora molto forte..." commentò Takato, metre cercava tra le sue carte una che potesse essere utile contro il gigantesco Digimon. "Per ora siamo riusciti a coglierlo di sorpresa, ma non so se la prossima volta ci riusciremo..."

Come a confermare le sue parole, Brachiomon ringhiò di nuovo e sollevò un'altra volta il suo enorme collo, osservando con odio i tre Champion schierati di fronte a lui. La differenza di livello si stava facendo sentire, e il dinosauro più grande si era già riscosso dallo stordimento dei primi attacchi, per quanto non ne fosse uscito illeso...

Prima che i Tamers potessero usare altre carte, o i loro Digimon potessero provare un altro attacco, Brachiomon si impennò sulle zampe posteriori per poi abbattersi sul terreno con tutto il suo immane peso! Si sollevò come un rombo di tuono, talmente forte che i Tamers sentirono i loro corpi vibrare dolorosamente, e un'onda d'urto di pura energia bianca scaturì dal terreno davanti a lui e si diresse contro i tre Digimon, che furono costretti ad un disperato balzo laterale per evitare il terribile colpo! Growlmon, troppo grosso per schivare, non potè fare altro che mettersi in guardia mentre l'ondata si schiantava rumorosamente su di lui, sollevandolo da terra e mandandolo con la schiena contro un albero dopo un volo di diversi metri!

"Growlmon! Attento!" esclamò Takato. Tirò un sospiro di sollievo quando il suo amico digitale si tirò su, scuotendo la testa per schiarirsela.

Anche gli altri due Digimon, pur riuscendo ad evitare il grosso del colpo, non erano riusciti a salvarsi del tutto, in quanto il semplice spostamento d'aria provocato dall'onda d'urto di Brachiomon li aveva mandati a terra. Per fortuna, non si trattò di un colpo grave, e anche i due Digimon furono in grado di rialzarsi quasi subito.

"Cavolo... gira il mondo o giro io?" mormorò Gargomon, massaggiandosi la testa indolenzita. Kyuubimon, da parte sua, si limitò a darsi una scrollata prima di rimettersi in guardia.

"Accidenti, è davvero resistente..." mormorò tra sè Takato, mentre continuava a cercare tra le sue carte. "Devo trovare un attacco che possa infliggergli dei danni seri, e che Growlmon possa controllare, o rischiamo di andare avanti fino a domani mattina... Ha, haa! Eccolo qui! Forse questo potrebbe andare..."

Il suo sguardo si era fermato su una carta di Stingmon, un Digimon di tipo Virus il cui attacco avrebbe potuto essere molto efficace contro un Digimon di tipo Dati... guardando al proprio fianco, vide che anche Jenrya sembrava aver avuto la stessa idea, e aveva preso una carta per inserirla nel suo D-Power. I due ragazzi si scambiarono uno sguardo e un cenno di intesa, mentre Ruki li osservava chiedendosi quale fosse la loro strategia. Oh, beh, in ogni caso... lei avrebbe fatto in modo che quei due, qualunque essa fosse, riuscissero a metterla in pratica!

"Okay, Kyuubimon!" esclamò la Tamer. "Ora cerca di portare avanti l'azione di disturbo! Devi attirare l'attenzione di quel bestione su di te! Pensi di riuscirci?"

La volpe a nove code si acquattò sul terreno. "Puoi scommetterci, Ruki!" esclamò, prima di scattare di lato a tutta velocità. Il poco lungimirante Brachiomon si lasciò distrarre dai suoi movimenti e bloccò la sua avanzata verso Growlmon e Gargomon per rivolgere tutta la sua attenzione all'agile Digimon volpe: era proprio il momento che Takato e Jenrya aspettavano!

"Adesso che si è distratto, Takato!" esclamò il ragazzo dai capelli blu. "E' la nostra occasione migliore!"

Takato non se lo fece dire due volte e alzò la carta di Stingmon. "Subito, Jen! Card Slash..."

Ma prima che i due Tamers potessero abbassare le loro carte ed inserirle nei loro Digivice, accadde qualcosa di inaspettato ed allarmante: improvvisamente, l'agile Kyuubimon rallentò bruscamente il suo passo per poi fermarsi, incespicando pericolosamente! Con rammarico, i ragazzi si resero conto che una cosa del genere stava acadendo anche a Growlmon e a Gargomon, che si erano piegati su un ginocchio come se improvvisamente fossero stati colti da un feroce mal di stomaco!

"U... Uugh... Ta... kato... mon..." ansimò Growlmon. "A-aiuto..."

Gargomon tentò inutilmente di rialzarsi, usando le sue mitragliatrici come appoggi. "J-Jen... Non... non mi sento... molto bene..."

"Growlmon!" esclamò il giovane Tamer, correndo a fianco del suo partner. Sentì il cuore mancargli di un battito quando vide l'espressione di sofferenza sui volti del suo Digimon e di Gargomon. "Growlmon, che succede? Stai male?"

"Uuh..." cinguettò Calumon, con le orecchie ripiegate contro il corpo. Non sembrava risentire come gli altri di... qualunque cosa fosse successa. "Mi gira la testa..."

"C'è... c'è qualcosa che non va nei loro dati..." esclamò Jenrya, l'ansia chiaramente percepibile nella sua voce mentre abbandonava le sue carte a terra e si chinava per assistere Gargomon. "Qualcosa... non so cosa... sta cercando di cancellarli! Non so come, ma lo sta facendo!"

"Kyuubimon!" esclamò Ruki, inginocchiata vicino alla sua Digimon, con un tono preoccupato che da lei raramente si sentiva. "Che cosa... vi sta succedendo? E... cosa sta succedendo... a Brachiomon?"

"Di... qualunque cosa si tratti..." mormorò Kyuubimon mentre si rialzava sulle zampe tremanti. "...sta facendo molto più effetto... a lui..."

In effetti, il gigantesco dinosauro aveva distolto completamente la sua attenzione dai suoi avversari, e pareva essere preda di terribili dolori: i suoi ruggiti furenti riecheggiavano per ogni dove, e il suo lungo collo si piegava in una direzione e nell'altra, come se il Digimon cercasse di scrollarsi di dosso ciò che lo stava facendo soffrire, senza risultati apprezzabili. Sempre più disperato, Brachiomon si impennò nuovamente e proruppe in un lungo ruggito, per poi crollare spossato sulle ginocchia... e sotto gli occhi increduli di tutti i presenti, iniziò a disintegrarsi senza alcun motivo apparente! La punta della coda scomparve per prima, riducendosi in tanti quadratini di luce arancione e azzurra... poi il processo di disgregazione risalì lungo il corpo, cancellando le zampe posteriori, poi la parte posteriore del corpo... e risalendo verso la testa, inesorabile. La nebbia che circondava i combattenti iniziò a diradarsi, ma Brachiomon continuò ad agitarsi e a lottare finchè anche la sua testa non fu scomparsa, e il suo ultimo ruggito risuonò per tutta quella zona del parco!

Nel momento in cui Brachiomon si dissolveva, la visibilità tornò normale attorno ai Tamers, e i loro Digimon presero un profondo respiro e si calmarono. Quello che aveva cancellato il loro avversario aveva, per qualche motivo, risparmiato loro...

"A-avete... visto?" balbettò Takato dopo qualche secondo di stupefatto silenzio. "Lo... lo hanno... cancellato... ma cosa è... Growlmon! Oh, santo cielo, Growlmon, ragazzi! State tutti bene?"

Growlmon scosse la testa, un pò frastornato, e de-evolse alla sua forma Rookie, come fecero anche gli altri Digimon. "Uuuugh... Takatomon... sì... sì, mi sento... abbastanza bene..." rispose debolmente.

Il piccolo Calumon, che si era già ripeso dalle vertigini di prima, svolazzò vicino al dinosauro rosso. "Io ora sto bene... ma... non ho capito... cosa sia successo..." mormorò, confuso quanto loro.

"Hey, Terriermon... come stai, tutto bene? Non sei ferito?" chiese Jenrya, inginocchiandosi vicino al suo partner che si stava rialzando sulle gambe non troppo ferme. Nonostante tutto, comunque, il cagnolino dalle lunghe orecchie non aveva perso la voglia di scherzare...

"Beh, mi sento come se fossi stato picchiato con un grosso sacco di mattoni..." replicò Terriermon. "Ma a parte questo, va tutto bene..."

Jenrya soffocò una breve risata. Sì, stava proprio bene...

"Ma che diavolo è successo, poco fa?" si chiese Ruki, aiutando Renamon a rialzarsi. "Renamon, tu non hai idea di cosa..."

"Purtroppo no, Ruki... non ho mai visto una cosa del genere prima di adesso..." rispose la volpe ninja, scuotendo la testa. "Posso solo dire... che sono sicura che non è stato un altro Digimon ad uccidere Brachiomon... non ho percepito la presenza di nessun altro Digimon oltre a lui e a noi tre..."

"Ma allora..." si chiese Takato, già sospettando quale potesse essere la risposta. "...allora chi è stato... a cancellare Brachiomon?"

Le paure del giovane Tamer erano condivise anche dai suoi compagni. Ora avevano a che fare con qualcosa che poteva cancellare i loro Digimon in qualsiasi momento e dovunque si trovassero...

Ma la paura si trasformò presto in indignazione. Quello Yamaki e i suoi collaboratori avrebbero avuto diverse cose da spiegare...

...e i tre ragazzi, questa volta, volevano risposte!

 

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"Digital Field terminato. Attività digitale cessata, dati residui inferiori allo 0.06 per cento." arrivò, puntuale come un orologio svizzero, il rapporto di Reika sugli effetti dell'attivazione di Juggernaut. Alla console presso la quale era seduto, Yamaki si concesse un breve sogghigno di soddisfazione quando lo schermo davanti a lui diede la conferma della cancellazione dell'entità di maggiori dimensioni. Allora era proprio vero... Juggernaut aveva funzionato! Il loro nuovo sistema di difesa era davvero in grado di cancellare le forme di vita digitali bio-emerse, e forse anche di trattenere quelle in procinto di bio-emergere...

"Ottimo lavoro." rispose, mantenendo il suo tono neutrale, ma senza riuscire a dissimulare del tutto la sua soddisfazione. "Il collaudo di Juggernaut può essere considerato un successo. Avete raccolto i dati sulle modalità operative e sull'influenza di Juggernaut sulle attività on-line?"

"Affermativo, Yamaki-san." rispose un operatore seduto poco lontano. "Quanto prima, i dati saranno sottoposti al vaglio dei nostri esperti, e sarà data l'ultima parola sull'attivazione. Tuttavia, possiamo già prevedere che sarà dato il nulla osta... gli effetti dell'attivazione del nostro sistema di difesa non dovrebbero essere stati troppo importanti."

Yamaki si alzò lentamente dalla sua console, sempre con quel lieve sorriso di contenuta soddisfazione. Da quando la crisi Digimon era iniziata, e si cominciava a sentir parlare di quei... Tamers... questa era stata la notizia migliore che avesse mai ricevuto. Non doveva fare altro che attendere i risultati delle analisi, che molto probabilmente sarebbero arrivati entro qualche giorno, e poi, Juggernaut avrebbe potuto essere reso definitivamente operativo! Finalmente, nessuno avrebbe più dovuto preoccuparsi di quelle maledette bio-emersioni...

"Godetevi il tempo che vi rimane, invasori digitali..." pensò il direttore di Hypnos, rivolgendo tutto il suo disprezzo a quelli che considerava dei pericolosi assassini. "Molto presto, avrete finito di sconfinare nel nostro mondo e fare quello che volete..."

 

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"Stupidi umani. Come osano anche soltanto pensare di poterci ostacolare... e sfruttando la nostra stessa natura, per giunta!"

Con uno stridio furibondo, la colossale figura avvolta da fiamme scarlatte si rivelò, in un'esplosione scarlatta che illuminò ogni meandro del suo santuario, e proiettò ombre sanguigne sulle dodici figure riunite sotto i gradini del suo trono: dodici creature dalle fattezze animalesche, il cui aspetto non era chiaramente visibile a causa dell'intensa distorsione provocata dal calore, che attendevano in piedi e in ordine, per nulla disturbate dalle fiamme che pure guizzavano a così breve distanza da loro. Alcune erano piccole e sfuggenti, e si distinguevano a malapena... ma la maggior parte erano creature forti e possenti, con impressionanti muscoli, ed acuminate zanne e artigli, che non sembravano aspettare altro che provare la loro potenza sui nemici del loro Sovrano.

Dopo qualche istante, le fiamme scarlatte che avvolgevano la figura sul trono si smorzarono, e quest'ultima inquadrò severamente i suoi dodici sottoposti, che tuttavia restavano dignitosamente al loro posto, attendendo gli ordini che non tardarono ad arrivare.

"Sono stato fin troppo indulgente finora... ma i tempi stringono, e noi non abbiamo ancora recuperato la Shining Evolution!" tuonò il potente Digimon infuocato. "Non possiamo permetterci ulteriori fallimenti! E' per questo che ho convocato voi, i più abili e capaci dei miei sudditi, affinchè attacchiate il Mondo Reale e facciate capire agli esseri umani quale è il loro posto! E questa sarà dunque la vostra missione, miei Deva! Riportate la Shining Evolution qui, al mio cospetto, con qualsiasi mezzo sia necessario! Non tollererò fallimenti, mi sono spiegato?"

Una voce rude rispose per tutte le dodici figure, e un umanoide mostruoso, simile ad un minotauro ma dall'aspetto molto più curato ed elegante, si fece avanti, inginocchiandosi umilmente di fronte all'imperioso Sovrano di DigiWorld.

"La nostra missione è chiara, Zhuqiaomon-sama. E, con il suo permesso, sarò io, Vajiramon, a portarle la Shining Evolution!"

 

CONTINUA...

 

Note dell'autore: Uff... finalmente, ecco a voi il secondo capitolo delle vicende di Digimon Tamers! L'ultima parte forse vi sembrerà un pò affrettata, ma si deve soprattutto al fatto che ho qualche esame a breve. Conto di avere un pò di relax dopo il 21 di questo mese, giorno dopo il quale potrò dedicarmi con più assiduità alla stesura delle mie storie, almeno per qualche giorno... e, sinceramente, non vedo l'ora che comincino le vacanze di Pasqua!

E così, per la prima volta nelle mie fanfiction, faccio apparire uno dei miei personaggi preferiti di Tamers: il nostro Man In Black preferito, Mitsuo Yamaki, e il suo accendino che mi ricorda tanto il cronometro di Miki Kaoru! (in Revolutionary Girl Utena...). Spero di aver fatto un buon lavoro di caratterizzazione, sia con lui che con gli altri personaggi... purtroppo, i miei ricordi di Tamers sono un pò sbiaditi, e anche YouTube può fare solo fino ad un certo punto per aiutarmi!

Ormai ho fatto la mia scelta definitiva per i pairings della mia storia di Digimon Tamers. Per chi volesse saperli, rileggete l'appendice al Capitolo 1... so che ad alcuni di voi non saranno molto graditi, ma che ci volete fare, ho voluto provare qualcosa di nuovo... qualcosa che in Italia non credo sia mai stato scritto, ma che nei paesi esteri ha molto successo!

Va bene, ragazzi, questo è tutto! Ci risentiamo quando avrò più tempo, e vi do appuntamento al prossimo capitolo di Record of Digital Wars! Ciao!

 

 

 

  
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