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Autore: Ila_Chia_Echelon    03/09/2012    1 recensioni
-È come se fossi inciampato per sbaglio, forse in me stesso, forse in quella parte di me che ancora si nasconde, e fossi caduto in un sogno.-
Interpretazione di "Time of dying", una delle mie canzoni preferite dei 3DG.
I fatti contenuti in essa sono, ovviamente, completamente frutto della mia mente malata, spero vi piacciano. :) Mi farebbe molto piacere conoscere la vostra opinione.
Genere: Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I'll wait here for you

 

On the ground i lay
motionless in pain...


Fa freddo.
Sono soltanto una maschera di ghiaccio. Come se fossi immobile, morto, sospeso in una dimensione senza tempo, senza suono.
Non so dove sia il mio corpo o quello che ormai ne rimane, non ricordo come sia sentire il proprio sangue nelle vene, le giunture scricchiolare nello sforzo di un movimento.
La mia capacità di percepire è da tempo sopita, ma molto lantamente riacquisisco il dono di sentire qualcosa – con le orecchie – un piccolo, ripetitivo e costante cambiamento sul mio volto spento – con le mani – un ticchettio familiare, dita gelide che sfiorano la pelle – con gli occhi, finalmente.
Sollevo le palpebre, apro e chiudo ritmicamente la bocca per sgranchire le mie ossa indolenzite, ma soprattutto per gustare quel brivido freddo, per sentire che sono ancora qui, sono ancora vivo; tutto ciò assaporando il dolce grigiore delle gocce di pioggia.


Is this all a dream?
Wake me up, I'm living a nightmare...

 
Come sono finito qui?
E qui dove..? Mi chiedo.
Voltando la testa a destra e a sinistra sento i miei capelli, bagnati e appiccicaticci, pizzicarmi la nuca.
È come se fossi inciampato per sbaglio, forse in me stesso, forse in quella parte di me che ancora si nasconde, e fossi caduto in un sogno.
Ma tutto è grigio. D'un tratto un pensiero s'insinua dentro di me, quasi scivolasse sull'asfalto su cui giaccio – la strada è grigia da un lato, così come dall'altro – e mi trascina nuovamente nell'incubo.
Penso che non voglio tutto questo. Posso tornare a dormire? Posso chiudere ancora gli occhi e non sentire mai più questa sensazione? Queste migliaia di memorie di sofferenze, sorrisi, dolore, promesse non mantenute, delusioni e sguardi...persone.
SVEGLIATI!

 

I will not die, I'll wait here for you
I feel alive, when you're beside me...

 

Una grossa goccia di pioggia mi colpisce la fronte. Mi ha riportato alla realtà, sta cercando – che cosa? – un ricordo, un frammento liquido nell'eterna confusione della mia testa.
Una lacrima.
Ecco cosa mi ricordava, una lacrima. Adesso che è stata ritrovata, si mescola felice alla pioggia, giù per la mia guancia.
Non capisco perchè piango, e mi viene da ridere. Sì, sorrido.
Vedo me stesso dall'esterno: Adam Gontier, sdraiato in mezzo a una stradina qualunque di un parco sperduto chissà dove. Beve il pianto del cielo e ride mentre piange, perchè gli pare di essere tornato bambino.
Lo rivedo, quel ragazzino instancabile dagli occhi azzurri, corre nella pioggia, trova abbia un buon sapore, scivola e ride, si rialza e sogna.
Lo sento accanto a me, dentro me, che schiamazza con tutta l'irriverenza tipica della sua età. Tiene in mano tutto ciò che ancora devo realizzare, tutte le cose che anni fa ero sicuro sarei riuscito a portare a termine.
Nei suoi occhi sta un punto interrogativo, quasi si chiedesse come facevo a non capire.
A non capire che sono finalmente in grado di riportare in vita quel bambino, con la sua fantasia, le sue idee originali, il suo sguardo curioso. Si avvicina sempre di più, e ora ne sono sicuro: un giorno riemergerà.
Devo solo aspettare, aspetterò, perchè quest'oggi ho scoperto di non essere solo ad affrontare questa battaglia contro Adam, questa lotta infinita contro le paure che per troppo tempo mi hanno trattenuto nel loro abbraccio asfissiante.
Sento l'asfalto vibrare sotto di me, la pioggia incessante sussurrare una canzone, il vento sferzarmi le labbra sorridenti.
Quest'oggi, per la prima volta, sono vivo.

 

   
 
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