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Autore: Up_    04/09/2012    5 recensioni
Li avevano messi insieme per un progetto di scienze, contro la loro volontà.
Lui odiava così tanto quella stupida donna da tingerle i capelli di proposito, per rispondere ad un torto subito pubblicamente e per di più davanti al Decimo.
E se fosse proprio questo episodio a farli avvicinare?
(GokuHaru - 5986)
Genere: Comico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Hayato Gokudera
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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*Riscritta il 4.09.2012
Non fregherà a nessuno, ma oggi è l'anniversario di matrimonio dei miei genitori, perciò...TANTI AUGURI!
Dopo di ciò, vi lascio alla storia...*

















 

"Professore, adesso lei deve spiegarmi perchè io, Miura Haru, sono costretta a fare il mio progetto di scienze con un ragazzo di un'altra scuola!"

Quella mattinata non poteva essere iniziata peggio: Tsuna non le aveva rivolto la parola, Kyoko le aveva dato buca perchè quel pomeriggio non sarebbero uscite assieme e infine questo.
Il professore si schiaffò una mano in faccia, scuotendo vigorasamente il capo.
"Miura, siediti e respira. Questa decisione non l'ho presa io!"
Haru si sedette, ma continuò a fulminare l'insegnante con occhiate cariche di disprezzo.
Il povero professore di matematica si sedette sulla cattedra, guardando negli occhi ogni alunna presente.
"Lo ripeto per l'ultima volta...La nostra classe, assieme ad un'altra di un differente istituto della regione, è stata sorteggiata per un progetto di scienze; vi parteciperanno solo le studentesse con la media più alta...in questo caso lei, signorina Miura"
Haru sbuffò, voltando lo sguardo altrove.
Lei non era di certo stupida, e non capiva che bisogno c'era di dividere il progetto con un altro ragazzo che magari nemmeno conosceva!
Rimase a guardare la fitta pioggia di quella giornata autunnale, non prestando attenzione alle critiche di alcune delle sue compagne di classe.
"Professore, Haru non è adatta per questo lavoro!"
"Già! Potremmo sostituirla noi!"
Haru sbuffò di nuovo.
Si alzò, raccolse i propri libri e si diresse verso l'uscita non appena la campanella iniziò a suonare.
Per quel giorno, di incazzature, ne aveva avuto abbastanza.


"Mi hanno sorteggiato per...un progetto di scienze?"
Gokudera sguardò di sbieco il foglio colorato affisso nella bacheca all'ingresso della scuola, voltandosi poi verso Tsunayoshi.
"Be', dovresti esserne contento!"
"Non capisco perchè non abbiano scelto lei, Jyuudaime!"
Tsunayoshi sospirò, incrociando le braccia al petto.
"Perchè io ho una media pari allo 0 in questa materia, Gokudera..."
La Tempesta annuì, notando poi un dettaglio del volantino colorato che gli era sfuggito.
Rilesse una volta.
E un'altra ancora.
"Non è possibile!"
Tsunayoshi si avvicinò all'albino, leggendo anche lui il nome di colui che avrebbe dovuto fare il progetto assieme al suo guardiano.
"Fantastico! Sei in coppia con Haru!"
Quando il castano si voltò, vide chiaramente Gokudera accendersi una sigaretta e uscire di corsa dall'edificio, diretto chissà dove.
"Credo che per oggi Gokudera salterà scuola...meglio avvertire il professore"
Tsunayoshi sorrise, incamminandosi poi verso la classe.


"Questa me la paga. Oh, se me la paga! Un progetto con lei?! Ma sono diventati matti, questi!"
Continuava a ripetersi che fosse stato tutto uno sbaglio, consumando avidamente l'ennesima sigaretta.
Nemmeno la nicotina riusciva a calmarlo del tutto.
Si fermò davanti ai cancelli della scuola della stupida donna, e decise di aspettare fino alla fine dell'ultima ora.
Con sua sorpresa, vide la diretta interessata uscire con passo svelto dai cancelli: stava torturando una sciarpa di lana color ghiaccio, mentre parlottava sottovoce.
Si alzò dal muretto sul quale si era seduto, andandole incontro.
"Donna"
"Gokudera"
Si guardarono inespressivi per qualche minuto, dopodichè Haru distolse lo sguardo superando Gokudera.
Il ragazzo, in silenzio, la seguì.
"Cosa ci sei venuto a fare qui?"
"Lo sai benissimo"
Haru si fermò, voltandosi per guardare negli occhi Gokudera.
Non aveva mai capito di quale colore fossero: sembrava un grigio chiaro tendente al verde, ma l'unica cosa che trasperiva da quegli occhi era una cosa sola.
Aria di Tempesta, ossia guai.
"Se è per quel progetto ti avverto subito che non lo farò"
"Vorresti dire che...getti la spugna?"
"Praticamente, si"
"Così feriresti il Decimo...sai, ci tiene proprio tanto a quel progetto..."
"E da quando Tsuna si interessa di scuola?"
Touchè.
Gokudera rimase in silenzio.
Era la prima volta da quando si erano conosciuti che la stupida donna fosse riuscita a tenergli testa.
"Da quando ha saputo che eravamo in coppia insieme"
"Coppia? Non dire così, ha un doppio senso"
Gokudera annuì, lanciando poi un'occhiata dietro le spalle della mora.
"Hai visite"
Haru, confusa, si voltò riconoscendo al volo la ragazza che stava correndo verso di loro: Azawa Maya, la sua storica nemica dai tempi delle elementari.
La ragazza si fermò accanto a loro, porgendo poi un foglio ad Haru.
"Se firmi questo, rinunci al tuo ruolo nel progetto...ed io ti sostituirò...e tu chi s
"
Haru notò con la coda dell'occhio lo sguardo disinteressato di Gokudera mentre Maya lo guardava con gli occhi a forma di cuoricino.
Era scemo o cosa? 
Come faceva a non accorgersi di una ragazza che lo stava fissando assiduamente?
...la stava forse ignorando?
Gokudera la risvegliò dai suoi pensieri giocherellando con una ciocca dei suoi capelli.
"Rinunci o no, donna?"
Maya scattò sull'attenti, ritornando seria, ma continuando a essere interessata all'albino.
"Non rinuncio. Anzi, accetto. Ci vediamo, Gokudera"
La mora salutò con un cenno della mano entrambi i ragazzi, percorrendo poi la strada opposto alla loro, diretta verso casa sua.
Prese le chiavi dalla borsa di scuola, e prima di entrare, prese un lungo respiro.
Come al solito, le luci erano spente, e la casa era vuota.
Da quando i suoi genitori erano partiti per l'estero, non l'avevano mai chiamata nemmeno una volta per sapere come andava a scuola, se aveva degli amici...
"Si sono dimenticati di me..."
Notò la foto posta sul mobile vicino all'ingresso: ritraeva lei da bambina mentre i suoi genitori la facevano giocare.
Trattenne le lacrime: nonostante fosse consapevole che i suoi genitori l'avessero abbandonata, lei non riusciva a non perdonarli.
Prese la fotografia tra le mani, guardandola con odio.
Le cose sarebbero cambiate.
Lasciò che la fotografia cadesse a terra, che il vetro si rompesse in mille pezzi, che la cornice si spaccasse, che la foto si rovinasse.
La vecchia Haru morì quel giorno.
Da quel giorno in poi, ci sarebbe stata solo la nuova Haru.
Seria, calma, glaciale.
Adulta.





 

  
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