Fanfic su artisti musicali > Conor Maynard
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Autore: feel the vibe    05/09/2012    3 recensioni
“Destiny. Hope. Believe. Stay Strong. Faith.
Solo parole, brevi concetti volti ad esprimere stati d’animo dovuti o semplicemente bramati, e desiderati. Nulla a che vedere con me al momento.
-Ma in fondo, che t’importa degli altri? Siamo noi due. Ci bastiamo.-
Beh,se siete abbastanza annoiati da voler leggere la mia storia, entrate pure, ma potreste pentirvene.”
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Take me to the dark and don’t you ever let go… Take me to the dark and don’t you ever let go.

Le parole mi risuonavano nella testa,  un turbinio di suoni, di lettere, di musica. Di quella cosa che e’ la mia unica salvezza.  I miei pensieri vennero interrotti dalla solita e orrenda voce di mia madre.
“Aud! Mi servono quei fogli da stampare, e aiuta tuo fratello con il tema! Devo fare sempre tutto io qui dentro?” io odio quando fa cosi. Si cazzo, porca di quella puttana inculata, ho capito, non sono la figlia che avresti voluto, devi continuare cosi’ cazzo di una madre che mi ritrovo!? Pensai.
“Si mamma, adesso vado”. Come al solito risposi cosi’, mi alzai e andai da quello che invece di essere un fratello, e’ uno sconosciuto  in grado di insultarmi tutto il giorno. Mi ama proprio. Mio fratello.
“Aud, vero che mi porti l’acqua e un gelato?”. No cazzo, perche’ devo sempre farmi il culo per tutto e lui farsi servire continuamente?
“Con sta beata minchia inculata. Alzi il tuo fantastico deretano e lo sposti fino alla cucina” gli risposi freddamente.
“Aud! Ti ho gia detto che non devi permetterti di parlare cosi!”.  Dio santo, non la sopporto.
Torno in camera mia e accendo il computer. Youtube, twitter, facebook. Vita di una povera sfigata parte prima. Come al solito la prima cosa che faccio e ficcarmi le cuffie nelle orecchie e far partire le canzoni per le quali sono ancora in vita. Le sue, quelle della donna della mia vita, la mia Lovato.
No, non sono lesbica se e’ quello che vi chiedete. Solo asociale e sfigata. Come se non fosse abbastanza. I post su facebook mi fanno come sempre deprimere. Solite troie, fighe, popolari della scuola che postano foto dove fanno smorfie e hanno 12345678 mi piace. Ovvio. Io non sono certo una di loro.
Occazzo, I tabelloni. Devo andare a vedere I tabelloni con I risultati. Matematica, bocciata o no? L’ansia mi assale. Ho studiato tutta l’estate, non puo’ essermi andato male.
Mi alzo e prendo un paio di pantaloni, una maglia e il giubbotto, cuffie nelle orecchie e cellulare in tasca. Esco.
“Mamma, vado ai tabelloni!” Come se non lo sapesse. Lo sa perfettamente dove vado,sa tutto quel che faccio, altrimenti non lo farei, non mi lascerebbe.
“Ok tesoro, stai attenta, e dimmi come sono!” Ipocrita. E’ la prima a darmi prova della sua superiorita’ ogni volta. Sempre. Comunque, lascio perdere, ed esco.
Quando sono fuori casa sto meglio, ma solo se sono da sola. Non riesco nemmeno a immaginare come sara’ quest’anno. Io odio la scuola. Odio il greco, il latino. Odio studiare. Odio I muri, le sedie, le persone. I miei compagni. I professori. Tutto di quella scuola. Non saro’ abbastanza brava probabilmente, o intelligente. Ma non e’ una novita’, non sono abbastanza niente.
Scendo dal tram. Piove. Perfetto. Corro sotto I portici per ripararmi. Sono  fradicia, stupendo. Ho anche il trucco sbavato. Oh beh, tanto peggio di cosi’non potrei essere. Fanculo.
“Hey bella bionda!” sento urlare da dietro. Mi giro. Lola. La tipica ragazza bella, consapevole di esserlo, tutti le sbavano dietro, si e’ fatta tre quarti di scuola, e’ straniera. Ipocrita. Penso che si diverta a fare cosi’ la finta amica.  
“Hey Lo!” Cerco di sorridere, I sorrisi falsi mi vengono benissimo. Si avvicina a me, con I suoi lunghi capelli biondi perfettamente asciutti come se non avesse piovuto fino a tre secondi fa. Trucco perfetto, gambe perfette, magrissima, stupenda.
“Aud, tesoro, stai andando ai tabelloni? Vengo con te!” Cazzoculo, non ho bisogno di una puttanella falsa con me a vedere se saro’ in seconda oppure dovro’ scappare di casa pima che mia madre mi trovi.
“Certamente” rispondo. Odio me stessa, odio il non riuscire mai a farmi valere,ad essere me stessa. Sono una perdente.
Ci avviamo verso scuola e spero di non incontrare nessuno per evitare soliti sproloqui e puttanate da troia solite di Lo e delle altre.
“Tesoro, sai che in prima quest’anno ci saranno molti miei amici?” Assi? E dovrebbe interessarmi? Lo fai apposta brutta vacca in calore con gli occhi azzurri? Certo.
“Oh, wow, bene, allora se vengo segata me li presenti”. Dico sarcasticamente. Mi sorride.
“Certo bella ti cadranno tutti ai piedi!” Come no. Stronza.
Finalmente siamo a scuola, ci avviamo verso I tabelloni, non c’e’ nessuno, menomale. Ho il terrore di dover ripetere l’anno. Mi manca solo quello e poi posso davvero uccidermi.
“Oddio amore, siamo passate, siamo passate!” Urla la vacca in calore. Mi abbraccia. Cerco di dimostrarle felicita’. Sono sollevata pero’. 
Mentre mi stacco da lei,mi tiro indietro e urto contro qualcosa, o, qualcuno.
Come se non bastasse cado a terra, dove ovviamente e’ tutto bagnato.
“Porcocazzo.” Dico. Intanto mi sento subito afferrate per le spalle. Mi rimetto in piedi e mi volto per ringraziare. Ma non ho nemmeno il tempo di ringrazire che Lo e’ gia’ dal mio ‘urtatore’ a troieggiare. Tipico.
Ho il culo bagnato e I pantaloni da verdi sono diventati verde scuro. Fanculo. Faccio per andarmene quando sento una voce.
“Hey, ragazza bagnata, aspetta!” Chi cazzo si permette di prendermi cosi’ per il culo?  Mi giro con odio e vedo due occhi color caramello che mi fissano e un sorrisetto malizioso sul volto di un ragazzo che avra’ la mia eta’,circa.
“Hey, ferma, prima ti e’ caduto questo!” Mi porge il cellulare. Certo! Come cazzo ho fatto a non accorgermene. Beh, ora puo’ tornarsene da Lo, e’ li’ che lo aspetta, deve finire di sedurlo.
“Hey, senti, sono Christian. Sono nuovo.” No, ma va? Non l’avrei mai detto.
“Piacere, Chistian, ma ora devo andare. “ E  mi giro ancora offesa per prima.
“Tu come ti chiami?!” Mi chiede. Ma cosa cazzo puo’ fregargli. Sono la sfigata asociale, forse non lo hanno ancora avvisato.
“Audrey.” Ho sempre odiato questo nome. E pronunciarlo mi fa uno strano effetto. Un amaro sapore in bocca. Il gusto dell’odio.
“Beh Audrey, ci si vede a scuola!” Si’, come no. L’invisibilita’ e’ la mia migliore caratteristica.
Detto cio’, me ne vado, lo lascio alle amabili cure di Lo, se e’fortunato si trovera’ in un qualche letto con lei nel giro di tre giorni, o forse  meno. 


... 

Bella gente che  ha letto il mio capitolo, lo so, non e' tanto lungo e nemmeno particolarmente interessante, ma i primi capitoli sono importanti per la storia, per cio' che succedera' dopo. Quindi non temete se vi ho annoiati, recensite e arrivera'il secondo, cosi' si arriva piu' in fretta ai momenti clue! Almeno 3 recensioni e metto il secondo e il terzo capitolo!  
  
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