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Autore: pervinca potter    06/09/2012    2 recensioni
Ispirata ad una storia vera, riportata con la coppia RDJ/Jude.
Robert e Jude sono due diciasettenni, l'uno americano, l'altro inglese.
Partiranno 15 giorni per la Scozia, ognuno con i suoi pensieri per la testa.
Lì si incontreranno e niente sarà più come prima.
*AVVISO* : Con il tempo il rating cambierà.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti carissimi :) ecco a voi il primo capitolo di quella che per me sarà una storia molto speciale, ha un significato grande per me.. e non solo.
Vorrei dedicarla al mio Topolino, un meraviglioso ragazzo che ho avuto l’enorme fortuna di incontrare e al quale voglio un bene infinito, ma questo lui lo sa bene. La dedico a lui perché questa è la sua storia  :)
Spero davvero che sia di vostro gradimento e il rating tra un po’ di capitoli cambierà senza dubbio.. il colore? Provate ad indovinare :D
I personaggi trattati non mi appartengono ecc ecc ecc  xD
Buona lettura,

.

 
 
 






 
 

 “Perchè un pretesto per tornare bisogna sempre seminarselo dietro, quando si parte” 

 
 

 In mezzo a tutto il macello umano che un aeroporto può contenere , quella frase rimbombava nella testa di Robert.
Sotto i morbidi capelli mossi questa frase continuava a punzecchiargli il cervello, a fargli un po’ di solletico.
Buffo che gli desse tanto fastidio, dato che non ricordava nemmeno dove l’aveva sentita. 

Senza dubbio era decisamente adatta al contesto.

Era lì, solo, fermo in quell’aeroporto, il manico del trolley in una mano, nell’altra i documenti per la partenza : aspettava gli altri, quelli che sarebbero diventati suoi compagni di viaggio e di permanenza, una volta arrivato in Scozia.
Lontano da tutto e tutti, partendo senza conoscere nessuno, lasciando gli alti grattacieli di New York per abbandonarsi alle sterminate lande verdi delle terre di Highland.
Era lì che aspettava e non smetteva di pensare a quella maledetta frase.
Maledetta perché aveva un senso, un senso forse fondamentale.
E Robert si chiedeva se avesse seguito il consiglio di quella piccola e stupida  frase.
E si rispose di no.
Quale sarebbe stato il pretesto per tornare a New York?
La famiglia? Pff, loro erano solo 5 individui che abitavano sotto lo stesso tetto, non si poteva definire famiglia.
Gli amici?  Di quelli ne aveva a bizzeffe, ed era certo che lì in Scozia ne avrebbe incontrati molti altri  e forse anche di migliori.
L’amore?
Il ragazzo a quel pensiero storse la bocca e sentì qualcosa di strano e viscido muoversi nel suo stomaco.
L’amore.. Robert non l’aveva mai provato veramente.
Non era più vergine da ormai un anno ma aveva avuto affianco a sé solo ragazze insipide e senza valore, che per lui costituivano solo uno sfogo fisico, nulla più.
Ultimamente però si era stancato. Voleva qualcos’altro.
Il calore. Non quello fisico, ma quello dell’anima.
Due occhi che lo guardassero con affetto e premura e non solo con desiderio.
Voleva l’amore, sì.
Era così, per quanto fosse difficile da ammettere per un donnaiolo-festaiolo-super popolare come lui.
Per questo motivo si era buttato tra le braccia di Katrine , una ragazza della sua scuola che da tanto tempo lo desiderava e che Robert sperava sarebbe stata in grado di dargli l’affetto tanto sperato..
l’amore.
Ma non era stato così : quello di Katrine era più un sentimento di devozione che altro.
Robert scosse la testa per allontanare quei pensieri ma.. come fare?
Da dove cominciare?
Dove si trova l’amore?
Si raccoglie per strada?
Lo recapitano a casa?
Ci sono negozi specializzati che lo vendono?
“Scusi mi darebbe un etto e mezzo d’amore, per cortesia? “  “Sono due etti! Che faccio, lascio?”  “Ma si, dicono che l’amore non sia mai troppo.”
Il giovane diciassettenne sorrise un poco.
Non aveva le idee troppo chiare ma dopotutto.. come si fa ad avere le idee chiare a diciassette anni?
Un giorno sei bambino, il giorno dopo sei adulto.
Un giorno ti senti il re del mondo, il giorno dopo un essere insignificante.
Un giorno odi e l’altro ami.
Un giorno ..
–Robert Downey Jr?! –  chiamò una voce femminile un po’ spazientita.
Annegato nelle sue riflessioni Robert non si era accorto di essere ormai circondato da ragazzi e ragazze e ora l’organizzatrice stava urlando il suo nome.
-Eccomi ! – disse agitando la mano in aria.
Il viso della ragazza si addolcì  –Finalmente! Era mezz’ora che ti chiamavo. Bene ragazzi, documenti alla mano, procediamo per il check in ! –
E con un grande cigolio di ruote di trolley iniziò la nuova avventura di Robert.
Volo : New York – Ediburgo.
 
 
***
 
 
Gli occhi azzurro cielo guizzavano vivaci da un volto sconosciuto all’altro.
Vagavano da una scena di vita all’altra  : amici lontani da tempo che si riabbracciavano felici e poco distanti da loro , due fidanzati piangevano, dovendosi separare.
Jude increspò un sorrisino mentre abbandonava la testa all’indietro chiudendo gli occhi, cullato dalla dolce musica che tramite le sue cuffiette gli si diffondeva nella mente e in tutto il corpo.
Sì, era semplicemente un ragazzo, seduto su una sedia dell’aeroporto di Londra, in attesa dell’orario per il punto di raccolta.
Era il 17 luglio, piena estate, ma nelle cuffiette di Jude risuonava a gran voce l’Inverno di Vivaldi.
Una delle sue sinfonie preferite e , ironia della sorte, la più appropriata per quella soleggiata mattinata estiva.
Si sentiva così, meravigliosamente catapultato nel  pacifico paesaggio innevato inventato da quelle dolci note. E in mezzo al freddo manto bianco, il silenzio.
Il silenzio.
Si sentiva solo una voce, ovattata dalla neve ma chiara, limpida : “ un pretesto per tornare bisogna sempre seminarselo dietro, quando si parte “.
Una frase dal suo libro preferito, quello che non si stancava mai di leggere : Oceano Mare.
Quella frase parlava chiaro e lo metteva dinanzi alla realtà: stava fuggendo e “il pretesto per tornare” non ce l’aveva, non lo voleva minimamente.
Il silenzio pesante intorno a quella frase era un silenzio reale, ancorato all’anima di Jude da ormai troppo, troppo tempo.
Il silenzio di una famiglia assente, di amici rivelatisi falsi, di quel vuoto apparentemente incolmabile lasciato da Ed, il suo ultimo ragazzo che come tutti i suoi predecessori l’aveva illuso per poi buttarlo senza ritegno in un inferno di solitudine e tristezza.
Jude sentì gli occhi bruciare e strinse le palpebre forte.
No, niente più lacrime. Non più.
Alzò la testa e riaprì gli occhi un po’ appannati, fece un gran respiro e sorrise.
Guardò il display del suo i-pod : L ‘Inverno aveva lasciato il posto alla Primavera .
Curioso, dato che aveva impostato la riproduzione casuale.
Continuò a fissare il titolo per un altro po’ e si sentì l’anima più leggera.
Magari era un segno.. magari quei 15 giorni in Scozia sarebbero stati per lui una nuova primavera.. chissà.
Gli occhi azzurri vagarono ancora sulla schermata del lettore e qualcosa colpì immediatamente il suo sguardo : l’orario!
-Cazzo cazzo cazzoooo!-
Imprecando e inciampando sul trolley radunò tutta la sua roba e cominciò a correre verso il punto di ritrovo.
Quella corsa così precipitosa e affannata sembrava tanto una fuga.
E Jude stava scappando.
Correva via dal gelo che celava nell’anima, in cerca di un raggio di sole capace di sciogliere la neve.
E allora via, correndo a perdifiato, per non mancare anche quest’ultima opportunità di salvezza.
 Un volo : Londra - Edimburgo.
 
  
 

 

  

   
 
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