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Autore: Cocol_Sasso_97    06/09/2012    2 recensioni
I crampi alla pancia si facevano via via più forti, tanto che, appena rientrata in cucina dopo i diversi lavori già svolti, la costrinsero a fermarsi, sedendosi su una sedia del tavolo. Elizaveta strinse le braccia attorno al ventre, sperando così di riuscire a strangolare il dolore, con scarsi risultati. Posò la fronte sul tavolo, gli occhi lucidi per il dolore, come se dovesse scoppiare a piangere da un momento all’altro.
« Hai vinto… - sibilò a labbra strette, rivolgendosi al suo nemico – Hai vinto anche questa volta… »
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Prussia/Gilbert Beilschmidt, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Mal di pancia e padelle


Le candide nuvole navigavano lentamente nel blu del cielo sereno. I raggi del sole si riflettevano nell’acqua del lavabo esterno della villa dove Elizaveta stava lavorando. La ragazza sospirò per il caldo e con un movimento del braccio si asciugo le goccioline di sudore sulla fronte per poi tornare a strofinare i vestiti di Austria, facendo trasparire dal suo volto alcune smorfie di dolore.
Per quanto cercasse di combatterlo, di ignorarlo, da qualche tempo aveva incontrato un nemico che non riusciva a battere. Si presentava a lei ogni mese, e la opprimeva per diversi giorni, divorandola dall’interno. Mal di pancia in primis, ma spesso anche dolori alla testa che le impedivano di svolgere i suoi compiti con la stessa efficienza di sempre. Il suo nemico era conosciuto e temuto da tutto il sesso femminile, il suo nemico era una di quelle ragioni che le impedivano di essere vista come un uomo come lei avrebbe voluto, il suo nemico era il temutissimo ciclo.
I crampi alla pancia si facevano via via più forti, tanto che, appena rientrata in cucina dopo i diversi lavori già svolti, la costrinsero a fermarsi, sedendosi su una sedia del tavolo. Elizaveta strinse le braccia attorno al ventre, sperando così di riuscire a strangolare il dolore, con scarsi risultati. Posò la fronte sul tavolo, gli occhi lucidi per il dolore, come se dovesse scoppiare a piangere da un momento all’altro.
« Hai vinto… - sibilò a labbra strette, rivolgendosi al suo nemico – Hai vinto anche questa volta… »
« Ungheria che ti succede? Austria ti da troppo lavoro? » la schernì una voce ben conosciuta dalla ragazza, al quale ritené non fosse necessario dargli tanta importanza da alzare lo sguardo « Sparisci Gilbert. – disse seccata – Non è giornata e Austria non è in casa, non hai nessuno a cui rompere. » concluse girando un po’ la testa a osservarlo con i suoi occhioni verdi, arrossati per via del possibile piante avvenire.
Gli occhi chiari dell’uomo si posarono sulla ragazza, deglutendo. Era a disagio, come spesso gli capitava con lei da quando aveva scoperto che era una lei. Prima lei era lui e per Gilbert non vi erano problemi, ma poi era diventata una lei e per il ragazzo le cose erano cambiate. Le donne lo agitavano e pensare di aver passato tutto quel tempo in compagnia di una ragazza senza saperlo lo faceva essere ancora più a disagio con lei. Non tanto perché fosse femmina, ma più per il non sapere come comportarsi.
Come doveva trattarla? Da uomo come aveva sempre fatto? Da donna e iniziare a vederla anche come una bella donna? No, la cosa lo infastidiva e gli faceva passare diverse notti insonne, senza che riuscisse a trovare una soluzione.
Ma nel momento che il suo sguardo ebbe incontrato quello della ragazza che cercava di nascondere il dolore, tutti i suoi dubbi erano momentaneamente spariti. Voleva solo che lei tornasse quella allegra di sempre.
« Che hai Elizaveta? » chiese sicuro che nascondesse qualcosa.
« Nulla che tu possa capire - rispose acida lei – quindi sparisci se non vuoi una padellata in faccia »
« Uhm… Sei veramente di pessimo umore…  - fece sedendosi – non vuoi dirmi che hai? »
Era come se uno spirito si fosse impossessato di lui. Era come se il Magnifico fosse un’altra persona dato che riusciva a parlare con Elizaveta tranquillamente. Forse il fatto che rispondeva in maniera così acida e che gli ricordava quando ancora erano due ragazzini.
« Nulla… - ripeté lei sospirando – Un semplicissimo mal di pancia… - sbuffò mettendosi seduta bene – Ripeto, Austria non c’è quindi sparisci Gil… »
Lui la osservò e sbuffò « Non reggi proprio un cazzo… Hai gli occhi di una che sta per scoppiare a piangere per un banalissimo mal di pancia! Almeno usa la padella con la quale volevi picchiarmi per preparami la colazione… Servi e riverisci me visto che non c’è il damerino che poi vai in astinenza… »
La ragazza ridacchiò « E se la usassi proprio per picchiarti? »
Il Magnifico trattenne un sorriso, soddisfatto che la ragazza si stesse riprendendo « Purché tu smetta di lamentarti per il mal di pancia… Ero venuto a scroccar la colazione al damerino ma scopro che non è qua! »
« Poverino lui… Ha fatto tanta strada per niente! – ridacchiò prendendolo in giro – Oggi mi sento generosa, accetto di prepararti la colazione! » annunciò alzandosi e prendendo la padella.
Un pensiero attraversò la mente del prussiano « Elizabeta? – chiamo – Hai… Mal di pancia per via… Del ciclo? » chiese incuriosito e imbarazzato.
Elizaveta sussultò e si voltò a guardarlo con aria furente « Non. Nominare. Quello stronzo. » sibilò.
« Allora è per quello? – cercò di ridere per sdrammatizzare – Sei proprio una femminuccia! »
A quel punto Ungheria usò la padella per un altro scopo, diverso da quello di cucinare…
   
 
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