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Autore: dreamkath    07/09/2012    0 recensioni
Un istituto che nasconde un segreto. Otto ragazzi, due gruppi in lotta tra di loro, due obiettivi opposti: cambiare o preservare il passato. Smarriscono la memoria e si ritrovano a vivere una vita "quasi normale" e piena di guai nell'istituto più prestigioso di Roma. (Storia in revisione)
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                Jack e Federico in azione


Jack si siede sul suo letto e rigira tra le sue mani l’anello trovato soffermandosi sul groviglio di rovi. È lo stesso raffigurato in quel libro. Di questo ne è certo. Ma come può essere coinvolto quell’anello con quei libri?
Federico per non distoglierlo dai suoi pensieri non gli domanda il piano e attende una risposta ai piedi del letto.
Passano solo pochi secondi e Jack, capendo lo stato d’animo del suo compagno di stanza, risponde alla sua tacida domanda .

“È lo stesso disegno che c’è sempre in ogni pagina di quei libri. Voglio riuscire a capire cosa collega quest’anello ai testi. Perché non farlo questa notte? Di certo in una notte non si riuscirà a capire molto,ma potremo cominciare a vederci chiaro se ripetiamo la stessa operazione per più notti…”

Vedendo la faccia dubbiosa di Federico aggiunge:

“Lo so che il rischio è alto,ma,come si dice, tentar non nuoce.”

“Da quando sei diventato così attivo?”

Jack ride ma poi risponde in modo serio:

“Ormai ci siamo dentro e non credo che convenga mollare proprio ora.”

“Forse hai ragione.”

“Agiremo mezz’ora dopo che le luci si saranno spente. Così è più probabile che nessuno sia ancora in piedi.”

Jack apre l’armadio e prendo uno zaino e ne estrae una torcia elettrica, una mappa della scuola e un foglio nel quale ci cono scritti gli orari di pattuglia e le zone sorvegliate.

“E quello quando e dove lo hai preso?”

“L’ho rubato alla segretaria quando stava cercando la chiave della mia stanza. È stato un gioco da ragazzi.”

“Tu sei un genio pazzo.”

“Tutti i geni sono pazzi. Ma ogni genio è accompagnato dal suo amico che talvolta è più genio di lui.”

Jack prende in mano la mappa e accende la torcia con la quale illumina la mappa per poter elaborare un piano. Individua il corridoio dove c’è la stanza che da accesso alla loro meta e traccia con un pennarello rosso il percorso da fare. Poi prende la carta dei pattugliamenti e traccia sulla mappa i punti controllati con degli asterischi.

“Ecco questa è la via più sicura per raggiungere la meta. Il corridoio è sorvegliato da un addetto che passa ogni ora.”

“Sembra un po’ troppo facile”

“Bada che non dobbiamo fare rumore…”

Jack anche se non lo da a vedere è molto teso e preoccupato non solo per l’esito della missione, ma anche per i segreti che può celare quella stanza segreta e il possibile collegamento tra l’anello e quei libri. Più ipotizza e meno riesce a trovare la risposta che si possa avvicinare più alla verità. Federico dal canto aedesso è più tranquillo, anzi sembra felice di vivere un’altra avventura con il suo pazzo compagno di stanza.

La luna ormai risplende alta in cielo e le stelle brillano più che mai decise a battere la bellezza della luna nella sua forma integra. Il vento crea un’atmosfera sinistra come per suggerire ai due ragazzi di non intromettersi in affari che si potrebbero rivelare più grandi delle loro spalle. Ma niente e nessuno può togliere dalla testa a Jack De Santis una meta prefissata, perché lui ,pur mostrandosi apatico ai fatti noiosi della vita quotidiana , risveglia il suo genio nelle situazioni più pazze e insensate.

Finalmente Jack con la fronte un po’ corrucciata si alza e fa cenno a Federico di seguirlo: è giunto il momento. Jack prende la mappa e la torcia mentre Federico lo zaino rosso.
Il corridoio è scuro e vuoto, non c’è anima viva. Fa un po’ paura per il suo aspetto solitario e ignoto, ma niente di tutto ciò è paragonabile alla forza distruttrice che si creerà dal loro sbaglio più grande.

I due ragazzi, ignari di essere seguiti da due ombre che si nascondono nell’oscurità del corridoio, proseguono il loro cammino verso la sala agognata.
Il silenzio li avvolge tranne che per gli impercettibili rumori dei loro passi e di quelli dei due inseguitori che, man mano il tempo avanza, si fanno sempre più fiacchi e lontani come se i cani da caccia avessero smarrito la scia che li conduce alla loro preda. Il freddo dei corridoio li avvolge e dei brividi incostanti e irregolari li percorrono come il vento impetuoso scuote le foglie degli alberi del cortile. Il respiro si fa sempre più affannoso e i dubbi cominciano a farsi strada tra i due ragazzi che si domandano se veramente quella loro scelta sia stata la cosa migliore da fare. Ma ormai non possono ritornare indietro, di questo ne sono convinti da un po’, però, come è naturale che in ogni uomo ci siano delle indecisioni poiché la vita è una strada tortuosa a molti incroci, Jack e Federico non possono fare a meno di riflettere sulle loro scelte.

Continuando per il corridoio si possono notare a stento le scale che portano al piano inferiore. Perciò Jack fece un cenno della mano in direzione del suo compagno per invitarlo a seguirlo. Federico con cautela gli si avvicina e insieme scendono le scale ormai decisi a compiere quel passo verso una verità tutt’altro che divertente e semplice. Loro sono consapevoli di ciò,ma la curiosità  e la voglia di trasgredire delle regole per evitare la noiosa normalità li spingeranno a mettere i piedi dentro un nido di vespe.

Finalmente alla fine delle scale c’è la porta di quella stanza piccola che assomiglia ad un piccolo ufficio e, controllando che non ci sia nessuno, si avvicinano alla libreria e la spingono per poi accedere nella stanza segreta. Tutti i libri si trovano nello stesso posto dove li avevano lasciati. È evidente che nessuno si era preso la briga di controllare che fosse tutto al suo posto. Questo fece sorridere Jack che si sente più furbo dei custodi di quella stanza.

“È incredibile!” dice Federico “Nessuno è stato qui.”

“E noi faremo in modo che nessuno si accorga che siamo stati qua.”

Jack sorride a Federico. I momenti passati con lui non erano mai stati noiosi e anche se non lo conosce bene è grato all’amico che lo ha supportato fino a quel momento. Sa che lui manterrà il segreto della stanza e dell’anello.
Jack prese a sfogliare nuovamente il libro dove aveva visto il simbolo uguale a quello del misterioso anello.
Comincia a leggere le lettere scritte a mano e scopre che sono tutte raccomandazioni. Che fossero stati alunni della scuola? Leggendo vari nomi, Jack scopri che molti tra questi si erano fatti un nome tra: medici, avvocati, uomini di affari...  Queste però non erano firmate da F.G. a differenza degli scritti che sembravano argomentazioni per coinvolgere nelle azioni della giunta dei rovi dei politici che avevano fatto quella scuola. Le lettere sembravano anche estranee alla giunta...
In negli scritti compaiono sempre parole che sembrano dei codici: quel progetto, tale disegno, nel nome del sacro anello, per ciò che conta, in nome della nostra giustizia…
Tutte quelle parole non hanno un senso.

Non hanno alcun indizio e brancolano nel buio. Di certo c’è in ballo qualcosa di veramente grosso. I testi risalivano a quattro anni. Ormai chi ha ideato questo piano(di qualunque cosa si tratti) sembra ormai a buon punto. E ora Jack capisce il perché nessuno sorveglia la stanza: sono sicuri di potercela fare.
Anche Federico si è già messo all’opera e sta leggendo un libro molto voluminoso. Ha una copertina rossa e semplice: c’è solo un piccolo disegno. È un groviglio di rovi.
La prima pagina è scritta a mano e in corsivo. Le parole recitate sono le seguenti:
 
“La nostra forza è il mezzo per distruggere il marcio. Lo scopo supremo è L'Idea. Questo è un giuramento. L’idea è ciò che conta, non importa il prezzo da pagare. Siamo disposti a tutto. Più agguerriti che mai. Questa è la giunta dei rovi.”
 
Federico,accorgendosi di avere per le mani qualcosa di importante, fece cenno a Jack di voltarsi per vedere con i suoi occhi quel libro.
Questa stanza, tutti questi libri sembrano senza senso. Perché tenere in una scuola una stanza segreta? Cosa c’è dietro a tutto ciò? Queste domande vengono spontanee ai due ragazzi e da queste se ne pongono altre.

“Non capisco. Ci sono troppi libri non riusciremo a leggerli nemmeno in un anno intero. Però quello che hai trovato sembra quello più interessante. Se è un diario di questa “Giunta dei rovi” possiamo ricavare delle informazioni utili anche se non devono essere recenti… la data della prima pagina risale a circa cinquant’anni fa. L’anno della fondazione della scuola.” Dice Jack più a se stesso che a Federico, che stava già curiosando un altro libro.

“Sembra che tu abbia letto il libro che parla della scuola che ci hanno dato dopo l’iscrizione.” Dice ironico Federico, come se volesse far ammettere all’amico di aver compiuto un atto che stona con il suo pensiero.

“Ovviamente no. Ho letto il titolo ‘dal 8500 una scuola affidabile’. E questo lo possiamo vedere con i nostri occhi. Tutto quello che è qui puzza di guai, meistero e marcio.” Risponde Jack con amara ironia facendo un gesto teatrale quando sottolinea la parola affidabile.
Federico sorride a quel suo buffo gesto e dopo qualche istante la sua faccia si ricompone e domanda all’amico:

“Pensi che i professori siano coinvolti?”

“Non credo che tutti sappiano qualcosa…credo che da domani dovremo iniziare ad indagare sui professori. Per lo meno dobbiamo cercare di capire se sono coinvolti o meno. Inizieremo dai loro cassetti e poi dalle loro camere…è un vero peccato che sia rischioso portare uno di questi libri dietro. La nostra ricerca si potrebbe concludere prima.”

“Il diario della giunta del 8500 possiamo portalo. Non credo che nessuno rivada più a sfogliare quel diario così vecchio.”

“In effetti… ma sì portiamolo!” Annuisce Jack e poi aggiunge: “ Credo che per oggi possa bastare è passata un’ora ed è già mezzanotte, sicuramente ci metteremo un’altra mezzoretta a tornare e non credo che sia prudente rimanere qui ancora. In fondo non sappiamo se a qualcuno che è immischiato con questa giunta possa avere la grande idea di entrare qui dentro.”

Federico annuisce sapientemente e nello stesso momento in cui escono dal passaggio dietro la libreria sentono dei rumori di passi e voci provenienti dal corridoio che porta proprio nella stanza dove sono i due ragazzi. Jack, svelto come la luce, chiude il passaggio della libreria e prende la mano di Federico per trascinarlo dietro tre altissime pile di libri del piccolo ufficio. La voce più sonora e squillante è quella inconfondibile della vicepreside che sembrava alquanto alterata e il suo tono suggeriva il fatto di aver trovato qualcuno in fragrante mentre infrangeva una delle tante regole dell’istituto.

“Mai nella mia scuola ho visto dei ragazzi così indisciplinati. Vi permettete anche di controbattere ciò che vi ho appena detto. La vostra condizione non potrà certo migliorare. Venite con me senza più un lamento.”

“Ma professoressa le abbiamo già…”

“Ho già detto che non voglio sentire scuse! Non un lamento. Chiaro? Sapete che posso espellervi per un comportamento indecoroso e indegno per l’istituto.”

I due ragazzi non ribattono alla vicepreside,ma nei loro sguardi si può benissimo vedere la voglia di insultarla in tutti imodi possibili. La vicepreside, non contenta della predica che gli ha fatto durante tutto il tragitto,tutt’ora continua a dire a voce alta parole come “mai visto” “disonorevole” e “indisciplinati”. Quando arrivano davanti alla porta, la spinge di lato con fermezza e fa accomodare i due ragazzi. Con un lento movimento si siede anche lei al di là della scrivania e, ignara dei due nascosti dietro le pile di libri sul pavimento, si porta con decisione gli occhiali più vicino agli occhi come se volesse vederci meglio per chiarire la questione con i ragazzi.

“Bene, questo è il mio ufficio. E adesso mi spiegate come mai eravate fuori a gironzolare per i corridoi. Niente tentativi di tergiversare. E non pensate di cavarvela con solo una lavata di capo.”

Cris, che è evidentemente scocciato dalla situazione, comincia il suo discorso dopo essersi schiarito la gola:

“ Eravamo fuori dalla stanza perche c’è venuta sete perciò volevamo andare nelle cucine per prendere una bottiglia d’acqua. Tutto qui. Non potevamo morire assiderati!”

La vicepreside, irritata da tutte quelle stupidate, vuole fare capire ai ragazzi che anche se non vogliono parlare li avrebbe costretti a fare le pulizie della scuola così sicuramente ci avrebbero pensato due volte prima di gironzolare nei corridoi. Così con un brutto ghigno sul volto, che le moltiplica le rughe che le segnano la sua età, dice:

“Per questa urgentissima impellenza, dato che viviamo in un deserto, vi do l’onore di fare i turni in cucina per tre settimane. Dovrete lavare tutti i piatti, a mano si intende. E badate bene che devono essere lucidi. Così non potete dire che vi manca l’acqua.”

Le sue parole agli orecchie di Cris e Alexander non appaiono per nulla divertenti, forse in un contesto diverso avrebbero anche sorriso alla sua battuta.

“Bene, adesso andate prima che vi lasci anche il compito di pulire il giardino. E non fatevi più vedere in giro a quest’ora. Sono stata chiara?”

I due ragazzi stanchi di sentire le sue lamentele annuiscono senza cercare di controbattere e si dileguano in un batter d’occhio. La vice-preside non sembra soddisfatta della sua predica e, forse a causa della sua età, ha l’aria stanca e assonnata. Rassegnata, dopo aver aperto il primo cassetto con una chiave che porta nella sua tasca destra della gonna, prende dei documenti e inizia a sfogliarli. Non sembrano avere alcuna affinità con i libri della stanza nascosta e Jack con Federico cercando di fare il meno rumore possibile escono dalla stanza. Dopo aver svoltato l’angolo del corridoio cominciano a correre a perdifiato sperando di non aver perso troppo tempo nella stanza della vicepreside. Una volta entrati al sicuro in camera cominciano a ridere come matti  ripensando alla sfuriata della vicepreside.

“ Hai visto che sfuriata! E la faccia di quei due!” dice Federico.

Jack comincia a ridere ancora più forte senza quasi dare segni di volersi fermare. Poi di colpo sentendo dei passi, svelti si infilano sotto le coperte.
È solo il guardiano di turno e ,dopo che i suoi passi si erano dileguati, Jack si rivolge al compagno di avventure:

“Mi chiedo cosa significhino veramente quei documenti. Molto probabilmente guai per noi,ma… e poi quei rovi…gli stessi dell’anello.”

“Secondo me è inutile rimuginarci sopra stasera. Facciamo che tra tre giorni ci riproviamo. Quei due ci stavano pedinando”

“Già… ci comporteremo come se nulla fosse e ce ne staremo buoni per qualche giorno. Però dobbiamo indagare su altri fronti… i professori fino a che punto sono coinvolti?”

“Secondo me dobbiamo ingraziarceli per ottenere un grande cerchio di azione… ma come?”

“Che scocciatura fare i bravi bambini. Ma forse ottenendo il posto di ronda si riuscirà ad ottenere qualcosa…”

Federico sbadiglia sonoramente e, dopo essersi girato sull’altro fianco, si immerge in un sonno profondo. Jack, invece, continua a pensare ed escogitare strategie. Quando si impegna non c’è nessuno in grado di tenergli testa o quasi.
  
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