Si presentarono come Incubator, salvatori dell'entropia e della razza umana.
Chiesero il permesso di usare delle ragazze per i loro scopi, in cambio avrebbero dato a quegli agnelli sacrificali tutto ciò che desideravano.
Solo una cosa non era permessa.
Resuscitare i morti.

“Perché hai infranto il tabù?”
I lunghi capelli scuri della ragazza le coprivano il volto, nascondendo i tagli e le ferite che le erano state inflitte nei giorni precedenti.
“Perché hai voluto salvarla? Non potevi e lo sapevi.”
Non avrebbe risposto, ancora una volta. Si sarebbe beccata tutti i pugni e tutto le punizioni possibili per aver infranto l'unica regola.
Non le interessava.
Lei non si pentiva delle sue azioni.

Per controllare le giovani fu istituita una squadra speciale, con l'unico compito di punirle nel caso di infrazione.
Queste persone erano dei sacrifici, esattamente come le ragazze.
Ma, a differenza delle maghe, a loro era stata donata la scelta.
 

Ancora le chiedevano perché l'aveva fatto ed ancora lei non rispondeva.
Eppure non era così difficile.
Erano compagne, amiche, sacrifici.
Perché gli adulti avevano donato il loro cuore a chi non poteva amare?

La squadra non aveva mai avuto chissà che da fare. Tutte si spaventavano all'idea di essere punite, d'altronde erano solo delle ragazzine delle medie.
Fu per questo che quando fu reso noto il peccato commesso dalla giovane si attivarono prontamente.
Non importava se qualcuno sarebbe morto: anzi, ciò era indispensabile.
Non solo perché il potere della ragazza lo imponeva.
Era per farle provare il senso di colpa nel vedere degli innocenti morire per nulla.

“Ma... per me... lei era... tutto....”
Per la prima volta parlò e lo fece con tutte le sue forze.
Gli adulti non capivano, non volevano comprendere il dolore di una perdita come quella che aveva avuto.
E poi era la loro egoistica promessa.
Non l'avrebbe infranta per nulla al mondo.

Solo una donna lavorava nella squadra. Nonostante ciò accettò subito di andare ad arrestare la colpevole.
La presero e la sbatterono in prigione. Era trattata come un'adulta, nonostante avesse solo quattordici anni.
Poi andarono nel mondo alternativo per uccidere la prima. La catturarono in casa, nonostante non avesse fatto ancora nulla.
In quella missione si era unita l'unica donna.
Fu sua la mano che premette il grilletto.

“Ciò non ha alcuna importanza per loro, lo sai.”
Avrebbe voluto urlare il suo odio per essere stata scelta, per quel mondo stupito e assurdo in cui era nata.
A quale scopo ho il dono di riavvolgere il tempo se non potevo salvarla!
Per quale scopo io combattevo, se non per lei!
Ditemelo, perché io non lo so!
PER QUALE MOTIVO MI AVETE DATO UN CUORE!
Invece si limitò a chiudere gli occhi e a lasciarsi uccidere.
Il suo cuore era morto appena le avevano mostrato la morte di colei che aveva cercato di salvare.
Oramai non aveva più importanza vivere.

Se ci succederà qualcosa ci saremo sempre l'una per l'altra, vero Homura?
Si... te lo prometto, Madoka.
Anche a costo di morire.

Se l'Incubator avesse potuto ghignare l'avrebbe fatto.
Osservava la barriera davanti a lui soddisfatto del proprio lavoro.
L'unico modo per ottenere qualcosa dagli umani era quella di metterli alle strette o proibire loro qualcosa.
Entrambe le tecniche avevano avuto effetto.
Ed ora era nata la prima Strega, a cui sarebbero seguite altre.
Del resto era questo il ruolo di un sacrificio.

Note:
E' un AU, quindi mi sono permessa di modificare alcune cose.
Le maghe non combattono le streghe ma gli esseri presenti nell'ultima puntata. Accade all'incontrario della serie animata.
Eeeeh... basta, credo.