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Autore: arisu    08/06/2004    4 recensioni
Forse sto solo sfogando, ma credo serva a qualcosa...il titolo è ispirato alla canzone di Elisa.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rainbow

Rainbow

 

Non sei più mio nemico adesso.

E’ passato così tanto tempo, che si è accartocciato su se stesso senza nemmeno pulirsi le mani. Non si è nemmeno lavato le mani della vita sporca che ha generato.

Non sei più mio nemico, ora che posso disprezzarti.

Ti compatisco, pezzo di carne umana uguale a tanti altri.

Sei così lontano dalla bellezza…così lontano, come mille volte il cielo dalla terra.

Essere di fango, per te non esistono luce ed aria.

Tu hai preso il mio fragile, prezioso, brillante cristallo e l’hai sporcato di rozza vernice rossa.

Nessuna pioggia mattutina potrà mai lavare la tua zozzura.

Hai preso ciò che non era tuo; hai rubato, ladro.

L’argento che tintinnava nascosto nella sua splendida risata.

L’hai rubato a me.

Perché vedi, sei ladro due volte. Dopo aver derubato me, hai derubato lei.

E non avevi il diritto di farlo, no.

Non pensavo che i mostri si nascondessero dietro gli arcobaleni.

Ma evidentemente il sole mente quando passa attraverso la pioggia.

Quando splende in serate estive dietro le tamerici salmastre ed arse, ironicamente così dannunziane.

Quando credi che “andrà tutto bene” perché, cosa mai potrebbe nascondere il tramonto di fine agosto se non una di agosto notte stellata?

Nascondeva occhi scuri e sorriso sadico; il ghigno di una mostruosa maschera deformata dalle sue pulsioni più nascoste, più violente. Mostro. Sei solo un patetico pezzo di carne e fango.

Strano come le creature più orrende abbaino la voce più dolce.

“Scusate, sapete l’ora?” , il resto a futura memoria.

A futura memoria di una vita mai nata e di una vita che ha deciso di spegnersi.

A futura memoria di un angelo dalle ali spezzate.

Spero stia danzando in Paradiso.

No, non sei mio nemico. Non più.

E forse non lo sei mai stato.

Forse la sera riflessa nel mare mi ha ingannata.

Forse la notte mi ha derubata.

La notte che si riempiva di grida, grida disperate, grottescamente mescolate al riso di chi dalla notte aveva ricevuto. A me ha tolto.

Ma ugualmente, non ci sono state piogge di primavera a bagnarmi il volto.

E’ con lacrime di primavera che lei mi ha lasciato.

 

  
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