Thresh non era un assassino
Thresh non era un assassino. O almeno non voleva esserlo. Thresh non voleva uccidere. Thresh non era un assassino. Voleva solo vivere. Chiedeva così tanto? *Angolo Autrice*
Ma, a volte, è l’istinto di sopravvivenza a dominare. A volte il desiderio di vendetta diventa più forte di qualunque altra cosa.
Thresh non era un assassino. Almeno non prima di entrare nell’arena. È stata Capitol City. Con i suoi assurdi giochi. Thresh non era un assassino, e mentre sbatteva la testa di quella povera ragazza contro la Cornucopia, sentiva di fare la cosa giusta. Perché lui non era più il Thresh buono e sorridente di un tempo. Quel Tresh era rimasto al Distretto 11. Adesso lui era una macchina che non aveva bisogno di batterie. Era alimentata da odio, desiderio di vendetta, e tanta tanta voglia di vivere.
Lo aveva fatto per Rue. Perché era solo una bambina. Perché i bambini dovrebbero correre, giocare, essere impazienti di diventare grandi. Rue era stata costretta a diventare grande, era stata costretta ad accettare la morte, a soli dodici anni. Rue, come centinaia di tributi prima di lui.
Ennesima Fleshfic. Questa volta dedicata a Thresh. Non ho niente da dire.
Volete sapere cosa mi ha spinto a scrivere una FF su di lui? Bo, forse la stima che provo per questo personaggio. Ho provato a scrivere quello che, secondo me, ha spinto Thresh a fare quello che ha fatto. Avrebbe potuto vincere benissimo; ma Capitol City non era dalla sua parte. E nemmeno la buona sorte.
A questo punto aspetto le vostre recensioni (spero tanto che arriveranno).
-Kalore