Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: _morph_    10/09/2012    3 recensioni
Questa è una song-fiction che usa Etta James e la sua canzone "stop the wedding", per nutrire e far scorrere questo piccolo testo. Lo scritto tratta del matrimonio di Masumi e di come Maya, dall'ultima fila, assiste alla scena e commenta l'evento.
Si sposerà?
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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If there’s anyone here
Who knows why these two people should not be joined together
Let them speak now or forever hold their peace.
 
Sei sempre stato un’egoista senza ammetterlo davvero. Hai sempre fondamentalmente pensato al miglior modo per aggirare il dolore, per condire la felicità così che sembrasse vera, quando tu neanche la conoscevi veramente, la gioia. Egoista senza ritegno, che adesso si diverte, e io me ne sto a guardare. E sbatto le ciglia ritmicamente, sforzo un sorriso, rispondo a tono. Perché tu ciò che io provo non lo saprai mai. Incoscienza. È lì che il mio cuore risiede per proteggersi. Io non aggiro, io soffoco.
 
Wait, wait stop the wedding
You just marrying her of spite
If she knew the inside story
She’d tell you what you’re doing just ain’t right
I know you don’t wanna hurt me
 
Boccheggi. Non farlo. Pronuncia quel “sì”, sancisci il contratto, io non parlerò. Te lo giuro. I tuoi occhi azzurri falliscono, eh? Dov’è il gelo? Non c’è. Non esiste nemmeno amore o uno sprizzo di felicità in quei pozzi turchesi. Sai cosa c’è? Un contratto. Allora firma, metti la parola fine al più lampante degli inizi che ci poteva essere. Io non parlerò. Hai paura, forse? Anche io ne avrei. Paura di un futuro d’affetto? Paura dei piccoli inconvenienti del matrimonio? Anche io ne avrei. Ma di vivere senza di te. Anche tu ce l’hai? Hai dimostrato di sì ma detto di no. E allora sancisci il contratto con una sola parola. Quel sì dillo a lei e rinnegalo a me. Io non parlerò, te lo giuro.
 
So don’t do it, don’t do it
Don’t break two hearts
Cuz you belong to me, oh darling
And I belong to you and deep down inside me now.
 
È una parola. È un sì. Ne hai detti così tanti di no nella vita. Non guardarmi così, ti prego. Non leggere ciò che nel profondo io prego tu faccia. Pronuncia quel sì, così posso riprendere a respirare. È più semplice di quanto pensi. Credi di non potere e speri che qualcuno confermi i tuoi dubbi o li smentisca, ma nessuno parlerà ora. Solo il suono della tua voce risolleverà la situazione. O la farà degenerare. È un sì. E tutto inizierà per te e finirà per me. Una lacrima. Non vederla ti prego, vai avanti e osserva la tua sposa com’è bella. I petali del susino sono posati sul corpetto dell’abito bianco. Falli fiorire, coglili e fa che non si secchino.
 
I know you feel that way to
So baby, don’t do it (don’t do it)
Don’t do it (don’t do it), don’t do it (don’t do it)
Oh don’t you break two hearts.
 
Shiori scalpita. Ti incita nella risposta e nelle pupille c’è un lumino terrorizzato che grida. E le urla si sentono fin qui, all’ultima fila.  Le sue lamentele le hanno sempre sentite tutti. Tu in special modo. Perché non hai mai ascoltato le mie, eh? Allora pronuncia quella parola, e continua ad essere sordo. Perché così lo diventerò anche io. E tutti i sensi si assopiranno. Perché non ho mai gustato veramente il tuo affetto, è sempre diventato amaro troppo in fretta. E così perdo il gusto. Non ho mai sentito un profumo come il tuo. E quel profumo mi ha abbracciata. Quel profumo mi ha incatenata. E così perdo l’olfatto. La tua pelle mi ha avvolto troppe poche volte, ma sufficienti ad annebbiarmi. E allora privami del tatto. E tu adesso pronuncerai quel sì, e lei sorriderà. Ricambierai? Scambiatevi il bacio. E io diventerò cieca.
 
No, no, no baby don’t do it (don’t you do it)
Don’t do it (don’t you do it)
Stop the wedding
Oh don’t you break, don’t you break two hearts.
 
Le tue labbra si schiudono. Torni a guardare in direzione della sposa dai capelli neri. Non sono io. Sei pronto per una risposta, la penna è sul foglio e tu stai per firmare. Sono solo vincoli. E vantaggi? Innumerevoli. La felicità ti attende e io non respiro.
 
No, no, no baby don’t do it.
 
La chiesa è febbricitante e silenziosa, sembra passato un secolo quando solo pochi secondi hanno suggellato questi infinitesimali istanti. Sei da solo, presidente. E tua è la scelta, tuoi sono i vincoli, tuo è il peccato, tua è la voce. Cogli i petali. Saprai farli fiorire mentre io appassirò? Ma tu non sentirai, perché sarai ovattato nel mondo susino, e ti crogiolerai nel ripeterti quel “sì”; perché la felicità non è mai un contratto. Non ha trattativa e non restituisce niente. Se in un contratto si può avere il garante, la felicità ti può solo fregare.
 
Stop the wedding (don’t you do it)
 
Un sussulto per le corde vocali che si uniscono. Ed esce una voce. E non è la mia. E la guerra è finita. E la guerra è iniziata. Cos’hai detto? I tuoi occhi tornano a guardarmi. Hai trovato la risposta? E la lacrima all’angolo del mio occhio non tarda a farsi vedere. L’hai forse trovata in me?
 
Oh, oh don’t you break two hearts.
 
La risposta è quella. La risposta è sempre stata no. La risposta è in te, è in me. È nelle particelle del nostro corpo. È nel silenzio che aleggia nell’aria.
È nella chiesa, è nei presenti, è nella marcia nuziale, è in quella funebre, è nello smog, nell’ossigeno, nelle stelle e nelle nuvole. È in chi ha raccolto il ramo di susino.
Ripensamenti? No. Vuoi sposare questa donna? No. Tornerai mai indietro? No.
Domani è troppo presto? No. Oggi troppo tardi? No.
Dove risiede la domanda che necessita di un sì?
È nelle particelle del nostro corpo. È nel silenzio che aleggia nell’aria.
È nella chiesa, è nei presenti, è nella marcia nuziale, è in quella funebre, è nello smog, nell’ossigeno, nelle stelle e nelle nuvole. È in chi ha raccolto il ramo di susino.
Il sì è in me. Il sì è in te.
 
 
 
Commenti dell’autore:
Premetto che sono le 3.20 del mattino. Visto e considerato che il finale è stato scritto preda di una delle mie nottate estive insonni, se vi sembro una sciroccata ho tutte le giustificazioni.
Dunque, dunque... la canzone è di Etta James, si chiama “stop the wedding” e diciamo che ha fatto da ornamento a una fase (che sto vivendo), un tantino... logorante con un ragazzo (io la chiamo: venissi mangiato dai piragna), e a seguito di una serata in compagnia di Etta, mi è venuto in mente di poter fare una song-fic. Alcune lettrici che seguono le mie storie potrebbero perfettamente pensare “perché non scrivi i capitoli delle fiction già iniziate brutta barbona?”. Ecco, io a questo posso solo rispondere con un: *guarda altrove fischiettando.
Comunque... mi auguro la storia sia stata di vostro gradimento (e nonostante io apprezzi il risultato, ammetto non leggerei io per prima una fic riguardante il matrimonio, quindi sono pronta alle non-recensioni J). Una cosa vorrei far presente: sono consapevole del fatto che i pensieri di Maya vadano completamente in disaccordo con il testo della canzone, del fatto che quando lei dice “I petali del susino sono posati sul corpetto dell’abito bianco. Falli fiorire, coglili e fa che non si secchino”, incitandolo così a sposarsi, la canzone dice “don’t do it, don’t break two hearts” (non farlo, non spezzare due cuori”, ma c’è una semplice quanto veritiera spiegazione: io, pessimista cronica a livelli nauseabondi, per quanto possa pensare in negativo, c’è sempre una vocina infondo infondo che scalpita e spera. Ecco, il testo della canzone è quella vocina.
Grazie per aver letto ed essere arrivati a leggere anche i miei blablablosi commenti (:
   
 
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