10/09/2012
2 recensioni
- Ecco Kyosuke. Spero ti piaccia.-
Il padre del mio suonatore che si chiama Kyosuke Kamijou mi diede a lui come regalo per i suoi 11 anni. Il ragazzo mi esaminò attentamente. Non sembrava la prima volta che vedeva un violino, però sembrava particolarmente affascinato. Iniziò i suoi esercizi dopo avermi accordato. La melodia che mi faceva produrre era eccezionale, quasi da bambino prodigio. Le corde venivano sfiorate dal archetto così delicatamente che la sinfonia si disperdeva nell'aria in modo da darle un suono melodioso e piacevole. Ogni giorno questa sensazione percorreva tutto il mio corpo. Il legno riprendeva vita. Il momento tra strumento e musicista che si creava faceva nascere una catena che veniva puntualmente rinforzata ad ogni nota. Poi venne un giorno in cui ci fu un esibizione, molto importante, tanto che avrebbe concesso molto al futuro di Kyosuke come musicista. Mi prese dalla custodia dove precedentemente mi aveva riposto con tanta cura che da risultare impossibile; per lui ero un oggetto molto più che prezioso, ma lui per me era colui che mi faceva risultare agli altri come lui solo mi vedeva. Fece l'inchino, con una posa retta e solenne davanti ai giudici pose il suo morbido mento su di me, sollevò l'archetto, fermò le corde tese di cavallo sulle mie corde dure, ma flessibili ad ogni suo volere. Iniziò. Il prodigio mostrò a quella sala il suo talento. La sinfonia era piena di alti e di bassi, le note facevano da ostacolo, ma lui le superava, senza dimostrare problemi. La dolce, ma allo stesso tempo malinconica melodia finì. I giudici si alzarono in piedi e applaudirono rendendoci pieni di gioia, i loro cuori erano stati sciolti da una magia che pochi potrebbero riprodurre. Entrambi avevamo passato la prova; ma soprattutto lui. Queste sensazioni, questa vita che si può offrire in quel modo ad un oggetto inanimato finirono dopo tre anni. Un incidente. Avevano diviso lui da me. Venni preso e rimesso nel mio fodero con poca cura. Io volevo aspettarlo fuori; volevo rivedere il momento glorioso in cui avrebbe allungato quelle sue mani così potenti e dolci sul mio legno; invece no; chiuso nella mia custodia ad impolverarmi, invecchiare, rovinarmi, marcire... Il coperchio fu abbassato, la serratura chiusa ... La mia vita era finita. Un giorno però rividi il sole, nelle sue mani. Come la prima volta, il padre gli diede il fodero. Lui mi tirò fuori. Come i tre anni precedenti poggiò; il suo mento, poi l'arco ed il suono. Nulla era cambiato. L'aria sentiva la sua mancanza, la Terra sentiva la sua mancanza, io ne sentivo la mancanza. Quel momento dovuto ad un miracolo non si può dimenticare anche se si è oggetti inanimati. Da quel giorno ci fu un susseguirsi di successi. Adesso io sono ancora qui a suonare per vaste folle, non mi aveva sostituito. Kyosuke ed io ormai eravamo legati; forse se gli avessero dato un Vivaldi mi avrebbe posato, ma l'avrebbe fatto con una cura indescrivibile. Un oggetto e un uomo che si trovavano nello stesso destino, questa è la mia storia. La storia di un oggetto inanimato che divenne animato grazie l'amore di un ragazzo per esso.
Il padre del mio suonatore che si chiama Kyosuke Kamijou mi diede a lui come regalo per i suoi 11 anni. Il ragazzo mi esaminò attentamente. Non sembrava la prima volta che vedeva un violino, però sembrava particolarmente affascinato. Iniziò i suoi esercizi dopo avermi accordato. La melodia che mi faceva produrre era eccezionale, quasi da bambino prodigio. Le corde venivano sfiorate dal archetto così delicatamente che la sinfonia si disperdeva nell'aria in modo da darle un suono melodioso e piacevole. Ogni giorno questa sensazione percorreva tutto il mio corpo. Il legno riprendeva vita. Il momento tra strumento e musicista che si creava faceva nascere una catena che veniva puntualmente rinforzata ad ogni nota. Poi venne un giorno in cui ci fu un esibizione, molto importante, tanto che avrebbe concesso molto al futuro di Kyosuke come musicista. Mi prese dalla custodia dove precedentemente mi aveva riposto con tanta cura che da risultare impossibile; per lui ero un oggetto molto più che prezioso, ma lui per me era colui che mi faceva risultare agli altri come lui solo mi vedeva. Fece l'inchino, con una posa retta e solenne davanti ai giudici pose il suo morbido mento su di me, sollevò l'archetto, fermò le corde tese di cavallo sulle mie corde dure, ma flessibili ad ogni suo volere. Iniziò. Il prodigio mostrò a quella sala il suo talento. La sinfonia era piena di alti e di bassi, le note facevano da ostacolo, ma lui le superava, senza dimostrare problemi. La dolce, ma allo stesso tempo malinconica melodia finì. I giudici si alzarono in piedi e applaudirono rendendoci pieni di gioia, i loro cuori erano stati sciolti da una magia che pochi potrebbero riprodurre. Entrambi avevamo passato la prova; ma soprattutto lui. Queste sensazioni, questa vita che si può offrire in quel modo ad un oggetto inanimato finirono dopo tre anni. Un incidente. Avevano diviso lui da me. Venni preso e rimesso nel mio fodero con poca cura. Io volevo aspettarlo fuori; volevo rivedere il momento glorioso in cui avrebbe allungato quelle sue mani così potenti e dolci sul mio legno; invece no; chiuso nella mia custodia ad impolverarmi, invecchiare, rovinarmi, marcire... Il coperchio fu abbassato, la serratura chiusa ... La mia vita era finita. Un giorno però rividi il sole, nelle sue mani. Come la prima volta, il padre gli diede il fodero. Lui mi tirò fuori. Come i tre anni precedenti poggiò; il suo mento, poi l'arco ed il suono. Nulla era cambiato. L'aria sentiva la sua mancanza, la Terra sentiva la sua mancanza, io ne sentivo la mancanza. Quel momento dovuto ad un miracolo non si può dimenticare anche se si è oggetti inanimati. Da quel giorno ci fu un susseguirsi di successi. Adesso io sono ancora qui a suonare per vaste folle, non mi aveva sostituito. Kyosuke ed io ormai eravamo legati; forse se gli avessero dato un Vivaldi mi avrebbe posato, ma l'avrebbe fatto con una cura indescrivibile. Un oggetto e un uomo che si trovavano nello stesso destino, questa è la mia storia. La storia di un oggetto inanimato che divenne animato grazie l'amore di un ragazzo per esso.
Angolo dell'autrice:
Salve! Eccomi di nuovo qui [ a rompere ] con una nuova one-shot [ che sembra una FlashFic. Assicuro però che sono 523 parole ] Spero vi piaccia l'idea della narrazione di un oggetto. Lasciate delle recensioni, anche le critiche sono ben accette; dopotutto senza di esse non si cresce [ però se non serve e non le mettete non mi offedo ] Grazie anche solo per aver aperto questa FanFiction.
Here we Go!
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