Condanna a morte «
Tadashi sorrideva a quel piccolo pargoletto che ora dormiva beatamente nella sua bella culla. Aveva i suoi stessi lineamenti, capelli viola e due occhioni paragonaili a due bigné alla crema, ovviamente solo Karino poteva paragonare gli occhi della sua bambina a qualcosa da mangiare. Avvicinò la sua mano alla guancia di Hikari, era un tesoro. Passarono una decina di secondi, uno strillo acuto e un forte pianto fecero sobbalzare il giovane padre. Ora Akira lo uccideva, era la sua fine. Abbindolarsi sotto il letto era la cosa migliore.
Una donna sui ventidue anni spalancò la porta della camera, con occhi accesi dalla rabbia. Intanto il piccolo Tadashi pregava tutti i dei che conosceva, in quel momento avrebbe preferito vedere Kei in tutù che esser menato per la millesima volta da sua moglie.
«Ovunque tu sia Tadashi, t'avviso, fai piangere di nuovo mia figlia e ti prendo a pugni!» solo un urlo, ma per Tadashi significava una vera e proprio condanna a morte.
Angolo autrice:
Non ho resistito, dovevo aggiornare questa raccolta!
Cioè, ahahah, io ce lo evdo Tadashi che fa piangere la figlia, muahahah!
Akira resta sempre la stessa, come il nostro bel Tadashi! Tra un po' di drabble vedremo la loro bamina adolescente, un vero e proprio mito, muahahah! Tadashi padre?! Ceh, ce lo vedete? Io no, eheh!
Akira sì, dai, soprattutto se la figlia si chiama Hikari, eh!
Spero vi piaccia la drabble, a presto :)