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Autore: farfifarfi    13/09/2012    0 recensioni
Okay, prima che voi decidiate di leggere questa storia vi avverto per bene: la protagonista è BISESSUALE, ciò significa in gergo giovanile '' Se la fa sia coi maschi che con le femmine '' , e non voglio insulti, chiaro?
Giovanna, o per meglio Giovy, è una ragazza di sedici anni appena compiuti, timida all'inverosimile, tant'è vero che a stento rivolge la parola a suo padre, il quale la costringe a trasferirsi dalla città di Milano alla grande Parigi, perché dovrà sposarsi con una donna statunitense, dato che la prima moglie è morta al parto della ragazza. Lei ha uno stile un po' particolare, si veste da Rapper, con tanto di cappellino che non toglie mai dalla testa, salvo per dormire. .
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Camminavo a testa bassa per quelle strade dove avevo paura di perdermi.
Il mio cappello mi copriva tutto il viso,
i capelli castani chiaro nascosti li sotto e il resto del mio corpo coperto dai
larghissimi vestiti da Rapper mi chiedevano per pietà di tornare indietro,
di tuffarmi tra le braccia di mio padre e di pregarlo di tormare a casa,
a Palermo, dove ero nata,
e dove volevo anche invecchiare.
Purtroppo però nulla è per sempre,
e la felicità che mi dipingeva sul volto un sorriso mi fu strappata via quando conobbi lei,
quando ebbi ' Il piacere ' di fare la conoscenza di
quella donna che voleva prendere il posto di mia madre,
e della moglie di mio padre. 
<< Ci sposeremo >>
Mi disse quello stesso giorno papà,
ignaro di cosa avesse appena frantumato in mille schegge
di qualcosa che non sapevo come definire: Il mio cuore.
E lei tutta imbacuccata in quella che doveva essere una pelliccia,
sperai sintetica, sorrideva come una demente,
convinta forse di andarmi a genio,
di diventare mia amica e confidente.
Che sciocca.
Ricordo perfettamente che nemmeno risposi,
abbassai solo come mio solito e più che giustificato il capo,
immerso come sempre in un cappellino colorato.
Non ebbi nemmeno il tempo di salutare i miei amici e la mia famiglia,
che il giorno dopo già fui spedita in aereo qui,
a Parigi.
Nemmeno mi era stata chiesta l'opinione.
Uscii dai miei pensieri quando sentì la vibrazione del mio i-phone 4gs
-Aveva i soldi che gli uscivano dalle orecchie quel mio padre così preso dal suo incombente matrimonio- 
e immediatamente mi ripresi un po',
infatti un piccolo sorriso mi spuntò sulla faccia.
' Amore, mi manchi '
La mia ragazza, si... La mia ragazza!
Ero fidanzata con una femmina, ero bisessuale, e non avevo NULLA di cui vergognarmi.
' Anche tu '
Inviai il messaggio di risposta,
e dopo nemmeno 30 secondi lei me ne aveva mandato un altro
' Giovy, sto malissimo, torna ti prego ti prego ti prego! '
' Anche io sto male,
lo sai,
ma non riesco a parlare con mio padre,
e poi anche se lo facessi non mi lascerebbe mai venire di nuovo in Italia,
perché secondo lui sono indispensabile per formare una nuova famiglia felice..
Lo sai che ti amo, vero? '
' Okay, ora muoio! Non puoi dirmelo adesso che attraverso la strada!!
Mi viene un infarto e crepo investita, vuoi questo per caso? '

Risi.
' No, per carità, saresti capace di venire a perseguitarmi dall'oltre tomba!
Hey, ora vado, sono arrivata a scuola, ricorda una cosa: Sei la mia vita. '

Posai il cellulare e tirai un lungo sospiro,
non sapevo quali problemi avrei dovuto affrontare,
ero sicura che ce ne sarebbero stati,
ma ancora non li conoscevo.
                                                 ***

Ero davanti alla porta della mia aula,
non sapevo che fare, il mio inglese era perfetto,
parte della mia famiglia era americana,
ma comunque avevo paura, ed ero terribilmente timida.
Bussai, e un coro tipico di ogni classe gridò:
<< Avanti! >>
La porta mi venne aperta,
e io, con passo felpato,
feci il mio ingresso muto.
<< Credevamo che sarebbe arrivata una femmina, e non un maschio... >>
Disse il professore,
squadrandomi.
Io alzai piano la testa,
mostrando il mio viso: Occhi azzurri, ciuffo ribelle, occhi truccati con matita e mascara,
labbra colorate di un fuxia asciutto.
<< S- sono una ragazza.. >>
Morii di vergogna quando lui rimase a bocca aperta e
i miei nuovi compagni presero a ridere mantenendosi la pancia,
abbassai sedutastante il capo,
nascondendomi sotto la visiera del cappellino,
e voltandomi con lo sguardo altrove.
<< Beh, va bene, siediti li >>
Mi indicò un posto libero, e io mi sedetti.
Non mi girai a guardare nessuno,
nemmeno sapevo che il mio fratellastro era li,
ad una fila di distanza,
a fissarmi.

                                              *****
<< Papà ti prego... Anche questo? >>
Stringevo il mio telefono in mano,
mentre parlavo con mio padre, voleva che andassi con lui a vedere la casa che aveva acquistato
- A spese interamente sue -
per tutta la famiglia,
odiavo quando pronunciava quelle parole
<< No Giovy, devi venire, devi conoscere meglio Sandra
( La sua quasi moglie ) >>

Con la mia voce di natura dolce e zuccherosa mugolai in protesta,
o almeno ci provai
<< Devi anche conoscere tuo fratello >>
Mio che???
<< Fratello? >>
<< Si, Noah >>

Okay,
adesso la mia giornata era definitivamente diventata nera,
di un nero talmente scuro da far concorrenza al petrolio,
non volevo un fratello.
  
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