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Autore: TushiUndDark    14/09/2012    2 recensioni
Era già passato un anno.
Trecentosessantacinque giorni; cinquecentoventicinque milioni novecentoquarantottomila settecentosessantasei minuti ed esattamente trentuno miliardi cincquecentocinquantaseimila novecentoventisei secondi erano trascorsi dall’ultima volta che quegli occhi malinconici avevano incrociato i suoi.
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Leslie raggiunse la città che il sole era già calato da un pezzo.

Non che la strada fosse lunga, ma il correre frenetico dei suoi pensieri la portava a distrarsi tanto facilmente che anche
le strade a lei più familiari, per le quali aveva errato per tutti i venti lunghi anni della sua vita, avevano finito per diventare un dannato ed intricatissimo labirinto.

Dopo aver vagato senza nemmeno accorgersene per quasi tutta la città, alla fine si ritrovò, dopo tanto tempo di nuovo di fronte a quella porta, li dove tutto era iniziato.
Quel posto non era cambiato per niente dall’ultima volta: la porta grigia era sempre coperta di ruggine ed il cartello
penzolante non era stato riparato. Ma, nonostante tutto sembrasse al suo posto, c’era qualcosa che a Leslie non quadrava.

C’era qualcosa di diverso, di strano, di..sbagliato.

Ma quello non era il momento più adatto per farsi altre domande quando quel che veniva a cercare erano risposte;così, raccolto a due mani tutto il coraggio che il suo animo aveva da offrirle, respirò a fondo e afferrata saldamente la maniglia spinse la porta che si aprì con un cigolio e un suono di campanello.

Appena varcata la soglia, se possibile, il senso di sconforto che pesava come un macigno sul suo stomaco divenne ancora più insostenibile.

Tutto era rimasto come un tempo: c’erano sempre i soliti vecchi poster ad ingombrare le pareti, in fondo alla stanza c’era sempre lo scaffale affollato dai raccoglitori dalle pagine ingiallite e il fatto che quel posto che era sempre stato casa sua, ora, era per lei freddo come una prigione d’inverno le opprimeva il cuore.

Non aveva più rivisto Rabbit dal giorno in cui si era separata da Irial.
Lei non l’aveva cercato, non aveva cercato nessuno e nessuno aveva cercato lei.
Aveva completamente voltato pagina lasciandosi alle spalle la sua vita passata e tutto quello che ne aveva fatto parte, compreso lui, Ani, Tish, Rabbit, Nial, Aislinn, Seth..tutti.

Tutto.

Non arrivò nemmeno al centro della stanza che una voce giunse lontana.

“Arrivo!”

Rumore di sedie che vengono spostate e una porta che si apre, poi, Rabbit apparve sulla soglia con i soliti capelli bianchi striati di blu e la borchia al labbro inferiore che faceva capolino tra la barba.

La prima reazione di Rabbit fu quella di restare completamente immobile, con le mani penzoloni lungo i fianchi e lo sguardo esterrefatto.
L’unica persona da cui non si aspettava una visita di cortesia era Leslie, ma non era così stolto da pensare che non ci fosse un motivo altro a quell’apparizione che la semplice voglia di ripercorrere il vecchio viale dei ricordi.

Soprattutto se quel viale era pieno zeppo di fango.

“Leslie!”, esclamò dopo quell’attimo di smarrimento, “sono felice di vederti” s’azzardò per nulla convinto a dire avvicinandosi.

“Anche io Rabbit” buttò lì senza molta enfasi Leslie.

Non aveva dimenticato il suo ruolo in tutta la faccenda;tanto più ora che sapeva del fatto che lui fosse a conoscenza del potere di Ani, non poteva nasconderlo.

“Devo parlarti” s’affrettò ad aggiungere prima che la forza che aveva racimolato venisse meno, “in un posto sicuro, lontano da orecchie indiscrete.”

“Questo posto è sicuro Leslie” rispose lui posandosi le mani sui fianchi. Se l’era aspettato dopotutto.

“Se mi assicuri che nessuno, e ripeto, nessuno”  disse scandendo bene ogni sillaba e sottolineando le sue parole con un regolare movimento dell’indice “sentirà quello che ci diremo qui dentro, allora resteremo qui. Non è sicuro parlare per le strade se non si vuole essere sentiti dagli amici con le ali, gli artigli, le antenne o quello che è” soffiò passandosi una mano tra i capelli.

“Dimmi allora. Cosa c’è?”, volle sapere Rabbit facendo scivolare verso di lei una sedia, “è successo qualcosa?”

Certo che è successo qualcosa!
Cosa credi che sia venuta fin qui solo per chiederti come ti vanno le cose?
O pensi che voglia un altro fottutissimo tatuaggio!?
 
Pensò stringendo i pugni.

“Sì.”

“Stai bene?”

Una meraviglia!

“Si..no, non lo so.”

“Leslie..”

Vaffanculo!
 
“Niente va bene Rabbit!” sbraitò scansando la sedia in malo modo mentre il suo corpo era interamente percorso da scosse di rabbia. Le sinapsi invase dall’ira.

“Cosa volete ancora da me?” chiese mentre sul volto del suo interlocutore si dipingeva un grosso punto interrogativo.

“Non capisco di cosa tu stia parlando, ora per favore calmati..”

“Calmarmi?! CALMARMI?” sputò sentendo la rabbia crescere in modo smisurato, “come faccio a star calma quando tutto quello per cui ho lottato, tutto quello che ho costruito dopo che tu e tutti quelli come te avete distrutto quel poco di vita normale che avevo, sembra esser messo di nuovo in discussione?!”

“Leslie” la pregò, “sta’ calma. Giuro che non riesco a comprenderti.”

“Oh, tu non comprendi?” ironizzò, “come non comprendevi ciò che mi sarebbe successo dopo avermi marchiato per il tuo Re? Sei all’oscuro di tutto come eri all’oscuro del potere di Ani? Potere che avrebbe potuto salvarmi?”

Rabbit rimase come pietrificato.

Lei sa.

Non era possibile, non poteva sapere.

“Leslie” sussurrò prendendosi il volto tra le mani e fissando il pavimento, “mi dispiace io davvero non so cosa dire” mormorò mentre la rabbia si spegneva negli occhi di Leslie lasciando posto alle lacrime.

“Non ero sicuro di niente. Non sapevo di preciso cosa ti sarebbe successo se t’avessi tatuata come non sapevo cosa sarebbe accaduto ad Ani se Irial avesse scoperto cos’era e cosa poteva fare” gemette lasciandosi andare ai singhiozzi.

“Eri come una sorella per me, credimi, ma ho dovuto farlo. Ho dovuto.”

“Non sono qui per parlare di questo Rabbit” sibilò ricacciando indietro le lacrime che invece scorrevano copiose sul viso del suo interlocutore perdendosi nella barba. “Sono qui per Irial, Rabbit”.

“Irial?” chiese stupito il ragazzo.

Irial era scomparso un anno prima e nessuno aveva più avuto sue notizie. Non che la Corte del Buio si curasse di metterlo al corrente dei fatti ora che Ani era la nuova Regina, Tish un segugio e non c’era più bisogno di qualcuno che imprimesse sortilegi sulla pelle.

“Non l’ho più sentito da quel giorno, mi dispiace, non so a cosa ti riferisci!” dichiarò asciugandosi il viso contro la manica della maglietta.

“Tu non..sai?” biascicò Leslie stupita, “come fai tu a non sapere?”

“Non sono più un pezzo grosso” rise amaro, “non lo sono mai stato in realtà. Ad ogni modo, ora non sono più utile né alla Corte né al mio Re quindi non mi sorprendo del fatto che non si prendano il disturbo d’informarmi riguardo alcunché” snocciolò, “ma ora dimmi, cosa sta succedendo?”

Incerta sul da farsi, assodato che effettivamente Rabbit non era al corrente di ciò che stava succedendo, si chiese e era il caso di portare avanti quella conversazione. Avrebbe potuto finire con il mettersi in guai ancora peggiori di quelli in cui navigava, ma avrebbe anche potuto cercare di spillare a Rabbit qualche informazione per capirci qualcosa;un nome, qualsiasi cosa.

Mentre il suo cervello varava tutte le possibili opzioni in merito, come un fulmine a ciel sereno, Leslie capì all’improvviso cosa era cambiato di quel posto: aveva perso tutta la magia.

“Ti racconterò quello che so Rabbit, ma poi, sarai tu a dover dire qualcosa a me.”

  
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