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Autore: sbornyXVII    15/09/2012    0 recensioni
Un pessimo primo incontro può dare il via ad una storia perfetta? "Lovestory": una storia d'amore in 10 capitoli; ogni riferimento a persone, cose, luoghi o situazioni è espressamente voluto.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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SHIVER

Col passare del tempo, alcune cose cambiarono.
Faith abbandonò gli studi, e Rose fece lo stesso poche settimane dopo; vivendo in città diverse iniziarono a vedersi di meno, ma questo non incrinò la loro amicizia. Rose andò a trovarla di tanto in tanto. Invece degli appunti, si prestavano libri e romanzi. Invece di studiare insieme, si organizzavano per le fiere del fumetto estive. Faith le raccontava di quanto fosse felice con Moore. Rose le raccontava di come Mark, insistentemente, continuasse a farsi sentire per telefono, esasperandola.
Poi, una sera di fine aprile in cui Rose doveva rimanere a dormire da lei, Faith fece una proposta.
«Ti va di andare al cinema, stasera?»
«Sicuro! Che film avevi in mente?»
«E' uscito Thor...». Faith tentennò, prima di aggiungere altro. «Ci andiamo con Moore.»
«Nessun problema» sentenziò Rose.
Faith esitò. «Ci sarà anche Andrew.»
Oh. Dio.
«No, ti prego, non farmi questo!» piagnucolò. «Sarebbe imbarazzante, non voglio vederlo!»
 
Le sue lamentele non sortirono alcun effetto.
Andrew e Moore le vennero a prendere a casa di Faith, quella sera.
Si salutarono con un gelido «Ciao...». La tensione era palpabile.
 
Per evitare di rovinarsi la serata, Rose cercò di fingere che non fosse successo niente, a febbraio, e per un po' funzionò. La serata procedette tranquilla.
Il film si rivelò deludente, ma per Rose quello era l'ultimo dei problemi.
Notò che anche Andrew cercava di ignorare ciò che era successo l'ultima volta.
Magari si vergogna?
Forse vuole chiedermi scusa...
Senza rendersene conto, iniziò a vederlo sotto una luce diversa. Non sembrava il provolone della prima sera. 
Era gentile.
Aveva un bel sorriso contagioso.
Non era quello che si potrebbe definire un bel ragazzo, ma aveva un modo di fare estremamente carismatico.
 
Giunti a casa di Faith, Andrew scese dalla macchina, spostò il sedile, e le fece scendere. Faith fece il giro per andare a salutare il suo ragazzo con un bacio. Fu allora che Andrew si avvicinò a Rose, per salutarla.
Lei si sentì mancare.
E adesso?!
Le diede un bacio sulla guancia.
Le augurò la buona notte.
Nell'istante in cui le sfiorò la pelle, Rose fu scossa da un piacevole brivido.
Quella notte non riuscì a chiudere occhio.
 
Il giorno seguente, Faith e Rose andarono in piazza per il concerto del primo maggio. Erano arrivate presto, mancavano ancora un paio d'ore, perciò si sedettero fuori da un bar, in attesa di veder spuntare qualche faccia conosciuta. Non dovettero aspettare a lungo. Moore, Andrew, e un altro paio di ragazzi, spuntarono da dietro l'angolo pochi minuti dopo. Senza rendersene conto, Rose salutò soltanto Andrew. Faith la squadrò perplessa.
Trascorsero alcuni minuti chiacchierando del più e del meno. A un certo punto gli altri ragazzi si allontanarono per conto proprio. Poi Moore si rivolse a Rose.
«Ti dispiace se ti porto via Faith per un po'?»
Rose tentennò.
«Ti lascio in buona compagnia» aggiunse riferendesi ad Andrew.
Dio, che ho fatto di male?!
Faith spostava lo sguardo dal ragazzo all'amica, incredula.
«Be'» osò infine. «Se vi serve un po' di privacy...»
«Precisamente! Facciamo subito.» disse lapidario, prendendo per mano la ragazza e portandola verso la macchina.
Faith si voltò un attimo, e notò lo sguardo afflitto dell'amica. «Trattamela bene!» disse rivolta ad Andrew, un attimo prima di sparire dietro l'angolo.
 
Fu così che rimasero da soli, per la seconda volta da quando si erano conosciuti.
Impalata dall'imbarazzo, Rose rimase immobile, inizialmente, ma poi si convinse a non pensarci.
Se sono sopravvissuta ieri, resisterò anche oggi.
Parlarono di cose futili, per un po'. Lui del suo lavoro, lei del fatto che aveva abbandonato l'università.
Ma Rose non riuscì ad aprirsi più di tanto.
Continuava a ripensare alla sera in cui, di punto in bianco, lui si era messo a sbaciucchiarle l'orecchio, e al terribile imbarazzo che aveva provato.
Fortunatamente, poco dopo, tornarono gli altri amici di Andrew, così si unirono al gruppetto e non dovette più mascherare le emozioni.
Il concerto fu piacevole da sentire, ma Rose aveva la testa altrove.
 
A parte qualche occhiata fugace all'oggetto dei suoi pensieri, quel pomeriggio, non accadde altro.
 
Quella notte, Rose si svegliò di soprassalto. Aveva fatto uno strano sogno, con Andrew come protagonista. E solo quando riadagiò la testa sul cuscino, mentre ripiombava nel mondo dei sogni, si rese conto che quel ragazzo da pessima-prima-impressione, inesorabilmente, stava iniziando a piacerle.
  
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