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Autore: 9Pepe4    15/09/2012    4 recensioni
[Pre-Thor]
«Loooki» cantilenò Thor. «Vieni fuori?»
Dall’altro bambino non vi fu la minima risposta.
Thor, allora, sbuffò, per poi mettere in atto la dimostrazione della sua efficienza come fratello maggiore. Si protese in avanti, in modo da afferrare i piedi di Loki e trascinarlo fuori, ignorando lo strillo un po’ indignato del più piccolo.
Thor lo strinse saldamente in una specie di abbraccio. «Non devi rintanarti lì sotto, capito?» gli disse.
[...] «Sei stato davvero bravo, Thor» commentò Frigga, sapendo che il maggiore era ansioso di ricevere un apprezzamento.
Loki, sentendo la voce della madre, prese ad agitarsi nella stretta di Thor. Quando poi la vide, cominciò a tendere le mani verso di lei, lanciando dei gridolini smaniosi.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Frigga, Loki, Odino, Thor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Domani non basterò

Frigga entrò nella stanza. Aveva appena discusso coi consiglieri del marito di una nuova riforma, e a breve lei e Odino avrebbero dovuto accogliere alcuni ambasciatori, perciò voleva prendersi almeno qualche istante di riposo.
Quella era una delle sue sale preferite. Di forma circolare, aveva pareti che parevano ricoperte di lamine d’oro, ma soprattutto era arieggiata anche d’estate e mai troppo fredda d’inverno. Poiché la luce entrava abbondantemente dalla balconata, la donna non si meravigliò vedendo che i bracieri sistemati qua e là erano spenti.
Ciò che la stupì, piuttosto, fu vedere Thor seduto per terra.
Quando la sentì entrare, il bambino biondo si girò a guardarla, con un’aria vagamente colpevole che preoccupò la donna.
«Non avevi detto che avresti badato a Loki?» gli domandò.
Meno di un’ora prima, infatti, aveva lasciato i figli nelle loro stanze, rinunciando a chiamare una balia dopo che il più grande aveva promesso solennemente che avrebbe badato al piccolino e che avrebbe subito chiamato aiuto in caso di necessità. Adesso, allarmata, si chiese dove il primogenito poteva aver lasciato il proprio fratellino.
Thor si strinse nelle spalle. «Infatti sto badando a Loki» replicò, per poi indicare il divanetto che aveva davanti. «È solo che lui si è infilato lì sotto».
Frigga, automaticamente, si piegò per controllare, e in effetti intravide la sagoma minuta del suo secondogenito.
«Loooki» cantilenò Thor. «Vieni fuori?»
Dall’altro bambino non vi fu la minima risposta.
Thor, allora, sbuffò, per poi mettere in atto la dimostrazione della sua efficienza come fratello maggiore. Si protese in avanti, in modo da afferrare i piedi di Loki e trascinarlo fuori, ignorando lo strillo un po’ indignato del più piccolo.
Thor lo strinse saldamente in una specie di abbraccio. «Non devi rintanarti lì sotto, capito?» gli disse.
Frigga non poté trattenere un sorriso divertito. Ricordava, infatti, che quando Thor aveva imparato a gattonare, aveva causato molti più problemi. Schizzava di qua e di là, afferrando tovaglie e facendo cadere a terra urne di terracotta o vasi di vetro.
Per lo meno, Loki non si allontanava mai troppo, e fino a quel momento non aveva ancora fracassato niente.
«Sei stato davvero bravo, Thor» commentò Frigga, sapendo che il maggiore era ansioso di ricevere un apprezzamento.
Loki, sentendo la voce della madre, prese ad agitarsi nella stretta di Thor. Quando poi la vide, cominciò a tendere le mani verso di lei, lanciando dei gridolini smaniosi.
«Mae! Mae!»
Frigga sorrise e si avvicinò, chinandosi su Thor per afferrare il piccolino. Mentre lei sollevava Loki, Thor si sentì in dovere di raccomandarsi: «Fa’ il bravo, Loki».
Il bambino moro, del resto, non sembrava propenso a disobbedire. Con una manina saldamente poggiata sul braccio di Frigga, tentava con l’altra di afferrare i capelli della madre.
«Vuoi che gli dica di stare fermo?» s’informò Thor, alzandosi ansiosamente in piedi.
Frigga gli sorrise con fare rassicurante. «No, è bravissimo. Non rammenti che anche tu giocavi con i miei capelli?»
Thor ci pensò su con attenzione. «No» dichiarò alla fine, con inappellabile sicurezza. «Non lo rammento».
Frigga sorrise, mentre Loki sembrava arrampicarsi sul suo petto, nel tentativo di afferrare più ciocche di quei capelli fulvi.
«Madre, ma quand’è che Loki imparerà a camminare?» volle sapere Thor di punto in bianco.
Frigga lo guardò. «Occorrerà ancora un po’ di tempo».
Anche Loki, la testa a ciondoloni, volse un’occhiata in direzione del fratello, quasi avesse capito che si stava parlando di lui.
«Significa che non imparerà domani?» insistette Thor.
«Temo di no» rispose Frigga, reggendo con attenzione la schiena del più piccolo.
Thor gonfiò le guance con aria delusa. «Uffa» si lamentò.
«Se vuoi, posso chiedere a una balia che si occupi di Loki, domani. Tu sei libero di giocare per conto tuo, se lo desideri» gli propose.
Non voleva certo obbligare Thor a prendersi cura di Loki, se lui non ne aveva voglia: provocare l’astio del più grande era l’ultima delle sue intenzioni.
Fortunatamente, non venendo costretto a giocare col piccolo, il primogenito sembrava aver preso un certo gusto nel trascorrere il tempo con lui: probabilmente era una cosa che lo faceva sentire importante.
Thor valutò seriamente l’offerta. «Però io sono più bravo della balia» obiettò.
Frigga annuì. «Naturalmente. Ma penso che anche lei possa cavarsela, per qualche momento».
Del resto, la donna non lasciava mai i figli soli a lungo. Se le cerimonie o i banchetti si prolungavano troppo, si congedava scusandosi e andava a far compagnia ai bambini.
Thor incrociò le braccia, riflettendo. «Va bene» disse poi, con un sospiro, come se stesse facendo un gran sacrificio. «Domani vado a giocare».
A dire il vero, sembrava piuttosto compiaciuto della conclusione.
Frigga rise, mentre Loki le tirava piano i capelli con aria affascinata. «D’accordo…»
«Madre, lo sai quanto diverrò forte?» domandò Thor, tornando alla carica con voce eccitata.
«Quanto?» chiese lei.
«Tanto!» asserì il bambino, con convinzione, facendola ridere.
A riprova delle proprie parole, Thor prese a saltellare di qua e di là, imitando i suoni di alcune esplosioni. Agitandosi come un forsennato e con una certa goffaggine infantile, però, del tutto sordo agli ammonimenti della madre, finì con l’urtare col braccio uno dei bracieri, che cadde rumorosamente a terra.
La cenere e la legna nera si rovesciarono sul pavimento.
Nello stesso momento, Loki lasciò andare i capelli della madre con un respiro spaventato. Per un istante, rimase zitto… Poi, però, il suo visetto si raggrinzì, e lui scoppiò in un pianto disperato.
Thor accorse subito accanto alla madre. «Non volevo farlo piangere, non volevo!» guaì.
Mentre cercava di calmare Loki, Frigga allungò con qualche difficoltà una mano per dare una carezza a Thor. «Lo so» lo tranquillizzò.
Pensò ci sarebbe stato tempo per raccomandargli di stare più attento. Per ora, l’importante era che il braciere fosse stato spento e lui non si fosse scottato…
«Calmo, Loki… Tranquillo, piccolo, non è successo niente» mormorò, cercando di quietare i veementi singhiozzi del bambino.
«È solo un braciere» si sentì in dovere di specificare Thor.
In quel momento, Odino entrò nella stanza, probabilmente a cercare Frigga. Nel sentire Loki frignare irrequieto, però, parve dimenticare il motivo che l’aveva condotto lì. «Cos’è successo?» domandò preoccupato, aggrottando la fronte.
Thor assunse un’aria colpevole. «Dovevo stare più attento» affermò, a mo’ di spiegazione.
Senza smettere di cullare il singhiozzante Loki, Frigga chiarì: «Ha fatto cadere il braciere. Loki si è solo spaventato».
A quella delucidazione, Odino parve più tranquillo. Probabilmente, aveva temuto che Loki si fosse fatto male fisicamente, sbattendo la testolina contro uno spigolo o schiacciandosi le dita da qualche parte.
Si avvicinò alla moglie, e dopo un momento Frigga decise di passargli il bambino.
Odino lo maneggiò con cura, quasi avesse in braccio quanto di più delicato esisteva al mondo, mentre Thor osservava la scena con molta più sicurezza, ora che aveva capito che non ci sarebbero state punizioni di sorta.
Loki emise ancora qualche lamento, ma poi il tutto si ridusse a un piagnucolio sommesso, e infine il bambino si quietò. Col mento ancora un po’ tremante, allungò le manine verso la barba ruvida di Odino.
Come Thor da piccolo, anche lui la trovava decisamente affascinante.
Frigga si concesse un sorriso. Aveva l’impressione che Loki si calmasse sempre più velocemente, quando veniva messo in braccio al padre.
Forse, pensò la donna, era a causa del fatto che era stato Odino a salvarlo, portandolo via dalla landa ghiacciata di Jotunheim.
Le venne un brivido, pensando al bambino – quel bambino così minuto, così speciale – abbandonato in mezzo alla neve e al vento, ma lo scacciò subito, ricordandosi che a Loki non sarebbe più successa una cosa del genere.
Mai. Lei e Odino non lo avrebbero permesso mai.
«Madre, padre» intervenne Thor, animatamente, «se volete, posso continuare io a badare a Loki. Prometto di non far cadere più niente».
E neanche Thor, a ben pensarci, l’avrebbe mai permesso.
Frigga e Odino si scambiarono un’occhiata, poi la donna osservò il carbone che sporcava il pavimento.
Bisognava provvedere affinché qualcuno pulisse quel disastro.
Anche se a volte lo lasciava in un angolo per giocare per conto proprio a far la guerra, Thor era piuttosto responsabile nei confronti del fratellino. Più di quanto si potesse immaginare, considerata la sua tenera età. Mai che gli avesse infilato un dito in un occhio – al contrario, probabilmente avrebbe preso a calci chiunque avesse cercato di far del male al piccolo.
Stava di fatto, però, che se Loki avesse iniziato a mangiare carbone, Thor non l’avrebbe affatto fermato, trovando la cosa più che altro interessante.
«Certo» disse Frigga, prudentemente, «ma è meglio se questa volta restate nelle vostre stanze».
«Va bene» cinguettò il bambino biondo.
Si avviarono tutti verso l’uscita. Thor fu lesto ad affiancare Odino, afferrando la veste cerimoniale del padre e rivolgendo il viso verso l’alto, verso il fratellino.
«Ehi, Loki» disse, scuotendo la testa, «tu adesso hai pianto perché ho fatto cadere il braciere, ma scommetto che domani sentirai la mia mancanza».














Note:
Okay.
Io ho un grosso problema con questa one-shot.
E il mio grosso problema è che Thor mi sembra troppo più grande di Loki.
Insomma, io mi immagino al massimo tre anni di differenza tra loro due… Ma penso che qui sembri che Thor abbia cinque/sei anni. (Mentre Loki, visto che inizia giusto ad articolare le prime paroline, dovrebbe avere dieci mesi o giù di lì…)
Ma be’, potrei sbagliarmi, e il resto mi piace abbastanza, quindi amen XD
Spero sia stata di vostro gradimento!
  
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