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Autore: Fallin    15/09/2012    5 recensioni
[Lemonade Mouth] Tu chi sei?
Sei nessuno anche tu?
Olivia non esiste, perchè esistere comprende l'essere qualcuno, ma lei non è nessuno.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Si dice che raggiungere la felicità sia l’obiettivo primo nella vita. Si dice sia la cosa più difficile da perseguire.
Si dice anche che una felicità non c’è, non esiste.

Ma se la felicità non esiste, allora anche il valore della vita scompare. Anche la vita sparisce. Se la vita non esiste, non esistono le persone.

Quindi, Olivia, lei non esiste, le piace pensarlo anche se il ragionamento che segue è piuttosto infantile e campato in aria.
Quando cammina, Olivia non esiste. Quando i suoi compagni la prendevano in giro, lei non esisteva, e adesso che invece si complimentano con lei, continua a non esistere.

Non esiste per un padre, perché non sa mai cosa ci sia dietro la facciata di una lettera.

Non esiste per sua nonna quando è in camera a studiare e la sente sfaccendare al piano di sotto, come se la vita scorresse solo lì, di sotto.

Non esiste per la band, per Stella, per Charlie, per Mo. Specialmente quando provano e riprovano nell’aula di musica e l’aria si riscalda, s’addensa, la mente si spegne e la musica si annulla, così come tutti.

Non esiste per Wen, quando lui se ne va dopo essere passato a salutarla in uno dei pomeriggi qualunque.

Non esiste per uno stupido e vecchio gatto che ormai non c’è più.

Non esiste per sua madre, perché i morti non tornano, non pensano.

Ma c’è un segreto che lei, che non esiste, non rivelerà mai.

Non esistere è la felicità per lei, quella vera.

Sapete, c’era Olivia, una volta. Nacque attorno alla fine degli anni novanta, corse, mangiò, dormì, respirò, vomitò addosso ad un compagno di scuola alle elementari, crebbe. Poi incontrò una scuola triste, un futuro velato, un preside borioso, un’insegnante nervosa e un piccolo quadratino fatto di pareti, scope, secchi, stracci.

Un minuscolo stanzino impolverato e sporco dove rannicchiarsi per saltare le ore di Educazione Fisica.

Una porticina che nessuno nota, all’ombra di una teca piena zeppa di trofei che reclama tutta l’attenzione per se, dove il mondo non c’è più.

E lì, che nel giro di due anni ha imparato a non esistere. È lì che si è rifugiata quando Wen le aveva corso dietro per prestarle i suoi appunti scombinati dei giorni in cui non c’era stata. È lì che è andata quando le era sembrato che le persone la pressassero tra due file sottili e ingombranti.

Lì, è vuoto, è buio, è spento, è magico.

È uno stupido sgabuzzino delle scope.

È il suo mondo.

Io sono nessuno. Tu chi sei?
Sei nessuno anche tu?
Allora siamo in due.
Non dirlo! Potrebbero spargere la voce.
 
Olivia non esiste, perché esistere comprendere l’essere qualcuno, ma lei non è nessuno.

Lei è tutto. È una giovane Emily Dickinson che non ha il coraggio di amare, è una cruenta Lady Macbeth che convive con il senso di colpa, è una frizzante Anna Pavlovna che si diletta a spettegolare e organizzare feste, oppure, se le va, una piccola Nataša che cresce e s’innamora.

Olivia ha capito, che essendo nessuno, può essere tutto, per questo custodisce gelosamente il segreto del ripostiglio. Per questo non l’ha detto neanche a Wen.

Perché per Wen lei esiste, in quel ripostiglio, per potergli finalmente dire quanto gli piaccia il suo farla ridere.

Per suo padre lei esiste, in quel ripostiglio, armata del coraggio di salire sul primo aereo e andare a fargli visita.

Per sua madre lei esiste, in quel ripostiglio, quando le strofina le labbra sugli occhi per farla smettere di piangere mentre fuori piove.

Per il suo vecchio gattino lei esiste, in quel ripostiglio, lo sente strusciarsi tra le sue gambe in cerca di attenzioni, vibrando impercettibilmente.

Per sua nonna lei esiste, in quel ripostiglio, la sente salire le scale per portarle una coperta quando studia d’inverno.

Per Charlie, Stella, Mo, lei esiste, in quel ripostiglio, ad un tavolo vuoto dove prima non si sedeva mai nessuno.

Esiste per lei, esiste per tutti, non c’è per nessuno, lei è nessuno.

Olivia ha un mondo dietro gli occhi e la sua voce, un mondo oltre il mondo, oltre gli universi.

Ha il tempo di esistere anche solo per poter chiudere gli occhi e vivere, davvero.





 
 
Angolo autrice:
Un piccolo spazio dedicato a Lemonade Mouth, che ho incontrato per caso e che continua a farmi pensare anche se non è pregno di chissà quali significati. Durante il film ho visto Olivia una volta sola all’interno del “suo” sgabuzzino, ma ho subito pensato che significasse molto di più per lei aldilà dei cinque secondi in cui vi appare nascosta. Okay, è stato un esperimento che spero di non ripetere, l’ho scritto nel giro di venti minuti e ho riletto giusto per correggere eventuali errori grammaticali o di sintassi, se ne vedete altri fatemelo sapere. Se invece notate che è scritto a cazzo, non state sbagliando. È proprio quello che è avvenuto.
P.s.: Il passaggio che compare in corsivo verso la fine del testo è una citazione di Emily Dickinson, ed è quello che Olivia stava leggendo nel film ad alta voce.

  
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