§Roccia e velluto§


                                                            

Il mio respiro diventa affannoso mentre le tue labbra -incredibilmente morbide!- e la tua bocca, esplorano, mordono, leccano, sfiorano e poi divorano voraci ogni centimetro del mio corpo. Sei dolcemente crudele, come solo tu sai essere mentre sotto il tuo corpo ruvido, indurito dal dolore e dai colpi, gemo sommessamente, supplicandoti piano di porre fine a quel soave tormento. Per favore smettila! Sai torturare in maniera così deliziosa che quando entri con violenza in me e cominci  a muoverti ritmicamente, dando costante il tuo piacere al mio sento piano piano qualcosa crescere, farsi strada prepotente e incontrollabile. E’ qualcosa che non riesco a fermare, e del resto neanche vorrei.
Siamo troppo ormai.
Io sono in te, tu in me.
Affondo le unghie nella tua ampia schiena muscolosa, aggrappandomi con tutte le mie forze, intrecciando le mia gambe alle tue, per timore che possa lasciarmi andare completamente e morire per il piacere che mi offri.
Non puoi donare il male.
Non ci credo, tu non ne sei capace; lo so perché il piacere che mi dai è troppo appagante e totale.
Siamo uniti da qualcosa di unico e perverso io e te.
Siamo una cosa sola da quando hai salvato la mia vita dal pozzo tanti anni prima e mi hai dato una speranza anche quando credevo di morire.
Perché lì nel buco c’era amore per me: eri tu che mi hai tenuto in vita e hai dato la tua per proteggermi.
La guerra ci chiama.
Non ora però.
Non ora che il fuoco divampa in noi. Non ora che sento l’apice della tua forza incontenibile esplodere violento, lasciandomi senza fiato, e poi il languore, altrettanto improvviso, abbandonarti mentre cali pesantemente, con un gemito, su di me. Attendo che il tuo respiro torni a farsi regolare, poi ti bacio le palpebre chiuse e il tuo viso sfigurato non mi sembra mai tanto bello e armonioso come adesso.
Un capo può amare anche un essere così meschino?
Questo è amore?
-Bane- sussurro.
-Ti ridesti lievemente, dopo qualche istante, perso nei tuoi mille pensieri.
-Che c’è mia signora?-
Forse lo sai anche tu cosa sto per dire. Il tuo povero cuore lo intuisce.
Vorrei, ma le parole mi mancano.
Un capo non cede al suo lato debole.
La figlia di Ra’as Al Ghul non teme forza alcuna.
Eppure, eppure mi sento talmente vulnerabile di fronte a questa potenza nuova e inaspettata.
Che non riesco a controllare e a cui dare nome.
Scuoto la testa e sorrido. -Ora sembri  così innocente- mormoro stringendo la sua mano grande e ruvida nella mia.
Lui mi guarda perplesso. E’ la prima volta che qualcuno gli dice qualcosa di umano. Perché in effetti, umano non è. Ha smesso di esserlo quando ho lasciato il buco per sempre.
-Solo per te- mormora solamente, ma questo sembra bastargli mentre richiude gli occhi, finalmente in pace.
Lo stringo a me, il suo corpo caldo e possente intrecciato al mio e ora come non mai sento che ho qualcosa di più importante e prezioso a cui pensare.
Non siamo che due amanti. Non la bambina che ha scavalcato il pozzo tanto tempo prima e il suo nobile salvatore.
Sospiro tranquilla.
Il nostro riscatto a Gotham può attendere.


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Okay, non dovevo, ma questi due insieme (soprattutto lui, senza la maschera) mi ispirano troppo. Volevo ricreare un momento solo per loro, prima che la guerra e la vendetta li autodistruggesse, un momento quasi di dolcezza, passione e intimità. Spero di esserci riuscita :)
Un abbraccio
Hime