Angelica soffriva il mal di mare. Ma era la nausea che chiunque altro avrebbe inteso.
Era qualcosa di ben più astratto, e doloroso.
Un vuoto cieco allo stomaco, che faceva male e scavava in profondità tra le onde dei suoi ricordi. Lì, dove anche la più grossa pietra dell’oceano avrebbe potuto galleggiare.
Il vago, mesto ricordo di chi aveva preferito il mare a lei.
Il mare e tutto ciò che poteva offrire. Avventura, vita, libertà.
Si passò stancamente una mano sul volto, pulendosi gli occhi dall’odore di sale.
Quella che doveva essere libertà a lei sembrava una sempre più opprimente sensazione di soffocamento. Vedere il mondo che si allontana alle tue spalle, e non poter far nulla per tornare indietro.
Forse dovresti imparare a guardare in avanti.
Davanti la nebbia è troppo fitta e non riesco a vedere nulla.
Fece un sorriso consapevole, pensando che alla fine anche lei aveva preferito il mare a sé stessa.