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Autore: Ale_kiss_    20/09/2012    3 recensioni
Dopo ogni processo, gli imputati gridano insulti o minacce ai procuratori che li hanno fatti condannare; ma non si è mai arrivati a casi di omicidi come nella vicenda di Franziska von Karma, la quale ricevette una cruda minaccia che trasformò la sua vita in un inferno ...
Genere: Romantico, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Franziska von Karma, Miles Edgeworth, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- … non c’è motivo per pensare di aver mal interpretato i fatti. La corte dichiara …- un cellulare iniziò a squillare.
- Cosa c’è?! Cosa c’è adesso?! Posso formulare questo verdetto o dobbiamo aspettare che l’imputato si dichiari colpevole da solo?!- il giudice iniziò a sbattere il martelletto furioso. Feci schioccare la frusta sul mio banco. Poi la strinsi tra le mani con riluttanza verso quello sciocco che aveva lasciato il cellulare acceso durante un processo in tribunale. Questo mondo mi scioccava ogni giorno di più, stavo per vincere il processo che uno sciocco cellulare squillava, sicuramente era di quell’incapace dell’avvocato difensore! L’aveva lasciato acceso come al solito!
- Allora?! Si può sapere di chi è? Cortesemente, chiunque sia il proprietario lo spenga!- alzò la voce il giudice. Mi girai verso la platea e li fulminai uno ad uno. Tutti stavano controllando nelle loro borse o nelle tasche ma pareva quasi che non fosse di nessuno! Feci nuovamente schioccare la frusta verso il pavimento e gridai
- Possiamo spegnere questo cellulare o devo frustarvi uno ad uno?!- improvvisamente l’imputato si mise a fare uno strano suono con la bocca, rivolto a me, tipo “Pss, pss”. Mi voltai scocciata.
- Cosa vuoi, imputato?!-
- Mi sa che è il suo, procuratore von Karma …- disse sporgendosi leggermente verso di me.
- Cosa?- domandai retoricamente a voce bassa, incredula dinanzi a quelle parole. Improvvisamente aprii la borsa nera laccata e, sotto un dossier, vidi il mio iPhone suonare, il nome Edgeworth sullo schermo. Deglutii a fatica. Era … il mio. Mi pareva impossibile aver lasciato quell’affare acceso eppure … l’avevo dimenticato. Ma ormai, non ero più perfetta come un tempo, ero diventata … un procuratore come tutti … mi attaccavo all’ultimo cavillo della stima rivolta verso il mio cognome, ma non sarei mai stata come mio padre, non sarei mai stata come Manfred Von Karma. Spensi con un gesto veloce l’iPhone. “Edgeworth …” pensai con sdegno. Non volevo più sentire quel nome e men che meno la sua voce, mi aveva rovinato la vita. Lo odiavo! Scacciai in velocità quegli incubi dalla mente e mi volsi verso il giudice con lo sguardo alto.
- Spero perdonerete questa mia svista, Vostro Onore- gli dissi con le mani ai fianchi, mentre in una stringevo la mia amata frusta.
- Beh … io in realtà non …- feci schioccare la mia arma sulla sua mano che stava per afferrare il martelletto. Lanciò un guaito e si affrettò a lasciare l’oggetto dov’era e a dire
- Assolutamente nessun problema, procuratore. Può succedere a tutti! Errare è umano, perdonare divino- sorrisi soddisfatta, era quello che volevo sentire.
- Può continuare, Vostro Onore- lanciai un’occhiata all’avvocato difensore che nuotava in un mare di sudore mentre cercava nervoso qualcosa che potesse ancora salvare il suo cliente, in mezzo a tutte le prove ed i fogli.
- Dichiaro l’imputato … colpevole- sbatté il martelletto –il caso è chiuso-. Orgogliosa presi la mia borsa e mi avviai verso l’uscita con un sorriso sul volto. Ma non appena appoggiai la mano guantata sul pomello dell’imponente porta oro della sala del tribunale, un uomo mi afferrò da dietro e mi scaraventò a terra. Sbattei con la schiena sul mio banco e riprovai immediatamente ad alzarmi.
- TU! FRANZISKA VON KARMA! MI HAI ROVINATO LA VITA! A CASA HO MOGLIE E DUE FIGLI! COME FARANNO ADESSO?- gridò l’imputato, si chiamava Mark Ziegler, 43 anni, disoccupato, accusato di omicidio e stupro verso la vicina di casa, Walli Voigt, 39 anni, impiegata. Due poliziotti mi corsero accanto e mi aiutarono ad alzare. Evitai le loro mani tese verso di me, e mi alzai da sola. Spolverai la gonna nera che si era stropicciata e mi rivolsi a Herr Mark Zielger.
- Come osi? Sai chi hai appena toccato?- lo fulminai. Provò nuovamente a scagliarsi contro di me dopo avermi guardata con occhi truci e pieni d’odio. Feci solo mezzo passo indietro poiché i poliziotti si affrettarono a prenderlo e ammanettarlo puntandogli una pistola alla schiena.
- Tutto bene, signorina von Karma?- mi domandò il più alto, con i capelli biondi ramati. Annuii prendendo la borsa che mi era caduta all’impatto con il banco e guardai l’imputato mentre veniva portato via, verso le carceri.
Mi avviai con passo spedito verso la mia Jaguar nera ma non appena infilai le chiavi nella serratura, udii gridare dietro di me
- NON FINISCE QUI! MI VENDICHERÒ! MEGLIO CHE TIENI GLI OCCHI APERTI, VON KARMA, PERCHÉ DIVENTERÒ IL TUO INCUBO! TI AVVERTO! STAI BEN ATTENTA!- mi voltai e vidi gli sbirri che provavano a far entrare Zielger nell’auto della polizia. Risi a quelle parole, chissà quanti me l’avevano gridato. Poi lo lasciai al passato e salii sul sedile del guidatore. Accesi l’auto. Sistemai lo specchietto per vedermi bene alle spalle ma non appena guardai dietro di me, vidi nell’auto della polizia gli occhi dell’uomo che avevo appena fatto carcerare, che mi fissavano, quei piccoli occhietti malefici che luccicavano all’idea, probabilmente, di vedermi morta. 


SPAZIO AUTRICE:
ciao a tutti, questa è la mia prima fan fiction, almeno, la prima che pubblico. .
Spero vi piacerà, fatemi sapere. Baci
   
 
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