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Autore: khika liz    21/09/2012    1 recensioni
L’avevi promesso a così tante persone, che poi per un motivo o per l’altro sono sparite, che le promesse per te ora non contano poi così tanto. In fondo loro non le hanno mantenute, perché dovresti mantenerne una tu? Già aver fatto quella promessa ti è costato tanto, troppo, ma ora che tutti ti hanno delusa, davvero, a cosa serve mantenerla?
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Addicted.

Do you think I deserve this?

 

C’è l’urgenza del dolore nelle tue parole. L’urgenza del voler dimenticare. C’è urgenza in tutto ciò che fai, come se volessi farla finita il prima possibile, così da poter, magari, essere felice. Come se tu ci credessi davvero nell’essere felice. Sai che non lo sarai mai: l’hai capito ormai. Essere felice non fa per te. Ogni volta che lo sei ti distruggi da sola, o peggio ancora, lasci che gli altri ti distruggano, così da poter accusare loro. E invece accusi te stessa. È colpa tua. È così che hai cominciato, vero? Un “è colpa tua” ed una lama trovata per caso nel cassetto del bagno, quello in alto a destra, con tutta la roba di tuo padre. È stato un impulso. Un movimento veloce, urgente. Zac. La prima goccia di sangue che fa capolino sul tuo polso pallido. È inverno. Pieno inverno. Fa freddo: dentro, fuori, attorno, fa freddo ovunque. A volte preferiresti che quel freddo ti bloccasse il cuore e tutto finisse una volta per tutte. Quella finta felicità. Quel sorriso che nessuno è in grado di capire. Quella voglia di voler scappare via per non tornare più. Perché nessuno capisce? È così difficile rendersi conto che i tuoi occhi stanno urlando una richiesta di soccorso? Ti guardi allo specchio e ti vedi così stanca, possibile che nessuno se ne accorga? Il fatto è che sei sempre stata stanca, stufa, e nessuno si è mai reso conto di ciò. Nessuno ha mai capito che avevi bisogno di essere salvata. Che ne hai ancora il bisogno fottuto. Salvarti da cosa? Da tutto, da te stessa, da ciò che ti sei sempre fatta e che ti stai per rifare. Non sei pulita finchè non lasci la tua droga per almeno un anno. Tu ci sei sempre ricaduta. Non era droga vera e propria, la tua, solo qualche taglio sui polsi e qualcun altro sulle gambe. Eppure ne sei dipendente, è l’unico modo per non sentire il freddo attorno e dentro te. È l’unico modo per abbracciarti per un attimo. Anche se quell’abbraccio fa davvero male. Ma non ne puoi fare a meno, ed ora hai l’urgenza pazzesca di chiuderti in bagno e passarti quella lama lungo tutta una vena. E sai che se nessuno ti fermerà lo farai. E sai che nessuno ti fermerà. Perché, in fondo, who cares?

Ed eccoti, stai per cedere. Gli occhi che non riescono a trattenere le lacrime e la mani che tremano troppo persino per farsi del male. Non vuoi farlo. Non vuoi deluderti di nuovo. Avevi promesso a te stessa che avresti resistito. L’avevi promesso a così tante persone, che poi per un motivo o per l’altro sono sparite, che le promesse per te ora non contano poi così tanto. In fondo loro non le hanno mantenute, perché dovresti mantenerne una tu? Già aver fatto quella promessa ti è costato tanto, troppo, ma ora che tutti ti hanno delusa, davvero, a cosa serve mantenerla?

Fai un respiro profondo e lasci la lama accanto al lavandino. Ti asciughi le lacrime. Questo maledetto mascara continua a macchiarmi il volto. La riprendi in mano e la conficchi con rabbia nel tuo polso. Aspetti che la prima goccia di sangue si faccia vedere e poi continui a premere, a scorrere, a tagliare. Ed ecco che il tuo braccio si tinge di rosso e il tuo volto di nero. Lacrime, sangue e mascara. Ti dispiace. Ti dispiace sul serio questa volta. Come ogni altra volta. Ti senti in colpa. Come sempre. Eppure sai che non ti fermerai qui. È sempre stato così.

 

Davvero? Avete anche bisogno delle note d’autrice?
Ah sì. Solo una cosa. Non fatevi del male. Siete bellissimi. Siete perfetti. C’è sempre qualcuno lì fuori, per voi.

 
 
   
 
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