Film > I tre Caballeros
Ricorda la storia  |      
Autore: Ray08    22/09/2012    1 recensioni
[I tre Caballeros]
[José/Donald gijinka, no!furry]
Post Adelante {and they ride again} di Feel Good Inc
Donald, anche dopo aver attaccato la chiamata, non riesce a smettere di sorridere per quell'assurdo soprannome – ricorda viaggi che sembrano lontani secoli a bordo della trecentotredici, lui al volante, Panchito a sonnecchiare dietro e José a fumare, ricorda notti passate a guardare le stelle insieme a José, ricorda enormi preoccupazioni che grazie a José diventano solamente piccoli sassolini da calciare via, ricorda José, José, José.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Adelante Ii

Adelante {sempre adelante}

Sinceramente non se l'aspettava.

È saltato a sedere nel letto, svegliato dalla chiamata nel cuore della notte - perché ovviamente loro non sanno nemmeno cosa significhi rispettare il sonno altrui, figuriamoci.

Con gli occhi ancora impastati di sonno ha allungato la mano fino a prendere il suo cellulare, e quando lo ha portato all'orecchio è stato letteralmente invaso da un fiume di parole.

Non ha capito il senso di tutta la conversazione, ma non ha saputo dire di no alla voce squillante e assordante di Panchito quando gli ha letteralmente urlato, dall'altro capo del telefono, qualcosa in messicano su un loro arrivo imminente e qualcos'altro che comprendeva un appuntamento dei tre Caballeros al bar Cachaça per la mattina dopo.

Donald, anche dopo aver attaccato la chiamata, non riesce a smettere di sorridere per quell'assurdo soprannome – ricorda viaggi che sembrano lontani secoli a bordo della trecentotredici, lui al volante, Panchito a sonnecchiare dietro e José a fumare, ricorda notti passate a guardare le stelle insieme a José, ricorda enormi preoccupazioni che grazie a José diventano solamente piccoli sassolini da calciare via, ricorda José, José, José.

Inspiegabilmente prova una sorta di gelosia nel pensare che Panchito e José siano rimasti insieme tutto questo tempo, a viaggiare chissà dove senza di lui – chissà quante cose hanno visto o fatto, chissà in quali posti sono stati.

Cerca di scacciare questo pensiero inopportuno – non si può essere gelosi di qualcosa che non ti appartiene, no? - e torna sotto le lenzuola.


~

La mattina si sveglia con un forte mal di testa e la sensazione di essere già stanco, ed è strano perché lui è il re delle ronfate, ed è sempre riuscito a dormire bene – anche addosso ad uno stupido ubriaco[1].
Chiude questo ricordo in un piccolo angolo della mente, si infila una blusa blu, prende il suo cappello ed esce per andare all'appuntamento.

Non si aspettava questa accoglienza.
Panchito gli è subito corso incontro, ha mimato qualche passo di danza e poi si è lanciato in una delle sue rumorose esibizioni canore. José è rimasto seduto al bar, e ha aspettato in silenzio che i due lo raggiungessero.
Non si aspettava questa gelida accoglienza da parte sua.

È confortante riuscire a parlare di qualsiasi cosa con loro. Donald si sente davvero bene mentre fa scivolare fuori tutte le parole e racconta degli ultimi due anni – il nuovo lavoro, la sua nuova vita, gli episodi quotidiani, i vari scherzi dei nipotini.
È come se non si fossero mai lasciati.

L'unica nota stonata è che José parla pochissimo – ancora meno del solito. È quasi sempre Panchito a rispondere entusiasta, a chiedergli i dettagli di ogni piccola sciocchezza o a raccontargli di Baltimora o Veracruz. Donald tra una chiacchiera e l'altra, lancia delle occhiate a José, che si limita a fumare e a guardare un punto qualsiasi alla sua destra, appollaiato sullo sgabello, come se non gli interessasse di nulla.

È una nota molto stonata a pensarci bene.

Ad un certo punto però Panchito assottiglia gli occhi, salta quasi in piedi e gli chiede «Ehi Donald, ma quella, aspetta come si chiamava, Dan― Dav— Daisy, l'hai più sentita?»
José continua a guardare un punto lontano, ma tutto il suo corpo scatta in tensione, stringe più forte il sigaro e la cenere cade scompostamente sulla sua giacca gialla, e lui se la scrolla di dosso con finta indifferenza - Donald deve riconoscere che è diventato un buon attore.

«Daisy? No, non l'ho più sentita»

Donald vede José rilassarsi istintivamente, la presa allentarsi sul cubano e le spalle abbassarsi.

Anche questo è decisamente confortante.

~


Il fatto che siano seduti a quel bar da più di quattro ore è assurdo e bellissimo. La proprietaria inizialmente si è spazientita, ma poi Panchito ha cantato una canzone sui suoi occhi azzurri come il mare, e quella ha bonariamente sorriso, raddolcita: i due si sono messi a parlare e poi lei gli ha chiesto di suonarle qualcosa dentro il locale.

Sono rimasti soli ora.

José con un cenno rapido della mano ha ordinato qualcosa da bere, qualcosa di troppo forte, qualcosa di cui Donald non vuole sapere davvero la gradazione. Continuando a tenere un sigaro – forse il decimo – in una mano gli ha versato un bicchiere, e l'alcool gli è sceso giù, annebbiandogli un po' il cervello. Ed è solo grazie a questa bevanda miracolosa che ha trovato il coraggio di parlargli.

«José...cosa è successo?»

Tra di noi, vorrebbe aggiungere, ma sa che suonerebbe patetico: cosa è successo tra di noi, tsk, neanche fossero una coppia. Loro due, una coppia, Donald e José, che cosa impossibile! E che schifo, davvero, sono due uomini. Pazzesco, ovviamente questi pensieri sono figli dell'alcool, sicuro è pronto a scommetterci tutto.

«Pato» inizia José, e la sua voce è profonda, quasi seria. «Sei mai stato a Baía?»

«No» risponde Donald, e lo odia per quel Pato - chissà che diavolo significa poi, ancora non l'ha capito – e per il fatto che continui a non guardarlo. «No, non ci sono stato in quella fottuta Baía»

«Ecco cosa è successo tra di noi»

Ancora una volta Donald è stupito dalla capacità di José di capire anche le cose che non dice ad alta voce e che a stento pensa e confessa a se stesso. Ha l'improvvisa voglia di fuggire via da lui, è così bravo a farlo - l'ha già fatto due anni prima.

«Rilassati Pato» dice José, e gli versa un altro bicchiere «Dovresti provare a ballare...»

Donald butta giù in un sorso tutto il liquido – e brucia dentro la gola, brucia come il sole che batte sulle spiagge di Copacabana – ed è solo per l'alcool che inizia a muoversi, prima piano, poi sempre più in fretta, preso dal furore magico della samba. E gli occhi di José sono su di lui finalmente, e non si perdono neanche il suo più piccolo movimento - a malapena batte le ciglia.

Panchito sta cantando qualcosa di vagamente familiare all'interno del locale, così forte che l'aria della musica arriva fin lì, e lui sta ballando felice come non mai in questi ultimi due anni, e José è lì che lo guarda e sorride, e in quei piccoli sorrisi lui ci vede tutti i viaggi che Panchito gli ha raccontato poco prima, tutte le avventure che si è perso e che non si vuole perdere più – adelante, sempre adelante, come ha fatto a dimenticarsene?

«Ehi pappagallaccio: andiamo a Baía?»


Note autrice:

Ho riscritto questa storia tre volte, non essendone mai soddisfatta – neanche ora lo sono pienamente, ma non lo sono quasi mai.

Avevo un assoluto bisogno di scrivere ancora su di loro perché sono troppo (e sottolineo troppo) belli. Anche questa storia fa parte della serie (?) Adelante, che trae ispirazione dalla fic Adelante {and they ride again} di Feel Good Inc, aka la mia splendida moglie. Si colloca in un ipotetico futuro in cui Donald ha deciso di fermarsi. La storia si ispira vagamente ai minuti finali di questo spezzone – un video per cui sono letteralmente andata in fissa e che sto riguardando miliardi di volte.

[1] L'ubriaco è José Carioca – anche se in realtà Donald era messo peggio - durante la notte del terzo giorno descritta nella fic già citata di Feel Good Inc.

E bon, direi che posso piantarla qui.

Adelante, people!

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > I tre Caballeros / Vai alla pagina dell'autore: Ray08